Numero: 131
Data: 1279
Luogo: Minobu
Destinatario: Nanjo Tokimitsu

Persecuzione con spade e bastoni

Fra le varie persecuzioni subite da Nichiren, le più gravi sono state quella di Tojo1 e quella di Tatsunokuchi2, il luogo della decapitazione, perché in nessun’altra persecuzione si è attentato direttamente alla sua vita. In confronto, che sia stato insultato, denunciato, cacciato, accusato ingiustamente e colpito in viso, sono fatti irrilevanti. Io, Nichiren, sono la sola persona in Giappone che sia stata ingiuriata nel corpo e nello spirito [a causa del Sutra del Loto]. Chiunque altro sia stato offeso non lo è stato a causa del Sutra del Loto. Non potrò mai dimenticare un episodio in particolare, quando Sho-bo3afferrò il rotolo del quinto volume del Sutra del Lotoe me lo sbatté sul viso. Il suo attacco è stato causato dai tre veleni.

Viveva una volta in India una donna gelosa4che, per odio verso il marito, distrusse tutto ciò che c’era in casa. La rabbia furibonda le alterò i tratti del volto: i suoi occhi ardevano come il sole e la luna e la sua bocca pareva vomitare fiamme. Somigliava a un demone rosso o a un demone blu5. Essa afferrò il quinto volume del Sutra del Loto che il marito recitava da alcuni anni, e lo calpestò furiosamente con entrambi i piedi. Quando poi morì, cadde nell’inferno, ma i suoi piedi non vi entrarono. Per quanto i guardiani dell’infernoli colpissero con mazze di ferro, i piedi rimasero fuori, come beneficio della relazione inversa formata calpestando il Sutra del Loto. Sho-bo, colpendomi al viso con il quinto volume del Sutra del Loto perché mi odiava, avrà anch’egli formato una relazione inversa.

Quell’episodio avvenne in India, questo in Giappone; quello fu commesso da una donna, questo da un uomo; quello con i piedi, questo con le mani; quello per ­gelosia, questo a causa del Sutra del Loto, ma comunque in entrambi i casi fu commesso con il quinto volume del sutra. Se i piedi della donna non entrarono nell’inferno, perché le mani di Sho-bo dovrebbero entrare nell’inferno di incessante sofferenza? Tuttavia, la donna odiava il marito, non odiava il Sutra del Loto, mentre Sho-bo odiava sia il Sutra del Loto sia Nichiren. Perciò tutto il suo corpo entrerà nell’inferno d’incessante sofferenza. Il sutra dice: «Allorché la sua vita giungerà al termine egli cadrà nell’inferno Avichi»6, non dice che le sue mani saranno risparmiate. Che compassione mi fa! Ma un giorno egli incontrerà di nuovo Nichiren e sarà in grado di ottenere il frutto della Buddità, come i quattro tipi di credenti arroganti che perseguitarono il Bodhisattva Mai Sprezzante7.

Il quinto volume contiene il cuore di tutto il Sutra del Loto poiché rivela che la figlia del re drago conseguì la Buddità nella sua forma presente. Devadatta rappresenta l’aspetto spirituale dell’illuminazione, la figlia del re drago l’aspetto fisico. Il principio del conseguimento della Buddità nella propria forma presente non appare in nessun altro degli insegnamenti predicati durante tutta la vita del Budda. Il Gran Maestro Dengyo enumerò dieci princìpi fondamentali per i quali il Sutra del Loto supera tutti gli altri sutra8. Uno di essi è la “superiorità nel condurre le persone al conseguimento della Buddità nella loro forma presente”. Questa è la dottrina più importante della scuola Tendai, e una sezione di Parole e frasi del Sutra del Loto è dedicata al principio del conseguimento della Buddità nella propria forma presente. Questo è anche un punto di controversia fra le scuole della Vera parola e Tendai. La figlia del re drago conseguì la Buddità grazie al potere del Sutra del Loto. Il Bodhisattva Manjushri disse: «Ho sempre esposto solo il Sutra del Loto della Legge meravigliosa»9. Le parole «sempre» e «solo» sono le più importanti di questa frase. Nel Trattato sulla mente che aspira all’illuminazione si legge: «Solo negli insegnamenti della Vera parola [si può conseguire la Buddità nella propria forma presente]». Quale dei due “solo” è vero? La parola “solo” nel trattato dev’essere un errore10. Il Sutra degli Innumerevoli significati afferma: «In questi quarant’anni e più non ho ancora rivelato la verità». Nel Sutra del Loto si legge: «L’Onorato dal Mondo ha esposto a lungo le sue dottrine e adesso deve rivelare la verità»11. Il Budda Molti Tesori, dicendo: «Tutto ciò che hai esposto è la verità!»12, confermò che solo il Sutra del Loto permette di conseguire la Buddità nella forma presente. Anche se i sutra predicati prima del Sutra del Loto garantiscono con certezza il conseguimento della Buddità e i seguaci degli insegnamenti provvisori insistono, con eccessiva enfasi, che è proprio così, refutare tali affermazioni è facile come frantumare mille vasi di terracotta con un unico martello. Questo è il significato dell’affermazione: «Il Sutra del Loto è l’insegnamento di shakubuku, la confutazione delle dottrine provvisorie»13. Il Sutra del Loto è il più profondo e segreto insegnamento.

