A quel tempo i bodhisattva mahasattva giunti dalle terre delle altre direzioni, superiori in numero alle sabbie di otto Gange, si alzarono in mezzo alla grande assemblea, giunsero le mani, si inchinarono in segno di reverenza e dissero al Budda: «Onorato dal mondo, se nelle epoche dopo l’estinzione del Budda ci consentirai di proteggere, recitare, copiare e fare offerte con diligenza e sincerità a questo sutra nel mondo di saha, noi lo diffonderemo ampiamente da un capo all’altro della terra!»
Allora il Budda disse ai bodhisattva mahasattva: «Desistete, uomini devoti! Non c’è bisogno che voi proteggiate e abbracciate questo sutra. Perché? Perché in questo mio mondo di saha ci sono bodhisattva mahasattva numerosi quanto le sabbie di sessantamila Gange, ciascuno con un seguito uguale alle sabbie di sessantamila Gange. Dopo la mia estinzione queste persone sapranno proteggere, leggere, recitare e predicare diffusamente questo sutra.»
Quando il Budda ebbe pronunciato queste parole, il suolo di migliaia di milioni di paesi del mondo di saha tremò e si aprì; nello stesso istante ne emersero innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di bodhisattva mahasattva. I corpi di questi bodhisattva, di un colorito aureo, presentavano i trentadue segni e risplendevano di un fulgore immenso. Fino ad allora avevano dimorato nello spazio vuoto al di sotto del mondo di saha, ma quando questi bodhisattva udirono la voce del Budda Shakyamuni, emersero dal basso.
Ciascuno di questi bodhisattva era a capo di una grande moltitudine; ciascuno guidava un seguito pari in numero alle sabbie di sessantamila Gange. Inoltre, c’erano quelli con un seguito pari alle sabbie di cinquantamila, quarantamila, trentamila, ventimila, diecimila Gange; quelli il cui seguito era pari alle sabbie di un Gange, di mezzo Gange, di un quarto di Gange, o piccolo quanto un millesimo, un decimillesimo, un milionesimo di nayuta di Gange; oppure quelli con mille, diecimila, un milione di nayuta, o anche un milione di miriadi o mille miriadi, cento miriadi, o appena una miriade di seguaci, o con solo mille, cento, dieci seguaci; oppure quelli che recavano con sé solo cinque, quattro, tre, due o un solo discepolo e quelli che vennero da soli, in quanto preferivano praticare in solitudine. Il loro numero era incalcolabile, illimitato, impossibile da comprendere mediante il calcolo o similitudini e parabole.
Dopo che questi bodhisattva furono emersi dalla terra, ciascuno di loro si diresse verso la torre meravigliosa adorna di sette tesori sospesa nel cielo, là ove si trovavano il Tathagata Molti Tesori e il Budda Shakyamuni. Appena l’ebbero raggiunta, si volsero verso i due onorati dal mondo, chinarono la testa e fecero segno di riverenza ai loro piedi. Poi ognuno rese omaggio a tutti i Budda assisi sui troni di leone sotto gli alberi ingioiellati. Dopo aver girato intorno a loro tre volte verso destra, giunsero le mani in segno di rispetto, li lodarono nei vari modi usati dai bodhisattva per esprimere apprezzamento, quindi, alzando lo sguardo gioioso verso i due onorati dal mondo, si fecero da parte. Mentre questi bodhisattva mahasattva emersi dalla terra lodavano i Budda nei vari modi usati dai bodhisattva, trascorse un periodo di cinquanta piccoli kalpa.
In quel tempo il Budda Shakyamuni rimase seduto in silenzio e anche le quattro categorie di credenti rimasero in silenzio per cinquanta piccoli kalpa, ma, in virtù dei poteri sovrannaturali del Budda, ai membri della grande assemblea tutto sembrò durare soltanto mezza giornata.
A quel tempo le quattro categorie di credenti, sempre in virtù dei poteri sovrannaturali del Budda, videro questi bodhisattva che riempivano il cielo al di sopra di innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di terre. Fra questi bodhisattva vi erano quattro guide. Il primo si chiamava Pratiche Superiori, il secondo si chiamava Pratiche Illimitate, il terzo si chiamava Pratiche Pure, il quarto si chiamava Pratiche Salde. Questi quattro bodhisattva erano le guide supreme, i maestri dell’intero gruppo. Al cospetto della grande assemblea ciascuno di loro giunse le mani, guardò verso il Budda Shakyamuni e chiese: «Onorato dal mondo, sono pochi i tuoi mali? Sono poche le tue preoccupazioni? Le tue pratiche procedono opportunamente? Coloro che ti proponi di salvare recepiscono prontamente le istruzioni? Lo sforzo non affatica l’onorato dal mondo?»
