Numero: 8
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Predizione dell’illuminazione a cinquecento discepoli

A quel tempo Purna, figlio di Maitrayani, udendo il Budda predicare la Legge con l’ausilio della saggezza e degli espedienti in modo appropriato alle circostanze e udendo la predizione che i discepoli maggiori avrebbero conseguito l’anuttara-­samyak-sambodhi; udendo parlare di argomenti relativi ai legami formati con il Budda nelle esistenze precedenti e udendo che i Budda possiedono grande libertà e poteri sovrannaturali, ottenne ciò che non aveva mai conosciuto prima; la sua mente fu purificata ed esultò di gioia. Immediatamente si alzò dal suo posto, avanzò portandosi di fronte al Budda e si inchinò ai suoi piedi fino a toccare il suolo con il capo. Poi si tirò da parte, alzò lo sguardo reverente verso l’onorato dal mondo senza distoglierlo un solo istante, e dentro di sé pensò: “L’onorato dal mondo è davvero straordinario! Molto insolito è il suo modo di agire! Adattandosi alle diverse nature della gente di questo mondo e avvalendosi degli espedienti e della saggezza, egli predica la Legge per tutti, distogliendo gli esseri viventi dall’avidità e dall’attaccamento a questa o a quella cosa. Le virtù del Budda sono indescrivibili a parole. Solo il Budda, l’onorato dal mondo, può conoscere i desideri che custodiamo da sempre in fondo al cuore.”

A quel tempo il Budda disse ai monaci: «Vedete questo discepolo Purna, figlio di Maitrayani? Io l’ho sempre lodato come il migliore fra coloro che predicano la Legge. E ho sempre lodato anche i suoi molti meriti, la sua diligenza nel proteggere, sostenere, aiutare a proclamare la mia Legge, la sua bravura nell’istruire, beneficare e rallegrare le quattro categorie di credenti, la perfezione con cui comprende l’insegnamento corretto del Budda, quanto arricchisca di benefici coloro che seguono le sue pratiche di brahma. Se si esclude il Tathagata, non c’è nessuno che possa esporre in modo così eloquente le sue teorie.

«Ma non dovete pensare che Purna sia in grado di proteggere, sostenere e aiutare a proclamare soltanto la mia Legge. Anche sotto novanta milioni di Budda del passato egli ha protetto, sostenuto e aiutato a proclamare l’insegnamento corretto dei Budda. Similmente, egli è stato il migliore fra tutti coloro che a quel tempo predicavano la Legge.

«Inoltre, egli ha compreso chiaramente e perfettamente la dottrina della vacuità predicata dai vari Budda, ha raggiunto i quattro tipi di conoscenza illimitata ed è sempre stato in grado di predicare la dottrina in maniera pura e limpida, libero da dubbi e perplessità. Dotato di tutti i poteri sovrannaturali di un bodhisattva, per tutta la durata delle sue vite ha svolto con costanza le pratiche di brahma, di modo che le persone viventi all’epoca di quei particolari Budda hanno pensato: “Ecco un vero ascoltatore della voce!”

«E Purna, impiegando gli espedienti, ha arrecato benefici a innumerevoli centinaia e migliaia di esseri viventi e ha convertito innumerevoli asamkhya di persone, indirizzandole verso l’anuttara-­samyak-sambodhi. Per purificare le terre dei Budda, egli si dedica con assiduità all’opera del Budda istruendo e convertendo gli esseri viventi.

«Monaci, Purna è stato il migliore fra coloro che predicarono la Legge al tempo dei sette Budda ed è anche il migliore fra coloro che predicano la Legge ora, in mia presenza. Parimenti sarà il migliore fra coloro che predicheranno la Legge al tempo dei Budda futuri che appariranno nell’attuale Kalpa di Saggezza e proteggerà, sosterrà e aiuterà a proclamare la Legge dei Budda in ogni circostanza. Anche in futuro proteggerà, sosterrà e aiuterà a proclamare la Legge di innumerevoli, incalcolabili Budda, istruendo, convertendo, arricchendo un numero infinito di esseri viventi e indirizzandoli verso l’anuttara-­samyak-sambodhi. Per purificare le terre dei Budda si impegnerà con costanza e diligenza, istruendo e convertendo gli esseri viventi.

