Ho ricevuto il rotolo dell’intero Sutra del Loto della Legge meravigliosa che hai copiato in caratteri piccoli, insieme a due abiti trapuntati, dieci kan di monete e cento ventagli pieghevoli, come offerta per la consacrazione del rotolo.
Nel primo volume di Parole e frasi del Sutra del Loto troviamo un passo che dice: «La parola “questo”, [di “Questo è ciò che io ho udito”], indica l’essenza di una dottrina udita predicare dal Budda», e il primo volume di Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto” dice: «Se “questo” non è l’insegnamento che supera gli otto insegnamenti, come può essere considerato l’insegnamento di questo sutra [del Loto]?».
Il Sutra della Ghirlanda di fiori inizia così: «Il Sutra della Ghirlanda di fiori del grande e vasto Budda: questo è ciò che io ho udito». Il Sutra della Saggezza inizia così: «Il Sutra della Grande perfezione della saggezza: questo è ciò che io ho udito» e il Sutra di Mahavairochana così: «Il Sutra della Protezione attraverso i poteri sovrannaturali di Mahavairochana: questo è ciò che io ho udito». In questi sutra e in tutti gli altri, che cosa indica «questo»? Indica il titolo di ciascun sutra. Quando il Budda esponeva un sutra, gli dava anche un titolo che ne rivelava il principio fondamentale. Dopo la morte del Budda, quando Ananda, Manjushri e Vajrasattva compilarono la raccolta degli insegnamenti del Budda, prima enunciarono il titolo e poi dissero: «Questo è ciò che io ho udito».
L’essenza di ciascun sutra è contenuta nel titolo. Per esempio, l’India è un paese formato da settanta stati i cui confini si estendono per novantamila ri; eppure le persone, gli animali, le piante, le montagne, i fiumi e la terra delimitati da quei confini sono tutti inclusi nella singola parola India. Come tutte le cose che esistono nei quattro continenti sono, senza eccezione, riflesse sulla faccia della luna, allo stesso modo gli insegnamenti di un sutra sono tutti racchiusi nel suo titolo.
I titoli dei sutra Agama per esempio, spiegano il principio fondamentale di questi sutra, l’impermanenza di tutte le cose. Questi titoli sono cento, mille, diecimila volte superiori ai due caratteri contenuti nei titoli delle scritture non buddiste, che significano esistenza e non esistenza. I seguaci delle novantacinque scuole non buddiste, ascoltando i titoli dei sutra Agama, abbandonarono le loro opinioni errate e si convertirono alla verità dell’impermanenza.
Coloro che ascoltano i titoli dei sutra della Saggezza comprendono i tre insegnamenti: che tutte le cose sono di per sé non sostanziali1, che la Via di mezzo è indipendente dalla vacuità e dall’esistenza temporanea2 e che tuttavia è inseparabile da esse3. Chi ascolta il titolo del Sutra della Ghirlanda di fiori, afferra o uno o l’altro degli ultimi due princìpi.
Coloro che ascoltano i titoli dei sutra di Mahavairochana, Corretti ed Equi e della Saggezza, comprendono che, sottoposte ad analisi, tutte le cose stesse sono prive di sostanza4ovvero che tutte le cose sono di per sé non sostanziali; che la vacuità è indipendente dalla Via di mezzo e dall’esistenza temporanea5 o che è inseparabile da esse6; che la Via di mezzo è indipendente dalla vacuità e dall’esistenza temporanea, o che è inscindibilmente unita a esse. Tuttavia, coloro che ascoltano i titoli di questi sutra provvisori non sono in grado di realizzare il beneficio della perfetta illuminazione che sorge dagli insegnamenti del mutuo possesso dei Dieci mondi, dei cento mondi, dei mille fattori e dei tremila regni.
Salvo il Sutra del Loto, nessun sutra espone questa dottrina fondamentale e perciò i loro seguaci sono come persone comuni allo stadio di essere Budda solo in teoria. E i Budda e bodhisattva che compaiono in quei sutra non raggiungono lo stadio di coloro che ascoltano il nome e le parole della verità nella pratica del Sutra del Loto e tantomeno quello della percezione e dell’azione, visto che non recitano nemmeno il titolo del Sutra del Loto. Questo è il motivo per cui il Gran Maestro Miao-lo dichiara in Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”: «Se “questo” non è l’insegnamento che supera gli otto insegnamenti, come può essere considerato l’insegnamento di questo sutra [del Loto]?». I titoli degli altri sutra rientrano negli otto insegnamenti. Questi titoli sono come le maglie di una rete da pesca, mentre il titolo del Sutra del Loto è come la corda principale della rete che raccoglie le maglie degli otto insegnamenti. Coloro i quali recitano Myoho-renge-kyo [il titolo del Sutra del Loto], anche senza capirne il significato, comprendono non solo il cuore del Sutra del Loto, ma anche la “corda principale” o principio essenziale di tutti gli insegnamenti della vita del Budda.
