Così io ho udito:
Una volta il Budda si trovava sul monte Gridhrakuta nei pressi di Rajagriha. Era accompagnato da una moltitudine di dodicimila eccellenti monaci, tutti arhat che avevano già sradicato ogni illusione e non avevano più alcun desiderio o illusione; che avevano ottenuto ciò che andava a loro vantaggio e posto fine ai legami dell’esistenza e che avevano conseguito la libertà della mente.
I loro nomi erano Ajnata Kaundinya, Mahakashyapa, Uruvilva Kashyapa, Gaya Kashyapa, Nadi Kashyapa, Shariputra, Grande Maudgalyayana, Mahakatyayana, Aniruddha, Kapphina, Gavampati, Revata, Pilindavatsa, Bakkula, Mahakaushthila, Nanda, Sundarananda, Purna figlio di Maitrayani, Subhuti, Ananda e Rahula. Al pari di questi, erano tutti grandi arhat, ben noti agli altri.
Vi erano poi duemila persone, alcune in fase di apprendimento, altre già istruite. C’era la monaca Mahaprajapati con le sue seimila seguaci. C’era la madre di Rahula, la monaca Yashodara con le sue seguaci.
C’erano bodhisattva mahasattva in numero di ottantamila, nessuno dei quali aveva mai interrotto la ricerca dell’anuttara-samyak-sambodhi. Avevano tutti conseguito le dharani, si deliziavano nella predicazione, erano eloquenti e mettevano in moto la ruota della Legge che non conosce regresso. Avevano fatto offerte a innumerevoli centinaia e migliaia di Budda; in presenza di molteplici Budda avevano piantato numerose radici di virtù, erano stati costantemente lodati dai Budda, si erano esercitati nella compassione, erano capaci di accedere alla saggezza del Budda, avendo completamente penetrato la grande saggezza e raggiunto l’altra sponda. La loro fama si era diffusa per incommensurabili mondi ed erano in grado di salvare innumerevoli centinaia di migliaia di esseri viventi.
I loro nomi erano bodhisattva Manjushri, bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo, bodhisattva Grande Autorità, bodhisattva Diligenza Costante, bodhisattva Senza Riposo, bodhisattva Palmo Ingioiellato, bodhisattva Re della Medicina, bodhisattva Donatore Coraggioso, bodhisattva Luna Ingioiellata, bodhisattva Luce Lunare, bodhisattva Luna Piena, bodhisattva Grande Forza, bodhisattva Forza Immensa, bodhisattva Trascendente il Triplice Mondo, bodhisattva Bhadrapala, bodhisattva Maitreya, bodhisattva Cumulo di Gioielli e bodhisattva Condottiero. Bodhisattva mahasattva pari a questi, in numero di ottantamila, partecipavano all’incontro.
A quel tempo era presente anche Shakra Devanam Indra con il suo seguito di ventimila figli del cielo. Vi erano anche i figli del cielo Luna Rara, Fragranza Diffusa, Preziosa Luce, e i Quattro Grandi Re Celesti, insieme ai loro seguaci, diecimila figli del cielo.
Erano presenti i figli del cielo Libertà e Grande Libertà e i loro seguaci, trentamila figli del cielo. Erano presenti il re Brahma, signore del mondo di saha, il grande Brahma Shikhin, e il grande Brahma Luce Splendente, insieme ai loro seguaci, dodicimila figli del cielo.
Vi erano otto re draghi: il re drago Nanda, il re drago Upananda, il re drago Sagara, il re drago Vasuki, il re drago Takshaka, il re drago Anavatapta, il re drago Manasvin e il re drago Utpalaka, ciascuno con parecchie centinaia di migliaia di seguaci.
Vi erano quattro re kimnara: il re kimnara Legge, il re kimnara Legge Meravigliosa, il re kimnara Grande Legge, e il re kimnara Sostegno della Legge, ciascuno con diverse centinaia di migliaia di seguaci.
Vi erano quattro re gandharva: il re gandharva Piacevole, il re gandharva Suono Piacevole, il re gandharva Bello e il re gandharva Bel Suono, ciascuno con varie centinaia di migliaia di seguaci.
Vi erano quattro re asura: il re asura Balin, il re asura Kharaskandha, il re asura Vemachitrin e il re asura Rahu, ognuno con diverse centinaia di migliaia di seguaci.