«A poco a poco diverrà perfettamente padrone della via del bodhisattva e, quando saranno trascorsi incommensurabili asamkyha di kalpa, qui, nella terra in cui dimora, egli conseguirà l’anuttara-­samyak-sambodhi. Sarà chiamato Tathagata Fulgida Legge, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, onorato dal mondo.

«La sua terra di Budda comprenderà migliaia di milioni di mondi, numerosi quanto le sabbie del Gange. Il suolo, fatto di sette gioielli, sarà piano come il palmo della mano, senza colline o crinali né gole o burroni. La terra sarà piena di terrazze e di torri costruite con i sette gioielli e i palazzi celesti saranno tanto vicini l’un l’altro nel cielo, che gli esseri umani e quelli celesti potranno comunicare guardandosi reciprocamente. Là non vi saranno i cattivi sentieri né vi sarà alcuna donna. Gli esseri viventi nasceranno per trasformazione e non nutriranno desideri lascivi. Essi possiederanno grandi poteri sovrannaturali, i loro corpi emetteranno raggi luminosi e saranno in grado di volare a loro piacimento. Saranno di intenzioni e pensieri risoluti, diligenti e saggi, e tutti allo stesso modo saranno dotati di un alone dorato e dei trentadue segni. Tutti gli esseri viventi di quella terra si nutriranno regolarmente di due cibi, la gioia del Dharma il primo, il piacere della meditazione l’altro. Lì vi saranno incalcolabili asamkhya, migliaia, decine di migliaia, milioni di nayuta di bodhisattva che godranno di grandi poteri sovrannaturali e dei quattro tipi di conoscenza illimitata, e saranno abili nell’istruire e convertire le diverse varietà di esseri viventi. Il numero degli ascoltatori della voce, al di là di ogni capacità di calcolo, sarà impossibile da determinare. Tutti saranno pienamente dotati dei sei poteri sovrannaturali, delle tre visioni e delle otto emancipazioni.

«La terra di questo Budda sarà adornata e resa perfetta da tali innumerevoli virtù. Il kalpa si chiamerà Tesoro Fulgido e la terra si chiamerà Buona e Pura. La durata della vita del Budda sarà di un incommensurabile asamkhya di kalpa, la sua Legge durerà molto a lungo e, dopo che il Budda si sarà estinto, in tutta la terra verranno erette in suo onore torri adornate con i sette gioielli.»

A quel tempo l’onorato dal mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:

Voi monaci, ascoltate attentamente!

La Via seguita dai figli del Budda,

ben istruiti sugli espedienti,

è meravigliosa, al di là di ogni immaginazione.

Essi sanno che gli esseri si compiacciono di unadottrina inferiore,

timorosi di una grande saggezza.

Perciò i bodhisattva

si comportano come ascoltatori della voce opratyekabuddha,

avvalendosi di innumerevoli espedienti

per convertire i diversi tipi di esseri viventi.

Essi si dichiarano ascoltatori della voce

e, dicendo di essere molto lontani dalla Via del Budda,

conducono all’emancipazione innumerevoli moltitudini,

permettendo a tutti di realizzare lo scopo.

Sebbene le moltitudini siano di modeste aspirazionie indolenti,

a poco a poco vengono condotte al conseguimentodella Buddità.

Interiormente, in segreto, agiscono da bodhisattva,

ma esteriormente appaiono ascoltatori della voce.

Sembra che riducano i desideri in odio a nascita e morte,

ma in verità stanno purificando le terre del Budda.

Al cospetto delle moltitudini sembrano preda deitre veleni

o manifestare i segni di visioni distorte.

Così i miei discepoli

fanno uso di espedienti per salvare gli esseri viventi.

Se dovessi descrivere tutti i modi diversi,

le loro varie manifestazioni per convertire gli altri,

gli esseri viventi, udendomi,

resterebbero pieni di dubbi e perplessità.

