Numero: 242
Data: 1275
Luogo: Luogo sconosciuto
Destinatario: Ota Jomyo

Sulla superiorità comparativa fra le scuole Tendai e della Vera parola

Ti porgo i miei migliori auguri di Capodanno. Possiate tu e tutti gli altri godere di suprema felicità e fortuna!

Nelle questioni che riguardano la verità, sia in ambito religioso sia secolare, è della massima importanza determinare ciò che è superiore e ciò che è inferiore; tanto coloro che rimangono nel mondo secolare, quanto coloro che abbracciano la vita religiosa, devono sapere cos’è primario e cos’è soltanto secondario.

Forse i santi dei tre paesi, India, Cina e Giappone, sapevano quali insegnamenti delle varie scuole di Buddismo fossero superiori e quali inferiori, e forse anche i numerosi saggi dei due paesi, Cina e Giappone, erano altrettanto illuminati. Ma finora nessuno, né in India né in Giappone, ha mai definito chiaramente il valore del Sutra del Loto rispetto al Sutra di Mahavairochana, o degli insegnamenti Tendai rispetto a quelli della Vera parola, e nessuno, né nella regione occidentale né in quella orientale1, ha mai chiarito fino in fondo tale questione.

Se santi come T’ien-t’ai o Dengyo non parlarono in pubblico di ciò che era giusto o sbagliato a questo proposito, non è forse perché i sovrani del paese, come l’imperatore cinese Ming o l’imperatore del Giappone Kammu2 non li interrogarono mai in merito?

Il Maestro del Tripitaka Shan-wu-wei dichiarò che il Sutra del Loto e quello di Mahavairochana sono uguali nei princìpi, ma che il secondo è superiore per quanto riguarda la pratica3. Jikaku, Chisho e quelli come loro sottoscrissero tale punto di vista. Il Gran Maestro Kobo riteneva che il Sutra del Loto fosse inferiore a quello della Ghirlanda di fiori4. Entrambe queste opinioni contrastano con quello che si dice nei sutra; entrambe non sono altro che le opinioni personali di coloro che le sostengono.

Inoltre Jikaku, Chisho e gli altri redassero un memoriale che sottoposero al sovrano. Questi rispose con un editto imperiale in cui si affermava: «Abbiamo udito che le due scuole, quella della Vera parola e quella degli insegnamenti sulla concentrazione e visione profonda, sono entrambe chiamate il ghee del Buddismo e vengono descritte come profonde e recondite. […] Sono come i due occhi di un individuo, o come le due ali di un uccello».

Inoltre il sovrano emanò un editto che conteneva il seguente ammonimento: «Abbiamo udito che i preti del Monte Hiei non fanno che rivoltarsi contro gli insegnamenti del loro maestro fondatore, seguendo invece i pregiudizi e le inclinazioni del proprio cuore. Sembra che non facciano alcuno sforzo di predicare le dottrine originali o di ristabilire le antiche discipline della scuola Tendai».

Io sono nato all’inizio dell’Ultimo giorno della Legge e nei miei studi ho cercato di seguire le orme dei saggi del passato. Se le opinioni di Jikaku e Chisho fossero corrette e gli editti imperiali lo avessero in qualche modo confermato, non ci sarebbe motivo di nutrire dubbi o di parlarne.

Ma il fatto è che due gran maestri, Ennin [Jikaku] e Enchin [Chisho], hanno distorto e contraddetto le visioni corrette del maestro che li ha preceduti, il Gran Maestro Dengyo, e l’editto imperiale ha sollevato dubbi riguardo alla situazione. Inoltre è grave sottovalutare gli ammonimenti del Budda.

In tali azioni vedo le cause e le condizioni che conducono alla rovina del paese, gli esordi di ciò che si può chiamare offesa alla Legge. Perciò, senza preoccuparmi che la gente parli male di me, né che mi ascoltino o meno, rischio la vita per parlare di queste cose.

Domanda: I tre maestri del Tripitaka, Shan-wu-wei, Chin-kang-chih e Pu-k’ung, e i tre gran maestri, Kobo, Jikaku e Chisho, fecero dichiarazioni riguardo al valore relativo dei due sutra, quello del Loto e quello di Mahavairochana, dichiarando che essi erano uguali nei princìpi, ma che il secondo era superiore nella pratica, oppure che il Sutra del Loto è inferiore al Sutra della Ghirlanda di fiori. Inoltre, abbiamo scritti autorevoli di santi e saggi che riguardano tali questioni, e per molto tempo eminenti personalità si sono attenute a essi. Ma adesso tu ti discosti da loro ed esponi quella che non è altro che una tua mera opinione personale, che confonde e svia gli altri suscitando stupore e perplessità negli occhi e negli orecchi di tutte le persone del mondo! Ti stai comportando come una persona estremamente arrogante, non ti pare?

