Ho offerto preghiere al Gohonzon di Myoho-renge-kyo. Anche se questo mandala ha solo cinque o sette caratteri, è il maestro di tutti i Budda delle tre esistenze, è il sigillo che garantisce l’illuminazione a tutte le donne. Sarà una lanterna per la strada dell’aldilà e un buon cavallo che ti porterà oltre le montagne della morte. È come il sole e la luna nel cielo, come il monte Sumeru sulla terra. È una nave per attraversare il mare delle sofferenze di nascita e morte, è il maestro che guida tutte le persone alla Buddità e all’illuminazione. Questo grande mandala non è mai stato propagato in alcun luogo di Jambudvipa durante i più di 2.220 anni dalla morte del Budda.
La medicina varia secondo la malattia; una medicina ordinaria allevia i malanni lievi, ma per le malattie gravi occorre un elisir. Nel corso dei 2.220 anni e più dalla morte del Budda a oggi, poiché le malattie degli uomini, cioè le illusioni e i desideri e il karma negativo, non erano gravi, apparvero, uno dopo l’altro, uomini sapienti che, come medici, dispensarono le medicine adeguate alle malattie. Questi uomini provenivano dalle scuole del Tesoro dell’Abhidharma, dell’Affermazione della verità, dei Precetti, delle Caratteristiche dei dharma, dei Tre trattati, della Vera parola, della Ghirlanda di fiori, Tendai, della Pura terra e Zen, e ciascuna scuola prescriveva la propria medicina: la scuola della Ghirlanda di fiori, le sei forme e i dieci misteri; la scuola dei Tre trattati, le otto negazioni1 della Via di mezzo; la scuola delle Caratteristiche dei dharma insisteva che la percezione di tutti i fenomeni deriva soltanto dalla coscienza2; la scuola dei Precetti sosteneva i duecentocinquanta precetti; la scuola della Pura terra invocava il nome di Amida; la scuola Zen esponeva «la percezione della propria vera natura e il conseguimento della Buddità»; la scuola della Vera parola proponeva la meditazione sui cinque elementi3 e la scuola Tendai insegnava la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita.
Ora però siamo entrati nell’Ultimo giorno della Legge e le dottrine di queste scuole non sono più adatte alla capacità delle persone; per di più, tutti i giapponesi sono diventati icchantika o persone che commettono gravi offese alla Legge. La loro colpa è ancora più grave del delitto di uccidere il padre e la madre, di fomentare una rivolta o di far sanguinare un Budda. Il Giappone è pieno di individui le cui colpe superano persino quella di chi cavasse gli occhi a tutti gli esseri umani di un intero sistema maggiore di mondi o desse fuoco a tutti i templi e le pagode dei mondi delle dieci direzioni. Pertanto gli dèi celesti guardano con risentimento il nostro paese, giorno dopo giorno, e le divinità della terra fremono continuamente di rabbia. Non di meno tutte le persone della nostra epoca pensano di non avere alcuna colpa e credono che rinasceranno sicuramente nella Pura terra e conseguiranno la Buddità.
Il cieco non vede nemmeno lo splendente disco del sole e chi dorme profondamente non si accorge nemmeno di un terremoto che rimbomba come un grande tamburo. Lo stesso accade a tutta la gente del Giappone [che non si rende conto delle proprie colpe]. Le colpe degli uomini sono più pesanti di quelle delle donne; le colpe delle monache sono più pesanti di quelle degli uomini; le colpe dei preti sono più pesanti di quelle delle monache; le colpe dei preti che osservano i precetti sono più pesanti di quelle dei preti che violano i precetti e le colpe dei preti sapienti sono ancor più gravi4. Costoro sono come persone affette da lebbra bianca in mezzo ai lebbrosi o affette da lebbra bianca maligna fra i malati di lebbra bianca.
Quale grande medico, quale efficace medicina può curare le malattie di tutta la gente dell’Ultimo giorno della Legge? Né le mudra o i mantradel Tathagata Mahavairochana, né i quarantotto votidel Tathagata Amida, né i dodici grandi voti del Tathagata Maestro della Medicina e nemmeno il suo giuramento di «curare tutte malattie». Non solo le malattie non guariscono, ma si aggravano ancora di più.
Il Budda Shakyamuni, signore degli insegnamenti, convocò il Budda Molti Tesori e tutte le emanazioni dei Budda delle dieci direzioni, e lasciò un elisir per le persone dell’Ultimo giorno della Legge: i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo. Non affidò tale frase a bodhisattva come Saggezza del Dharma, Foresta di Meriti, Vajrasattva, Virtù Universale, Manjushri, Re della Medicina o Percettore dei Suoni del Mondo e tantomeno a Mahakashyapa o a Shariputra o ad altri [discepoli dei due veicoli]. C’erano piuttosto quattro grandi bodhisattva, fra cui Pratiche Superiori, che erano discepoli del Tathagata Shakyamuni sin da un tempo remoto tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi e che, neanche per un momento, avevano dimenticato il Budda. Shakyamuni convocò questi grandi bodhisattva e affidò loro Myoho-renge-kyo.
Pertanto, una donna che prende questa efficace medicina sarà circondata e protetta in ogni momento da questi quattro grandi bodhisattva. Se la donna si alza in piedi, anche questi grandi bodhisattva si alzano; quando cammina lungo una strada, anche questi grandi bodhisattva camminano. Saranno inseparabili come il corpo e l’ombra, come i pesci e l’acqua, come la voce e il suo eco, come la luna e la sua luce. Se questi quattro grandi bodhisattva abbandonassero la donna che recita Nam-myoho-renge-kyo, incorrerebbero nell’ira di Shakyamuni, di Molti Tesori e di tutte le emanazioni dei Budda delle dieci direzioni. Stai certo che la loro colpa sarebbe più grave di quella di Devadatta, la loro falsità più terribile di quella di Kokalika. Com’è rassicurante, com’è incoraggiante! Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo.
Nichiren