Ora questo Purna in passato

praticò la Via con diligenza,

seguendo migliaia di milioni di Budda,

proclamando e proteggendo la Legge di quei Budda.

Per ricercare la saggezza suprema

si recò là ove erano i Budda

e divenne una guida per i discepoli,

persona di ampia conoscenza e saggezza.

Non mostrava alcun timore mentre predicava

ed era capace di rallegrare l’assemblea.

Non era mai stanco o scoraggiato

nello svolgere il lavoro dei Budda.

Aveva già acquisito grandi poteri sovrannaturali

e possedeva i quattro tipi di conoscenza illimitata.

Sapeva se le capacità della moltitudine erano ottuse o acute

e predicava costantemente la pura Legge.

Esponeva princìpi come questi

istruendo una moltitudine di migliaia di milioni,

facendo accedere ogni essere alla Legge del grande veicolo

e purificando personalmente le terre dei Budda.

Anche in futuro egli porgerà offerte

a innumerevoli, incalcolabili Budda,

proteggendo, aiutando a proclamare la loro Legge corretta

e purificando egli stesso le terre dei Budda;

impiegando costantemente diversi espedienti,

predicando senza paura la Legge,

salverà moltitudini inimmaginabili

rendendole consapevoli della saggezza onnicomprensiva.

Egli farà offerte ai Tathagata,

proteggendo e difendendo il prezioso forziere della Legge.

E in seguito diverrà un Budda

noto con il nome di Fulgida Legge.

La sua terra sarà chiamata Buona e Pura

e sarà composta di sette gioielli.

Il kalpa sarà chiamato Tesoro Brillante.

La moltitudine dei bodhisattva sarà numerosa,

ammonterà a innumerevoli milioni;

tutti, in possesso di grandi poteri sovrannaturali,

dotati di dignità, virtù e forza,

riempiranno tutta la terra.

Anche gli ascoltatori della voce saranno innumerevoli;

dotati delle tre visioni e delle otto emancipazioni,

avranno conseguito i quattro tipi illimitati di conoscenza:

questi saranno i monaci dell’ordine.

Tutti gli esseri viventi di quella terra

saranno esenti da desideri lascivi.

Essi nasceranno in modo puro, per trasformazione,

i corpi adorni di tutti i segni caratteristici.

Cibandosi della gioia del Dharma e del piaceredella meditazione,

non avranno desiderio di alcun altro cibo.

Là non vi saranno donne

e nessuno dei cattivi sentieri dell’esistenza.

Il monaco Purna

ha acquisito tutti questi benefici al massimo grado

e otterrà questa pura terra

con una moltitudine di esseri degni e saggi.

Dei fatti innumerevoli relativi a questa terra

ho parlato soltanto brevemente.

A quel tempo i milleduecento arhat, liberi nella mente, pensarono fra loro: “Possiamo gioire, perché abbiamo ottenuto ciò che mai avevamo avuto prima. Se l’onorato dal mondo desse a ciascuno di noi una predizione di illuminazione come quella che ha concesso ai discepoli maggiori, non sarebbe forse questo un motivo di gioia?”

Il Budda, sapendo che questo era il pensiero che albergava nelle loro menti, disse a Mahakashyapa: «Ora concederò una predizione a ciascuno dei milleduecento arhat che si trovano al mio cospetto: essi conseguiranno l’anuttara-­samyak-sambodhi. In questa assemblea vi è uno dei miei discepoli maggiori, il monaco Kaundinya. Egli farà offerte a sessantaduemila milioni di Budda e in seguito diverrà un Budda. Il suo nome sarà Tathagata Splendore Universale, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, onorato dal mondo. Cinquecento arhat, tra cui Uruvilva Kashyapa, Gaya Kashyapa, Nadi Kashyapa, Kalodayin, Udayin, Aniruddha, Revata, Kapphina, Bakkula, Chunda, Svagata e altri, tutti conseguiranno l’anuttara-­samyak-sambodhi. Avranno tutti lo stesso nome, Splendore Universale.»

