Numero: 60
Data: 1275
Luogo: Minobu
Destinatario: Ko, prete laico di

Risposta al prete laico di Ko

Ho ricevuto due sacchetti di alghe nori, dieci mazzi di alghe wakame, un sacchetto di alghe e un po’ di funghi.

La mente umana è incostante; non sta mai ferma e muta in continuazione. Ho trovato meraviglioso che tu abbia preso fede nei miei insegnamenti mentre ero nella provincia di Sado e la tua sincerità1 nell’inviare fin qui tuo marito è ancor più ammirevole. Viviamo in province distanti l’una dall’altra, mesi e anni sono ormai trascorsi ed ero preoccupato che la tua determinazione si fosse affievolita. Invece stai dimostrando sempre più la profondità della tua fede e accumulando buone azioni. Questo non può essere il risultato solo di [aver praticato per] una o due esistenze precedenti.

Poiché il Sutra del Loto è difficile da credere, il Budda per farci prendere fede in esso, diventa un figlio, un genitore o una moglie. Però voi non avete figli e vivete da soli come marito e moglie. Il sutra afferma: «Gli esseri che ci vivono [in questo triplice mondo] sono tutti miei figli»2. Stando così le cose, il Budda Shakyamuni, signore degli insegnamenti, deve essere per voi due un padre compassionevole e io, Nichiren, vostro figlio ma, poiché desidero salvare il popolo del Giappone, per il momento abito nella parte centrale del paese. Le buone cause che avete posto nelle vite passate sono grandi.

Quando i mongoli invaderanno il Giappone, per favore, venite qui. E, dato che non avete figli, per favore considerate l’eventualità di venire a vivere con me quando sarete anziani. Nessun luogo è sicuro. Mantenete la convinzione che la dimora finale è la Buddità.

Rispettosamente,

Nichiren

Il dodicesimo giorno del quarto mese

Risposta al prete laico di Ko

Cenni Storici

Si ritiene che questa lettera sia stata scritta da Minobu nel dodicesimo anno di Bun’ei (1275). Sono soltanto due le lettere destinate al prete laico di Ko e a sua moglie che sono giunte fino a noi, questa e Lettera alla monaca laica di Ko, e sui due coniugi vi sono poche notizie.

Poiché la città dove vivevano era sede del governo della provincia di Sado, il marito era noto come prete laico di Ko, che significa appunto “sede del governo provinciale”. Durante l’esilio a Sado, la coppia aveva sostenuto il Daishonin con molte offerte, contravvenendo alle disposizioni delle autorità locali a rischio della propria vita. Dopo il trasferimento del Daishonin a Minobu il prete laico si era recato a visitarlo. Anche se questa lettera è indirizzata a entrambi, il Daishonin loda in particolare la donna per aver acconsentito a inviare il marito nel lungo e pericoloso viaggio da Sado fino a Minobu, e ciò fa supporre che tale missiva fosse in realtà destinata a lei.


Note
1. Sincerità (giap. kokorozashi): letteralmente significa “direzione del cuore”, e quindi, per estensione, cuore che crede, cuore orientato nella direzione corretta, determinazione, volontà, sincerità, premura, sincera intenzione; sta a indicare anche la sincerità dell’offerta e l’offerta stessa. Nichiren Daishonin usa spesso questa espressione come sinonimo di “fede”.
2. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 120.