Risposta rispettosamente inviata al prete laico Takahashi.
Nichiren
Il nostro compassionevole padre, il Budda Shakyamuni, l’Onorato dal Mondo di Grande Illuminazione, fece la sua comparsa nell’India centrale in un’epoca in cui la durata della vita umana era di cento anni1, ed espose i sacri insegnamenti della sua vita per tutti gli esseri viventi. Le persone che vivevano al tempo del Budda Shakyamuni avevano già costituito legami karmici con lui nel passato e perciò poterono raggiungere la via. Ma Shakyamuni, preoccupato di come poter salvare quelli che sarebbero vissuti dopo la sua morte, fece mettere per iscritto i suoi ottantamila sacri insegnamenti. E, fra tutti i sacri insegnamenti della sua vita, affidò i sutra hinayana al Venerabile Mahakashyapa e i sutra mahayana, tra cui il Sutra del Loto e il Sutra del Nirvana, al Bodhisattva Manjushri.
Non affidò però i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo, cuore degli ottantamila sacri insegnamenti e nucleo del Sutra del Loto, a Mahakashyapa o ad Ananda e nemmeno ai grandi bodhisattva come Manjushri, Virtù Universale, Percettore dei Suoni del Mondo, Maitreya, Deposito della Terra o Nagarjuna. Questi grandi bodhisattva lo desideravano e glielo chiesero, ma il Budda non acconsentì. Convocò invece dalle profondità della terra un vecchio2 venerabile chiamato Bodhisattva Pratiche Superiori e, alla presenza del Budda Molti Tesori e degli altri Budda delle dieci direzioni, il Tathagata Shakyamuni, seduto nella torre ornata di sette tesori, affidò a lui i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo.
Agì così per la seguente ragione. Tutti gli esseri che vivono dopo la morte del Budda sono suoi figli ed egli pensa a ognuno di loro con uguale compassione. Ma, com’è normale che un medico prescriva la medicina a seconda della malattia, così, per i primi cinquecento anni dopo la sua morte, il Budda ordinò che Mahakashyapa, Ananda e altri discepoli somministrassero a tutti gli esseri viventi la medicina dei sutra hinayana; per il successivo periodo di cinquecento anni egli stabilì che i bodhisattva Manjushri, Maitreya, Nagarjuna e Vasubandhu somministrassero a tutti gli esseri viventi la medicina dei sutra della Ghirlanda di fiori, di Mahavairochana, della Saggezza e degli altri sutra mahayana. E, per l’epoca del Medio giorno della Legge, mille anni dopo la sua morte, egli decretò che il Bodhisattva Re della Medicina, il Bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo e altri dessero a tutti gli esseri viventi la medicina dei rimanenti insegnamenti, a eccezione del daimoku del Sutra del Loto.
Entrati nell’Ultimo giorno della Legge però, le parole dei sutra hinayana, mahayana e del Loto – affidati rispettivamente a Mahakashyapa, Ananda e altri; ai bodhisattva Manjushri, Maitreya e altri; a Re della Medicina, Percettore dei Suoni del Mondo e altri – sono rimaste, ma non curano più le malattie degli esseri viventi. Le malattie sono gravi e queste medicine poco efficaci. È il tempo in cui il Bodhisattva Pratiche Superiori farà la sua comparsa nel mondo e donerà a tutti gli esseri viventi di Jambudvipa i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo.
In quel tempo le persone considereranno questo bodhisattva come un nemico. Saranno come tante scimmie di fronte a un cane o come demoni che guardano con disprezzo gli esseri umani. Sarà trattato come il Bodhisattva Mai Sprezzante che nei tempi passati fu non solo maledetto e odiato da tutti, ma anche attaccato con bastoni, cocci e detriti, o come il monaco Realizzazione di Virtù che fu quasi messo a morte.
