A quel tempo l’onorato dal mondo sorse serenamente dal samadhi e, rivolto a Shariputra, disse: «La saggezza dei Budda è infinitamente profonda e incommensurabile. L’accesso a questa saggezza è difficile da comprendere e difficile da varcare. Nessuno tra gli ascoltatori della voce o tra i pratyekabuddha è in grado di comprenderla.
«Qual è la ragione di ciò? I Budda hanno assistito centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni, un numero infinito di Budda e hanno portato a termine innumerevoli pratiche e dottrine. Si sono esercitati con coraggio e diligenza e il loro nome è universalmente noto. Hanno percepito la Legge profonda e finora mai conosciuta e la espongono in modo appropriato alle circostanze; eppure la loro intenzione è difficile da comprendere.
«Shariputra, da quando ho conseguito la Buddità ho esposto ampiamente i miei insegnamenti servendomi di varie cause e parabole e con innumerevoli espedienti ho guidato gli esseri umani inducendoli a rinunciare ai loro attaccamenti. Per quale motivo? Perché i Tathagata sono completamente dotati sia degli espedienti sia della paramita della saggezza.
«Shariputra, la saggezza dei Tathagata è vasta e profonda. Essi sono dotati di infinita [compassione] e di illimitata [eloquenza], di potere, coraggio, concentrazione, emancipazione e samadhi; inoltre sono penetrati profondamente nell’infinito e si sono risvegliati alla Legge finora mai conosciuta.
«Shariputra, i Tathagata sanno come operare diversi gradi di distinzione fra gli insegnamenti e li predicano con abilità. Le loro parole sono soavi e gentili e rallegrano il cuore delle moltitudini.
«Ricapitolando, Shariputra, i Budda hanno pienamente realizzato la Legge infinita, incommensurabile, finora mai conosciuta.
«Ora basta, Shariputra, altro non dirò, perché la Legge cui si sono risvegliati i Budda è la più rara e la più difficile da comprendere. Il vero aspetto di tutti i fenomeni può essere compreso e condiviso solo tra Budda. Questa realtà consiste di: aspetto, natura, entità, potere, azione, causa [interna], relazione, effetto [latente], retribuzione e della loro coerenza dall’inizio alla fine.»
A quel tempo l’onorato dal mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:
Gli eroi del mondo sono insondabili.
Nessuno tra gli esseri celesti, tra la gente del mondo
o tra tutti gli esseri viventi,
può comprendere i Budda.
Il potere dei Budda, il loro coraggio,
l’emancipazione, i samadhi
e tutti gli altri attributi dei Budda
nessuno li può valutare o sondare.
In passato, sotto la guida di innumerevoli Budda,
ho pienamente acquisito e praticato varie vie,
dottrine profonde, sottili e meravigliose,
difficili da vedere e difficili da comprendere.
Per innumerevoli milioni di kalpa
ho praticato queste vie,
finché nel luogo dell’illuminazione ho conseguito il frutto.
Io ho già potuto vedere e conoscere perfettamente
il significato di questo grande effetto,
le varie nature e gli aspetti.
Io e gli altri Budda delle dieci direzioni
ora possiamo comprendere queste cose.
Questa Legge non può essere descritta,
di fronte a essa le parole cadono silenziose.
Tra tutti gli altri esseri viventi
non vi è nessuno che possa comprenderla,
eccetto i numerosi bodhisattva
che hanno sviluppato il potere di una salda fede.
I numerosi discepoli dei Budda
che in passato hanno fatto offerte ai Budda,
hanno già sradicato ogni illusione
e ora dimorano nella loro ultima rinascita.
Ma neppure persone come loro
hanno il potere necessario.
Se anche il mondo intero
fosse pieno di uomini pari a Shariputra,
se anche unissero le loro facoltà fino a stillare il cervello
non potrebbero sondare la saggezza del Budda.
Se anche le dieci direzioni
fossero piene di uomini pari a Shariputra
o agli altri discepoli,
se anche riempissero le terre nelle dieci direzioni
e unissero le loro facoltà fino a stillare il cervello,
ancora non riuscirebbero a comprenderla.
Se dei pratyekabuddha di acuta intelligenza,
privi di illusioni, nella loro ultima incarnazione,
riempissero i mondi nelle dieci direzioni,
numerosi come bambù in un boschetto,
se anche si riunissero insieme con un’unica mente
per un milione o per innumerevoli kalpa,
sperando di penetrare la vera saggezza del Budda,
non riuscirebbero a comprenderne che una minima parte.
Se dei bodhisattva che hanno da poco intrapreso il cammino
porgessero offerte a innumerevoli Budda,
fossero completamente padroni del significato delle varie dottrine,
e anche in grado di predicarle con efficacia,
e, come piante di riso e di canapa, di bambù o di canna,
riempissero le terre nelle dieci direzioni;
se con la stessa mente, con la loro meravigliosa sapienza,
per un numero di kalpa pari alle sabbie del Gange,
riunissero tutti quanti i loro pensieri e le loro facoltà,
non riuscirebbero a comprendere la saggezza del Budda.
Se dei bodhisattva nello stadio di non regressione,
numerosi come le sabbie del Gange,
si riunissero con unica mente in riflessione e ricerca,
ancora non riuscirebbero a comprenderla.
Inoltre, Shariputra, ti annuncio
che questa profonda, sottile e meravigliosa Legge,
priva di falle, al di là della comprensione,
ora io l’ho pienamente realizzata.