Fin dal tempo di Jikaku i maestri della scuola Tendai hanno interpretato i passi delle tre principali opere Il significato profondo del Sutra del Loto, Parole e frasi e Grande concentrazione e visione profonda, spiegandoli in vari modi. Ma oggi per noi le loro spiegazioni, pur essendo ragionevoli, sono inutili come il calendario dell’anno scorso e il pasto di ieri. Non dovete prestare attenzione a chiunque sostenga che nel primo periodo di cinquecento anni dell’Ultimo giorno della Legge esiste una strada per l’illuminazione diversa dal daimoku del Sutra del Loto, anche se questo fosse l’insegnamento del Budda e tantomeno se si tratta solo dell’opinione di qualche maestro. Il capitolo “Devadatta” del Sutra del Loto rivela che Devadatta fu il maestro del Tathagata Shakyamuni in un’esistenza passata. Colui che fu maestro adesso è discepolo e colui che ora è discepolo fu maestro nel passato. Esaminando questo capitolo, io, Nichiren, ho compreso che con l’inseparabilità di passato e presente e di colui che insegna da colui che impara14 esso rivela il profondo significato del Sutra del Loto. Quindi il compassionevole Tathagata Shakyamuni divenne il maestro del perfido Devadatta e il saggio Manjushri divenne maestro dell’ignorante figlia del re drago. Di certo io non posso essere inferiore a Manjushri o al Tathagata Shakyamuni. Gli uomini giapponesi sono come Devadatta, le donne sono simili alla figlia del re drago: essi conseguiranno la Buddità attraverso il Sutra del Loto, sia che vi si oppongano sia che vi aderiscano. Questo è il messaggio del capitolo “Devadatta”.

Passiamo ora al capitolo “Esortazione alla devozione”. Solo io, Nichiren, ho letto la strofa di venti versiche ottocentomila milioni di nayuta di bodhisattva pronunciarono all’unisono. Dalla morte del Budda, chi altri nei tre paesi, India, Cina e Giappone, ha mai letto questa strofa come ho fatto io? Nessuno sostiene di averli letti, né credo che qualcuno l’abbia mai fatto. «Ci saranno molte persone ignoranti che ci […] attaccheranno con spade e bastoni»15. Forse altri sono stati colpiti con bastoni, non ho mai sentito di qualcuno che sia stato ferito di spada.

Il Bodhisattva Mai Sprezzante fu colpito con bastoni, com’è scritto nel sutra: «Lo colpirono con mazze e bastoni, sassi e mattoni», ma non fu perseguitato con la spada. Anche T’ien-t’ai, Dengyo e altri, in accordo con le parole «spade e bastoni non lo toccheranno»16, sfuggirono a queste persecuzioni. Nichiren ha incontrato sia spade che bastoni. Come ho detto prima, sono stato attaccato con le spade a Matsubara17 in Tojo, e poi a Tatsunokuchi. Nessun altro ha mai subìto una persecuzione simile [per il Sutra del Loto] neppure una sola volta, ma Nichiren l’ha incontrata due volte. Riguardo all’essere attaccato con bastoni, io sono già stato colpito in viso da Sho-bo con il quinto volume del Sutra del Loto. Il bastone che mi ha colpito, è stato proprio il rotolo del quinto volume, la parte del sutra che contiene la mistica predizione secondo cui [il devoto del Sutra del Loto] sarebbe stato colpito con bastoni. Quando fui colpito da Sho-bo dinanzi a decine di persone, pur sapendo che era in nome del Sutra del Loto, essendo una persona comune, dentro di me provai vergogna e umiliazione e, se ne avessi avuto la forza, gli avrei strappato il bastone dalle mani, lo avrei calpestato, ridotto in pezzi e gettato via; ma si trattava proprio del quinto volume del Sutra del Loto.