In quel tempo, Mahakashyapa e Ananda si nasconderanno sul Picco dell’Aquila3 o scompariranno nel fiume Gange4, Maitreya e Manjushri si ritireranno nella corte interna del cielo Tushita5 o si apparteranno sul monte Fragrante6; il Bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo farà ritorno alla regione occidentale7 e il Bodhisattva Virtù Universale alla regione orientale8. Ci saranno persone che praticheranno i vari sutra, ma, poiché nessuno le proteggerà, non ne ricaveranno beneficio, né per se stesse né per gli altri. Ci saranno persone che reciteranno il nome dei vari Budda, ma gli dèi celesti non offriranno loro protezione. Saranno indifesi come un vitello separato dalla madre o un fagiano avvistato da un falco.
E in quel tempo grandi demoni giungeranno dai mondi delle dieci direzioni affollandosi nel continente di Jambudvipa e prenderanno possesso delle quattro categorie di buddisti, spingendoli a far del male ai genitori o a sbarazzarsi dei propri fratelli e sorelle. In particolare entreranno nei cuori dei monaci e delle monache di tutto il paese, che fanno mostra di saggezza o sembrano osservare i precetti e, attraverso di loro, riusciranno a ingannare il sovrano del paese e i suoi ministri.
In quel tempo, se qualcuno, protetto dal Bodhisattva Pratiche Superiori, offrisse a tutte le persone soltanto il daimoku del Sutra del Loto, i cinque caratteri di Nam-myoho-renge-kyo, le quattro categorie di buddisti e i monaci eminenti lo odierebbero come fosse il nemico dei loro genitori o un loro avversario sin da una vita precedente, lo odierebbero come se fosse un nemico della casa imperiale o una persona in cerca di vendetta.
In quel tempo nei cieli si verificheranno grandi cambiamenti. Ci saranno eclissi di sole e di luna, il cielo sarà solcato da grandi comete e la terra tremerà e si scuoterà come un grande vortice sull’acqua. Seguirà poi il disastro della ribellione interna, in cui il governante, i suoi fratelli e altri eminenti personaggi saranno assaliti e uccisi. E dopo verrà il disastro dell’invasione straniera in cui il paese sarà attaccato da un paese confinante, gli abitanti saranno fatti prigionieri o si suicideranno e tutti i cittadini, umili e potenti, saranno afflitti da grandi tribolazioni.
Tutto ciò accadrà unicamente perché la persona che sta propagando il daimoku del Sutra del Loto, con la protezione del Bodhisattva Pratiche Superiori, viene insultata, picchiata, esiliata e minacciata di morte. Infatti Brahma, Shakra, gli dèi del sole e della luna e i quattro re celesti giurarono al cospetto del Budda nell’assemblea in cui fu predicato il Sutra del Loto, promettendo solennemente che avrebbero castigato i nemici del devoto del Sutra del Loto ancor più severamente dei nemici del loro padre o della loro madre.
Ora io, Nichiren, sono nato in questa terra del Giappone. Osservando le facce delle persone di questo paese nel luminoso specchio del Sutra del Loto e degli altri sutra, vedo che la situazione è esattamente identica a quella predetta nei sutra. Infatti, nei cieli si verificano grandi cambiamenti e sulla terra accadono disastri, come il Budda aveva predetto.
Ormai da tempo sono consapevole che questo paese è destinato alla distruzione. Sapevo che, se l’avessi riferito al sovrano e se fosse stato ancora possibile preservare la pace e la sicurezza del paese, egli mi avrebbe sicuramente cercato per chiedere chiarimenti; ma, se il paese era veramente condannato, il sovrano non avrebbe prestato ascolto ai miei consigli. E, se non avesse prestato ascolto ai miei consigli, sapevo che Nichiren sarebbe stato esiliato o condannato a morte. Ma il Budda ci aveva così ammonito: «Se, pur avendo capito, tu esitassi a rischiare la vita e per questo non parlassi pubblicamente, saresti non solo un mio nemico ma anche un mortale nemico di tutti gli esseri viventi, destinato a cadere nella grande fortezza dell’inferno Avichi»9.