Vi erano quattro re garuda: il re garuda Grande Maestà, il re garuda Grande Corpo, il re garuda Grande Pienezza, e il re garuda Così Vuole, ciascuno con molte centinaia di migliaia di seguaci. E vi era il re Ajatashatru, figlio di Vaidehi, con molte centinaia di migliaia di seguaci.
Ciascuno di loro, dopo essersi inchinato ai piedi del Budda in segno di obbedienza, si ritirò e prese posto a un lato.
A quel tempo l’onorato dal mondo, attorniato dalle quattro categorie di credenti, ricevette offerte e segni di rispetto e fu onorato e lodato. E per il bene dei bodhisattva espose il sutra del grande veicolo intitolato Innumerevoli Significati, una Legge per istruire i bodhisattva, custodita nel cuore dai Budda.
Allorché il Budda ebbe terminato di predicare questo sutra, si sedette con le gambe incrociate nella posizione del loto ed entrò nel samadhi dell’Origine degli innumerevoli significati, immoto nel corpo e nella mente. Allora piovvero dal cielo fiori di mandarava, di grande mandarava, di manjushaka e di grande manjushaka, che si sparsero sopra il Budda e la grande assemblea; in ogni luogo il mondo di Budda si scosse tremando in sei modi diversi.
A quel tempo i monaci, le monache, i laici e le laiche, gli esseri celesti, i draghi, gli yaksha, i gandharva, gli asura, i garuda, i kimnara, i mahoraga, gli esseri umani e non umani dell’assemblea e anche i re minori e i saggi re che mettono in moto la ruota – tutti coloro che erano riuniti nella grande assemblea – avendo ottenuto ciò che non avevano mai conosciuto, gioirono profondamente, congiunsero le mani devotamente e guardarono il Budda.
A quel tempo il Budda emise un raggio di luce dalla ciocca di candidi capelli tra le sue sopracciglia – uno dei suoi segni caratteristici – illuminando diciottomila mondi verso oriente. Non vi era luogo che la luce non penetrasse, in basso fino all’inferno Avichi e in alto fino al cielo Akanishtha.
Da questo mondo si potevano scorgere in tutte le altre terre gli esseri viventi dei sei sentieri. Allo stesso modo si potevano vedere i Budda presenti in quelle altre terre e udire gli insegnamenti dei sutra che quei Budda stavano esponendo. Contemporaneamente si potevano vedere i monaci e le monache, i laici e le laiche, che stavano portando a termine le pratiche religiose e stavano raggiungendo la Via. E si potevano anche vedere i bodhisattva mahasattva che in seguito a varie cause e condizioni e vari tipi di fede e comprensione, in varie forme e aspetti, stavano completando la via del bodhisattva. E si potevano pure scorgere i Budda entrati nel parinirvana e vedere le torri adornate con i sette tesori erette per le loro spoglie dopo l’ingresso dei Budda nel parinirvana.
A quel tempo al bodhisattva Maitreya venne questo pensiero: “Adesso l’onorato dal mondo ha manifestato questi segni miracolosi. Ma qual è la causa di questi presagi portentosi? Adesso il Budda, l’onorato dal mondo, è entrato nel samadhi. È raro assistere a un evento così misterioso. Chi potrei interrogare a tale riguardo? Chi può darmi una risposta?”
E ancora pensò: “Questo Manjushri, figlio di un re del Dharma, ha già personalmente assistito e fatto offerte a un incommensurabile numero di Budda nel passato. Di certo deve aver visto questi rari presagi. Adesso lo domanderò a lui.”
In quel momento i monaci, le monache, i laici, le laiche, gli esseri celesti, i draghi, gli spiriti e tutti gli altri ebbero questo pensiero: “Questo raggio luminoso emanato dal Budda, questi segni di poteri sovrannaturali – chi potremmo interrogare in proposito?”
A quel tempo il bodhisattva Maitreya desiderò risolvere i propri dubbi al riguardo. Inoltre egli poteva vedere ciò che era nella mente delle quattro categorie di credenti, i monaci, le monache, i laici, le laiche, e così pure degli esseri celesti, dei draghi, degli spiriti e degli altri esseri che componevano l’assemblea. Così interrogò Manjushri chiedendo: «Qual è la causa di tali presagi portentosi, di questi segni di poteri sovrannaturali, di questa emissione di un grande raggio splendente che illumina le diciottomila terre orientali e ci permette di scorgere in quei luoghi tutti i maestosi mondi di Budda?»
Poi il bodhisattva Maitreya, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:
Manjushri,
perché dal candido ciuffo tra le sopracciglia
del nostro maestro e guida
risplende tutto intorno questa grande luce?