Io solo comprendo le sue caratteristiche,
e così i Budda delle dieci direzioni.
Sappi, Shariputra,
che le parole dei vari Budda non differiscono mai.
Verso la Legge esposta dai Budda,
devi coltivare il grande potere della fede.
L’onorato dal mondo ha esposto a lungo le sue dottrine
e adesso deve rivelare la verità.
Io annunzio questo a tutti gli ascoltatori della voce
e a coloro che cercano il veicolo dei pratyekabuddha:
li ho messi in condizione di liberarsi dai legami della sofferenza
e di raggiungere il nirvana.
Il Budda, con il potere degli espedienti,
ha mostrato loro gli insegnamenti dei tre veicoli
distogliendo gli esseri viventi da questo o quell’attaccamento
e permettendo loro di ottenere la liberazione.
A quel tempo nella grande assemblea vi erano ascoltatori della voce, arhat che avevano sradicato le loro illusioni, Ajnata Kaundinya e altri in numero di milleduecento persone. C’erano monaci, monache, laici e laiche che nutrivano il desiderio di diventare ascoltatori della voce o pratyekabuddha. In ognuno di loro sorse questo pensiero: “Ora, per quale ragione l’onorato dal mondo loda con tanto fervore gli espedienti e afferma che la Legge percepita dal Budda è profonda e difficile da comprendere, che è molto difficile comprendere il significato delle sue parole, che nessuno tra gli ascoltatori della voce o tra i pratyekabuddha è in grado di farlo? Se il Budda predicasse un’unica dottrina di emancipazione, anche noi saremmo in grado di percepire questa Legge e conseguire il nirvana. Noi non riusciamo ad afferrare il significato di ciò che sta dicendo in questo momento.”
A quel tempo Shariputra comprese i dubbi che erano nella mente delle quattro categorie di credenti e che neanche lui aveva risolto. Pertanto si rivolse al Budda e disse: «Onorato dal mondo, quali cause e quali condizioni ti inducono a lodare con tanto fervore i sommi espedienti del Budda, la profonda, sottile e meravigliosa Legge che è così difficile da capire? Fin dal lontano passato non ho mai udito il Budda predicare in questo modo. Adesso tutte e quattro le categorie di credenti nutrono dubbi. Noi imploriamo l’onorato dal mondo di spiegare queste cose. Per quale ragione l’onorato dal mondo elogia così ardentemente questa Legge profonda, sottile, meravigliosa e difficile da comprendere?»
A quel tempo Shariputra, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:
Sole di saggezza, grande venerabile saggio,
dopo tanto tempo ora tu esponi questa Legge.
Tu stesso dichiari di aver ottenuto
il potere, il coraggio, i samadhi,
la concentrazione, l’emancipazione
e la Legge che trascende la comprensione.
Su questa Legge percepita nel luogo dell’illuminazione
nessuno è in grado di interrogarti.
«La mia intenzione è difficile da sondare
e nessuno è in grado di pormi delle domande».
Nessuno fa domande, eppure tu predichi spontaneamente,
lodando il cammino su cui procedi.
È una saggezza assai sottile e meravigliosa
quella che tutti i Budda conseguono.
Gli arhat senza più illusioni
e quelli che ricercano il nirvana
ora sono caduti tutti nella rete del dubbio
e si chiedono per quale ragione il Budda predichi ciò.
Quelli che mirano a diventare pratyekabuddha,
i monaci e le monache,
gli esseri celesti, i draghi e gli spiriti,
insieme ai gandharva e a tutti gli altri,
si guardano l’un l’altro perplessi,
e alzano lo sguardo al più onorato tra gli esseri con due gambe.
Qual è il significato di tutto questo?
Io imploro il Budda di spiegarcelo.
Il Budda ha detto che nella moltitudine di ascoltatori della voce
io sono il primo,
tuttavia ora, con la mia sola saggezza,
non riesco a risolvere questi dubbi e perplessità.
Ho effettivamente già raggiunto la Legge suprema,
o sono ancora nel cammino della pratica?
I figli nati dalla bocca del Budda
congiungono i palmi, guardano in alto e attendono.
Noi ti imploriamo di emettere suoni sottili e meravigliosi
e di spiegarci adesso qual è la verità.
Gli dèi, i draghi e gli altri,
numerosi come le sabbie del Gange,
i bodhisattva che aspirano a divenire Budda,
in una grande moltitudine di ottantamila,
e i saggi re che mettono in moto la ruota,
giunti da diecimila milioni di terre,
tutti a mani giunte e con animo reverente,
desiderano udire l’insegnamento della perfetta Via.
A quel tempo il Budda si rivolse a Shariputra e disse: «Basta! Basta! Non c’è bisogno di dire altro. Se ne parlo adesso, gli dèi e gli uomini di tutti i mondi resteranno attoniti e dubbiosi.»
Shariputra ancora una volta si rivolse al Budda e disse: «Onorato dal mondo, ti imploriamo di predicare! Ti imploriamo di predicare! Per quale motivo? In questa assemblea di innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di asamkhya di esseri viventi, tutti nel passato hanno visto i Budda; le loro facoltà sono vigorose e acute e la loro saggezza è luminosa. Se ascoltano l’insegnamento del Budda, saranno capaci di una fede riverente.»
A quel tempo Shariputra, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:
Re del Dharma, degno di sommo onore,
parla, ti supplichiamo, parla senza riserve!