A quel tempo i quattro grandi bodhisattva si espressero in versi dicendo:
L’onorato dal mondo è a proprio agio,
con poche malattie e poche preoccupazioni?
Istruisce e converte gli esseri viventi
senza stancarsi ed esaurirsi?
E gli esseri viventi
recepiscono prontamente l’insegnamento o no?
A causa di ciò l’onorato dal mondo
non si sta forse affaticando?
Allora, in mezzo alla grande assemblea di bodhisattva, l’onorato dal mondo pronunciò queste parole: «È così, proprio così, uomini devoti! Il Tathagata sta bene, ha poche malattie e poche preoccupazioni. Gli esseri viventi vengono convertiti e salvati prontamente e io non sono affaticato. Perché? Perché era dopo era, in passato, gli esseri viventi hanno ricevuto costantemente la mia istruzione. Inoltre hanno fatto offerte e riverito i Budda del passato piantando diverse buone radici. Così, quando questi esseri mi vedono per la prima volta e ascoltano la mia predicazione, tutti vi credono immediatamente, l’accettano e accedono alla saggezza del Tathagata, con l’eccezione di coloro che in precedenza hanno studiato e praticato il piccolo veicolo. Ma ora anche a queste persone farò ascoltare questo sutra e le farò accedere alla saggezza del Budda.»
A quel tempo i [quattro] grandi bodhisattva si espressero in versi e dissero:
Eccellente, eccellente
grande eroe, onorato dal mondo!
Gli esseri viventi
si convertono prontamente e vengono salvati.
Possono fare domande
sulla profondissima saggezza del Budda
e, avendo ascoltato, credono e la comprendono.
Noi ne siamo profondamente felici.
A quel tempo l’onorato dal mondo lodò i grandi bodhisattva che guidavano il gruppo dicendo: «Eccellente, eccellente, uomini devoti! Voi sapete come gioire per il Tathagata.»
A quel tempo il bodhisattva Maitreya e la moltitudine di bodhisattva pari alle sabbie di ottomila Gange pensarono tutti dentro di sé: “Mai in passato abbiamo visto o sentito parlare di una moltitudine di bodhisattva mahasattva come questi che sono emersi dalla terra e ora si trovano al cospetto dell’onorato dal mondo con le mani giunte, facendo offerte e chiedendo notizie del Tathagata.”
A quel tempo il bodhisattva mahasattva Maitreya, conoscendo il pensiero che albergava nella mente dei bodhisattva numerosi come le sabbie di ottomila Gange, e desiderando anche sciogliere i propri dubbi, giunse le mani, si volse al Budda e pose questa domanda in versi:
Innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni,
una vasta schiera di bodhisattva
quale mai fu vista in passato:
io imploro il più onorevole tra gli esseri con due gambe
di spiegare da dove vengano costoro,
quali cause e condizioni li hanno fatti riunire!
Possenti nel corpo, dotati di poteri sovrannaturali,
di saggezza insondabile,
risoluti nella volontà e nel pensiero,
dotati di grande capacità di tolleranza,
sono il genere di persone che gli esseri viventiamano vedere:
da dove sono venuti?
Ciascuno di questi bodhisattva
reca con sé un seguito
il cui numero è incalcolabile,
come le sabbie del Gange.
Alcuni di questi grandi bodhisattva
guidano seguaci pari alle sabbie di sessantamila Gange.
E questa enorme moltitudine
ricerca unanime la Via del Budda.
Questi grandi maestri
in numero pari alle sabbie di sessantamila Gange
giungono insieme per fare offerte al Budda,
per proteggere e sostenere questo sutra.
Ancora più numerosi sono quelli con seguaci
pari alle sabbie di cinquantamila Gange,
pari alle sabbie di quarantamila, trentamila,
ventimila, diecimila,
di mille, cento,
o alle sabbie di un Gange,
di mezzo Gange, di un terzo, di un quarto,
o di un decimillesimo di milione;
quelli con mille, diecimila nayuta,
diecimila, un milione
o mezzo milione di discepoli
sono ancor più numerosi.