Perché piovono fiori di mandarava
e di manjushaka
e brezze odorose di sandalo
deliziano i cuori della moltitudine?
A causa di ciò
tutta la terra è adorna e purificata,
e questo mondo
si scuote tremando in sei modi diversi.
In questo momento le quattro categorie di credenti
sono colme di delizia e di felicità
e gioiscono nel corpo e nella mente
per aver ottenuto una cosa senza precedenti.
Il raggio luminoso emanato dalle sopracciglia
rischiara la regione orientale
e diciottomila terre
sono tutte del colore dell’oro.
Dall’inferno Avichi
fino alla sommità dell’esistente,
attraverso tutti i mondi,
gli esseri che vivono nei sei sentieri,
il regno cui tendono con le loro nascite e morti,
le loro azioni buone e cattive
e la retribuzione buona o cattiva che ne ricevono,
tutto questo si può vedere da qui.
Possiamo vedere anche i Budda,
quei saggi sovrani, quei leoni,
esporre e predicare sutra
sottili, meravigliosi e supremi.
Le loro voci chiare e pure
risuonano soavi e gentili
mentre istruiscono
innumerevoli milioni di bodhisattva.
Le loro voci di brahma, profonde e meravigliose,
deliziano coloro che li ascoltano.
Ciascuno nel proprio mondo
predica l’insegnamento corretto
e, per mezzo di varie cause e condizioni
e innumerevoli similitudini,
illustra la Legge del Budda
e guida all’illuminazione gli esseri viventi.
Se una persona è angosciata
detestando l’invecchiamento, la malattia e la morte,
a lei i Budda predicano il nirvana
spiegando come possa por fine a ogni pena.
Se una persona ha la fortuna
di aver fatto offerte ai Budda,
ed è decisa a cercare un insegnamento superiore,
i Budda espongono la via del pratyekabuddha.
Se vi sono figli del Budda
che si dedicano a varie pratiche religiose
ricercando l’insuperata saggezza,
i Budda predicano la via della purezza.
Manjushri,
io sono vissuto qui
e in tal modo ho visto e ascoltato
cose che si contano a migliaia di milioni.
Pur essendo così numerose,
ne parlerò ora in breve.
Vedo in queste terre
bodhisattva numerosi come le sabbie del Gange,
che, secondo varie cause e condizioni,
ricercano la Via del Budda.
Alcuni offrono elemosine,
oro, corallo, argento,
perle, gioielli mani,
conchiglie, agate,
diamanti e altre rarità,
servi e serve, carrozze
e palanchini ingioiellati.
Avanzando verso la Via del Budda,
desiderano ottenere questo veicolo
che è il supremo nel triplice mondo
ed è lodato dai Budda.
Oppure vedo alcuni bodhisattva
che offrono carrozze ingioiellate con doppia pariglia,
con sponde e tende fiorite
a ornarne i lati e il tetto.
Ancora vedo bodhisattva
che offrono la loro carne, mani e piedi,
o le mogli e i figli,
in cerca della Via suprema.
Vedo anche bodhisattva
che donano con gioia
teste, occhi, corpi e arti,
ricercando la saggezza del Budda.
Manjushri,
vedo re
andare in visita al luogo del Budda
per interrogarlo sulla Via suprema.
Lasciano le loro terre felici,
i palazzi, le ancelle e gli attendenti,
si radono barba e capelli
e indossano le vesti del Dharma.
Oppure vedo bodhisattva
divenuti monaci,
vivere in solitudine e in quiete,
che si deliziano a recitare i sutra.
Ancora, vedo bodhisattva
che si esercitano con coraggio e diligenza,
che si addentrano nel profondo delle montagne
con la mente rivolta alla Via del Budda.
Li vedo allontanarsi dai desideri,
dimorare costantemente nel vuoto e nella quiete,
immergersi in profonda meditazione
fino a ottenere i cinque poteri sovrannaturali.
E vedo bodhisattva
assorti in meditazione a mani giunte,
che con mille, diecimila versi
lodano il re delle dottrine.
Ancora, vedo bodhisattva
di profonda saggezza e fermi propositi,
che sanno come interrogare i Budda
e accettano e si conformano a tutto ciò che odono.
Vedo figli del Budda
esperti sia nella meditazione sia nella saggezza,
che si avvalgono di innumerevoli similitudini
per esporre la Legge all’assemblea,
che gioiosamente predicano la Legge
convertendo i bodhisattva,
che sconfiggono le legioni del demone
percuotendo il tamburo del Dharma.
