Numero: 229
Data: 1273
Luogo: Luogo sconosciuto
Destinatario: Sairen-bo

Lettera inviata con il sutra per la preghiera

Ho ricevuto la tua lettera e l’ho letta con attenzione. Come ho già affermato in precedenza, adesso che il mondo è entrato nell’Ultimo giorno della Legge, coloro che sostengono il Sutra del Loto incontreranno i tre potenti nemici. Te l’ho spiegato in termini generali quando ci siamo incontrati. Poiché tutto ciò si basa sulle auree parole del Budda, è difficile dubitarne. E, infatti, io, Nichiren, per aver riposto fede nel Sutra del Loto sono stato ferito alla testa, percosso e scacciato, condotto al luogo della decapitazione e condannato all’esilio1. E infine mi hanno esiliato su questa isola di Sado.

I criminali comuni, per quanto grave sia ciò che hanno commesso, vengono costretti a subire la pena soltanto nell’esistenza presente. Ma sembrerebbe che Nichiren debba incontrare grandi difficoltà in tutte le tre esistenze di passato, presente e futuro. Perciò, nella mia esistenza presente ho incontrato le difficoltà che ho appena elencato. In quella passata, a giudicare da quello che oggigiorno la gente dice di me, quando il Budda era ancora in vita ero una persona di grande malvagità come Sunakshatra o Kokalika, che, non essendo riuscita a espiare completamente i residui dei peccati commessi allora, è rinata in quest’epoca successiva alla morte del Budda per continuare a comportarsi, sempre stando a ciò che dicono, da nemica della Legge buddista. E, riguardo all’esistenza futura, queste stesse persone dei nostri giorni mi denigrano dicendo che incontrerò una serie di grandi difficoltà da vivo e che, quando sarò prossimo alla morte, divorerò affamato la mia stessa carne per cadere poi di certo nel grande inferno Avichi dove patirò infiniti tormenti.

Sin dai tempi antichi, i laici e i membri del clero che avevano commesso qualche colpa, nobili o umili, di alto o di basso rango, persone comuni o santi, che osservassero i precetti o li infrangessero, per quanto numerose fossero le loro colpe ne pativano gli effetti solo nella loro vita presente. Ma io, ovviamente, devo patire tali conseguenze non solo nell’esistenza presente, ma anche in quelle passate e future, incontrando grandi difficoltà in ogni esistenza. Questo è interamente dovuto al Sutra del Loto. Le grandi difficoltà che incontro nelle tre esistenze sono una prova che in queste tre esistenze io sono il destinatario dei meriti e dei benefici del Sutra del Loto. Dai più remoti kalpa del passato sino agli infiniti kalpa del futuro, questi benefici del Sutra del Loto della Legge meravigliosa mi accompagneranno nelle tre esistenze e non si esauriranno mai.

Per aver agito, nel mio piccolo, da alleato del Sutra del Loto, io, Nichiren, ho incontrato queste grandi difficoltà. Quanto deve essere immensa allora la nostra gratitudine per il Budda Shakyamuni che, vita dopo vita, è stato un paladino del Sutra del Loto! È veramente impossibile da calcolare. Perciò il compito descritto nel capitolo “Esortazione alla devozione” non deve mai essere tralasciato, nemmeno per un solo istante2, e io, più che mai, lo considero un’opera veramente degna!

Tu dici che desideri ritirarti sulle montagne. Anche se in generale far questo significherebbe abbandonare l’opera di shakubuku, la pratica essenziale per questo Ultimo giorno della Legge, so però che sei malato. In più, quando così tanti disastri naturali e problemi che riguardano lo stato ci affliggono e, per quanto io ammonisca il governante, egli rifiuta di credere alle mie parole perché non vuole capire che egli stesso ne è responsabile, persino io anelerei a vivere in ritiro. Nel tuo caso ciò deve essere ancor più vero!

Ma, se tu dovessi ritirarti a vivere in qualche valle per un certo periodo, una volta che la tua malattia fosse migliorata e le condizioni fossero nuovamente favorevoli, dovresti mettere da parte ogni pensiero relativo al tuo benessere personale e dedicarti alla propagazione degli insegnamenti.