Quelli con centomila o diecimila seguaci,
mille o cento,
cinquanta o dieci,
tre, due o uno,
o quelli che sono giunti senza seguaci
preferendo la solitudine,
venuti tutti qui dove si trova il Budda,
sono ancora più numerosi dei precedenti.
Se uno usasse un abaco
per calcolare il numero di questa moltitudine,
neanche in un numero di kalpa pari alle sabbie del Gange
potrebbe mai giungere a calcolarne il totale.
A questa schiera di bodhisattva,
con la loro grande dignità, virtù, diligenza,
chi predicò la Legge,
chi li istruì, li convertì e li portò a questa condizione?
Sotto la guida di chi per la prima volta ricercaronol’illuminazione,
la Legge di quale Budda lodano e proclamano?
Quale sutra abbracciano e praticano,
a quale Via del Budda si applicano?
Questi bodhisattva
possiedono poteri sovrannaturali e una grande saggezza.
La terra nelle quattro direzioni trema e si schiude
ed essi emergono dalle sue viscere.
Onorato dal mondo, in tutte le epoche passate
mai ho visto qualcosa di simile!
Ti imploro di dirmi da dove siano venuti,
il nome della loro terra.
Io ho viaggiato di continuo di terra in terra
ma non ho mai visto una cosa simile!
In tutta questa moltitudine
non c’è una sola persona che io conosca.
Improvvisamente essi sono emersi dalla terra:
ti prego di spiegarne la causa.
I membri di questa grande assemblea,
le innumerevoli centinaia, migliaia, i milioni
di bodhisattva,
tutti adesso desiderano conoscere queste cose.
Sulle cause che hanno determinato l’origine e la fine
di questa moltitudine di bodhisattva,
Onorato dal mondo dalle innumerevoli virtù,
ti preghiamo di dissipare i dubbi dell’assemblea.
A quel tempo i Budda, emanazioni del Budda Shakyamuni, giunti da innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di terre nelle altre direzioni, sedevano a gambe incrociate sui troni di leone sotto gli alberi ingioiellati nelle otto direzioni. Tutti gli attendenti di questi Budda avevano visto la grande moltitudine di bodhisattva emersi dalla terra nelle quattro direzioni del sistema maggiore di mondi e che ora erano sospesi nell’aria; ciascuno chiese al proprio Budda: «Onorato dal mondo, da dove proviene questa enorme moltitudine di innumerevoli, sconfinati asamkhya di bodhisattva?»
Allora ciascuno dei Budda si rivolse ai propri attendenti e disse: «Uomini devoti, attendete un istante. C’è un bodhisattva mahasattva di nome Maitreya, che ha ricevuto una profezia dal Budda Shakyamuni secondo cui egli sarà il prossimo Budda. Egli ha già posto una domanda al riguardo e ora il Budda sta per rispondergli. Cogliete l’occasione per ascoltare ciò che dirà.»
A quel tempo il Budda Shakyamuni disse al bodhisattva Maitreya: «Eccellente, eccellente, Ajita, che tu interroghi il Budda in merito a questa importante questione. Voi tutti con unica mente dovete indossare l’armatura della diligenza ed essere risoluti nell’intenzione! Il Tathagata vuole rivelare e proclamare la saggezza dei Budda, i poteri sovrannaturali che i Budda esercitano liberamente, la potenza dei Budda simile a un leone all’attacco, il fiero e possente potere dei Budda.»
A quel tempo l’onorato dal mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:
Applicate la mente con diligenza
poiché desidero spiegare la questione.
Non abbiate dubbi o perplessità:
è difficile sondare la saggezza del Budda.
Ora dovete far scaturire il potere della fede,
ed esercitare la pazienza e la bontà.
Una Legge che mai fu udita in passato
adesso potrà essere udita.
Ora recherò a voi agio e sollievo:
non abbiate dubbi o timori.
Il Budda non pronuncia altro che parole veritiere,
la sua saggezza non può essere misurata.
Questa Legge suprema che ha conquistato
è davvero profonda, impossibile da sondare.
Ora egli la esporrà:
ascoltate attentamente.
A quel tempo l’onorato dal mondo, dopo aver pronunciato questi versi, si rivolse al bodhisattva Maitreya: «Ora vi parlerò di questa grande moltitudine. Ajita, questi bodhisattva mahasattva che sono emersi dalla terra in numero di incalcolabili, innumerevoli asamkhya e che tu non hai mai visto in passato, allorché ho conseguito l’anuttara-samyak-sambodhi in questo mondo di saha, io li ho convertiti e li ho guidati, ho allenato le loro menti e ho fatto nascere in loro il desiderio della Via. Questi bodhisattva hanno tutti dimorato nello spazio vuoto al di sotto del mondo di saha. Essi leggono, recitano, comprendono le varie scritture, meditano su di esse compiendo distinzioni e le custodiscono nella mente in maniera corretta.
