Numero: 122
Data: 1278
Luogo: Minobu
Destinatario: Nanjo Tokimitsu

Risposta a Tokimitsu

Ho ricevuto il carico di grano raffinato e zenzero che mi hai inviato.

Nella sua esistenza secolare, Aniruddha, il figlio del re Dronodana, era un discendente del re che mette in moto la ruota, il vero sovrano dell’India; suo nonno era il re Simhahanu, suo zio il re Shuddhodana e suo padre il re Dronodana. Era una persona di nobile stirpe famosa in tutto il paese; la sua casa era quotidianamente visitata da dodicimila persone di cui seimila venivano per chiedere prestiti e altre seimila per restituire ciò che dovevano. Oltre a essere così ricco, divenne il primo nell’intuizione divina e nel Sutra del Loto ricevette dal Budda la predizione che sarebbe diventato il Tathagata Splendore Universale1.

Se esaminiamo i grandi atti di bontà da lui compiuti nelle esistenze passate, scopriamo che molto tempo fa c’era un cacciatore che si manteneva catturando gli animali nelle montagne2. Coltivava anche del miglio per nutrirsi, ma, dato che era un’epoca di carestia, non aveva quasi niente da mangiare. Mentre stava mangiando quell’unica ciotola di miglio che costituiva tutto il suo pasto, apparve un santo, un pratyekabuddha di nome Rida, e gliela chiese in elemosina con queste parole: «Non mangio da sette giorni. Dammi il tuo cibo». Il cacciatore replicò: «Ma sta nel recipiente sporco di una persona del volgo e l’ho contaminato cominciando a mangiarlo». Ed egli rispose: «Dammelo lo stesso, se non mangio adesso, morirò». Così il cacciatore, pur vergognandosi della sua indegnità, gli diede il cibo. Dopo aver mangiato il miglio, il santo restituì la ciotola al cacciatore, lasciandovi un unico granello di miglio che si trasformò in un cinghiale. Il cinghiale si trasformò in oro e l’oro in un cadavere. Il cadavere a sua volta si trasformò in un uomo fatto d’oro. Ogni volta che il cacciatore staccava un dito all’uomo d’oro e lo vendeva, ne appariva uno nuovo al suo posto. Per novantuno kalpa il cacciatore rinacque come uomo ricco e, nella presente esistenza, fu chiamato Aniruddha e divenne un discepolo del Budda. Anche se si trattava di una misera quantità di miglio, poiché sostenne la vita di un sapiente in un paese ridotto alla fame, egli ricevette una meravigliosa ricompensa.

Il Venerabile Mahakashyapa era il più illustre tra i discepoli del Budda. Per quanto riguarda la sua discendenza, era figlio del ricco Nyagrodha del regno di Magadha. Il pavimento della sua casa era coperto da mille stuoie di paglia, ognuna spessa sette piedi; anche quelle di qualità inferiore valevano migliaia di ryo d’oro ciascuna. Possedeva novecentonovantanove aratri, ognuno del valore di mille ryo d’oro, e sessanta magazzini, ognuno dei quali conteneva trecentoquaranta koku d’oro. Tale era l’immensità della sua ricchezza. Sua moglie aveva un corpo dal colore dorato che emanava luce a una distanza di sedici ri. La sua bellezza sorpassava perfino quella della signora giapponese Soto’ori Hime e della signora cinese Li. Marito e moglie concepirono il desiderio di ricercare la via e divennero discepoli del Budda. Nel Sutra del Loto è predetto che il marito sarebbe diventato il Tathagata Fulgida Luce3. Se indaghiamo sulle passate esistenze di queste due persone, troviamo che una era rinata come Venerabile Mahakashyapa per aver offerto una ciotola di grano a un pratyekabuddha, mentre l’altra era una povera donna che chiese a uno scultore di immagini buddiste [Mahakashyapa in una precedente esistenza] di trasformare una sua moneta d’oro nel rivestimento dorato per una statua del Budda Vipashyin4, e che in seguito era diventata la moglie di questa persona5.

Io, Nichiren, non sono un santo, ma mi sono fatto una reputazione come difensore del Sutra del Loto. Per questo, non solo sono stato odiato e perseguitato dal sovrano del paese, ma i miei discepoli e anche coloro che mi hanno fatto visita sono stati insultati, picchiati, hanno subìto la confisca dei loro feudi o sono stati allontanati dalle loro dimore. Poiché vivono sotto un simile sovrano, anche le persone che lo desiderano sinceramente6 non vengono a visitarmi. Era così già da qualche tempo, ma quest’anno in particolare, a causa delle epidemie e della carestia, le visite sono state davvero pochissime.

Proprio mentre stavo pensando che, anche se non mi fossi ammalato, sarei sicuramente morto di fame, è arrivato il grano che tu hai mandato. È più meraviglioso dell’oro e più prezioso dei gioielli. Il miglio di Rida si trasformò in un uomo d’oro. Come potrebbe allora il grano di Tokimitsu non trasformarsi nei caratteri del Sutra del Loto? Questi caratteri del Sutra del Loto diventeranno il Budda Shakyamuni e poi un paio d’ali per il tuo defunto padre, che lo porteranno in volo fino alla pura terra del Picco dell’Aquila. Al ritorno, ricopriranno il tuo corpo e ti guideranno.

Con profondo rispetto,

Nichiren

L’ottavo giorno del settimo mese del primo anno di Koan (1278)

Risposta a Ueno

Cenni Storici

Nichiren Daishonin scrisse questa lettera a Nanjo Tokimitsu nel 1278, da Minobu, ringraziandolo per un’offerta di frumento e zenzero. Dalle numerose lettere a lui destinate, risulta che Tokimitsu inviasse ogni mese offerte al Daishonin.

Durante quel periodo il Giappone era stato devastato da epidemie e carestie, descritte dal Daishonin in diverse occasioni, come nella lettera a Shijo Kingo del decimo mese intercalare: «Vivo in questa sperduta foresta di montagna. Quest’anno è stato particolarmente difficile per le epidemie e la carestia in primavera e in estate, che sono peggiorate in autunno e in inverno» (p. 845).

Lodando i doni di Tokimitsu, il Daishonin cita qui gli esempi di Aniruddha e Mahakashyapa, due dei dieci maggiori discepoli di Shakyamuni, e della moglie di Mahakashyapa, per illustrare quanto siano preziose le offerte sincere, soprattutto in tempo di carestia e di epidemie dilaganti.


Note
1. La profezia compare nel capitolo “Predizione dell’illuminazione a cinquecento discepoli” (vedi Il Sutra del Loto, cap. 8, p. 215).
2. Una versione leggermente diversa di questa storia è narrata nel Sutra del Deposito di vari tesori.
3. Vedi Il Sutra del Loto, cap. 6, p. 165.
4. Vipashyin: primo dei sette Budda del passato (Shakyamuni e i sei Budda che si dice lo abbiano preceduto). I sette Budda vengono trattati nel Sutra Agama lungo.
5. La storia delle azioni meritorie compiute da Mahakashyapa e sua moglie nelle esistenze precedenti compare in Parole e frasi del Sutra del Loto.
6. «Che lo desiderano sinceramente»: lett. “che hanno kokorozashi”; kokorozashi significa “direzione del cuore”, e quindi, per estensione, cuore che crede, cuore orientato nella direzione corretta, determinazione, volontà, sincerità, premura, sincera intenzione; sta a indicare anche la sincerità dell’offerta e l’offerta stessa. Nichiren Daishonin usa spesso questa espressione come sinonimo di “fede”.