In questa assemblea vi sono innumerevoli esseri
che possono credere rispettosamente.
Il Budda interruppe Shariputra dicendo: «Se ne parlo adesso, tutti gli dèi, gli uomini e gli asura presenti in tutti i mondi resteranno attoniti e dubbiosi. I monaci dominati dall’arroganza cadranno in un abisso profondo.»
A quel tempo l’onorato dal mondo ripeté ciò che aveva detto in versi:
Basta! Basta! Non c’è bisogno di parlare!
La mia Legge è meravigliosa e difficile da comprendere.
Coloro che sono dominati dall’arroganza,
quando la udranno, non mostreranno mai una fede riverente.
A quel tempo Shariputra si rivolse ancora una volta al Budda dicendo: «Onorato dal mondo, ti imploriamo di predicare! Ti imploriamo di predicare! In questa assemblea ci sono adesso centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di persone come me. Di era in era noi abbiamo già assistito i Budda e ne siamo stati istruiti. Persone come queste sono certamente capaci di nutrire una fede riverente. Per tutta la lunga notte essi riposeranno in pace e godranno di molti benefici.»
A quel tempo Shariputra, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:
Sommo onore tra gli esseri con due gambe,
ti imploriamo di esporre questa Legge suprema.
Io che sono considerato il più anziano figlio del Budda,
ti chiedo di favorirci operando le distinzioni e predicando.
Gli innumerevoli membri di questa assemblea
possono nutrire una fede riverente in questa Legge.
I Budda li hanno già istruiti e convertiti
in questo modo era dopo era.
Tutti con unica mente e le mani giunte
desiderano ascoltare e ricevere le parole del Budda.
Io e gli altri mille e duecento del nostro gruppo,
così come tutti coloro che aspirano a divenire Budda
ti supplichiamo, per il bene di questa assemblea,
di favorirci operando le distinzioni e predicando.
Quando avremo ascoltato questa Legge,
saremo colmi di grande gioia.
A quel tempo l’onorato dal mondo disse a Shariputra: «Per tre volte hai posto la tua fervida richiesta. Che altro potrei fare se non predicare? Adesso devi ascoltare attentamente e riflettere con attenzione. Per il tuo bene ora analizzerò e spiegherò la questione.»
Non appena ebbe pronunciato queste parole, circa cinquemila tra monaci, monache, laici e laiche presenti nell’assemblea si alzarono dai loro seggi, si inchinarono davanti al Budda e si ritirarono. Quale fu la ragione di ciò? Queste persone avevano molteplici e profonde radici di colpa e inoltre erano dominate dall’arroganza. Credevano di avere conseguito ciò che non avevano conseguito, credevano di avere compreso ciò che non avevano compreso. A causa di questa loro manchevolezza non rimasero dov’erano.
L’onorato dal mondo restò in silenzio e non cercò di trattenerli.
Allora il Budda disse a Shariputra: «Adesso questa mia assemblea è libera dai rami e dalle foglie ed è composta unicamente di individui risoluti e sinceri. Shariputra, è bene che queste persone estremamente arroganti si siano ritirate. Adesso ascoltate attentamente e io predicherò per voi.»
Shariputra disse: «Così sia, onorato dal mondo. Siamo impazienti di ascoltare!»
Il Budda disse a Shariputra: «Una legge meravigliosa come questa è predicata dai Budda, dai Tathagata, soltanto in certe epoche. Ma come la fioritura dell’udumbara, queste epoche ricorrono assai di rado. Shariputra, tu e gli altri dovete credermi. Le parole che i Budda predicano non sono false.
«Shariputra, i Budda espongono la Legge in modo appropriato alle circostanze, ma il significato è difficile da comprendere. Per quale ragione? Perché noi impieghiamo un numero infinito di espedienti, esaminando le cause e le condizioni e avvalendoci di parabole e similitudini per esporre gli insegnamenti. Questa Legge non è qualcosa che possa essere compreso attraverso la riflessione o l’analisi. Soltanto i Budda possono comprenderla. Per quale ragione? Perché i Budda, gli onorati dal mondo, appaiono nel mondo per un’unica grande ragione. Shariputra, che cosa intendo quando affermo che i Budda, gli onorati dal mondo, appaiono nel mondo per un’unica grande ragione?
«I Budda, gli onorati dal mondo, desiderano aprire la porta della saggezza del Budda a tutti gli esseri viventi, per consentire loro di ottenere la purezza; per questa ragione appaiono nel mondo. Essi desiderano mostrare la saggezza del Budda agli esseri viventi; per questa ragione appaiono nel mondo. Essi desiderano risvegliare gli esseri viventi alla saggezza del Budda; per questa ragione appaiono nel mondo. Essi desiderano indurre gli esseri viventi a imboccare il sentiero della saggezza del Budda; per questa ragione appaiono nel mondo. Shariputra, questa è l’unica grande ragione per cui i Budda appaiono nel mondo.»
Il Budda disse a Shariputra: «I Budda, i Tathagata, semplicemente istruiscono e convertono i bodhisattva. Tutte le loro azioni mirano sempre allo stesso scopo. Essi desiderano semplicemente mostrare la saggezza del Budda agli esseri viventi e risvegliarli a essa.
«Shariputra, i Tathagata usano soltanto il veicolo del Budda per predicare la Legge agli esseri viventi. Essi non hanno nessun altro veicolo, né un secondo né un terzo.1 Shariputra, la Legge predicata da tutti i Budda delle dieci direzioni è sempre questa.
