Numero: 303
Data: 1278
Luogo: Minobu
Destinatario: Nanjo Tokimitsu

Sulle tre calamità

Ho ricevuto il carico di tari, la cesta di mandarini, e le dieci stuoie di paglia che mi hai inviato al posto delle seicento monete.

Sia l’anno scorso sia quest’anno nella nostra provincia dilaga la malattia. Le persone muoiono come alberi abbattuti da un forte vento o piante stese al suolo da un’intensa nevicata. L’impressione è che non sopravvivrà nessuno.

Quest’anno, però, all’inizio il clima era stato molto favorevole. I cinque tipi di cereali1 erano cresciuti abbondantemente nei campi e, sia in pianura sia in montagna, le piante e gli alberi prosperavano lussureggianti. Era come se si vivesse all’epoca dei saggi sovrani Yao e Shun, o all’inizio del kalpa della formazione.

Ma adesso, con le forti piogge e i venti che si sono manifestati nell’ottavo e nel nono mese, in tutto il Giappone si teme che i raccolti saranno rovinati, e i sopravvissuti fra la gente comune si chiedono come faranno a passare l’inverno. La situazione è peggiore di quella che affrontammo in passato, durante le ere Kangi e Shoka, e appena meno grave di quella che vivremo quando giungeranno le tre calamità.

Siamo funestati dalle rivolte all’interno del nostro stesso paese, il territorio pullula di ladri e banditi, e dall’estero arrivano i nemici ad attaccarci; non pensiamo ad altro che agli scontri armati. Il cuore delle persone è privo di pietà filiale ed esse considerano i propri genitori alla stregua di estranei. I preti e le monache, che abbracciano idee errate, litigano fra loro come cani e scimmie. A causa dell’assenza di pietà e compassione, le divinità celesti hanno cessato di proteggere il nostro paese. E, a causa del prevalere delle idee errate, i tre tesori del Buddismo l’hanno abbandonato.

Per un momento la pestilenza pareva cessata, ma ora sembra che gli spiriti maligni ci stiano nuovamente attaccando. Nelle province del nord, in quelle dell’est, dell’ovest e del sud, ovunque allo stesso modo si odono le grida di persone malate.

Come dobbiamo essere grati che, in un mondo del genere, ci sia qualcuno che, grazie a qualche buon karma accumulato nel passato, è desideroso di prestare sostegno ai devoti del Sutra del Loto! Dobbiamo esserne veramente grati!

Avrò molte più cose da dirti quando ci incontreremo di persona.

Con profondo rispetto,

Nichiren

Il dodicesimo giorno del decimo mese intercalare del primo anno di Koan [1278]

Risposta a Ueno

Cenni Storici

Nichiren Daishonin scrisse questa lettera a Nanjo Tokimitsu, un importante discepolo del distretto di Fuji, nella provincia di Suruga, il dodicesimo giorno del decimo mese intercalare del 1278. Tokimitsu aveva inviato offerte di cibo e altri generi di prima necessità al Daishonin a Minobu. Secondo i resoconti storici, dal dodicesimo mese del 1277 al quinto o sesto mese del 1278 furono promulgati editti imperiali che ingiungevano ai santuari e ai templi buddisti di offrire preghiere per scacciare le epidemie.

In questa lettera il Daishonin riafferma quanto già dichiarato nel suo trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese del 1260, ovvero: poiché tutte le persone abbracciano credenze buddiste errate e rifiutano l’insegnamento corretto, le divinità protettrici abbandonano il paese e sorgono le tre calamità e i sette disastri predetti nei sutra. Nel 1278 si erano già verificate le predizioni formulate dal Daishonin nel suo trattato riguardo alle rivolte interne e all’invasione straniera, e calamità di vario genere continuavano a imperversare. Il Daishonin apprezza e loda Tokimitsu per le sue offerte in quel periodo di cattivi raccolti.


Note
1. Grano, riso, fagioli e due tipi di miglio. È anche un termine generale per indicare tutte le granaglie.