Numero: 364
Data: Data sconosciuta
Luogo: Luogo sconosciuto
Destinatario: Oto, madre di

Lettera alla madre di Oto

Alla madre di Oto.

Ecco ora una donna che, poiché desidera ardentemente il Sutra del Loto, diventerà sicuramente un Budda! Come ti ho spiegato molte volte, ahimè, sono molto lento nel rispondere. E tu sei stata immensamente gentile con i preti del mio seguito. Non so come ringraziarti. Quello che mi colpisce di più è che, pur essendo una donna, tu abbia compiuto un lungo viaggio per venire in questo luogo. Ci sono delle ragioni per le quali sono stato esiliato in questa remota località, ma, per la grande devozione che hai dimostrato viaggiando fin qui, posso soltanto esprimerti la mia gratitudine.

Il Tathagata Shakyamuni aveva molti discepoli e fra questi vi erano dieci uomini conosciuti come i dieci discepoli maggiori. Fra di loro il Venerabile Maudgalyayana era famoso per essere il primo nei poteri sovrannaturali. In un tempo inferiore a quello che occorre per spezzare in due un singolo capello era in grado di viaggiare attraverso i quattro quartieri del mondo e raggiungere ogni luogo illuminato dal sole e dalla luna. E, se ti chiedi perché poteva far questo, era perché in una precedente esistenza aveva percorso una distanza di mille miglia per udire la predicazione degli insegnamenti buddisti.

Ugualmente l’uomo chiamato Chang-­an, un discepolo del Gran Maestro T’ien-t’ai, viaggiò per mille miglia allo scopo di ascoltare il Sutra del Loto, il Gran Maestro Dengyo percorse tremila miglia per poter imparare la pratica della concentrazione e della visione profonda, e il Maestro del Tripitaka Hsüan-tsang viaggiò per duecentomila miglia per trovare i sutra della Saggezza.

La grande distanza percorsa da queste persone è indicativa della loro devozione. Ma erano tutti uomini, e inoltre coloro che agirono così erano manifestazioni di Budda o bodhisattva. Tu invece sei una donna, anche se è difficile dire se tu sia una di queste manifestazioni oppure un essere comune. Quanto deve esser grande il buon karma che hai ­accumulato nelle vite passate! A dire il vero, si narra di donne che nei tempi antichi, per cercare l’uomo che amavano, percorsero mille miglia oppure si trasformarono in una pietra, in un albero, in un uccello o in un serpente1.

Nichiren

Il terzo giorno dell’undicesimo mese

Alla madre di Oto

Come sta tua figlia Oto in questo periodo? Sono certo che per la devozione con la quale serve il Sutra del Loto godrà di lunga vita e di fortuna.

Cenni Storici

La destinataria di questa lettera viveva a Kamakura con la figlia, Oto, e aveva perso il marito qualche anno addietro. Si ritiene che fosse la stessa donna nota con il nome buddista di Santa Nichimyo. È probabile che questa lettera sia stata scritta da Sado, anche se non si sa con certezza in quale anno. In La supremazia della Legge, scritto nel 1275, Nichiren Daishonin afferma: «Nessuno è venuto a trovarmi; solo tu, una donna, oltre a inviarmi varie offerte, sei venuta personalmente a farmi visita. Mi sembra una cosa troppo meravigliosa per essere vera. Per di più, ora sei venuta a trovarmi qui [a Minobu]» (Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin, vol. 1, p. 546). Nella lettera presente, il Daishonin cita l’esempio di alcuni personaggi buddisti che percorsero lunghe distanze per ricercare il Buddismo. Egli considera questi uomini «manifestazioni di Budda e bodhisattva» e loda la madre di Oto, la quale, pur essendo una donna comune, ha intrapreso l’arduo e pericoloso viaggio fino all’isola di Sado per fargli visita. Egli suggerisce che lei stessa potrebbe essere una di queste manifestazioni.


Note
1. Il serpente allude alla leggenda giapponese di Anchin e Kiyohime, ambientata al tempio Dojo, in quella che attualmente è la prefettura di Wakayama. Anchin, un monaco in pellegrinaggio, trovò alloggio presso la casa di un amministratore del villaggio. La figlia dell’amministratore, Kiyohime, s’innamorò di lui e lo pregò di restare. Ma egli partì, promettendo che le avrebbe fatto visita durante il viaggio di ritorno. Quando ella scoprì che Anchin era tornato, ma l’aveva evitata, lo inseguì e per la rabbia si trasformò in un serpente. Lo trovò nascosto sotto una pesante campana del tempio; allora radunò della legna intorno alla campana e la incendiò, uccidendo Anchin, poi si annegò nel mare. Il prete del tempio in seguito disse di aver sognato che i due gli avevano fatto visita e di aver copiato per loro il Sutra del Loto. Le fonti delle altre storie di donne che percorsero una lunga distanza o si trasformarono sono sconosciute.