«Shariputra, i Budda del passato hanno utilizzato un numero infinito di espedienti, varie cause e condizioni, parabole e similitudini per esporre le dottrine a beneficio degli esseri viventi. Queste dottrine sono esposte tutte in nome dell’unico veicolo del Budda. Gli esseri viventi, ascoltando le dottrine dei Budda, alla fine sono tutti in grado di ottenere la saggezza onnicomprensiva.
«Shariputra, quando i Budda del futuro appariranno nel mondo, anch’essi utilizzeranno un numero infinito di espedienti, varie cause, condizioni, parabole e similitudini per esporre le dottrine a beneficio degli esseri viventi. Queste dottrine saranno esposte tutte in nome dell’unico veicolo del Budda. Tutti gli esseri viventi, ascoltando le dottrine dei Budda, alla fine potranno ottenere la saggezza onnicomprensiva.
«Shariputra, i Budda, gli onorati dal mondo che esistono nel momento presente in infinite centinaia, migliaia, decine di migliaia e milioni di terre di Budda nelle dieci direzioni, beneficano e recano pace e felicità agli esseri viventi in larga misura. Anche questi Budda usano un numero infinito di espedienti, varie cause e condizioni, parabole e similitudini per esporre le dottrine a beneficio degli esseri viventi. Queste dottrine sono esposte tutte in nome dell’unico veicolo del Budda. E tutti gli esseri viventi, ascoltando le dottrine dei Budda, alla fine potranno conseguire la saggezza onnicomprensiva.
«Shariputra, questi Budda semplicemente istruiscono e convertono i bodhisattva. Lo fanno perché desiderano mostrare la saggezza del Budda agli esseri viventi. Lo fanno perché desiderano risvegliare gli esseri viventi alla saggezza del Budda. Lo fanno perché desiderano far imboccare agli esseri viventi il sentiero della saggezza del Budda.
«Shariputra, adesso anch’io farò lo stesso. So che gli esseri viventi nutrono vari desideri e attaccamenti che sono profondamente radicati nelle loro menti. Prendendo atto di questa loro natura, userò varie cause e condizioni, parabole e similitudini e, con il potere degli espedienti, esporrò loro la Legge. Shariputra, faccio questo in modo che tutti possano conseguire l’unico veicolo del Budda e la saggezza onnicomprensiva.
«Shariputra, nei mondi delle dieci direzioni non ci sono due veicoli né tanto meno tre! Shariputra, i Budda appaiono nei mondi corrotti dalle cinque impurità. Queste sono: la cosiddetta impurità dell’epoca, l’impurità del desiderio, l’impurità degli esseri viventi, l’impurità delle concezioni e l’impurità della durata della vita.
«Shariputra, quando l’epoca è impura e i tempi sono caotici, gravi sono le contaminazioni degli esseri viventi: avidi e gelosi, essi piantano cattive radici. A causa di ciò i Budda, utilizzando il potere degli espedienti, operano distinzioni all’interno dell’unico veicolo del Budda e lo insegnano come se fossero tre veicoli.
«Shariputra, se qualcuno tra i miei discepoli dovesse vantarsi di essere un arhat o un pratyekabuddha e tuttavia non prestasse attenzione o non comprendesse che i Budda, i Tathagata, semplicemente istruiscono e convertono i bodhisattva, allora costui non sarebbe mio discepolo, non sarebbe né un arhat né un pratyekabuddha.
«Inoltre, Shariputra, se vi fossero monaci o monache che affermano di avere già ottenuto la condizione di arhat e di vivere le loro ultime rinascite, che credono di aver raggiunto il nirvana definitivo, e perciò non intendono più ricercare l’anuttara-samyak-sambodhi, sappi che queste sono tutte persone estremamente arroganti. Perché dico questo? Perché è impensabile che monaci che hanno veramente raggiunto lo stato di arhat non abbiano creduto in questa Legge. L’unica eccezione sarebbe il periodo successivo alla scomparsa del Budda, quando non vi sono più Budda presenti nel mondo. Perché questo? Perché dopo la scomparsa del Budda sarà difficile trovare persone in grado di abbracciare, recitare e comprendere il significato di sutra come questo. Ma se tali persone incontreranno un altro Budda, allora potranno ottenere la perfetta comprensione di questa Legge.
«Shariputra, tu e gli altri dovete credere devotamente nelle parole del Budda e accettarle. Le parole dei Budda, dei Tathagata, non sono false. Non c’è nessun altro veicolo, c’è solo l’unico veicolo del Budda.»
A quel tempo l’onorato dal mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:
Esistono monaci e monache
che si comportano con estrema arroganza,
laici pieni di presunzione,
laiche che mancano di fede.
Tra le quattro categorie di credenti, quelli di questo tipo
ammontano a cinquemila.
Non sanno vedere i propri errori,
sono negligenti nell’osservanza dei precetti,
attaccati ai loro difetti, non disposti a cambiare.
Ma queste persone di modesta saggezza si sono già allontanate;
la feccia di questa assemblea
si è allontanata dal cospetto dell’autorità del Budda.
Costoro erano persone di scarsi meriti e virtù,
incapaci di accettare questa Legge.
Questa assemblea è adesso libera da rami e foglie,
è composta solo da individui risoluti e sinceri.