E vedo bodhisattva
perfettamente immoti e silenziosi
che, pur onorati dagli esseri celesti e dai draghi,
non se ne rallegrano.
E vedo bodhisattva,
che vivono nelle foreste ed emanano luce,
salvare chi soffre nell’inferno
facendolo accedere alla Via del Budda.
Vedo figli del Budda
che, senza mai cedere al sonno,
continuano a vagare per la foresta
cercando con diligenza la Via del Budda.
Vedo coloro che osservano i precetti
con una condotta senza pecche,
puri come gioielli e come gemme,
ricercare in tal modo la Via del Budda.
Vedo figli del Budda
intenti a esercitare la pazienza,
sopportare le ingiurie e i colpi
di persone estremamente arroganti,
disposti a tollerare tutto questo
per ricercare la Via del Budda.
Vedo bodhisattva,
che rifuggono da frivolezze e risate
e dai compagni stolti,
stringere amicizia con persone sagge,
disperdere la confusione della mente,
ordinare i loro pensieri per monti e foreste
e per un milione, mille o diecimila anni
cercare in tal modo la Via del Budda.
Oppure vedo bodhisattva
con cibi e bevande deliziose
e cento tipi di pozioni curative
da offrire al Budda e ai suoi monaci;
con vesti raffinate e abiti preziosi
dal costo di migliaia o decine di migliaia,
o vesti senza prezzo
da offrire al Budda e ai suoi monaci;
con mille, diecimila, un milione di varietà
di dimore preziose in legno di sandalo
e grandi quantità di splendidi drappi da letto,
da offrire al Budda e ai suoi monaci;
con giardini e boschetti immacolati
con fiori e frutta a profusione,
purissime sorgenti e laghetti ove bagnarsi
da offrire al Budda e ai suoi monaci.
Offerte di tal sorta,
di diversa e meravigliosa varietà,
le donano con gioia e senza rimpianto
nella ricerca della Via suprema.
Vi sono poi bodhisattva
che espongono la dottrina della serena estinzione
e impartiscono vari tipi di insegnamenti
a innumerevoli esseri viventi.
Oppure vedo bodhisattva
percepire la natura dei fenomeni
priva di dualità,
come lo spazio vuoto.
Vedo figli del Budda
con la mente spoglia di attaccamenti,
usare tale saggezza meravigliosa
per ricercare la Via suprema.
Manjushri,
vi sono anche bodhisattva i quali,
dopo l’estinzione del Budda,
fanno offerte alle sue reliquie.
Vedo figli del Budda
erigere torri in sua memoria
pari in numero alle sabbie del Gange
e ornarne ogni terra;
meravigliose e sublimi torri ingioiellate,
alte cinquemila yojana,
larghe e profonde
esattamente duemila yojana,
ognuna ornata
di mille pennoni e bandiere,
con drappeggi tempestati di gemme simili a gocce
di rugiada
e campane preziose che risuonano armoniosamente.
Là esseri celesti, draghi,
esseri umani e non umani,
fanno continue offerte
di incenso, fiori e musica.
Manjushri, questi figli del Budda
per venerare le reliquie
adornano le torri commemorative in modo tale
che ogni terra, così com’è,
diventa straordinariamente splendida e piacevole,
come il re celeste della vegetazione
allo sbocciare e allo schiudersi dei fiori.
Quando il Budda emana il raggio di luce,
io e gli altri riuniti in assemblea
possiamo vedere queste terre
con tutte le loro svariate meraviglie.
I poteri sovrannaturali dei Budda
e la loro saggezza sono veramente rari;
con un solo raggio di pura luce
i Budda illuminano terre innumerevoli.
Io e gli altri abbiamo visto questo
e abbiamo ottenuto una cosa senza precedenti.
Figlio del Budda, Manjushri,
ti imploro di lenire i dubbi dell’assemblea.
Le quattro categorie di credenti
sollevano lo sguardo in lieta aspettativa,
rivolti a te e a me.
Perché l’onorato dal mondo
emette questo raggio lucente?
Figlio del Budda, dacci ora una risposta,
placa i nostri dubbi e rendici felici!
Quali copiosi benefici sorgeranno
da questo raggio splendente?
Sicuramente il Budda intende esporre
la meravigliosa Legge che ottenne
quando sedette nel luogo dell’illuminazione.