A quel punto cominciai a preoccuparmi del modo in cui procedere. Se avessi parlato di queste cose, non sapevo cosa sarebbe stato di me. Non mi preoccupavo tanto della mia sicurezza personale, ma, se i miei genitori, i miei fratelli o anche soltanto una persona su mille o diecimila mi avessero seguito, anch’essi sarebbero stati odiati dal sovrano e dalla gente comune. E se fossero stati oggetto di un simile odio, non avendo ancora compreso a fondo gli insegnamenti buddisti, non avrebbero potuto sopportare le persecuzioni. Avevano pensato che praticando gli insegnamenti del Budda avrebbero ottenuto pace e sicurezza e invece, scoprendo di essere afflitti da grandi sofferenze proprio per aver abbracciato questo insegnamento, lo avrebbero offeso, considerandolo un insegnamento falso, e sarebbero caduti nei cattivi sentieri. Come sarebbe stato penoso!
Ma se, d’altro canto, non avessi parlato, allora, non solo avrei contravvenuto al voto fatto al Budda, ma sarei diventato anche il mortale nemico di tutti gli esseri viventi, condannato immancabilmente all’inferno Avichi. Così, dopo aver a lungo riflettuto sull’azione da intraprendere, ho deciso di parlare.
Una volta cominciato a parlare, non era il caso di ritrattare e tirarmi indietro e così ho continuato a farlo con crescente vigore. Allora, proprio come il Budda aveva predetto nel sutra, il sovrano divenne ostile e le persone comuni presero ad attaccarmi. E poiché mi trattavano con odio, il cielo andò in collera, si verificarono strani cambiamenti nel sole e nella luna e apparve un’enorme cometa. La terra tremò come se dovesse ribaltarsi, all’interno scoppiarono lotte intestine e dall’esterno fummo attaccati da un paese straniero. Tutto accadde esattamente come il Budda aveva predetto e non c’era più alcun dubbio che io, Nichiren, fossi il devoto del Sutra del Loto.
L’anno scorso, quando lasciai Kamakura per rifugiarmi qui, visto che era sulla mia strada, intendevo fermarmi a parlare con te e gli altri, ma alla fine non mi sono fermato. Anche il fatto che non ti abbia risposto prima non è stato per qualche ragione particolare. Come potrei sentirmi un estraneo con voi? Anche nel caso dei Nembutsu, dei maestri delle scuole Zen o della Vera parola o del sovrano e altre autorità che nutrono odio nei miei confronti, io li ammonisco perché desidero aiutarli e, per il fatto che mi odiano, ho ancora più pietà di loro. Come potrei avere scarsa considerazione per coloro che, anche soltanto per un giorno, si sono comportati come alleati e mi hanno offerto la loro solidarietà?
In realtà mi sento sollevato quando persone che hanno mogli e figli si tengono lontane da me per paura della reazione del mondo. Non è in mio potere salvare quelli che si schierano con me e inoltre mi addolora pensare a quanto si angustierebbero le loro mogli, i figli e i servi che non hanno una reale comprensione della situazione, se le loro piccole proprietà venissero confiscate.
Nel secondo mese dell’anno passato ho ottenuto la grazia e, il tredicesimo giorno del terzo mese, ho lasciato la provincia di Sado, giungendo a Kamakura il ventiseiesimo giorno dello stesso mese. L’ottavo giorno del quarto mese ebbi un incontro con Hei no Saemon che mi interrogò su varie questioni, e fra l’altro chiese quando i mongoli avrebbero sferrato l’attacco.
«Attaccheranno quest’anno – replicai – e riguardo a questo non c’è nessuno, a parte Nichiren, che possa salvare il Giappone! Se volete salvare il paese dovreste decapitare tutti i preti Nembutsu e delle scuole Zen e dei Precetti del Giappone ed esporre le loro teste sulla spiaggia di Yui10. Ma suppongo che ormai sia troppo tardi.