Shariputra, ascolta con attenzione,
perché la Legge che i Budda hanno conseguito
essi la predicano per il bene degli esseri viventi
attraverso il potere di espedienti innumerevoli.
I pensieri presenti nella mente degli esseri viventi,
i diversi sentieri che seguono,
i loro vari desideri, le loro nature,
le buone e cattive azioni compiute nelle esistenze precedenti:
di tutto ciò il Budda è a conoscenza.
Quindi si serve di cause, similitudini e parabole,
discorsi che incarnano il potere degli espedienti,
per renderli tutti felici.
A volte predica sutra,
versi, racconti di vite precedenti dei discepoli,
racconti di vite precedenti del Budda, di cose inaudite.
Altre volte predica riferendo le origini,
usando similitudini, parabole, brani poetici o discorsi.
Per quelli di modeste capacità, che si compiacciono di un insegnamento inferiore
e si aggrappano avidamente alla nascita e alla morte,
che, malgrado gli innumerevoli Budda,
non praticano la Via profonda e meravigliosa,
ma sono confusi a causa di numerose inquietudini,
per loro io predico il nirvana.
Escogitando questi espedienti,
li induco a entrare nella saggezza del Budda.
Fino a ora non vi ho mai detto
che avreste certamente raggiunto la Via del Budda.
Il motivo per cui fino a ora non l’ho detto
è che il tempo di insegnare così non era ancora venuto.
Ma adesso è il momento giusto
in cui devo insegnare risolutamente il grande veicolo.
Uso questi nove stratagemmi,
adattandoli agli esseri viventi quando predico,
ma il mio obiettivo fondamentale è di guidarli al grande veicolo
ed è per questo che predico questo sutra.
Esistono figli del Budda dalla mente pura,
garbati e di capacità acute,
che sotto innumerevoli Budda
hanno praticato la Via profonda e meravigliosa.
Per questi figli del Budda
predico questo sutra del grande veicolo.
E predìco che queste persone
in un’esistenza futura raggiungeranno la Via del Budda.
Poiché nella profondità della loro mente pensano al Budda,
e praticano osservando i puri precetti,
udendo che sicuramente conseguiranno la Buddità,
una grande gioia pervaderà i loro corpi.
Il Budda conosce la loro mente e la loro pratica
e quindi predica per loro il grande veicolo.
Se gli ascoltatori della voce e i bodhisattva
ascoltano la Legge che espongo,
non appena avranno udito un solo verso,
senza dubbio saranno certi di conseguire la Buddità.
Nelle terre del Budda delle dieci direzioni
esiste solo la Legge dell’unico veicolo,
non ce ne sono due, non ce ne sono tre,
salvo quando il Budda la predica in tal modo come espediente,
impiegando nomi e termini provvisori
per guidare gli esseri viventi
ed esporre loro la saggezza del Budda.
I Budda appaiono nel mondo
unicamente per questa ragione, che è vera;
le altre due non sono la verità.
Non si servono mai del piccolo veicolo
per salvare gli esseri viventi e portarli sull’altra sponda.
Il Budda stesso dimora nel grande veicolo;
adorno dei poteri di meditazione e di saggezza
che accompagnano la Legge da lui ottenuta,
se ne serve per salvare gli esseri viventi.
Io stesso testimonio la Via insuperata,
il grande veicolo, la Legge in cui tutte le cose sono uguali.
Se impiegassi il piccolo veicolo
per convertire anche una sola persona,
sarei colpevole di avarizia,
ma tale cosa sarebbe impossibile.
Se una persona crederà e prenderà rifugio nel Budda,
il Tathagata non la ingannerà mai,
né mai manifesterà avidità o gelosia,
perché ha estirpato il male fra i fenomeni.
Quindi, in tutte le dieci direzioni
solo il Budda è senza paura.
Adorno il mio corpo con le caratteristiche speciali
e diffondo la mia luce sul mondo.
Sono onorato da innumerevoli moltitudini
e per loro insegno l’emblema della realtà delle cose.
Sappi, Shariputra,
che all’inizio ho fatto il voto
di rendere tutte le persone
uguali a me, senza alcuna distinzione tra noi,
e quello in cui ho sperato a lungo
ora si è realizzato.
Ho convertito tutti gli esseri viventi
e li ho fatti entrare tutti nella Via del Budda.
Se, incontrando gli esseri viventi,
insegnassi loro in ogni caso la Via del Budda,
quelli senza saggezza resterebbero confusi
e nel loro sconcerto non accetterebbero il mio insegnamento.
Io so che tali esseri viventi
non hanno mai coltivato buone radici in passato,
ma sono rimasti ostinatamente attaccati ai cinque desideri
e il loro folle attaccamento ha generato afflizione.
I loro desideri sono la causa
per cui cadono nei tre cattivi sentieri,
ruotando per i sei sentieri dell’esistenza
e sopportando ogni sorta di sofferenza e dolore.
Dalla minuscola forma concepita nel ventre,
esistenza dopo esistenza, costantemente crescono e maturano
come persone di scarsi meriti e virtù,
afflitte e turbate da molteplici sofferenze.
Si perdono nella densa foresta delle opinioni errate,
dibattendo su cosa esista e cosa non esista,
e alla fine rimangono attaccati a tali idee,
abbracciandole tutte e sessantadue.2
Profondamente attaccati a dottrine false e vuote,
si aggrappano fermamente a esse, incapaci di metterle da parte.
