Numero: 52
Data: 1274
Luogo: Minobu
Destinatario: Ueno, monaca laica

L’inferno è la Terra della Luce Tranquilla

Ho ricevuto le tue varie offerte. Niente mi farebbe più felice di sapere che lo scomparso signore di Ueno ha comunicato con te dall’aldilà, ma so che ciò è impossibile. A meno che non fosse in sogno, non è possibile che tu lo abbia visto. A meno che non fosse una visione, come avresti potuto vederlo? Egli si trova sicuramente nella pura terra del Picco dell’Aquila, da dove ascolta e veglia, notte e giorno, su questo mondo di saha. Tu, sua moglie, e i suoi figli avete soltanto occhi comuni e perciò non potete vederlo, né potete udirlo, ma sii certa che un giorno vi riunirete a lui.

In tutte le tue vite precedenti avrai condiviso il vincolo del matrimonio con tanti uomini quanti sono i granelli di sabbia del grande mare, tuttavia, l’uomo che hai sposato in questa vita è il tuo vero marito, perché ti ha condotto a praticare il Sutra del Loto. Perciò devi riverirlo come un Budda: finché era in vita egli era un Budda vivente e ora è un Budda defunto. Si è Budda sia nella vita sia nella morte. Questa è la profonda dottrina del conseguimento della Buddità nella forma presente. Il quarto volume del Sutra del Loto afferma: «Chi lo sostiene [questo sutra], starà sostenendo il corpo del Budda»1.

Né la pura terra né l’inferno esistono al di fuori di noi; entrambi si trovano soltanto nel nostro cuore. Chi è risvegliato a questo è chiamato Budda, chi è illuso è chiamato persona comune. Il Sutra del Loto ci risveglia a questa verità e chi abbraccia il Sutra del Loto comprenderà che l’inferno stesso è la Terra della Luce Tranquilla.

Un uomo, anche se ha praticato gli insegnamenti provvisori per innumerevoli milioni di anni, se si allontana dal Sutra del Loto vivrà sempre nell’inferno. Queste non sono parole mie, l’hanno stabilito il Budda Shakyamuni, il Budda Molti Tesori e i Budda emanazioni nelle dieci direzioni. Chi pratica gli insegnamenti provvisori è come un uomo bruciato dal fuoco che si addentra ancor di più fra le fiamme, o come un uomo che sta annegando e che va ancor più giù, verso il fondo degli abissi. Chi non abbraccia il Sutra del Loto è come se entrasse nel fuoco o nell’acqua. Coloro i quali, affidandosi a cattivi amici come Honen, Kobo e altri denigratori del Sutra del Loto, credono nei sutra di Amida o di Mahavairochana, sono persone che si spingono sempre più avanti nel fuoco o sempre più a fondo nell’acqua. Come potrebbero mai sfuggire alle sofferenze? Senza dubbio cadranno negli abissi infuocati dell’inferno della tortura della continua rinascita, dell’inferno delle corde nere e dell’inferno di incessante sofferenza, o cadranno nelle gelide profondità dell’inferno del loto scarlatto o del grande loto scarlatto2. Il secondo volume del Sutra del Loto afferma: «Allorché la sua vita giungerà al termine egli cadrà nell’inferno Avichi e sarà confinato là per un intero kalpa; quando il kalpa sarà trascorso, rinascerà nuovamente lì. Egli ripeterà questo ciclo per kalpa innumerevoli»3.

Il tuo defunto marito è sfuggito a questi tormenti perché era un seguace di Nichiren, il devoto del Sutra del Loto. Un passo del sutra dice: «Se qualcuno […] entrasse in un grande fuoco […] le fiamme non potrebbero bruciarlo. Se qualcuno fosse travolto da una grande piena e invocasse il suo nome, si troverebbe immediatamente in un luogo dove tocca terra»4. Un altro passo dice: «La fortuna che hai accumulato […]. Non potrà essere bruciata dal fuoco né spazzata via dall’acqua»5. Com’è rassicurante!

Dopotutto, anche se cerchiamo l’inferno in qualche luogo remoto, le mazze di ferro delle sue guardie e le grida accusatorie dei demoni guardiani non esistono separatamente da noi. Questo è un insegnamento di fondamentale importanza, tuttavia io lo impartirò a te così come il Bodhisattva Manjushri espose per la figlia del re drago l’insegnamento segreto del conseguimento della Buddità nella forma presente. Dopo averlo udito, impegnati ancor più diligentemente nella fede. Colui che udendo l’insegnamento del Sutra del Loto compie sforzi ancor maggiori nella fede è un vero ricercatore della via. T’ien-t’ai disse: «Dall’indaco, un blu ancora più blu»6. Il significato di queste parole è che una cosa tinta nell’indaco diventa più blu delle stesse foglie di indaco. Il Sutra del Loto è come l’indaco e la forza della pratica è come il blu che diventa sempre più intenso.