«Tutti pensano che io intenda semplicemente parlar male dei maestri Nembutsu e dei preti Zen e dei Precetti. Ma queste persone hanno poca importanza; è la scuola della Vera parola, con le sue dottrine malvagie, che sta attirando una terribile maledizione sulla bella terra del Giappone! I grandi maestri Kobo e Jikaku si sono fatti ingannare da questi insegnamenti e hanno condotto il paese sull’orlo della rovina. Se un paese fosse destinato a essere distrutto nel giro di due o tre anni, nel caso in cui si facciano pregare per la sua salvezza i preti della Vera parola, sarà attaccato prima che sia trascorso un anno o addirittura sei mesi!». Questo è ciò che gli ho detto.
Poiché sono odiato così ferocemente unicamente perché cerco di dare consigli al fine di salvare [il paese], una volta graziato dall’esilio avrei dovuto lasciare Sado e nascondermi tra le montagne o su qualche remota costiera. Invece mi recai a Kamakura perché speravo di spiegare un’ultima volta la situazione a Hei no Saemon e salvare quelli che fossero riusciti a sopravvivere all’invasione del Giappone. Dopo aver pronunciato il mio ammonimento sapevo che non avrei dovuto trattenermi oltre a Kamakura e così partii, lasciando che i piedi mi portassero dove desideravano. E, dato che eravate sulla mia strada, pensai a quanto avrei desiderato vedervi ancora una volta, anche se avrei potuto crearvi imbarazzo. Ma, sebbene questo pensiero mi sia tornato alla mente migliaia di volte, avevo il cuore lacerato da considerazioni contrastanti e alla fine ho tirato diritto.
La ragione è la seguente. La provincia di Suruga è territorio del signore di Sagami e, in particolare nella zona del Fuji, vi sono molte persone legate alle vedove di funzionari d’alto rango. Queste persone nutrono rancore nei miei confronti perché mi considerano un nemico dei defunti preti laici del Saimyo-ji e del Gokuraku-ji. Avevo paura che, se avessero saputo che ti avevo fatto visita, avrebbero potuto fare del male a voi tutti. Finora, temendo di causarvi problemi, non ho nemmeno risposto alla tua lettera. Ho raccomandato più volte ai preti di non recarsi, neanche di passaggio, nelle vicinanze di Kajima nel Fuji, ma ciò nonostante sono in ansia per quello che potrebbe succedere.
Per quanto riguarda la scuola della Vera parola, suppongo che tu possa avere dubbi in proposito. Potrei spiegarti la questione in termini dottrinali, ma sarebbe difficile per te seguirmi. Tuttavia dovresti capire dagli esempi che hai davanti agli occhi!
L’ex imperatore di Oki era l’ottantaduesimo sovrano che regnò più di duemila anni dopo l’imperatore Jimmu; era la manifestazione in forma umana della Dea del Sole. Chi avrebbe mai osato opporsi a un simile sovrano?
Inoltre, dal tempo dell’imperatore Kimmei a quello dell’ex imperatore di Oki, le grandi dottrine e le dottrine segrete del Buddismo, portate dalla Cina, Paekche, Silla e Koguryo˘11 sono state riverite e conservate al Monte Hiei, nel To-ji, nell’Onjo-ji, nei sette maggiori templi di Nara e in altri sparsi in tutto il Giappone. Tutto questo allo scopo di proteggere il paese e salvaguardare la sicurezza del sovrano.
