Numero: 125
Data: 1278
Luogo: Minobu
Destinatario: Shijo Kingo

Più lontana la sorgente, più lungo il corso del fiume

Ho ricevuto il kan di monete e ho riferito rispettosamente al cospetto del Sutra del Loto che è un’offerta di Yorimoto1. Da lontano, il Budda Shakyamuni, signore degli insegnamenti, il Budda Molti Tesori e i Budda delle dieci direzioni e, da vicino, gli dèi del sole e della luna nei loro palazzi celesti veglieranno su di te.

Chi eccelle in questo mondo suscita la gelosia e l’invidia di tutti, persino di coloro che sono ritenuti santi o saggi. Tremila dame di corte erano gelose di Wang Chao-chün, la favorita dell’imperatore della prima dinastia Han. Tutte le mogli di Shakra, in numero di novantanove milioni di nayuta, invidiavano Kaushika2. Il ministro Fujiwara no Saneyori era invidioso del principe Kaneakira e Fujiwara no Tokihira, geloso di Sugawara no Michizane, lo calunniò presso l’imperatore e lo fece esiliare3.

Rifletti sulla tua situazione alla luce di questi esempi. I domini del [tuo signore], il prete laico Ema erano vasti, ma ora si sono ridotti; egli ha molti figli e anche un gran numero di persone al suo servizio da lungo tempo. Come i pesci si agitano quando l’acqua dello stagno diminuisce e come gli uccelli si contendono i rami degli alberi quando iniziano a soffiare i venti autunnali, così la gente del clan sarà invidiosa di te. Per di più, poiché varie volte hai disubbidito agli ordini del tuo signore e sei andato contro i suoi desideri, chissà quante calunnie sono state dette su di te! Tuttavia, dopo averti più volte privato del tuo feudo, mi dici che ora ti ha di nuovo assegnato delle terre. È straordinario! Questo precisamente vuol dire «virtù invisibili portano ricompense visibili». Ciò deve essere accaduto a causa della tua profonda sincerità nel cercare di condurre il tuo signore alla fede nel Sutra del Loto.

Il re Ajatashatru era nemico del ­Budda, ma prese fede nel Sutra del Loto grazie alle esortazioni del suo ministro Jivaka, potendo così prolungare la sua vita e continuare a regnare. Il re Ornamento Meraviglioso cambiò le sue opinioni errate grazie alle esortazioni dei suoi due figli4. Lo stesso è accaduto a te: il cuore di Ema deve essersi ammorbidito a causa delle tue esortazioni. Questo è avvenuto unicamente per la tua profonda fede nel Sutra del Loto.

Più profonde sono le radici, più rigogliosi crescono i rami; più lontana è la sorgente, più lungo è il corso del fiume. Tutti gli altri sutra hanno radici poco profonde e corsi brevi, mentre il Sutra del Loto ha radici profonde e una sorgente lontana. Per questo il Gran Maestro T’ien-t’ai affermò che il Sutra del Loto sarebbe sopravvissuto e si sarebbe diffuso anche nella malvagia ultima epoca.

Molti hanno preso fede in questo insegnamento, ma quando le persecuzioni del governo e di altri si sono abbattute una dopo l’altra su di me, per un anno o due mi hanno seguito, poi hanno abbandonato la fede o si sono rivoltati contro il Sutra del Loto. Alcuni non hanno ceduto nella pratica, ma lo hanno fatto nel cuore, altri non hanno ceduto nel cuore, ma lo hanno fatto nella pratica.

Il Budda Shakyamuni, erede del re Shuddhodana, era un grande sovrano che regnava sugli 84.210 paesi di Jambudvipa. Tutti i re di questa terra si inchinavano dinanzi a lui e centomila milioni di persone lo servivano. Nonostante ciò lasciò il palazzo del re Shuddhodana all’età di diciannove anni e si ritirò sul monte Dandaka, per dodici anni. A quel tempo era accompagnato da cinque uomini5: Ajnata Kaundinya, Ashvajit, Bhadrika, Dashabala Kashyapa e il principe Kolita. Di questi cinque, però, due lo lasciarono durante il sesto anno e gli altri tre nei successivi sei anni. Rimasto solo, Shakyamuni [continuò la sua pratica e] divenne il Budda.

Il Sutra del Loto è ancora più difficile da credere di Shakyamuni e per questo il sutra afferma che è «il più difficile da credere e il più difficile da comprendere»6. Inoltre nell’Ultimo giorno della Legge le persecuzioni sono più frequenti e intense che durante la vita del Budda Shakyamuni. Ma il sutra afferma che un devoto che persevera nonostante le avversità otterrà benefici più grandi di quelli ottenuti facendo offerte al Budda per la durata di un intero kalpa.