Egli deve avere delle predizioni da conferire.
Ci ha mostrato le terre del Budda,
pure e adorne di molteplici tesori,
e noi abbiamo visto i loro Budda:
ciò non accade per futili ragioni.
Manjushri, tu lo devi sapere.
Le quattro categorie di credenti e i draghi
volgono lo sguardo a te,
domandandosi quale spiegazione ne darai.
A quel tempo Manjushri disse al bodhisattva mahasattva Maitreya e agli altri grandi uomini: «Uomini devoti, credo che il Budda, l’onorato dal mondo, voglia ora esporre la grande Legge, far cadere la pioggia della grande Legge, soffiare nel corno della grande Legge, percuotere il tamburo della grande Legge, chiarire il significato della grande Legge. Uomini devoti, io ho già visto tali fausti portenti provocati da Budda del passato. Anch’essi emisero raggi di luce come questi e poi esposero la grande Legge. Perciò sappiate che, dopo aver mostrato questa luce, ora il Budda presente farà lo stesso. Egli desidera che tutti gli esseri viventi possano udire e comprendere la Legge difficile da credere per tutto il mondo. Per questo ha manifestato questo fausto portento.
«Uomini devoti, una volta, in un tempo remoto, un incommensurabile, infinito, inconcepibile numero di asamkhya di kalpa nel passato, viveva un Budda chiamato Splendore del Sole e della Luna, Tathagata, degno di offerte, perfettamente illuminato, di chiara e perfetta condotta, ben andato, conoscitore del mondo, il più eminente fra gli uomini, istruttore della gente, maestro degli esseri celesti e umani, Budda, onorato dal mondo, che esponeva l’insegnamento corretto. La sua esposizione era buona all’inizio, buona nel mezzo, buona alla fine. Il significato era profondo e molto vasto, le parole efficaci e mirabili. Era puro e senza pecche, completo, pulito e immacolato, e recava i segni della pratica di brahma.
«A beneficio di chi cercava di diventare un ascoltatore della voce, rispondeva esponendo la Legge delle quattro nobili verità, così che potesse trascendere nascita, invecchiamento, malattia e morte e ottenere il nirvana. A beneficio di chi cercava di diventare pratyekabuddha rispondeva esponendo la Legge della dodecupla catena di causalità. A beneficio dei bodhisattva rispondeva esponendo le sei paramita, facendo loro ottenere l’anuttara-samyak-sambhodi e acquisire la saggezza onnicomprensiva.
«Vi fu poi un altro Budda, anch’egli chiamato Splendore del Sole e della Luna, e poi ancora un altro Budda anche lui chiamato Splendore del Sole e della Luna. Vi furono ventimila Budda, tutti con il medesimo nome, tutti chiamati Splendore del Sole e della Luna. E tutti avevano il medesimo cognome, Bharadvaja. Maitreya, sappi che tutti, dal primo Budda fino all’ultimo, avevano lo stesso appellativo; tutti erano chiamati Splendore del Sole e della Luna. Erano degni di tutti i dieci epiteti e gli insegnamenti che esponevano erano buoni all’inizio, nel mezzo e alla fine.
«L’ultimo Budda, quando non aveva ancora abbandonato la vita familiare, aveva come figli otto principi. Il primo era chiamato Dotato di Intenzione, il secondo Buona Intenzione, il terzo Immensa Intenzione, il quarto Preziosa Intenzione, il quinto Accresciuta Intenzione, il sesto Intenzione Scevra di Dubbi, il settimo Echeggiante Intenzione, e l’ottavo Intenzione della Legge. Acquisivano senza sforzo dignità e virtù e ciascuno governava un regno di quattro continenti.
«Allorché questi principi udirono che il padre aveva abbandonato la vita familiare e aveva conseguito l’anuttara-samyak-sambodhi, misero tutti da parte il proprio rango principesco e lo seguirono abbandonando la vita familiare. Aspirando al Grande Veicolo, si esercitarono costantemente nelle pure pratiche di brahma e divennero tutti maestri della Legge. Avevano già piantato buone radici seguendo mille, diecimila Budda.
«Allora il Budda Splendore del Sole e della Luna predicò il sutra del grande veicolo intitolato Innumerevoli Significati, un insegnamento atto a istruire i bodhisattva, custodito nel cuore dai Budda. Quando ebbe terminato di esporre il sutra, sedette a gambe incrociate al centro della grande assemblea ed entrò nel samadhi dell’Origine degli innumerevoli significati, immoto nel corpo e nella mente. Allora dal cielo piovvero fiori di mandarava, di grande mandarava, di manjushaka e di grande manjushaka, che si sparsero sopra il Budda e la grande assemblea, e per ogni dove il mondo del Budda si scosse tremando in sei modi diversi.