Risposta: La tua mancanza di comprensione è veramente grande! Mi tornano alla mente le esplicite parole di ammonimento che l’Erudito Manoratha5 affidò al suo discepolo, il Bodhisattva Vasubandhu, come è scritto [in Cronache delle regioni occidentali]: «Manoratha disse: “Non tentare di discutere su princìpi importanti con i sostenitori delle varie cricche; non cercare di definire ciò che è corretto dal punto di vista dottrinale quando hai a che fare con un branco di persone illuse!”. Dopo aver detto questo parole, morì».

La tua mancanza di comprensione è come quella dei gruppi di persone a cui egli si riferisce, ma si dà il caso che il Budda, l’Onorato dal Mondo, mentre predicava il Sutra del Loto, in quell’unico sutra diede per due volte istruzioni riguardanti la sua trasmissione6.

Inoltre, mentre predicava un altro sutra, quello del Nirvana, egli spiegò come andava trasmesso il Sutra del Loto7: «Se un buon monaco vede qualcuno distruggere l’insegnamento e non se ne cura, non lo rimprovera, lo espelle o lo punisce per la sua offesa, dovresti comprendere che quel monaco sta tradendo l’insegnamento del Budda. Ma se espelle il distruttore della Legge, lo rimprovera o lo punisce, allora questi è un mio discepolo, un vero ascoltatore della voce». I due maestri del Tripitaka, Shan-wu-wei e Chin-kang-chih e i due gran maestri Jikaku e Chisho stavano facendo proprio questo, utilizzando il Sutra di Mahavairochana che è uno dei sutra che contiene gli insegnamenti provvisori per distruggere il Sutra del Loto che è un sutra del vero insegnamento.

Perciò se io, Nichiren, temendo la reazione del mondo, dovessi astenermi dal parlare, sarei un nemico del Budda. Il Gran Maestro Chang-an ammonì così gli studenti dell’ultima epoca: «Chi distrugge o crea confusione nell’insegnamento del Budda, lo sta tradendo. Se uno è amico di una persona, ma manca della compassione di correggerla, in realtà è un suo nemico. Ma se la corregge e la rimprovera, […] sta agendo come un genitore»8.

Io mi sono preso assolutamente a cuore le parole di Chang-an e quindi rischio la mia vita pur di esprimere apertamente le mie critiche. So bene che Aryadeva, il quattordicesimo successore degli insegnamenti di Shakyamuni, fu assassinato e che Aryasimha, il venticinquesimo successore, fu decapitato9.

Obiezione: I vari sutra tessono sempre le proprie lodi, si tratta di una prassi usuale. Così il Sutra della Luce dorata definisce se stesso “il re dei sutra”. Il Sutra della Solennità segreta dice di essere “il più grande di tutti i sutra”. Il Sutra Susiddhikara dice: «Tra gli insegnamenti che riguardano le tre divisioni10 questo sutra è il re». E il Sutra del Loto chiama se stesso «questo re dei sutra»11. Perciò i quattro ordini di bodhisattva e i maestri del Tripitaka dei due paesi dell’India e della Cina non fanno altro che conformarsi a questo, non ti pare?

Risposta: Ci sono paesi grandi e paesi piccoli, re grandi e re piccoli, famiglie grandi e famiglie piccole, persone onorevoli e autorevoli, e persone nobili ed eminenti; tutti hanno vari gradi e condizioni sociali. Ma i numerosi abitanti di ognuno di questi paesi si riferiscono tutti al proprio sovrano chiamandolo Grande Re o Figlio del Cielo. In fin dei conti, però, il re celeste Brahma è considerato il Grande Re degli dèi e il Sutra del Loto è chiamato il Figlio del Cielo fra i sutra.

Questione: Che prova puoi esibire?

