Dal nostro ultimo contatto non ho più ricevuto vostre lettere e la cosa mi sembra molto strana.
Tempo addietro, nel primo anno dell’era Shoka [1257], anno con il segno ciclico hinoto-mi, il ventitreesimo giorno dell’ottavo mese, quando l’ora del cane cede il passo all’ora del cinghiale [circa alle ventuno], ci fu un grande terremoto. Io, Nichiren, consultando vari sutra per capirne il motivo, conclusi che, poiché le persone riponevano fede negli insegnamenti delle scuole Nembutsu, Zen e altre, le varie divinità benevolenti che proteggono il paese del Giappone si erano adirate e avevano causato questo disastro. Se non si prendono misure per rimediare alla situazione, il nostro paese sarà soggiogato da un paese straniero.
Per far presente questo punto di vista scrissi una petizione che vi inviai il sedicesimo giorno del settimo mese del secondo anno dell’era Shogen [1260]1, segno ciclico kanoe-saru, con la richiesta di inoltrarla al defunto prete laico del Saimyo-ji.
Da allora sono trascorsi nove anni. Adesso mi giungono notizie che quest’anno il grande Impero mongolo ha inviato un comunicato ufficiale al Giappone. Se dobbiamo credere ai testi dei sutra2, questo è un segno che il nostro paese sarà inevitabilmente attaccato dagli uomini di quel paese.
Sono convinto che, in tutto il paese del Giappone, io, Nichiren, sono l’unica persona in grado di sottomettere questi barbari dell’ovest3, e ho scritto un trattato in cui spiego le mie ragioni. Per il bene del sovrano, per il bene del paese, per il bene degli dèi e per il bene dei Budda, vi chiedo di sottoporre privatamente le mie opinioni al reggente [Hojo Tokimune]. Vi spiegherò dettagliatamente la questione, quando mi sarà concesso un colloquio con voi.
Con profondo rispetto,
Nichiren
Il ventunesimo giorno dell’ottavo mesedel quinto anno di Bun’ei [1268]
Al prete laico Yadoya Saemon