Ora sono passati 2.230 anni dalla morte del Budda. Coloro che propagarono il Buddismo in India per più di mille anni dopo la sua morte sono tutti noti dalle biografie; i nomi di coloro che lo propagarono per più di mille anni in Cina e settecento in Giappone sono anch’essi chiaramente elencati. Tuttavia, solo pochi di loro incontrarono persecuzioni gravi come quelle del Budda. Benché affermassero di essere santi o saggi, nessuno di loro ha mai verificato la predizione del sutra: «E poiché odio e gelosia nei confronti di questo sutra abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo, quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?»7. Il Bodhisattva Nagarjuna, T’ien-t’ai e Dengyo incontrarono difficoltà a causa del Buddismo, ma non paragonabili a quelle descritte dal Budda nel sutra. Il motivo è che nacquero prima del tempo in cui doveva essere propagato il Sutra del Loto.

Adesso siamo ormai entrati nell’«ultimo periodo di cinquecento anni», l’inizio dell’Ultimo giorno della Legge. È come il sole al solstizio d’estate, il quindicesimo giorno del quinto mese, o la luna del raccolto, il quindicesimo giorno dell’ottavo mese. T’ien-t’ai e Dengyo nacquero troppo presto, quelli che nasceranno dopo rimpiangeranno di essere arrivati troppo tardi.

Le grandi armate del nemico8 sono già state sconfitte, le altre non sono degne di nota. Ora è proprio il tempo predetto dal Budda: «l’ultimo periodo di cinquecento anni», l’inizio dell’Ultimo giorno della Legge e l’epoca indicata nel passo «quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?». Se le parole del Budda non sono false, deve essere apparso un santo nella terra di Jambudvipa. Secondo i sutra, scoppierà la più grande guerra mai vista al mondo a indicare l’avvento di questo santo e, poiché la guerra9 è già scoppiata, anche il santo è già apparso in Jambudvipa. L’apparizione dell’animale leggendario chiamato ch’i-lin annunciò ai cinesi della sua epoca che Confucio era un santo, e non c’è dubbio che il risuonare del santuario di un villaggio annunci l’avvento di un santo. Quando il Budda fece il suo avvento in questo mondo, la crescita degli alberi di sandalo informò i suoi contemporanei che era un santo e Lao Tzu fu riconosciuto come santo perché alla nascita sulla pianta di un piede era impresso il carattere cinese “due” e sull’altra il carattere “cinque”10.

Come si può riconoscere il santo del Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge? Nel sutra si legge: «La persona che può insegnare questo sutra, la persona che può abbracciare questo sutra, è l’inviato del Budda»11. In altre parole chi abbraccia gli otto volumi, un solo volume, capitolo o verso del Sutra del Loto, o chi recita il daimoku, è l’inviato del Tathagata. Inoltre chi persevera di fronte a grandi persecuzioni e abbraccia il sutra dall’inizio alla fine è l’inviato del Tathagata.

Dato che sono un uomo comune forse la mia mente non sarà quella di un inviato del Tathagata, ma poiché sono incorso nell’odio dei tre potenti nemici e sono stato esiliato due volte, sono come l’inviato del Tathagata. La mia mente è impregnata dai tre veleni e il mio corpo è quello di un uomo comune, ma poiché la mia bocca recita Nam-myoho-renge-kyo, sono come l’inviato del Tathagata. Cercando un esempio nel passato, sono paragonabile al Bodhisattva Mai Sprezzante. Guardando al presente, senza dubbio sono stato colpito «con spade e bastoni, o con tegole e pietre»12. Nel futuro, raggiungerò sicuramente il luogo dell’illuminazione e coloro che mi hanno sostenuto dimoreranno con me nella pura terra del Picco dell’Aquila. Vorrei dirti molte altre cose, ma devo fermarmi qui e lascio a te le conclusioni.

Il nostro novizio malato è guarito. Ne sono molto felice. Acharya Daishin13 è morto esattamente come tu avevi previsto. Qui tutti ti lodano dicendo che anche un Jivaka dell’Ultimo giorno non potrebbe reggere il paragone con te. Anch’io lo penso. Ci siamo detti che anche le tue previsioni su Sammi-bo e Soshiro14 si sono realizzate perfettamente, con la stessa precisione con cui combaciano le due parti di un tagliando15. Affido a te la mia vita e non consulterò nessun altro medico.

Nichiren

Il quindicesimo giorno del nono mese del primo anno di Koan (1278), segno ciclico tsuchinoe-tora

A Shijo Kingo

Cenni Storici

Questa lettera fu scritta da Minobu nel nono mese del 1278, per Shijo Kingo, un fedele seguace del Daishonin molto abile nella medicina e nelle arti marziali.

Nella lettera il Daishonin scrive: «Tuttavia, dopo averti più volte privato del tuo feudo, mi dici che ora [il signore di Ema] ti ha di nuovo assegnato delle terre». Mentre in un’altra lettera inviata a Kingo nel mese successivo affermerà: «Dunque il tuo signore ti ha affidato nuovi feudi? È una cosa così straordinaria che mi chiedo se non stia sognando» (p. 839). È quindi ragionevole supporre che Shijo Kingo gli avesse riferito la notizia in modo non ancora ufficiale e che, per questo, il Daishonin esprimesse il suo entusiasmo senza riserve solo nella lettera successiva.