Risposta: Quando il Sutra della Luce dorata dice di essere “il re dei sutra” significa che è il re, paragonato ai sutra esposti da Brahma e Shakra12. Quando il Sutra della Solennità segreta dice di essere “il più grande di tutti i sutra” significa che lo è rispetto ai sutra che ha appena citato, il Sutra dei Dieci stadi, il Sutra della Ghirlanda di fiori, il Sutra di Shrimala e così via. Cioè, quando viene paragonato a questi sutra, esso è il più grande di tutti i sutra. Il passo dal Sutra Susiddhikara significa, come il passo stesso indica, che «tra gli insegnamenti che riguardano le tre divisioni, questo sutra è il re». In altre parole il Sutra Susiddhikara è un “re” in confronto al Sutra di Mahavairochana e al Sutra della Corona di diamanti.

Però, quando Shan-wu-wei e gli altri dicono che i sutra del Loto e di Mahavairochana sono uguali in teoria, ma il secondo è superiore nella pratica, o che il Sutra del Loto è inferiore a quello della Ghirlanda di fiori, stanno facendo affermazioni errate, come se dicessero che la luce di una lucciola è pari a quella del sole e della luna, o come se cercassero di far confluire le acque del grande mare in un semplice fiume o ruscello.

Domanda: Perché si dovrebbe discutere il valore relativo dei vari sutra?

Risposta: Il settimo volume del Sutra del Loto afferma: «Una persona che è in grado di abbracciare e sostenere questo sutra, allo stesso modo, è la prima fra tutti gli esseri viventi»13. Il capitolo “Re della Medicina” del Sutra del Loto elenca dieci comparazioni che indicano che questo è il più grande di tutti i sutra predicati dal Budda nel passato, nel presente e nel futuro. Di queste dieci comparazioni, l’ottava14 è seguita dal passo appena citato, e dunque è evidente che l’intenzione del Budda non era quella di stabilire la superiorità del Sutra del Loto in confronto agli altri sutra, ma di affermare che il devoto del Sutra del Loto è superiore a tutti gli altri tipi di persone.

I devoti del Sutra di Mahavairochana e degli altri sutra sono come le varie montagne, stelle, fiumi o ruscelli, o come i sudditi dei vari re. Ma i devoti del Sutra del Loto sono come il monte Sumeru, il sole e la luna, o il grande mare15.

Eppure il mondo attuale disprezza il Sutra del Loto e ne ha scarsa considerazione; lo tratta come spazzatura e come un suddito di infimo rango, mentre rispetta e onora gli uomini dalle idee errate della Vera parola, conferendo loro il titolo di Maestro del Paese e trattandoli come se fossero oro oppure re.

Così il paese si è riempito di persone di smisurata arroganza e per questo il cielo azzurro arde di collera e la terra gialla genera strane calamità. Così come i ruscelli si uniscono fino a infrangere muraglie e fossati, il dolore e l’angoscia delle persone comuni si accumuleranno fino a distruggere il paese.

Domanda: Ci sono commentari buddisti e altre scritture non buddiste che espongono questo punto di vista?

Risposta: Il memoriale16 sottoposto all’imperatore T’ai-tsung dallo storico di corte Wu Ching afferma: «Oso far notare che l’eccellente governo dell’imperatore T’ai-tsung, che amministra sia gli affari civili sia quelli militari, non ha eguali in alcuna epoca della storia passata. Perfino Yao di T’ang, Shun di Yü, Yü della dinastia Hsia, T’ang della dinasta Yin, il re Wen e il re Wu dei Chou, e gli imperatori Wen e Ching degli Han non erano alla sua altezza». Leggendo queste parole del memoriale, potremmo chiederci se l’imperatore T’ai-tsung non fosse un sovrano d’immensa presunzione. Ma in realtà egli viene lodato perché la sua grande abilità nel governare era superiore a quella di tutti i grandi saggi nominati nel memoriale.

Il Gran Maestro Chang-an lodò T’ien-t’ai dicendo: «Anche i grandi eruditi indiani non erano alla sua altezza e dei maestri cinesi non vale neanche la pena di parlare. Questa non è una lode esagerata, la sua dottrina è veramente superiore»17. E il Maestro del Dharma Ts’ung-i lo lodò dicendo: «Nagarjuna e Vasubandhu non sono paragonabili a T’ien-t’ai»18.

Il Gran Maestro Dengyo ebbe queste parole di lode: «La scuola Tendai Loto è superiore alle altre scuole in virtù del sutra su cui si basa. Perciò, nel dichiarare la propria superiorità, essa non sta lodando se stessa e disprezzando le altre scuole. Spero che i gentiluomini sapienti esaminino i sutra e decidano in base a essi quale scuola seguire»19.