L’onorato dal mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:

Il monaco Kaundinya

vedrà Budda innumerevoli

e dopo che saranno trascorsi asamkhya di kalpa

conseguirà infine l’illuminazione corretta e imparziale.

Egli emetterà di continuo una grande luce brillante,

sarà dotato di poteri sovrannaturali,

il suo nome sarà conosciuto nelle dieci direzioni

e rispettato da tutti.

Egli predicherà costantemente la suprema Via;

per questo si chiamerà Splendore Universale.

Il suo reame sarà puro e limpido,

i suoi bodhisattva coraggiosi e arditi.

Saliranno tutti sulle torri meravigliose,

viaggeranno nelle terre delle dieci direzioni

allo scopo di offrire oggetti inestimabili

in dono ai vari Budda.

Dopo che avranno tributato queste offerte,

le loro menti si riempiranno di grande gioia

ed essi torneranno all’istante ai luoghi natii:

tali saranno i loro poteri sovrannaturali.

La vita di questo Budda durerà sessantamila kalpa,

la sua Legge corretta durerà il doppio di quel tempo,

la sua Legge formale il quadruplo,

e quando la sua Legge si estinguerà, dèi e uominine saranno afflitti.

I cinquecento monaci

diverranno Budda uno dopo l’altro;

avranno tutti lo stesso nome, Splendore Universale.

Ciascuno concederà una predizione al proprio successore:

«Dopo la mia estinzione,

tu, tal dei tali, diventerai un Budda.

Il mondo che tu convertirai

sarà come il mio attuale.»

Gli ornamenti e la purezza delle loro terre,

i loro svariati poteri sovrannaturali,

i loro bodhisattva e ascoltatori della voce,

la loro Legge corretta e la loro Legge formale,

il numero di kalpa delle loro vite,

tutto sarà come ho appena descritto.

Kashyapa, ora conosci il futuro

di questi cinquecento la cui mente è libera.

Anche la moltitudine degli altri ascoltatori della voce

conoscerà la stessa sorte.

A coloro che non si trovano presenti in questa assemblea,

devi spiegare e predicare tutto questo.

A quel tempo i cinquecento arhat in presenza del Budda, avendo ricevuto la predizione dell’illuminazione, esultarono di gioia. Immediatamente si alzarono dal loro posto, avanzarono portandosi di fronte al Budda e si inchinarono ai piedi del Budda fino a toccare il suolo con il capo. Essi deplorarono il loro errore e si rimproverarono dicendo: «Onorato dal mondo, noi eravamo soliti pensare di aver già raggiunto l’estinzione definitiva. Ma ora capiamo di essere stati privi di saggezza. Perché? Perché, sebbene fossimo in grado di conseguire la saggezza del Tathagata, ci siamo accontentati di una saggezza insignificante.

«Onorato dal mondo, è come nel caso di un uomo che si recò a casa di un caro amico e che, dopo essersi ubriacato con il vino, si addormentò. A quel tempo l’amico doveva allontanarsi per un incarico ufficiale. Preso un gioiello inestimabile, lo cucì nella fodera della veste dell’amico e lo lasciò andandosene. L’uomo dormiva ubriaco e non si accorse di nulla. Quando si risvegliò, si mise in viaggio verso altri paesi. Per procurarsi cibo e vesti dovette darsi da fare con tutte le sue energie e con diligenza, affrontando enormi difficoltà e cavandosela con quel poco che poté racimolare.

«In seguito l’amico lo incontrò per caso e disse: “Che cosa assurda, vecchio mio! Come mai ti sei ridotto così per procurarti da mangiare e vestire? In passato mi volli assicurare che tu potessi vivere agiatamente e soddisfare i cinque desideri; così in quel dato giorno di quel mese di quell’anno, presi un gioiello inestimabile e lo cucii nella fodera del tuo abito. Deve trovarsi ancora lì adesso. Ma tu non ne sapevi nulla e ti sei affaticato e tormentato cercando di guadagnarti da vivere. Che cosa insensata! Ora devi prendere il gioiello e barattarlo con dei beni. Allora potrai avere in ogni momento tutto ciò che desideri e non sperimenterai mai più la miseria o il bisogno.”