«A quel tempo i monaci, le monache, i laici e le laiche, gli esseri celesti, i draghi, gli yaksha, i gandharva, gli asura, i garuda, i kimnara e i mahoraga, gli esseri umani e non umani dell’assemblea e anche i re minori e i saggi re che girano la ruota – tutti coloro che erano riuniti in questa grande assemblea – avendo ottenuto ciò che non avevano mai conosciuto, colmi di gioia, devotamente giunsero le mani e guardarono verso il Budda.
«A quel tempo il Tathagata emise un raggio di luce dalla candida ciocca che aveva tra le sopracciglia, uno dei suoi segni caratteristici, e illuminò diciottomila terre di Budda verso oriente. Non vi era luogo che la luce non penetrasse, proprio come ora avete visto illuminarsi le terre di Budda.
«Sappi, Maitreya, che vi erano allora nell’assemblea venti milioni di bodhisattva gioiosi e desiderosi di udire la Legge. Quando questi bodhisattva videro il raggio di luce che illuminava le terre di Budda in ogni luogo, una cosa senza precedenti, desiderarono conoscere le cause e le condizioni che avevano dato origine a quella luce.
«Viveva a quel tempo un bodhisattva di nome Luce Meravigliosa, che aveva ottocento discepoli. Allora il Budda Splendore del Sole e della Luna si destò dal samadhi e, in onore del bodhisattva Luce Meravigliosa, espose il sutra del grande veicolo chiamato il Loto della Legge Meravigliosa, un insegnamento atto a istruire i bodhisattva, un insegnamento custodito nel cuore dai Budda. Il Budda rimase assiso senza levarsi per sessanta piccoli kalpa, e anche gli ascoltatori riuniti allora in assemblea restarono lì seduti per sessanta piccoli kalpa, immoti nel corpo e nello spirito. E ciò nonostante parve loro di aver ascoltato il Budda predicare per un tempo non più lungo della durata di un pasto. Tra tutti gli esseri riuniti in assemblea non vi era nessuno che provasse il minimo senso di stanchezza nel corpo o nello spirito.
«Allorché il Budda Splendore del Sole e della Luna ebbe terminato di esporre questo sutra per un periodo pari a sessanta piccoli kalpa, si rivolse ai Brahma, ai demoni, agli shramana e ai brahmani, come pure agli dèi, agli uomini e agli asura che componevano l’assemblea, con queste parole: “Stanotte, a mezzanotte, il Tathagata entrerà nel nirvana senza residui.”
«Si trovava allora in quel luogo un bodhisattva chiamato Scrigno di Virtù. Il Budda Splendore del Sole e della Luna gli conferì una profezia, che annunciò ai monaci: “Questo bodhisattva Scrigno di Virtù sarà il prossimo a diventare un Budda. Egli verrà chiamato Puro Corpo, tathagata, arhat, samyak-sambuddha.”
«Dopo che il Budda ebbe finito di annunciare questa profezia, a mezzanotte entrò nel nirvana senza residui. Dopo la sua dipartita, il bodhisattva Luce Meravigliosa espose il Sutra del Loto della Legge Meravigliosa per un periodo di ottanta piccoli kalpa spiegandolo agli altri. Ciascuno degli otto figli del Budda Splendore del Sole e della Luna riconobbe Luce Meravigliosa come proprio maestro. Luce Meravigliosa li istruì e li convertì, facendo sorgere in loro la ferma determinazione di raggiungere l’anuttara-samyak-sambodhi. Quei nobili figli fecero offerte a innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di Budda, e infine raggiunsero tutti la Via del Budda. L’ultimo a divenire Budda si chiamava Fiaccola Ardente.
«Tra gli ottocento discepoli di Luce Meravigliosa ve ne era uno chiamato Cercatore di Fama. Egli era avido di guadagno e di appoggi e, sebbene leggesse e recitasse numerosi sutra, non era in grado di comprenderli e in gran parte li dimenticava. Per questo veniva chiamato Cercatore di Fama. Tuttavia, dato che quest’uomo aveva oltre a ciò piantato svariate buone radici, fu in grado di incontrare innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di Budda, fare loro offerte, riverirli, onorarli e lodarli.