E dice anche: «Coloro che abbracciano il Sutra del Loto sono i primi fra tutti gli esseri viventi. Ciò è basato sulle parole del Budda, come potrebbe essere mera vanagloria?»20.

Se posso esprimere la mia modesta opinione in proposito, direi che Shan-wu-wei, Kobo, Jikaku, Chisho e tutti gli altri non solo vanno contro alle intenzioni del Budda, ma commettono il grave errore di commettere un furto ai danni della Legge21 e contraddire il Gran Maestro Dengyo. Perciò Shan-wu-wei fu rimproverato da re Yama, Jikaku non ha un tumulo funerario, i discepoli [di Kobo] dichiarano che egli entrò in “uno stato di profonda meditazione” [invece di ammettere che era morto] e i templi [del lignaggio di Jikaku e Chisho] vengono spesso colpiti da gravi incendi o da massicci attacchi militari22.

I testi antichi23 ci dicono che se qualcuno è una manifestazione temporanea di un Budda o di un bodhisattva, il suo cadavere non subirà umiliazioni, eppure queste persone sono andate incontro a un simile destino!

Domanda: La scuola della Vera parola ha mai sottoposto un documento nel quale riconosce la propria inferiorità rispetto al scuola Tendai, come fecero le sei scuole buddiste antiche24?

Risposta: Un documento del genere si trova alla fine del decimo volume di Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”. Il Gran Maestro Dengyo scrisse Chiarimento sulle scuole basate sulla dottrina di T’ien-t’ai e vi incluse questo materiale25.

Chi ha occhi per vedere dovrebbe dunque aprire il testo e leggere quello che c’è scritto.

È mia speranza che gli studiosi dell’ultima epoca prestino ascolto alle parole di saggezza di Miao-lo e Dengyo e non credano minimamente alle grossolane affermazioni di Shan-wu-wei e Jikaku. Spero che i seguaci dei miei insegnamenti riflettano profondamente su tale questione. Non permettete che la paura degli altri nell’esistenza presente vi induca a fare qualcosa che vi attirerà conseguenze nefaste nella prossima.

Con profondo rispetto,

Nichiren

Il ventiquattresimo giorno del primo mese

Al prete laico Ota Kingo

Cenni Storici

Nichiren Daishonin inviò questa lettera, datata il ventiquattresimo giorno del primo mese, a Ota Jomyo, anche noto come il prete laico Ota Kingo, che viveva nella provincia di Shimosa. Si ritiene comunemente che sia stata scritta nel 1275. Sebbene questa lettera sia indirizzata a Ota, in realtà si rivolge ai discepoli del Daishonin nel loro complesso. Nichiren Daishonin chiarisce la superiorità dell’insegnamento del Sutra del Loto rispetto ai sutra esoterici della Vera parola. La scuola della Vera parola, fondata da Kobo, si basava sui tre sutra della Vera parola: il Sutra di Mahavairochana, il Sutra della Corona di diamanti e il Sutra Susiddhikara. La sua pratica comprendeva la recitazione di mantra, l’esecuzione di mudra, e la venerazione dei mandala esoterici. L’esoterismo Tendai, che ebbe inizio con Jikaku e Chisho, patriarchi del tempio Enryaku sul monte Hiei, incorporò nella scuola Tendai le pratiche esoteriche della scuola della Vera parola.

La scuola Tendai fu fondata da Dengyo sulla base degli insegnamenti di T’ien-t’ai, che considerava il Sutra del Loto come l’insegnamento supremo. Mentre Kobo sosteneva che il Sutra del Loto era inferiore al Sutra della Ghirlanda di fiori, e a maggior ragione al Sutra di Mahavairochana, l’esoterismo Tendai affermava che il Sutra di Mahavairochana era uguale al Sutra del Loto nei princìpi, ma superiore nella pratica. Quest’affermazione era basata sugli insegnamenti di Shan-wu-wei, che fu il primo a portare gli insegnamenti esoterici dall’India alla Cina. Il Daishonin afferma che lo sviluppo di questa tradizione esoterica all’interno della scuola Tendai tradisce lo spirito del fondatore della scuola, Dengyo, e devia dal Sutra del Loto. Sia la scuola della Vera parola sia l’esoterismo Tendai tradiscono l’insegnamento del Budda Shakyamuni secondo cui il Sutra del Loto è il supremo fra tutti i sutra.