In conformità alla tua richiesta ho scritto su un rotolo di carta separato la preghiera per prevenire i disastri e prolungare la vita, appropriata per un praticante del Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge, e te la allego. Non mancare di recitarla una volta al giorno. Io stesso, sin dal giorno in cui presi fede [nel Sutra del Loto], ho recitato questi passi ogni giorno, esprimendo un voto e pregando i Budda e gli dèi e, anche se ho incontrato grandi difficoltà di vario tipo, grazie alla profonda influenza dei benefici elargiti dal Sutra del Loto e dalle auree parole del Budda Shakyamuni, sono riuscito a sopravvivere fino a oggi.

Comprendi, dunque, che, fintanto che un praticante del Sutra del Loto non vacilla nella fede, è libero da tutti i falsi alleati, e si affida completamente al Sutra del Loto, praticando in accordo con le auree parole del Budda, riuscirà senza alcun dubbio a prevenire i disastri e a prolungare la sua vita nell’esistenza presente, per non parlare della vita a venire. Splendida sarà la sua ricompensa, ed egli adempirà il suo grande voto di propagare ampiamente il Sutra del Loto.

Nella tua lettera dici che sei diventato prete all’età di diciassette anni e che da allora non hai mai avuto una moglie né mangiato carne. Ma, quando si è commessa una grande offesa alla Legge, riponendo fede negli insegnamenti provvisori, per quanto si cerchi di praticare osservando accuratamente i precetti, si è comunque colpevoli di aver offeso la Legge voltando le spalle al Sutra del Loto. E perciò si è cento, mille, diecimila volte inferiori ai credenti laici che seguono correttamente l’insegnamento, ma infrangono i precetti. Qualsiasi prete che offende la Legge, non importa quanto possa osservare i precetti, è destinato a cadere nell’inferno di incessante sofferenza. E, allo stesso modo, i credenti laici che seguono l’insegnamento corretto, anche se infrangono i precetti, sono assolutamente certi di conseguire la Buddità.

Ma adesso tu hai messo da parte il Nembutsu e le altre credenze degli insegnamenti provvisori, e hai riposto fede nell’insegnamento corretto. Quindi, in verità, tu sei il più puro fra coloro che osservano i precetti, un santo. Tanto per cominciare, chiunque sia prete, anche se è un seguace delle scuole buddiste provvisorie, dovrebbe essere puro [nella sua osservanza dei precetti] e, a maggior ragione, qualcuno che è un devoto dell’insegnamento corretto!

Anche se una persona, quand’era seguace delle scuole provvisorie poteva avere moglie e famiglia, in tempi travagliati come quelli attuali dovrebbe mettere da parte tutto e tutti per dedicarsi alla propagazione dell’insegnamento corretto. E nel tuo caso, tu eri un santo fin dall’inizio [in quanto osservavi i precetti]. È ammirevole, veramente ammirevole!

Stai attento nel futuro, anche se potresti essere tentato di sposarti e farti una famiglia, a mantenere le distanze da queste faccende. Rimani privo di vincoli, rimprovera coloro che offendono la Legge in tutto il paese, e sii una persona che assiste il Budda Shakyamuni nell’opera di convertire gli altri!

Inoltre, d’ora in avanti recita il rotolo con le preghiere che ho scritto per te, fanne il tuo voto, prega i Budda e gli dèi, e adoperati per propagare gli insegnamenti. Fa’ attenzione, però, che questa preghiera va usata da coloro che si dedicano all’opera di propagazione. È per i devoti del Sutra del Loto e non deve essere consegnata in maniera casuale a persone che non sanno come usarla.

Con profondo rispetto,

Nichiren

Il ventottesimo giorno del primo mese del decimo anno di Bun’ei [1273], segno ciclico mizunototori

Risposta a Sairen-bo

Cenni Storici

Nichiren Daishonin indirizzò questa lettera, datata il ventottesimo giorno del primo mese del 1273, al prete Sairen-bo. In allegato vi era un rotolo di pergamena sul quale il Daishonin aveva trascritto alcuni passi del Sutra del Loto affinché Sairen-bo li recitasse come preghiera. Sairen-bo, un prete erudito che in origine apparteneva alla scuola Tendai, si trovava in esilio a Sado quando conobbe il Daishonin e in seguito divenne suo discepolo.