«Il Budda è come questo amico. Quando era ancora un bodhisattva ci ha istruito e ci ha convertito, ispirando in noi la volontà di ricercare la saggezza onnicomprensiva. Ma col tempo abbiamo dimenticato tutto e siamo diventati inconsapevoli e ignoranti. Avendo ottenuto la via degli arhat, ritenevamo di aver conseguito l’estinzione. Incontrando difficoltà nel provvedere alla nostra sussistenza, ce la siamo cavata per così dire con quel poco che riuscivamo a racimolare. Tuttavia non abbiamo ancora perduto il desiderio della saggezza onnicomprensiva. E ora l’onorato dal mondo ci risveglia e ci rende consapevoli dicendo queste parole: “Monaci, ciò che avete ottenuto non è l’estinzione definitiva. Per lungo tempo vi ho fatto coltivare le buone radici della Buddità e, come espediente, vi ho mostrato i segni esteriori del nirvana, ma voi avete creduto di aver veramente raggiunto il nirvana.”

«Onorato dal mondo, adesso abbiamo capito. In effetti noi siamo bodhisattva e abbiamo ascoltato la predizione che conseguiremo l’anuttara-­samyak-sambodhi. Per questa ragione ci sentiamo colmi di gioia, avendo ottenuto ciò che mai ci saremmo aspettati.»

A quel tempo Ajnata Kaundinya e gli altri, desiderando ribadire il loro pensiero, si espressero in versi dicendo:

Abbiamo udito il suono di questa predizione

che ci assicura benessere e tranquillità senza uguali;

ci rallegriamo avendo ottenuto ciò che mai avevamoavuto prima

e ci inchiniamo al Budda immensamente saggio.

Ora, in presenza dell’onorato dal mondo,

deploriamo le nostre colpe e i nostri errori.

Dell’incommensurabile tesoro del Budda

abbiamo ottenuto solo una piccola parte del nirvana

e, come persone ignoranti e stupide,

abbiamo pensato che fosse sufficiente.

Siamo come un uomo povero e miserando

che si recò a casa di un caro amico.

La casa era molto sontuosa

e gli furono serviti vassoi di leccornie.

L’amico prese un gioiello inestimabile,

lo cucì nella fodera della veste dell’uomo povero,

e se ne andò senza dire una parola;

l’uomo, che stava dormendo, non si accorse di nulla.

Al suo risveglio

vagò qua e là in diversi paesi

in cerca di cibo e vesti per mantenersi in vita,

incontrando molte difficoltà nel guadagnarsi da vivere.

Se la cavò con quel poco che riuscì a trovare

disperando di poter avere qualcosa di meglio,

ignaro del fatto che nella fodera della sua veste

custodiva un gioiello inestimabile.

In seguito l’amico che gli aveva donato il gioiello,

incontrò per caso l’uomo povero

e, dopo averlo rimproverato aspramente,

gli mostrò il gioiello cucito nella veste.

Quando l’uomo povero vide il gioiello,

il suo cuore si riempì di grande gioia

perché era ricco e poteva disporre di beni e ricchezze

sufficienti a soddisfare i cinque desideri.

Noi siamo come quell’uomo.

Per tutta la lunga notte l’onorato dal mondo

nella sua compassione ci ha costantemente istruito,

inducendoci a coltivare l’aspirazione suprema.

Ma poiché siamo privi di saggezza

siamo inconsapevoli di ciò, ignari.

Avendo ottenuto una piccola parte del nirvana,

ci sentiamo soddisfatti e non cerchiamo altro.

Ma ora il Budda ci risveglia

e ci dice: «Questa non è autentica estinzione.

Quando avrete raggiunto la saggezza suprema del Budda,

quella sarà la vera estinzione!»

Ora abbiamo udito dal Budda

queste predizioni, le descrizioni degli ornamenti

e come ognuno a sua volta concederà la predizione alsuo successore

e siamo colmi di gioia nel corpo e nella mente.

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Note