Questo mi ricorda una storia18. Un padre, preoccupato per il futuro del figlio, percuoteva il figlio che non voleva studiare, usando un arco di legno di bosso. Al momento il figlio se ne risentì e odiò l’arco di bosso, ma alla fine fece progressi nello studio ottenendo l’emancipazione e recando benefici anche agli altri. Guardando al passato, egli capì che lo doveva alle bastonate e si racconta che eresse uno stupa fatto di legno di bosso per onorare la memoria del padre.

Lo stesso vale per me, Nichiren. Quando otterrò il frutto della Buddità, come potrò dimenticare il mio debito di riconoscenza con Sho-bo? E ancor meno il debito che ho con il bastone del Sutra del Loto. Quando ci penso, non riesco a trattenere le lacrime per la gratitudine.

Anche il capitolo “Emergere dalla terra” fa qualche riferimento a me, perché afferma che il Bodhisattva Pratiche Superiori e i suoi seguaci appariranno nell’Ultimo giorno della Legge per propagare i cinque caratteri di Nam-myoho-renge-kyo. Io, Nichiren, sono apparso prima di chiunque altro. Quanto mi rassicura pensare che sarò certamente lodato da tanti bodhisattva quanti sono i granelli di sabbia di sessantamila fiumi Gange!Comunque sia, credi e dedicati al Sutra del Loto; non devi credervi solo tu, ma devi anche incoraggiare gli altri a farlo. Così potrai salvare coloro che furono i tuoi genitori nelle vite passate.

Da quando sono nato a oggi, io, Nichiren, non ho avuto un momento di tregua: ho solo pensato a propagare il daimoku del Sutra del Loto. Stai tranquillo: benché non conosca la durata della mia vita o di quella di chiunque altro, al momento della tua morte sarò sicuramente con te e ti accompagnerò nel passaggio fra questa vita e la prossima. Tutti i Budda del passato, presente e futuro, conseguono l’illuminazione tra l’ora del bue e l’ora della tigre19. Nei tre paesi, India, Cina e Giappone, il luogo prescelto per il culto buddista è orientato verso la porta dei demoni20. Questi sono insegnamenti trasmessi da maestro a discepolo. Te ne spiegherò più dettagliatamente il significato un’altra volta.

Con profondo rispetto.

Come chiedi cibo quando hai fame e cerchi acqua quando hai sete, come aneli a vedere la persona amata, implori una medicina quando sei ammalato o come una bella donna si mette la cipria e il rossetto, allo stesso modo devi riporre fede nel Sutra del Loto. Se non lo fai, in futuro avrai dei rimpianti.

Nichiren

Il ventesimo giorno del quarto mesedel secondo anno di Koan (1279), segno ciclico tsuchinoto-u

Risposta a Ueno

Cenni Storici

Nichiren Daishonin scrisse questa lettera per Nanjo Tokimitsu, sovrintendente del villaggio di Ueno, nel distretto di Fuji, della provincia di Suruga, nel quarto mese del 1279. Il Daishonin entrava allora nel quinto anno di permanenza a Minobu, mentre Nikko Shonin propagava attivamente il suo insegnamento nella zona di Atsuhara, vicino al monte Fuji, a Suruga.

In questa lettera viene spiegato, alla luce dell’illuminazione del Daishonin, il significato dei capitoli che vanno dal dodicesimo, “Devadatta”, fino al quindicesimo, “Emergere dalla Terra”, contenuti nel quinto volume, o rotolo, del Sutra del Loto. Nichiren Daishonin rivela il significato profondo delle persecuzioni subite “con spade e bastoni”, riferendosi in particolare all’episodio in cui venne colpito col quinto rotolo del Sutra del Loto, poco prima della tentata esecuzione a Tatsunokuchi. Il capitolo tredicesimo, “Esortazione alla devozione”, e in particolare la “strofa di venti versi”, enumera i tipi di persecuzione che i devoti del Sutra del Loto dovranno subire nella temibile epoca successiva alla morte del Budda Shakyamuni. E il Daishonin dichiara di essere stato il solo a realizzare con la sua stessa vita le profezie contenute in questo capitolo, identificandosi, così, nel devoto del Sutra del Loto. Cita poi il capitolo “Emergere dalla Terra”, identificandosi con il Bodhisattva Pratiche Superiori, e allude infine alla propria identità di Budda dell’Ultimo giorno della Legge.