Note
1. La regione orientale indica Cina e Giappone, mentre quella occidentale indica l’India.
2. L’imperatore Ming (28-75) fu il secondo sovrano della tarda dinastia Han. Mandò diciotto inviati nella regione occidentale per poter conoscere gli insegnamenti del Budda, e, su richiesta di questi inviati, due monaci buddisti indiani giunsero in Cina nel 67 d.C., recando con sé immagini e scritture buddiste trasportate su cavalli bianchi. L’imperatore Kammu (737-806) è considerato il cinquantesimo sovrano del Giappone. Nel 785 Dengyo fondò un tempio sul monte Hiei per assicurare il mantenimento della pace. L’imperatore Kammu rese onore a questa nuova costruzione eleggendola a luogo di culto nel quale si potevano offrire preghiere alla stella guardiana del sovrano; inoltre smise di dare ascolto agli insegnamenti delle sei scuole e sposò completamente le dottrine della scuola Tendai.
3. Secondo questa interpretazione, sia il Sutra di Mahavairochana sia il Sutra del Loto contengono la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita, e perciò i due sutra sono uguali dal punto di vista della teoria. Tuttavia, poiché il Sutra di Mahavairochana contiene le descrizioni delle mudra (gesti con le mani) e dei mantra (formule mistiche), viene considerato superiore al Sutra del Loto in termini di pratica.
4. Nel suo Trattato sui dieci stadi della mente, Kobo classificò i vari insegnamenti buddisti facendoli corrispondere a dieci stadi di sviluppo della mente e classificò il Sutra del Loto all’ottavo posto, il Sutra della Ghirlanda di fiori al nono e gli insegnamenti esoterici al decimo posto, quello supremo.
5. Manoratha: monaco originario del Gandhara, nell’India settentrionale, che si pensa sia vissuto intorno al quarto o quinto secolo e sia stato il maestro di Vasubandhu. Secondo le Cronache delle regioni occidentali, il re Vikramaditya di Shravasti, in collera con Manoratha, ordì un complotto per umiliarlo pubblicamente e mandò a chiamare cento studiosi non buddisti per sfidarlo in un dibattito. Manoratha ne sconfisse novantanove, ma l’ultimo, appoggiato dal re, si rifiutò di perdere e mise a tacere Manoratha a forza di grida. Si dice che allora Manoratha si staccò la lingua con un morso e mise in guardia il suo discepolo Vasubandhu dall’affrontare dibattiti con persone che si avvalevano della loro superiorità numerica, o dal discutere con gli ignoranti; poi morì. In seguito Vasubandhu vendicò il proprio maestro in un dibattito.
6. Quella della trasmissione è una delle tre sezioni di un sutra, che sono impiegate per interpretare gli insegnamenti del sutra stesso; le altre due sezioni sono quella della preparazione e quella della rivelazione. «In quell’unico sutra diede per due volte istruzioni riguardanti la sua trasmissione» probabilmente indica le due sezioni della trasmissione, quella dell’insegnamento transitorio e quella dell’insegnamento originale del Sutra del Loto. La prima va dal decimo capitolo, “Maestro della Legge”, fino al quattordicesimo capitolo, “Pratiche pacifiche”, e la seconda dall’ultima metà del diciassettesimo capitolo, “Distinzioni dei benefici”, fino al ventottesimo capitolo, “Virtù Universale”, più il Sutra di Virtù Universale.
7. Nella quintuplice visione della rivelazione (vedi Glossario) esposta in L’oggetto di culto per l’osservazione della mente, il Daishonin afferma che, dal punto di vista di tutti gli insegnamenti di Shakyamuni, la preparazione è rappresentata dai sutra dei periodi della Ghirlanda di fiori, Agama, Corretto ed equo, e della Saggezza, mentre la rivelazione è rappresentata dal triplice Sutra del Loto, e la trasmissione dal Sutra del Nirvana.
8. Annotazioni sul Sutra del Nirvana.
9. Il numero e l’ordine dei successori del Budda Shakyamuni che propagarono i suoi insegnamenti nel Primo giorno della Legge differiscono secondo le fonti. Nel caso di Aryasimha, l’ultimo dei successori, il Daishonin afferma che è il venticinquesimo perché nel calcolo include anche Shakyamuni. Di solito però Shakyamuni viene escluso e quindi i successori sarebbero solo ventitré o ventiquattro. Vedi Aryadeva e Aryasimha nel Glossario.