Arroganti e presuntuosi,
servili e subdoli, insinceri,
per mille, diecimila, un milione di kalpa
non udranno il nome del Budda
né udranno l’insegnamento corretto:
tale gente è difficile da salvare.
Per questi motivi, Shariputra,
ho stabilito per il loro bene un espediente,
insegnando il sentiero che pone fine a tutte le sofferenze
e mostrando loro il nirvana.
Ma sebbene io predichi il nirvana,
questa non è la vera estinzione.
Tutti i fenomeni, fin dal loro apparire,
portano in sé costantemente i segni dell’estinzione.
Dopo che i figli del Budda avranno praticato questa Via,
in un’esistenza futura, potranno diventare Budda.
Io ho impiegato il potere degli espedienti
per rivelare e dimostrare la dottrina dei tre veicoli,
ma ciascuno degli onorati dal mondo,
predica la Via dell’unico veicolo.
Adesso, davanti a questa grande assemblea,
devo far svanire tutti i dubbi e le perplessità.
Non esiste discrepanza nelle parole dei Budda,
esiste soltanto un unico veicolo, neppure due.
Per innumerevoli kalpa nel passato,
innumerevoli Budda ora estinti,
centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni,
– il loro numero è impossibile da calcolare –
anche tali onorati dal mondo,
utilizzando varie cause, similitudini e parabole,
il potere di innumerevoli espedienti,
hanno esposto le caratteristiche di tutti i fenomeni.
Questi onorati dal mondo
hanno predicato tutti la dottrina dell’unico veicolo,
convertendo innumerevoli esseri viventi
e facendoli entrare nel sentiero della Buddità.
E questi grandi nobili saggi,
consapevoli di ciò che bramano nel profondo della mente
gli esseri celesti, gli esseri umani e le altre creature
di tutti i mondi,
hanno impiegato ancora altri espedienti
per poter rivelare la più sublime verità.
Se ci sono esseri viventi
che hanno incontrato questi Budda del passato
e hanno dato ascolto alla Legge, fatto elemosine,
osservato i precetti, mostrato tolleranza,
e sono stati assidui praticando meditazione e saggezza
e coltivando varie forme di meriti e virtù,
allora persone come queste
hanno tutte raggiunto la Via del Budda.
Dopo l’estinzione dei Budda,
se le persone sono d’animo gentile e buono,
allora esseri viventi come questi
hanno tutti raggiunto la Via del Budda.
Dopo l’estinzione dei Budda,
coloro che fanno offerte alle reliquie,
innalzando diecimila o un milione di torri,
usando oro, argento e cristallo,
conchiglie e agate,
cornalina, lapislazzuli e perle
per purificarle e abbellirle in ogni parte;
coloro che erigono torri in tal maniera
o costruiscono templi mortuari in pietra
o in legno di sandalo, di aloe,
di aquilaria o di altri tipi di legname,
oppure di mattoni, tegole, argilla o terra;
coloro che nel mezzo dei vasti campi
ammassano la terra per farne un tumulo per i Budda,
anche se sono bambini che per gioco
accumulano la sabbia per farne una torre al Budda,
persone come queste
hanno tutte raggiunto la Via del Budda.
Le persone che in onore del Budda
foggiano e costruiscono immagini,
intagliandole con i vari segni distintivi,
hanno tutte raggiunto la Via del Budda.
O se creano oggetti coi sette tipi di gioielli,
di rame rosso o bianco,
peltro, piombo, latta,
ferro, legno o argilla,
oppure usano lacca o resina
per abbellire e foggiare le immagini del Budda,
persone come queste
hanno tutte raggiunto la Via del Budda.
Se impiegano pigmenti per dipingere immagini del Budda
dotate dei cento segni di fortuna,
sia che lo facciano personalmente o che lo facciano fare da altri,
allora hanno tutte raggiunto la Via del Budda.
Anche se dei bambini giocando
usassero un filo d’erba, un pezzetto di legno o un pennello
o persino un’unghia
per disegnare un’immagine del Budda,
persone come queste
pian piano accumuleranno meriti
e svilupperanno una mente di grande compassione:
esse hanno tutte raggiunto la Via del Budda.
Semplicemente convertendo i bodhisattva
portano salvezza e libertà a innumerevoli moltitudini.
E se una persona, alla presenza di torri commemorative,
di immagini ingioiellate e figure dipinte,
con animo reverente fa delle offerte,
di fiori, incenso, bandiere o baldacchini;
o se impiega persone per far musica,
battendo tamburi o suonando corni o conchiglie,
suonando pifferi, flauti, cetre, arpe,
liuti, piatti e gong,
e se tutte queste note meravigliose
fossero donate come offerta;
o se una persona con mente gioiosa
canta una canzone in lode delle virtù del Budda,
anche se solo una piccola nota,
allora chi fa queste cose ha raggiunto la Via del Budda.
Se qualcuno con animo confuso o distratto
porta anche un solo fiore
e l’offre a un’immagine dipinta,
col tempo incontrerà infiniti Budda.
Se una persona s’inchina o fa una riverenza,
o semplicemente congiunge le mani,
o anche solleva una mano sola,
oppure fa appena un lieve cenno col capo,
se ciò fosse fatto in offerta a un’immagine,
allora col tempo incontrerà infiniti Budda.
E se lui stesso raggiungerà la Via suprema
e porterà salvezza a innumerevoli moltitudini,
entrerà nel nirvana senza residui,
come fuoco che si estingue all’esaurirsi della legna.