«Maitreya, sappi questo: il bodhisattva Luce Meravigliosa che viveva allora potrebbe esserti sconosciuto? Altri non era che io. E il bodhisattva Cercatore di Fama eri tu.
«Vedendo questi presagi prodigiosi, osservo che non differiscono da ciò che vidi allora. Perciò suppongo che il Tathagata stia per esporre il sutra del grande veicolo, chiamato Loto della Legge Meravigliosa, un insegnamento atto a istruire i bodhisattva, custodito nel cuore dai Budda.»
A quel tempo Manjushri, desiderando ribadire le sue parole di fronte alla grande assemblea, si espresse in versi dicendo:
Ricordo che in un’epoca passata,
incommensurabili, innumerevoli kalpa or sono,
viveva un Budda tenuto in sommo onore dagli uomini,
chiamato Splendore del Sole e della Luna.
Questo onorato dal mondo esponeva la Legge,
salvando innumerevoli esseri viventi
e incommensurabili milioni di bodhisattva,
facendoli accedere alla saggezza del Budda.
Gli otto principi generati da questo Budda
prima di abbandonare la vita familiare,
vedendo che il grande saggio aveva lasciatola sua famiglia,
fecero lo stesso e intrapresero le pratiche di brahma.
A quel tempo il Budda espose il grande veicolo,
un sutra chiamato Innumerevoli Significati,
e nel mezzo di una vasta assemblea
a beneficio della gente stabilì grandi distinzioni.
Quando il Budda ebbe finito di esporre questo sutra,
sedette nel seggio della Legge
a gambe incrociate, nel samadhi
chiamato Origine degli innumerevoli significati.
Piovvero dal cielo fiori di mandarava,
celesti tamburi suonarono da soli
ed esseri celesti, draghi e spiriti
fecero offerte al più onorato tra gli uomini.
Tutte le terre di Budda
si scossero per improvviso gran tremore.
Il Budda emise un raggio dalle sopracciglia,
mostrando segni che si vedono di rado.
La luce illuminò nella regione orientale
diciottomila terre di Budda,
mostrando come tutti gli esseri viventi
ricevessero nella nascita e nella morte la retribuzione per le azioni passate.
Si vedevano queste terre di Budda,
ornate di numerosi gioielli,
risplendere dei bagliori di lapislazzuli e cristalli
perché illuminate dalla luce del Budda.
Si potevano anche vedere gli dèi e gli uomini,
draghi e molti yaksha,
gandharva e kimnara,
ognuno fare offerte al proprio Budda.
Si potevano anche vedere i Tathagata
che raggiungono naturalmente la Via del Budda,
il corpo del colore di auree cime,
eretti, imponenti, assai sottili e meravigliosi.
Era come se in mezzo a puri lapislazzuli,
fossero apparse statue di oro puro.
Gli onorati dal mondo in una grande assemblea
esposero i principi della profonda Legge.
In una terra del Budda dopo l’altra
gli ascoltatori della voce in infinite schiere,
illuminati dalla luce del Budda,
divennero visibili con le loro grandi assemblee.
Vi erano anche monaci
che vivevano nelle foreste
e si esercitavano a osservare i puri precetti
come se custodissero una gemma lucente.
Si potevano anche vedere bodhisattva
praticare l’elemosina, la pazienza e così via,
numerosi come le sabbie del Gange,
sempre in virtù della luce del Budda.
Si potevano anche vedere bodhisattva
raccolti in profonde pratiche meditative,
immoti e quieti nel corpo e nella mente,
ricercare in tal modo la Via suprema.
Si potevano vedere bodhisattva
consapevoli che i fenomeni sono destinati all’estinzione,
intenti ognuno nella propria terra
a predicare la Legge e ricercare la Via del Budda.
A quel tempo le quattro categorie di credenti,
vedendo il Budda Splendore del Sole e della Luna
manifestare i suoi immensi poteri sovrannaturali,
gioirono tutti nel loro cuore,
e ciascuno chiese al suo vicino
cosa causasse tali eventi.
Colui che è onorato dagli dèi e dagli uomini
si destò proprio allora dal samadhi
e così lodò il bodhisattva Luce Meravigliosa:
«Tu sei l’occhio del mondo,
in te ognuno può credere e aver fede,
tu puoi onorare e sostenere il tesoro della Legge.
La Legge che io espongo
tu solo puoi testimoniarla».