10. “Le tre divisioni” sono le divisioni del Budda, del Loto e del Diamante, nel mondo del Grembo del Sutra di Mahavairochana. Indicano rispettivamente la grande illuminazione, compassione e saggezza del Budda.
11. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 239.
12. Qui la parola “sutra” si riferisce alle scritture non buddiste della tradizione brahmanica.
13. Il Sutra del Loto, cap. 23, p. 392.
14. L’ottava comparazione è la similitudine degli ascoltatori della voce nei quattro stadi dell’illuminazione e dei risvegliati all’origine dipendente: come gli ascoltatori della voce nei quattro stadi dell’illuminazione (gli stadi di colui che vince la corrente, dell’ultima rinascita, del non ritorno e di arhat) e i risvegliati all’origine dipendente sono i supremi tra tutti gli esseri comuni, così il Sutra del Loto è il supremo tra tutti gli insegnamenti dei sutra. Questa similitudine afferma anche che colui che può sostenere il sutra è ugualmente il supremo tra tutti gli esseri viventi. Per le dieci comparazioni vedi dieci similitudini nel Glossario
15. Riferimento alle dieci comparazioni esposte nel ventitreesimo capitolo del Sutra del Loto, “Re della Medicina”. Per esempio la similitudine dell’acqua afferma che come l’oceano è il supremo fra tutti gli specchi d’acqua, così il Sutra del Loto è il più profondo di tutti i sutra.
16. Fondamenti di governo dell’era Chen-kuan, scritto da Wu Ching durante la dinastia T’ang. In esso l’imperatore T’ai-tsung e i suoi sudditi discutono della situazione politica durante l’era Chen-kuan (627-649).
17. Il significato profondo del Sutra del Loto.
18. Un passo simile è nel Supplemento alle tre maggiori opere sul Sutra del Loto di Ts’ung-i, studioso T’ien-t’ai della dinastia Sung (1042-1091), anche se non vi si trova la citazione esatta.
19. Gli eminenti princìpi del Sutra del Loto.
20. Ibidem.
21. Nel compilare i commentari di Shan-wu-wei al Sutra di Mahavairochana, I-hsing (683-727), prete cinese degli insegnamenti esoterici, fa sembrare che le dottrine essenziali della scuola T’ien-t’ai, come quella dei tremila regni in un singolo istante di vita, appartengano agli insegnamenti della Vera parola.
22. Secondo Biografie di eminenti monaci dell’era Genko e La storia degli Heike, il tempio Onjo fu incendiato nel 1081 dai preti del Monte Hiei e nel 1180 dai soldati del clan Taira. Cronaca dei capi dei preti Tendai dice che nel 1264 i preti del Monte Hiei bruciarono vari edifici sacri e alloggi per i monaci del tempio Enryaku.
23. Non si sa esattamente a quali testi il Daishonin si riferisca.
24. Le scuole del Tesoro dell’Abhidharma, dell’Affermazione della verità, dei Precetti, delle Caratteristiche dei dharma, dei Tre trattati e della Ghirlanda di fiori, che erano le maggiori scuole buddiste in Giappone nel periodo Nara (710-749).
25. Riferimento alla storia che Han-kuang, uno dei sei maggiori discepoli di Pu-k’ung, narrò a Miao-lo, contenuta in Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”. Secondo Han-kuang, durante un viaggio in India con Pu-k’ung, un monaco gli disse: «Nella terra della Cina ci sono gli insegnamenti di T’ien-t’ai, che sono i più adeguati per riuscire a distinguere le dottrine corrette da quelle scorrette, e mettere in luce ciò che è parziale e ciò che è perfetto. Non sarebbe bene tradurre questi scritti e portarli in questo paese?». Udendo questa storia Miao-lo esclamò: «Questo non significa dunque che il Buddismo è andato perduto in India, il suo paese d’origine, e adesso va ricercato nei paesi circostanti? Ma persino in Cina sono ben poche le persone che riconoscono la grandezza degli insegnamenti di T’ien-t’ai». Nel suo Chiarimento sulle scuole basate sulla dottrina di T’ien-t’ai, Dengyo, oltre a citare questo resoconto, scrisse anche: «La scuola della Vera parola, recentemente introdotta in Giappone, oscura deliberatamente come la trasmissione dei propri insegnamenti sia stata falsificata nella compilazione [da parte di I-hsing, che fu ingannato da Shan-wu-wei]».