«Ajita, questi uomini devoti non amano stare tra la folla e perdersi in lunghi discorsi. A loro piace restare costantemente in un luogo tranquillo esercitandosi con diligenza, senza sosta. Né essi si soffermano tra gli esseri celesti e umani, ma gioiscono costantemente della saggezza profonda e sono liberi da qualsiasi ostacolo. Essi gioiscono costantemente della Legge dei Budda, ricercando con assiduità unicamente la saggezza suprema.»
A quel tempo l’onorato dal mondo, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:
Sappi, Ajita,
che questi grandi bodhisattva
per kalpa innumerevoli
hanno praticato la saggezza del Budda.
Sono stati tutti convertiti da me;
io ho risvegliato in loro il desiderio della grande Via.
Sono figli miei,
che dimorano in questo mondo
svolgendo continuamente le pratiche della dhuta.
Prediligono un luogo quieto,
rifuggono l’agitazione e la confusione della folla,
non amano perdersi in lunghi discorsi.
Così questi figli
studiano e praticano il mio insegnamento della Via.
E allo scopo di ricercare la Via del Budda,
giorno e notte si applicano sempre con diligenza
in questo mondo di saha,
dimorando nel vuoto al di sotto di esso.
Con salda forza di volontà e concentrazione
ricercano la saggezza con costanza e diligenza,
espongono varie dottrine meravigliose
e le loro menti sono libere dalla paura.
Allorché mi trovavo nella città di Gaya
seduto sotto l’albero della bodhi,
ho conseguito la somma, corretta illuminazione
e ho messo in moto la ruota della Legge suprema.
In seguito li ho istruiti e convertiti
facendo nascere in loro l’aspirazione alla Via.
Ora dimorano tutti nello stadio della non regressione,
e ciascuno col tempo diventerà un Budda.
Quelle che pronuncio adesso sono parole vere:
credete in esse con tutto il cuore!
Sin dal lontano, remoto passato
ho istruito e convertito questa moltitudine.
A quel tempo il bodhisattva mahasattva Maitreya, così come gli altri innumerevoli bodhisattva, fu assalito da dubbi e perplessità. Erano confusi per questo evento senza precedenti e pensavano dentro di sé: “Com’è possibile che l’onorato dal mondo abbia istruito e convertito in così breve lasso di tempo una quantità innumerevole, sconfinati asamkhya di grandi bodhisattva come costoro e li abbia condotti a dimorare nell’anuttara-samyak-sambodhi?”
Quindi Maitreya disse al Budda: «Onorato dal mondo, quando il Tathagata era principe ereditario, lasciò il palazzo degli Shakya e, seduto nel luogo dell’illuminazione non lontano dalla città di Gaya, conseguì l’anuttara-samyak-sambodhi. Sono trascorsi circa quarant’anni da quel momento. Onorato dal mondo, com’è possibile che in un periodo tanto breve tu abbia svolto un così grande lavoro come Budda? È in virtù dei grandi poteri del Budda o forse delle virtù del Budda che hai potuto istruire e convertire tale innumerevole quantità di grandi bodhisattva e hai fatto conseguire loro l’anuttara-samyak-sambodhi? Onorato dal mondo, una moltitudine di grandi bodhisattva pari a questa, anche se una persona impiegasse mille, diecimila, un milione di kalpa, non finirebbe mai di contarla e di conoscerne i limiti! Sin dal remoto passato, sotto innumerevoli Budda essi devono aver piantato buone radici, completato la via del bodhisattva ed essersi esercitati assiduamente nelle pratiche di brahma. Onorato dal mondo, è molto difficile per il mondo credere a una cosa simile!
«Immagina, per esempio, che un venticinquenne, dalla carnagione rosea e i capelli neri, indichi una persona di cent’anni e dica: “Questo è mio figlio!” Oppure che l’uomo di cent’anni indichi il giovane dicendo: “Questo è mio padre, che mi ha generato e allevato!” Sarebbe cosa ben difficile da credere e lo stesso vale per ciò che dice il Budda.