Se persone dalla mente confusa o distratta
entrano in una torre commemorativa
ed esclamano anche una sola volta: «Salve, Budda!»,
allora hanno tutte raggiunto la Via del Budda.
Se dai Budda del passato,
quando erano in questo mondo o dopo la loro estinzione,
qualcuno udì questa Legge,
allora ha raggiunto la Via del Budda.
Gli onorati dal mondo del futuro,
il cui numero sarà incalcolabile,
questi Tathagata
impiegheranno anch’essi gli espedienti per esporre la Legge,
e tutti questi Tathagata,
tramite innumerevoli espedienti,
recheranno salvezza e liberazione agli esseri viventi
così che possano entrare nella perfetta saggezza del Budda.
Fra coloro che ascoltano la Legge,
nemmeno uno mancherà di conseguire la Buddità.
Il voto originario dei Budda
era che la Via del Budda, da loro stessi praticata,
fosse condivisa universalmente fra gli esseri viventi
in modo che anch’essi potessero raggiungere la stessa Via.
I Budda delle epoche future,
sebbene predichino centinaia, migliaia, milioni,
un numero infinito di dottrine,
in verità fanno questo solo in nome dell’unico veicolo.
I Budda, i più onorati fra gli esseri con due gambe,
sanno che i fenomeni non hanno una natura fissa e costante,
che i semi della Buddità germogliano tramite la causalità,
e per questa ragione predicano l’unico veicolo.
Ma che questi fenomeni siano parte di una Legge immutabile,
che le caratteristiche del mondo siano costanti e immutabili,
tutto ciò hanno compreso nel luogo dell’illuminazione
e come guide e maestri predicano gli espedienti.
I Budda attualmente esistenti nelle dieci direzioni,
cui fanno offerte gli esseri celesti e umani,
e che, numerosi come le sabbie del Gange,
sono apparsi nel mondo
per recare pace e conforto agli esseri viventi,
anch’essi espongono la Legge in questo modo.
Comprendendo la verità fondamentale dell’estinzione,
impiegano il potere degli espedienti
e, sebbene indichino vari sentieri differenti,
in verità lo fanno solo in nome del veicolo del Budda.
Essi conoscono le azioni degli esseri viventi,
i pensieri riposti nel profondo della loro mente,
le azioni da loro compiute nel passato,
i loro desideri, la loro natura, il potere dei loro sforzi,
se le loro capacità sono acute o limitate
e, impiegando varie cause e condizioni,
similitudini, parabole e altre parole e frasi,
predicano con gli espedienti appropriati.
Anch’io ora faccio così:
per portare pace e conforto agli esseri viventi
utilizzo varie dottrine differenti
per disseminare la Via del Budda.
Con il potere della mia saggezza
percepisco la natura e i desideri degli esseri viventi
e, servendomi di espedienti, predico queste dottrine
facendo ottenere a tutti gli esseri viventi gioia e felicità.
Sappi, Shariputra,
che, guardando le cose con l’occhio del Budda,
vedo gli esseri viventi nei sei sentieri,
poveri e afflitti, sprovvisti di meriti e di saggezza,
avviarsi sull’impervio sentiero della nascita e della morte
continuando a soffrire senza tregua;
li vedo profondamente attaccati ai cinque desideri,
come uno yak innamorato della sua coda;
tanto abbagliati dall’avidità e dall’infatuazione,
che come ciechi non riescono a vedere nulla.
Non ricercano il Budda con la sua grande potenza
né la Legge che può porre fine alle loro sofferenze,
ma si addentrano profondamente in concezioni erronee,
sperando di parare la sofferenza con sofferenze ancora maggiori.
Per il bene di questi esseri viventi
faccio scaturire dal mio cuore una grande compassione.
La prima volta che sedetti nel luogo dell’illuminazione
contemplai l’albero e vi camminai intorno,
per un tempo pari a tre volte sette giorni
considerai le cose in tal maniera.
La saggezza che ho ottenuto, pensai,
è sottile, meravigliosa e suprema.
Ma gli esseri viventi, ottusi nelle loro facoltà,
sono dediti al piacere e accecati dalla stupidità.
Con persone di questo tipo
che cosa posso dire, in che modo posso salvarle?
A quel tempo i re Brahma,
il dio celeste Shakra,
i quattro re celesti che proteggono il mondo,
e il re celeste Grande Libertà,
insieme agli altri esseri celesti
e alle loro centinaia, migliaia, decine di migliaia di seguaci,
con reverenza giunsero le mani e si inchinarono
pregandomi di mettere in moto la ruota della Legge.
Immediatamente pensai dentro di me
che se avessi magnificato soltanto il veicolo del Budda
gli esseri viventi sprofondati nella sofferenza
sarebbero stati incapaci di credere in questa Legge.
E poiché avrebbero respinto la Legge e rifiutato di credervi,
sarebbero caduti nei tre cattivi sentieri.
Meglio sarebbe stato allora non predicare affatto la Legge
ed entrare subito nel nirvana.
Così i miei pensieri si volsero ai Budda del passato
e al potere degli espedienti che avevano usato,
e pensai che la Via che avevo raggiunto
dovesse anch’essa essere esposta come tre veicoli.
Quando ebbi pensato così,
apparvero tutti i Budda delle dieci direzioni
e mi confortarono e mi istruirono con voci di brahma.