Il signore di Ema aveva contrastato per molti anni la fede di Shijo Kingo e, istigato dalle calunnie di alcuni colleghi invidiosi, era arrivato a intimargli di abbandonare la fede negli insegnamenti del Daishonin, se non voleva finire a prestare servizio in una provincia assai remota. Nel 1277, tuttavia, Ema si ammalò e Shijo Kingo riuscì a curarlo. Il signore di Ema rinnovò così la sua fiducia in lui e l’anno successivo gli accordò un feudo ancora più grande del precedente.

Felice per la vittoria del suo discepolo, Nichiren Daishonin dichiara qui che le virtù invisibili portano una ricompensa visibile, intendendo che la fede sincera di Kingo e gli sforzi per convertire il suo signore avevano finalmente portato i loro frutti. Descrive poi meriti e benefici del Sutra del Loto con le parole che hanno dato il titolo a questo scritto: «Più lontana è la sorgente, più lungo è il corso del fiume» e dichiara: «Nel futuro, raggiungerò sicuramente il luogo dell’illuminazione e coloro che mi hanno sostenuto dimoreranno con me nella pura terra del Picco dell’Aquila».


Note
1. Yorimoto: nome di Shijo Kingo. Il suo nome e titolo completo è Shijo Nakatsukasa Saburo Saemon-no-jo Yorimoto. Kingo indica la carica ufficiale di Saemon-no-jo.
2. Kaushika: nome di Shakra all’epoca in cui, secondo il Trattato sulla grande perfezione della saggezza, era un brahmano, ma in questo contesto sembrerebbe indicare sua moglie.
3. Fujiwara no Saneyori (900-970): funzionario di corte che, deluso per la mancata nomina del figlio Yoritada a ministro della sinistra, portò rancore a Kaneakira, figlio del sessantesimo imperatore Daigo, che aveva ottenuto la carica. Sebbene Fujiwara no Tokihira (871-909) fosse ministro della sinistra e superiore di grado al ministro della destra, divenne geloso di un altro consigliere dell’imperatore Uda, Sugawara no Michizane (845-903), quando questi fu nominato ministro della destra per la sua grande cultura e il suo nobile carattere. Tokihira lo denunciò con false accuse all’imperatore e lo fece esiliare nella più remota zona occidentale del Giappone dove Michizane morì di dolore. Dopo la morte, Michizane fu divinizzato e gli venne dedicato un santuario a Kyoto, il Kitano. Tutti i personaggi giapponesi di cui si parla in questa lettera vengono indicati nel testo originale giapponese con il loro titolo, tranne Michizane che è chiamato con il suo titolo postumo.
4. Riferimento al ventisettesimo capitolo del Sutra del Loto, “Re Ornamento Meraviglioso”. I due figli sono Puro Forziere (nella traduzione italiana del Sutra del Loto è chiamato “Puro Tesoro”) e Puro Occhio.
5. I cinque uomini sono noti come i Cinque asceti. Il principe Kolita è più conosciuto come Mahanama.
6. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 235.
7. Ibidem.
8. Le grandi armate del nemico: le dottrine delle influenti scuole dell’epoca – della Vera parola, Nembutsu, Zen e dei Precetti – refutate dal Daishonin sulla base del Sutra del Loto.
9. Riferimento alla grande campagna di conquiste intrapresa dall’impero mongolo. Gengis Khan aveva già invaso o sottomesso gran parte del continente eurasiatico; nel 1274 e nel 1281 il nipote Khubilai Khan sferrò due massicci attacchi navali contro il Giappone, ma non riuscì a sottometterlo.
10. Secondo un’antica leggenda cinese menzionata in Cronache dello storico, un santo presenta alla nascita la pianta di un piede segnata dal carattere “due” e l’altra dal carattere “cinque”.
11. Questa frase in realtà è una sintesi di frasi tratte da tre diversi capitoli del Sutra del Loto: il sutra afferma che se «qualcuno predicherà questo sutra» (Il Sutra del Loto, cap. 11, p. 255) o «sarà in grado di sostenere questo sutra» (Il Sutra del Loto, cap. 17, p. 332) è «l’inviato del Tathagata» (Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 232).
12. Vedi Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 239.
13. Daishin era un discepolo di Nichiren Daishonin, originario della provincia di Shimosa. Si ritiene che fosse imparentato con la famiglia Soya. Insegnò ai credenti di Kamakura e li guidò durante l’esilio del Daishonin a Sado.
14. Soshiro: probabilmente un seguace del Daishonin che in seguito si schierò contro di lui.
15. Tagliando: si trattava di una tavoletta di legno usata come ricevuta sulla quale veniva apposto un segno di riconoscimento e poi veniva spezzata. Per attestarne l’autenticità, le due metà, in possesso di persone diverse, dovevano combaciare.