«In effetti non è trascorso molto tempo da quando tu hai conseguito la Via. Ma questa enorme moltitudine di bodhisattva si è già esercitata diligentemente e sinceramente per amore della Via del Budda per innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di kalpa. Essi hanno imparato a entrare, emergere e dimorare in innumerevoli centinaia, migliaia, decine di migliaia, milioni di samadhi, hanno acquisito grandi poteri sovrannaturali, hanno svolto per lunghissimo tempo le pratiche di brahma e passo dopo passo hanno potuto imparare tutte le buone dottrine; diventando abili nelle domande e nelle risposte, sono un tesoro fra gli uomini estremamente raro in tutti i mondi. E oggi, onorato dal mondo, tu ci dici che, dal momento in cui hai conseguito la Via del Budda, hai fatto sorgere in queste persone per la prima volta l’aspirazione a conseguire l’illuminazione, le hai istruite, le hai convertite e guidate, le hai condotte all’anuttara-samyak-sambodhi!
«Onorato dal mondo, non è poi trascorso molto tempo da quando hai conseguito la Buddità; nondimeno sei stato capace di compiere questa grande impresa meritoria. Noi abbiamo fede nel Budda, crediamo che egli predichi in modo appropriato alle circostanze, che le sue parole non siano mai false e che la sapienza del Budda sia penetrante e onnicomprensiva. Tuttavia, nel periodo successivo all’estinzione del Budda, se dei bodhisattva che hanno appena cominciato ad anelare all’illuminazione dovessero udire queste parole, essi potrebbero non credere in esse né accettarle ed essere portati a commettere il peccato di rifiutare la Legge. Quindi, onorato dal mondo, ti preghiamo di chiarire ogni cosa, in modo da poterci liberare dai dubbi; nelle epoche future, quando altri uomini devoti udranno queste parole, che non abbiano dubbi in proposito!»
A quel tempo il bodhisattva Maitreya, desiderando ribadire le sue parole, si espresse in versi dicendo:
In passato il Budda lasciò la reggia degli Shakya,
abbandonò la famiglia e, vicino a Gaya,
sedette sotto l’albero della bodhi.
Poco tempo è trascorso da allora,
eppure questi figli del Budda
sono un numero incalcolabile!
Già da tempo hanno praticato la Via del Budda
e dimorano nei poteri sovrannaturali e nel poteredella saggezza;
hanno abilmente appreso la Via del bodhisattva
e come il fiore di loto nell’acqua
non sono contaminati dalle questioni mondane.
Emergendo dalla terra
manifestano tutti una mente reverente e rispettosa
e si ergono al cospetto dell’onorato dal mondo.
È cosa difficile da concepire:
com’è possibile credere a ciò?
Il Budda ha conseguito la Via solo di recente,
eppure sono moltissimi coloro che ha aiutato a realizzarelo scopo!
Ti preghiamo di dissolvere i dubbi dell’assemblea,
di compiere distinzioni e di spiegare la verità.
È come se un giovane
che ha appena compiuto i venticinque anni
indicasse un centenario
dal volto rugoso e con i capelli bianchi
e dicesse: «Io l’ho generato!»
È come se il vecchio replicasse: «Questo è mio padre!»
Il padre giovane, il figlio vecchio:
nessuno al mondo potrebbe crederci.
Onorato dal mondo, il tuo caso è simile.
Hai conseguito la Via solo di recente.
Questi bodhisattva,
di salda volontà, non sono né incerti né immaturi.
Per kalpa innumerevoli
hanno praticato la via del bodhisattva.
Abili nel rispondere a difficili domande,
le loro menti non conoscono la paura.
Hanno coltivato con assiduità la perseveranza,
sono fieri in dignità e virtù.
Vengono lodati dai Budda delle dieci direzioni
come esperti nel predicare distinzioni.
Non desiderano stare nella folla
e prediligono sempre lo stato di meditazione;
per ricercare la Via del Budda
hanno dimorato nello spazio al di sotto della terra.
Questo abbiamo appreso dal Budda
e non abbiamo dubbi in proposito.
Tuttavia, a beneficio delle epoche future, imploriamoil Budda
di spiegare perché si possa comprendere.
Se nei confronti di questo sutra
uno dovesse nutrire dubbi e mancasse di credere,
cadrebbe all’istante nei cattivi sentieri.
Perciò ora ti preghiamo di spiegare.
Questi bodhisattva innumerevoli:
come hai potuto in così breve tempo
istruirli, far sorgere in loro l’aspirazione
e condurli a dimorare nello stadio della non regressione?