I due caratteri della parola inferno si possono leggere come “scavare una fossa nella terra”. Per colui che muore si scava una fossa: questo si chiama “inferno”. Le fiamme che bruciano il morto sono il fuoco dell’inferno di sofferenza incessante. La moglie, i figli e i parenti che si recano verso il luogo di sepoltura, contendendosi il posto accanto al morto, sono le guardie, i demoni guardiani dell’inferno. Le lamentose grida dei familiari sono le voci dei guardiani dell’inferno. Il bastone lungo due shaku e mezzo7 è la mazza di ferro. I cavalli e i buoi che trasportano il corpo sono i demoni con testa di cavallo e di bue e la tomba è la grande fortezza dell’inferno di sofferenza incessante. Gli ottantaquattromila calderoni sono le ottantaquattromila illusioni e desideri. Il corpo lascia la sua casa per la montagna della morte, e la riva del fiume su cui sostano nel dolore i figli devoti è il fiume dei tre passaggi. È assolutamente inutile cercare l’inferno altrove.

Ma coloro che abbracciano il Sutra del Loto possono capovolgere tutto questo. Per loro l’inferno diventa la Terra della Luce Tranquilla, le fiamme ardenti si trasformano nella torcia della saggezza di un Tathagata dal corpo di ricompensa, il cadavere diventa un Tathagata dal corpo del Dharma e l’abisso di fuoco diventa “la stanza della grande pietà e compassione”8 dove dimora un Tathagata dal corpo manifesto. Il bastone diventa il bastone del vero aspetto o Legge mistica, il fiume dei tre passaggi diventa il grande mare di “le sofferenze di nascita e morte sono nirvana” e la montagna della morte diventa il grande picco di “le illusioni e i desideri sono illuminazione”.

Ti prego pensala in questo modo. Conseguire la Buddità nella propria forma presente e «aprire la porta della saggezza del Budda»9 significano capire e risvegliarsi a questo. La trasformazione dell’inferno Avichi nella Terra della Luce Tranquilla da parte di Devadatta e il conseguimento della Buddità senza cambiare la propria forma da parte della figlia del re drago non furono altro che questo. Il motivo è che il Sutra del Loto conduce all’illuminazione coloro che vi si oppongono quanto coloro che lo seguono. Questo è il beneficio del singolo carattere myo, mistico.

Il Bodhisattva Nagarjuna ha scritto: «[Il Sutra del Loto è] come un grande medico in grado di trasformare il veleno in medicina»10. Miao-lo ha detto: «Dove si trova la Terra della Luce Eternamente Tranquilla al di fuori di Buddhagaya? Questo mondo di saha non esiste in altro luogo che nella Terra della Luce Eternamente Tranquilla»11. Egli diceva anche: «Il vero aspetto si manifesta invariabilmente in tutti i fenomeni e tutti i fenomeni si manifestano invariabilmente nei dieci fattori. I dieci fattori si manifestano invariabilmente nei Dieci mondi e i Dieci mondi si manifestano invariabilmente in “corpo e terra”»12.

Il Sutra del Loto afferma: «Il vero aspetto di tutti i fenomeni può essere compreso e condiviso solo tra Budda. Questa realtà consiste di: aspetto, natura […] e della loro coerenza dall’inizio alla fine»13. Un passo del capitolo “Durata della vita” dice: «Sono trascorsi innumerevoli, infinite centinaia di migliaia di miriadi di milioni di nayuta di kalpa da quando [io] ho realmente conseguito la Buddità»14. In questo passo, «io» indica [tutti gli esseri ne] i Dieci mondi e, poiché tutti gli esseri dei Dieci mondi sono intrinsecamente Budda, essi dimorano nella pura terra. Nel capitolo “Espedienti” si legge: «Che questi fenomeni siano parte di una legge immutabile, che le caratteristiche del mondo siano costanti e immutabili»15. Poiché [nascita e morte] sono caratteristiche eternamente immutabili della vita nelle tre esistenze, non c’è nulla di cui dolersi o spaventarsi. Il singolo carattere so [caratteristica, aspetto] rappresenta le otto caratteristiche o fasi dell’esistenza del Budda. Persino queste otto fasi non sfuggono ai due caratteri di nascita e morte. Essere illuminati a tutto questo equivale al conseguimento della Buddità nella propria forma presente da parte dei devoti del Sutra del Loto.