L’onorato dal mondo, dopo aver pronunciato queste parole di lode
rallegrando Luce Meravigliosa,
espose il Sutra del Loto
per sessanta interi piccoli kalpa.
Mai sorse dal suo seggio,
e la suprema e meravigliosa Legge da lui esposta
fu accettata e sostenuta integralmente
dal maestro della Legge Luce Meravigliosa.
Dopo che il Budda ebbe predicato la Legge del Loto,
facendo gioire tutta l’assemblea,
proprio in quello stesso giorno
annunciò all’uditorio di esseri celesti e umani:
«Ho già esposto per voi
il significato del vero aspetto di tutti i fenomeni.
Ora, al giungere della mezzanotte,
entrerò nel nirvana.
Esercitatevi diligentemente
e liberatevi dalla negligenza e dalla pigrizia.
È assai difficile incontrare un Budda,
ne potete incontrare uno ogni milione di kalpa».
I figli dell’onorato dal mondo,
udendo che il Budda sarebbe entrato nel nirvana,
furono colti da dolore e angoscia,
sorpresi che il Budda dovesse estinguersi così presto.
Il nobile saggio, re della Legge,
rincuorò e confortò la folla sterminata
dicendo: «Quando sarò entrato nel nirvana
non dovrete avere nessuna preoccupazione o timore!
Il bodhisattva Scrigno di Virtù
ha già pienamente compreso nel suo cuore
il vero aspetto senza illusioni.
Sarà lui il prossimo a divenire Budda;
si chiamerà Corpo Puro
e anch’egli salverà innumerevoli moltitudini».
Quella notte il Budda entrò nel nirvana
come fuoco che si estingue quando la legna è consumata.
Divisero e ripartirono le sue reliquie
ed eressero un numero incredibile di torri;
monaci e monache
numerosi come le sabbie del Gange
praticarono con raddoppiato zelo,
ricercando in tal modo la suprema Via.
Questo maestro della Legge, Luce Meravigliosa,
sostenne e onorò il tesoro della Legge del Budda
per la durata di ottanta piccoli kalpa,
diffondendo ampiamente il Sutra del Loto.
Quegli otto nobili figli
convertiti da Luce Meravigliosa
si attennero fermamente alla Via suprema,
e poterono perciò incontrare innumerevoli Budda.
Dopo aver tributato offerte a questi Budda
li seguirono nella pratica della grande Via
e uno dopo l’altro poterono diventare Budda,
ciascuno concedendo la predizione al successore.
L’ultimo a divenire essere celeste tra esseri celesti
fu chiamato Budda Fiaccola Ardente.
Come guida e maestro di veggenti
salvò moltitudini innumerevoli.
Questo maestro della Legge Luce Meravigliosa
aveva a quel tempo un discepolo
la cui mente era dominata da pigrizia,
da avidità di fama e di profitto.
Insaziabilmente ricercava fama e profitto
frequentando spesso gente della sua e di altre famiglie.
Gettò al vento ciò che aveva appreso,
lo trascurò, lo dimenticò, non lo comprese.
Proprio per questo
venne chiamato Cercatore di Fama.
Ma egli aveva anche compiuto molte buone azioni
e a causa di ciò poté incontrare innumerevoli Budda.
Fece offerte ai Budda
e li seguì nella pratica della grande Via
realizzando tutte le sei paramita,
e ora ha incontrato il leone degli Shakya.
Diverrà quindi un Budda
che avrà nome Maitreya
e salverà in ogni dove gli esseri viventi
in numero al di là di ogni calcolo.
Dopo l’estinzione di quel Budda,
quell’uomo pigro ora sei tu,
e quel maestro del Dharma, Luce Meravigliosa
ora sono io.
Io vidi il Budda Torcia Splendente[Splendore del Sole e della Luna]
manifestare in passato un prodigioso presagio come questo.
E così so che ora il Budda
sta per esporre il Sutra del Loto.
Adesso i segni sono uguali ai prodigiosi auspici passati;
questo è un abile espediente impiegato dai Budda.
Ora il Budda emette questo raggio luminoso
aiutando a rivelare il significato del vero aspettodei fenomeni.
Gli esseri umani ora verranno per conoscerlo:
giungiamo tutti le mani e attendiamo.
Il Budda farà piovere la pioggia della Legge
per soddisfare tutti coloro che cercano la Via.
Voi che cercate i tre veicoli,
se avete dubbi e rimpianti
il Budda li risolverà per voi
ponendovi fine, così che nulla rimanga.