Un principe ereditario di soli uno, due o tre anni, quando salirà al trono, regnerà sull’impero, sarà obbedito dal reggente e dai ministri, anche se al momento non è consapevole. Un neonato cresce naturalmente nutrendosi del latte della madre, anche se non sa fare distinzioni. Al contrario, un ministro arrogante come Chao Kao [della dinastia Ch’in], che disprezza un giovane principe ereditario, causerà la propria rovina. Gli studiosi degli altri sutra e delle altre scuole che disprezzano il principe che recita solo il titolo del Sutra del Loto alla fine saranno causa della propria rovina come Chao Kao e cadranno nell’inferno della sofferenza incessante. Tuttavia, se un devoto del Sutra del Loto che ne recita il titolo senza capirne il significato si lascia intimidire dai sapienti delle altre scuole e abbandona la fede, allora è come il giovane imperatore fantoccio Hu Hai che [sostituì il principe ereditario, ma] si fece intimidire e venne ucciso da Chao Kao.
Nam-myoho-renge-kyo non solo è il cuore di tutti gli insegnamenti della vita del Budda, ma è anche il cuore, l’essenza e il principio fondamentale del Sutra del Loto. Eppure, per quanto meraviglioso sia questo insegnamento, nessuno negli oltre duemiladuecentoventi anni dalla morte del Budda l’ha mai propagato. Non lo propagarono i ventiquattro successori del Budda in India e neppure T’ien-t’ai e Miao-lo in Cina, né il principe Shotoku o il Gran Maestro Dengyo in Giappone. Di conseguenza, quando io, un prete insignificante, lo esposi, la gente rifiutò di credervi pensando che fosse un falso insegnamento. Ciò è perfettamente comprensibile. Per esempio, se un umile soldato avesse dichiarato di aver sedotto la bella dama di corte Wang Chao-chün, nessuno l’avrebbe creduto. Analogamente, la gente non può credere che un umile prete come me possa esporre Nam-myoho-renge-kyo, il cuore del Sutra del Loto, che non fu propagato neppure da T’ien-t’ai e Dengyo che erano autorevoli quanto i ministri o i nobili di corte.
Forse non sai che il corvo, il più disprezzato tra gli uccelli, può riconoscere i presagi degli eventi buoni o cattivi che accadranno durante l’anno, cosa che l’aquila e il falco non sanno fare. Il serpente non può competere con un drago o un elefante, ma può prevedere l’arrivo di un’alluvione con sette giorni di anticipo. Anche se Nagarjuna e T’ien-t’ai non avessero conosciuto l’insegnamento che io propago, dal momento che esso è chiaramente esposto nel sutra, non se ne dovrebbe dubitare. Se qualcuno disprezza me, Nichiren, e non recita Nam-myoho-renge-kyo, è come un neonato che dubita del latte e rifiuta il seno materno, o come un malato che non si fida del medico e rifiuta la medicina che gli è stata prescritta. Nagarjuna e Vasubandhu conoscevano questo insegnamento, ma non lo propagarono forse perché sapevano che non era il tempo giusto e le persone della loro epoca non avevano la capacità di comprenderlo. Gli altri, molto probabilmente, non lo propagarono perché lo ignoravano. Il Buddismo si propaga in accordo con il tempo e la capacità della gente. Sebbene possa non esser degno di questo insegnamento, lo espongo perché il tempo è giusto.
I nostri contemporanei considerano i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo solo come un titolo, ma sbagliano: quei cinque caratteri sono l’essenza, cioè il cuore del Sutra del Loto. Chang-an dichiara: «Dunque [la spiegazione di T’ien-t’ai del titolo ne] la prefazione chiarisce il significato profondo del sutra e il significato profondo è il cuore del testo»7. Secondo questo commento, Myoho-renge-kyo non è né il testo, né il suo significato, ma è il cuore dell’intero sutra. Coloro che cercano il cuore del sutra separatamente dal suo titolo sono sciocchi come la tartaruga che cercò il fegato della scimmia fuori della scimmia8, o come la scimmia che lasciò la foresta per andare a cercare frutta sulla spiaggia.
Nichiren
Il ventottesimo giorno dell’undicesimo mese del terzo anno di Kenji (1277), segno ciclico hinoto-ushi
Al prete laico Soya Jiro9