Poiché il tuo defunto marito era un devoto di questo sutra, egli ha senza dubbio conseguito la Buddità così com’era. Non dovresti dolerti tanto della sua morte, eppure, per le persone comuni il cordoglio è naturale. Accade anche ai santi. Alla morte del Budda Shakyamuni, i suoi maggiori discepoli, che pure erano illuminati, piansero mostrando un comportamento da comuni esseri umani.

In ogni caso continua a fare tutto il maggior bene possibile a beneficio del tuo defunto marito. Le parole di un saggio del passato «Concentra la tua mente sulla nona coscienza e svolgi la tua pratica nelle sei coscienze»16 sono perfettamente giuste. Questa lettera contiene uno degli insegnamenti più preziosi di Nichiren. Conservalo sempre nel tuo cuore.

Rispettosamente,

Nichiren

L’undicesimo giorno del settimo mese

Risposta alla moglie del defunto Ueno

Cenni Storici

Nel quinto mese dell’undicesimo anno di Bun’ei (1274), Nichiren Daishonin lasciò Kamakura e si ritirò a vivere in una piccola dimora ai piedi del monte Minobu.

Nel settimo mese scrisse questa lettera alla moglie di Nanjo Hyoe Shichiro o Ueno, e madre di Nanjo Tokimitsu che nel frattempo era subentrato al padre come signore di Ueno, nella provincia di Suruga. Dopo la morte del marito, avvenuta nel 1265, ella aveva allevato da sola i nove figli ed era stata sempre una madre devota e una sincera seguace del Daishonin. In questa occasione aveva inviato varie offerte per commemorare il decimo anniversario della morte del marito, e questa lettera esprime l’apprezzamento del Daishonin per la sua premura e devozione.


Note
1. Il Sutra del Loto, cap. 11, p. 254.
2. Ci sono otto inferni caldi, ciascuno con sedici inferni secondari. L’inferno della tortura della continua rinascita è il primo degli otto inferni caldi. In esso i dannati sono colpiti da guardiani armati di mazze di ferro e spade affilate, ma i loro corpi si rigenerano immediatamente per patire nuovamente le stesse sofferenze. L’inferno delle corde nere è il secondo degli otto inferni caldi. Coloro che vi abitano vengono segati con asce arroventate in due o più parti e si dice che le sofferenze siano dieci volte peggiori che nel precedente. Coloro che hanno commesso i cinque peccati capitali dovranno subire le torture indescrivibili dell’inferno di incessante sofferenza, l’ultimo e il più grave. L’inferno del loto scarlatto e quello del grande loto scarlatto sono due degli otto inferni freddi. Sono così chiamati perché il freddo intenso costringe a piegarsi in due finché la schiena si spezza e la carne sanguinolenta emerge come un fiore di loto rosso cremisi.
3. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 126.
4. Ibidem, cap. 25, p. 407. Il “suo nome” è il nome del Bodhisattva Percettore dei Suoni del Mondo.
5. Ibidem, cap. 23, pp. 393-394.
6. Grande concentrazione e visione profonda. La frase si trova nella prefazione di Chang-an.
7. Bastone lungo due shaku e mezzo: bastone lungo circa 75 centimetri.
8. Parafrasi di un passo del Sutra del Loto, cap. 10, p. 239: «Grande pietà e compassione sono la stanza [del Tathagata]».
9. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 74.
10. Trattato sulla grande perfezione della saggezza.
11. Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”.
12. La lama di diamante. Il “corpo” è il corpo delle persone e la terra è il luogo in cui esistono queste persone. Corrispondono a shoho e eho, l’essere vivente e il suo ambiente.
13. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 66.
14. Ibidem, cap. 16, p. 312.
15. Ibidem, cap. 2, p. 86.
16. Fonte sconosciuta. La nona coscienza o coscienza amala, libera da tutte le impurità karmiche, è la forza purificatrice fondamentale, la natura di Budda. Le sei coscienze sono legate ai cinque sensi, vista, udito, odorato, gusto e tatto, più la sesta coscienza, cioè la facoltà che integra le percezioni delle prime cinque. Vedi anche nove coscienze nel Glossario.