L’ex imperatore di Oki, contrariato dal fatto che Kamakura gli aveva tolto il potere, si rivolse agli alti prelati del Monte Hiei, del To-ji e di altri templi, comandando di eseguire rituali per far morire Yoshitoki. Non per un anno o due, ma per diversi anni, i preti pregarono lanciando i loro incantesimi. Eppure l’amministratore incaricato [Yoshitoki] non se ne accorse minimamente e per parte sua non fece condurre un solo rituale. Forse pensava che, anche facendoli eseguire, non avrebbero sortito alcun effetto. In ogni caso il Figlio del Cielo fu sconfitto in battaglia ed esiliato nell’isola di Oki.
Colui che diventa sovrano del Giappone incarna lo spirito vivente della Dea del Sole; egli diventa re in virtù del potere dei dieci buoni precetti osservati nelle precedenti esistenze. Com’è possibile che venga spodestato da un qualsiasi cittadino del paese? Per esempio, sarebbe come se un figlio innocente odiasse il padre colpevole di qualche mancanza. Anche se il padre ha commesso un grave crimine, permetterebbe mai il cielo che il figlio lo punisca?
Dunque, per quale grave errore l’ex imperatore di Oki dovette subire quest’onta? Unicamente perché egli si era alleato con i preti della Vera parola del Giappone che sono mortali nemici del Sutra del Loto!
Tutti i preti della Vera parola si sottopongono a un rituale segreto di consacrazione12 nel quale dipingono le effigi del Budda Shakyamuni e altri Budda su un fiore di loto a otto petali e li calpestano con i piedi. E poiché coloro che prendevano parte a questa bizzarra cerimonia erano trattati con riverenza dall’ex imperatore di Oki come supervisori dei vari templi, il potere è passato in mano a un suddito comune e la sciagura lo ha colpito in questa esistenza.
Attualmente questa dottrina estremamente malvagia si è diffusa nella regione di Kamakura illudendo i membri del clan reggente e rischiando di portare alla distruzione del Giappone. Si tratta di una questione gravissima e non ne ho discusso nemmeno con i miei discepoli; l’ho ignorata fingendo di non saperne nulla e ho criticato unicamente il Nembutsu e lo Zen. Ma ora, poiché i miei ammonimenti continuano a non essere ascoltati, ho deciso, anche a costo della vita, di parlarne ai miei discepoli.
Quando lo farò, essi saranno più che mai perplessi. [Diranno che], per quanto ammirevole e degno di rispetto sia Nichiren, può mai superare Jikaku e Kobo? Temo che non riuscirò mai a fugare tutti i loro dubbi. Come posso dissiparli?
In una situazione in cui tutti mi odiano, il fatto che tu abbia riposto anche solo un granello di fiducia in me e che oltre tutto abbia fatto tutta questa strada per visitarmi non si può ascrivere unicamente al karma che puoi aver creato in questa esistenza. Sicuramente condividiamo una relazione sin da una vita precedente!
Mi addolora sentire che la tua malattia è diventata così seria. Tuttavia le spade esistono per abbattere i nemici e le medicine esistono per curare le malattie. Il re Ajatashatru assassinò suo padre e diventò nemico del Budda. Ma dopo che il suo corpo si fu ricoperto di fetide piaghe, egli si convertì agli insegnamenti buddisti e abbracciò il Sutra del Loto; così le sue piaghe guarirono ed egli prolungò la sua vita di quarant’anni.
Inoltre il Sutra del Loto afferma di essere «la buona medicina per i mali della gente di Jambudvipa»13. Le persone di questo nostro mondo, il continente di Jambudvipa, sono malate, ma il Sutra del Loto è la loro medicina. Nel tuo caso, essendo già presenti i tre requisiti14, com’è possibile che tu non guarisca? Ma se nutri dubbi, non è in mio potere aiutarti.
Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo.
Per favore fatti leggere più volte questa lettera da Kakujo-bo e Hoki-bo15 e, mi raccomando, ascolta, ascolta bene!
Nichiren
Il dodicesimo giorno del settimo mese
Risposta rispettosamente inviata al prete laico Takahashi Rokuro Hyoe.