Note
1. Tojo: distretto nella provincia di Awa. L’undicesimo giorno dell’undicesimo mese del 1264 il signore del luogo, Tojo Kagenobu, tese un agguato al Daishonin mentre questi, con alcuni discepoli, attraversava la località di Komatsubara. Il Daishonin riportò un colpo di spada alla fronte e la frattura di una mano. Questo attacco è comunemente noto come persecuzione di Komatsubara.
2. Tatsunokuchi: località nei pressi di Kamakura in cui il Daishonin fu condotto dal vice capo della polizia Hei-no Saemon per essere decapitato, nel 1271. L’improvviso passaggio di un corpo celeste luminoso spaventò i soldati e l’esecuzione fu sospesa.
3. Sho-bo: titolo che indica il vice capo di un ministero e quindi si suppone che designasse più persone. Qui si riferisce a un seguace del Daishonin che in seguito abbandonò la fede e fece parte del seguito di Hei-no Saemon quando questi andò ad arrestare il Daishonin, il dodicesimo giorno del nono mese del 1271. Il quinto rotolo o volume, avvolto attorno a un bastone di legno, comprende quattro capitoli, dal dodicesimo al quindicesimo. Nel tredicesimo capitolo, “Esortazione alla devozione”, vi è la strofa di venti righe nella quale si afferma che i devoti del Sutra del Loto saranno colpiti con spade e bastoni.
4. Donna gelosa: la fonte è sconosciuta. Una storia simile, che però riguarda una donna cinese, compare in Il Sutra del Loto e le sue tradizioni.
5. Demoni rossi e blu: sono demoni che puniscono coloro che si trovano nell’inferno.
6. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 126.
7. Questa storia si trova nel capitolo ventesimo del Sutra del Loto, “Mai Sprezzante”. Le quattro categorie di persone arroganti sono monaci, monache, laici e laiche che offesero e perseguitarono il Bodhisattva Mai Sprezzante il quale, praticando il “Sutra del Loto di ventiquattro caratteri”, riveriva tutti gli esseri per la loro inerente natura di Budda. Esse caddero nell’inferno di incessante sofferenza, ma alla fine, a causa della relazione inversa creata con il Sutra del Loto, incontrarono di nuovo il Bodhisattva Mai Sprezzante e ottennero l’illuminazione.
8. Questi princìpi sono elencati nel terzo volume degli Eminenti princìpi del Sutra del Loto. La frase seguente si riferisce all’ottavo principio.
9. Il Sutra del Loto, cap. 12, p. 262. Nel capitolo dodicesimo la figlia del re drago concepisce il desiderio dell’illuminazione ascoltando il Bodhisattva Manjushri predicare il Sutra del Loto nel palazzo del re drago. In seguito appare davanti all’assemblea radunata sul Picco dell’Aquila e ottiene immediatamente l’illuminazione senza cambiare la sua forma di drago.
10. Il Daishonin attribuisce tale errore alla traduzione del Trattato sulla mente che aspira all’illuminazione a cura di Pu-k’ung della scuola della Vera parola. Nel Gosho La dottrina del conseguimento della Buddità nella forma presente, il Daishonin si chiede se refutare il trattato suddetto non equivalga a refutarne l’autore, Nagarjuna, e risponde: «È più probabile che il traduttore ne abbia distorto il significato secondo le proprie opinioni personali» (p. 938). In effetti a Nagarjuna non poteva essere sfuggita la descrizione, contenuta nel Sutra del Loto, del conseguimento della Buddità nella propria forma presente da parte della figlia del re drago.
11. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 68.
12. Ibidem, cap. 11, p. 244.
13. Il significato profondo del Sutra del Loto.
14. Lett.: kokon nosho-funi (kokon =passato e presente; no = soggetto agente; sho = oggetto ricevente; funi = due ma non due, non dualità).
15. Il Sutra del Loto, cap. 13, p. 270.
16. Ibidem, cap. 14, p. 290.
17. Matsubara: comunemente chiamata Komatsubara.
18. Questa storia è riportata in Storie dei tre paesi. Il figlio divenne Ensho (883-967), capo dei preti dell’Enryaku-ji, tempio principale della scuola Tendai.
19. Le ore che vanno dall’una alle cinque del mattino. Il Buddismo tradizionalmente le considera ore cruciali, in cui, secondo la tradizione cinese, la vita si sposta dal polo negativo (yin) a quello positivo (yang), dal sonno alla veglia, dalla morte alla vita.
20. La direzione della porta dei demoni indica una direzione infausta, il nord-est. Sia a Kyoto che a Edo (attuale Tokyo), i templi buddisti erano costruiti a nord-est per proteggere la città dalle forze malvagie. Per esempio l’Enryaku-ji sul monte Hiei fu costruito a nord-est di Kyoto.