Da qualche tempo Sairen-bo si era ammalato, e aveva chiesto al Daishonin quale preghiera potesse curare la sua malattia e prolungargli la vita. Il Daishonin rispose inviandogli una pergamena nota come «il sutra della preghiera», dove erano iscritti alcuni passi del Sutra del Loto che descrivono tali benefici, ma il documento è andato perso e non si sa con precisione di quali passi si trattasse. In questa lettera Nichiren Daishonin indica che la chiave per ottenere risposta a questa preghiera era una devozione incrollabile nella pratica e nella propagazione del Sutra del Loto; pertanto, egli afferma che soltanto le persone dedite a questo scopo dovrebbero offrire questa preghiera.

L’insegnamento del Daishonin in questa lettera può essere riassunto in quattro punti. Primo, egli descrive le dure prove che ha dovuto subire nella vita presente a causa del Sutra del Loto. Prosegue spiegando che le persone del suo tempo lo hanno ulteriormente denigrato affermando che nella vita passata, quando il Budda era ancora in vita, egli era una persona molto malvagia e che nella vita futura morirà di fame, divorerà la sua stessa carne e cadrà nell’inferno Avichi. Così, secondo queste calunnie, egli dovrebbe incontrare difficoltà nelle tre esistenze di passato, presente e futuro. E questa è la prova che egli è «il destinatario dei meriti e dei benefici del Sutra del Loto», il quale predice che chi ne propagherà l’insegnamento incontrerà tali difficoltà.

Secondo, il Daishonin si esprime in merito al desiderio di Sairen-bo di ritirarsi nelle montagne per guarire dalla malattia. Egli riconosce che, vista la situazione, una tale scelta potrebbe essere consigliabile, ma lo ammonisce di tornare non appena si sarà rimesso, e di dedicare la sua vita alla pratica di shakubuku che è la chiave per conseguire la Buddità nell’Ultimo giorno della Legge.

Terzo, come già accennato prima, il Daishonin consiglia a Sairen-bo di mantenere una fede incrollabile, di affidarsi al Sutra del Loto e di praticare come insegna il sutra per esaudire «la preghiera per prevenire i disastri e prolungare la vita».

Quarto, il Daishonin loda Sairen-bo definendolo un santo, poiché egli ha abbandonato gli insegnamenti provvisori e si è convertito al Sutra del Loto, continuando fedelmente a osservare i precetti. Il Daishonin incoraggia Sairen-bo a dedicarsi interamente a refutare l’offesa all’insegnamento buddista corretto e a convertire gli altri.


Note
1. «Sono stato ferito alla testa»: riferimento alla persecuzione di Komatsubara, nel 1264, in cui il Daishonin, mentre si recava a visitare un credente di nome Kudo Yoshitaka, fu attaccato a Matsubara in Tojo dall’amministratore Tojo Kagenobu, e riportò una ferita di spada alla fronte. «Percosso»: riferimento all’episodio in cui Hei no Saemon, alto funzionario governativo, si recò ad arrestare il Daishonin nel nono mese del 1271. In quell’occasione uno degli uomini di Hei no Saemon, Sho-bo, colpì il Daishonin con il rotolo del quinto volume del Sutra del Loto, che era avvolto intorno a un pesante bastone di legno. «Scacciato»: riferimento alla persecuzione di Matsubagayatsu, nel 1269, in cui un gruppo di credenti Nembutsu attaccò la dimora del Daishonin a Nagoe presso Kamakura e questi riuscì a malapena a fuggire. «Condotto al luogo della decapitazione»: riferimento alla persecuzione di Tatsunokuchi, in cui rischiò di essere decapitato nella località omonima. «Condannato all’esilio»: riferimento all’esilio a Ito, nella penisola di Izu, una roccaforte della scuola della Pura terra.
2. Nel tredicesimo capitolo del Sutra del Loto, “Esortazione alla devozione”, “ottocentomila milioni di nayuta di bodhisattva” fecero voto di insegnare il sutra nella terribile epoca malvagia successiva alla morte del Budda. Il loro voto è contenuto nella strofa di venti versi che elenca i tipi di persecuzione che si incontrano propagando il sutra nell’ultima epoca. In seguito Miao-lo riassunse queste persecuzioni e i persecutori nel concetto dei “tre potenti nemici”.