«Ben fatto, Shakyamuni!» dissero.
«Suprema guida e maestro,
tu hai conseguito la Legge insuperata.
Ma, seguendo l’esempio di tutti gli altri Budda,
userai il potere degli espedienti.
Anche noi tutti abbiamo conseguito
la più meravigliosa, la suprema Legge,
ma per il bene degli esseri viventi
operiamo distinzioni e predichiamo i tre veicoli.
Persone di modesta saggezza si compiacciono di una piccola dottrina,
incapaci di credere che loro stesse possano diventare Budda.
Perciò utilizziamo mezzi ed espedienti,
facendo distinzioni e predicando diversi obiettivi.
Ma se anche predichiamo i tre veicoli,
lo facciamo soltanto per istruire i bodhisattva.»
Sappi, Shariputra,
che quando udii questi saggi leoni
e le loro voci profonde, pure, sottili e meravigliose,
esultai di gioia e gridai: «Salve, Budda!»
Poi pensai dentro di me:
ho fatto la mia venuta in questo mondo impuro e malvagio,
e così come hanno predicato questi Budda,
anch’io devo agire seguendo il loro esempio.
Dopo aver riflettuto in tal modo sulla questione,
mi avviai subito verso Varanasi.
I segni dell’estinzione presenti in tutti i fenomeni
non possono essere spiegati a parole;
perciò adoperai il potere degli espedienti
per predicare ai cinque asceti.
Io definii ciò “mettere in moto la ruota della Legge”
e anche riguardo ai termini “nirvana”,
“arhat”, “Dharma” e “Samgha”,
impiegai queste parole per operare distinzioni.
«Da infiniti kalpa nel passato
ho esaltato e insegnato la Legge del nirvana,
ponendo fine alle prolungate sofferenze di nascita e morte.»
Questo è ciò che insegnavo di solito.
Shariputra, sappi
che quando guardai i figli del Budda,
ne vidi innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni
che avevano deciso di ricercare la Via del Budda,
ciascuno con animo rispettoso e reverente,
tutti convenuti al luogo del Budda,
persone che in passato avevano ascoltato altri Budda
e udito la Legge predicata tramite espedienti.
Immediatamente mi venne un pensiero:
la ragione per cui il Tathagata è apparso
è perché possa predicare la saggezza del Budda.
Adesso è il tempo giusto per farlo.
Sappi, Shariputra,
che le persone di limitate capacità e scarsa saggezza,
attaccate alle apparenze, orgogliose e arroganti,
sono incapaci di credere in questa Legge.
Adesso io, felice e senza paura
in mezzo ai bodhisattva,
mettendo da parte onestamente gli espedienti,
esporrò unicamente la Via suprema.
Allorché i bodhisattva udranno questa Legge,
saranno liberati dai grovigli del dubbio.
Tutti i milleduecento arhat
conseguiranno anch’essi la Buddità.
Seguendo lo stesso metodo impiegato dai Budda delle tre esistenze
per esporre la Legge,
io ora farò lo stesso
e predicherò una Legge scevra di distinzioni.
I Budda appaiono nel mondo
in tempi lontani tra loro ed è raro incontrarli.
E perfino quando appaiono nel mondo,
è difficile che predichino questa Legge.
Per incalcolabili, innumerevoli kalpa
è raro che uno possa udire questa Legge,
e una persona capace di ascoltare questa Legge
è altrettanto rara.
È come il fiore di udumbara:
tutto il mondo lo ama e vi si delizia,
gli esseri celesti e umani lo considerano cosa rara,
ma esso appare solo una volta in molte, molte ere.
Se una persona ascolta questa Legge, ne gioisce e la loda,
anche se ne pronuncia una sola parola,
avrà fatto offerte
a tutti i Budda delle tre esistenze.
Ma una tale persona si trova assai di rado,
è più rara del fiore di udumbara.
Tu non devi nutrire dubbi.
Io, che sono il re delle dottrine,
faccio questo annuncio all’intera assemblea.
Io impiego solo la Via dell’unico veicolo
per istruire e convertire i bodhisattva,
io non ho ascoltatori della voce come discepoli.
Shariputra,
e voi ascoltatori della voce e bodhisattva,
sappiate che questa meravigliosa Legge
è il segreto dei Budda.
In questo mondo corrotto dalle cinque impurità,
coloro che se ne compiacciono e si attaccano soltanto ai desideri,
esseri viventi simili a costoro
alla fine non cercheranno mai la Via del Budda.
Quando persone malvagie nelle epoche a venire
udranno il Budda esporre l’unico veicolo,
ne saranno confuse, non vi crederanno né lo accetteranno,
rifiuteranno la Legge e cadranno nei cattivi sentieri.
Ma quando ci saranno esseri modesti e puri
che hanno deciso di ricercare la Via del Budda,
allora per il bene di costoro
si dovrà ampiamente lodare la Via dell’unico veicolo.
Sappi, Shariputra,
che questa è la Legge dei Budda.
Utilizzando diecimila, un milione di espedienti,
essi espongono la Legge nel modo più appropriato.
Quelli che non sono esperti in tali cose
non riescono a capirlo.
Ma tu e gli altri ormai sapete
che i Budda, i maestri del mondo,
si servono di appropriati espedienti.
Voi non avrete più dubbi né perplessità
ma, con l’animo colmo di gioia,
saprete che voi stessi conseguirete la Buddità.