Numero: 80
Data: 1276
Luogo: Minobu
Destinatario: Preti del tempio Seicho

Lettera ai preti del Seicho-ji

Non c’è maggior felicità di poterci augurare reciprocamente un buon anno. L’anno passato nessuno di voi è venuto a trovarmi; sicuramente deve essere accaduto qualcosa che ve l’ha impedito. Se avete occasione di venire, prendereste in prestito per me dal prete Ise-ko il Trattato sui dieci stadi della mente, La chiave preziosa della volta segreta, Comparazione tra il Buddismo essoterico ed esoterico e altri commentari della scuola della Vera parola? Mi servono per confutare le proteste che da un po’ di tempo i preti della Vera parola sollevano contro di me. Inoltre, portatemi anche il primo e il secondo volume di Grande concentrazione e visione profonda e, se sono disponibili, il Tung-ch’un e Supplemento a “Parole e frasi del Sutra del Loto”. Fatevi prestare da Kanchi-bo, il discepolo di Enchi-bo, La raccolta dei documenti Tendai e gli altri importanti testi che, a quanto si dice, sono in suo possesso. Ditegli che li restituirò il prima possibile. Quest’anno sarà definitivamente risolta la questione di quali dottrine buddiste siano giuste e quali sbagliate.

Dite da parte mia a Joken-bo, a Gijo-bo e agli altri preti che, se Nichiren è stato spesso sul punto di essere ucciso, se due volte è stato esiliato e se ha rischiato di essere decapitato, non si deve ad alcuna sua colpa secolare. [Da giovane] Nichiren ricevette la grande saggezza dal Bodhisattva vivente Tesoro dello Spazio Vuoto a cui aveva chiesto di diventare l’uomo più saggio del Giappone. Mosso a compassione, il bodhisattva gli donò un grande gioiello, brillante come la stella del mattino, che Nichiren ripose nella manica destra. Quindi, esaminando l’intero corpo dei sutra, egli fu in grado di distinguere in linea generale la superiorità e l’inferiorità delle otto scuole e di tutte le scritture.

Di queste, la scuola della Vera parola è quella che cerca di distruggere il Sutra del Loto. Refutare gli insegnamenti della Vera parola è essenziale; perciò, in preparazione a questo, ho denunciato prima gli errori delle scuole Zen e Nembutsu. Ho buone ragioni per le mie accuse. Rimando a un altro momento la discussione sulla correttezza delle scuole buddiste dell’India e della Cina, ma, per quanto riguarda il Giappone, non esiste una sola persona che non abbia abbandonato il corretto insegnamento del Sutra del Loto e perciò tutte, senza eccezione, sono destinate a cadere nei cattivi sentieri. Questo perché in ogni tempio o monastero, alla scuola del Loto si affianca sempre la scuola della Vera parola come l’ombra segue il corpo; così alla pratica del Sutra del Loto che si accorda con la Legge si accompagna la pratica dei diciotto sentieri1; alla pratica del pentimento2 si accompagna quella del Sutra di Amida. Nel conferimento dei titoli ai preti della scuola Tendai, hanno un ruolo primario le procedure della Vera parola, mentre quelle del Sutra del Loto hanno un ruolo di secondo piano.

In realtà i sutra della Vera parola appartengono agli insegnamenti provvisori predicati prima del Sutra del Loto e sono inferiori persino ai sutra della Ghirlanda di fiori e della Saggezza, ma Jikaku e Kobo, nella loro confusione, sostennero che erano uguali o persino superiori al Sutra del Loto. Perciò, la cerimonia dell’“apertura degli occhi”3 è condotta con le mudra di Occhio del Budda e con i mantra del Budda Mahavairochana, per cui tutte le immagini del Budda dipinte o lignee esistenti in Giappone sono state rese senza anima e senza occhi; di conseguenza il re demone del sesto cielo ne ha preso possesso ed esse distruggono chi le venera. Questo è il motivo per cui la corte imperiale [di Kyoto] è sull’orlo della rovina. Adesso l’insegnamento malvagio della Vera parola è apparso anche a Kamakura e minaccia di rovinare tutto il Giappone.

Anche la scuola Zen e quella della Pura terra sostengono opinioni estremamente irragionevoli ed errate. Benché sapessi che dirlo mi sarebbe sicuramente costato la vita, ero deciso a ricambiare il debito di gratitudine verso il Bodhisattva Tesoro dello Spazio Vuoto e, con questo pensiero in mente, il ventottesimo giorno del quarto mese del quinto anno di Kencho (1253) per la prima volta feci rilevare gli errori delle varie scuole a un prete chiamato Joen-bo e a un piccolo gruppo di persone, radunate sul lato sud della sala dell’immagine nella residenza di Dozen-bo, al tempio Seicho nel villaggio di Tojo, provincia di Awa. Da allora, per più di vent’anni, l’ho ripetuto incessantemente e per questo sono stato scacciato dalla mia dimora o mandato in esilio. Nel passato il Bodhisattva Mai Sprezzante fu colpito con bastoni, adesso Nichiren deve affrontare la spada.

Tutti in Giappone, saggi o stupidi, dal sovrano all’ultimo popolano, dicono che il prete Nichiren non regge il confronto con gli eruditi abili nei dibattiti, i maestri che guidano le persone, i grandi maestri4 e i virtuosi del passato. Ho atteso il momento opportuno per fugare la loro sfiducia nei miei confronti. Infine il tempo è giunto con il grande terremoto dell’era Shoka, seguito dall’apparizione di un’enorme cometa nell’era Bun’ei5. Osservando questi fenomeni io predissi: «Due terribili disastri dovranno colpire questo paese e cioè la rivolta nel proprio paese e l’invasione straniera. La prima avrà luogo a Kamakura e sarà una lotta intestina fra i discendenti dell’amministratore incaricato6; l’invasione straniera potrà venire da ogni direzione, ma quella da occidente sarebbe la più violenta7. Quest’ultima cosa avverrà unicamente perché tutte le scuole buddiste del Giappone sono in errore e perciò Brahma e Shakra ordineranno a un altro paese di attaccarci. Finché non daranno ascolto a me, neanche cento, mille o diecimila generali coraggiosi come Masakado, Sumitomo, Sadato, Toshihito o Tamura basteranno a salvare il paese. Se queste mie parole si dimostrassero false, siete liberi di credere nelle opinioni distorte della Vera parola, della Nembutsu e delle altre scuole». Questa fu la predizione che proclamai ai quattro venti.

Soprattutto ammonisco i preti del monte Kiyosumi che, se mi trattano con meno rispetto di quello dovuto ai propri genitori o ai tre tesori, in questa vita diventeranno poveri mendicanti e nella successiva cadranno nell’inferno di incessante sofferenza. Spiego il motivo: il perfido Tojo Saemon Kagenobu una volta cacciò cervi e altri animali del Seicho-ji e cercò di obbligare i preti residenti negli alloggi del tempio a diventare seguaci del Nembutsu. A quel tempo io mi opposi a Tojo e sostenni il signore del feudo8. Poi scrissi un voto sincero: «Se i due templi di Kiyosumi e di Futama9 cadranno in mano a Tojo, Nichiren abbandonerà il Sutra del Loto», lo legai alla mano dell’oggetto di culto e continuai a pregare. Entro un anno i due templi furono liberi dalle grinfie di Tojo. Certamente il Bodhisattva Tesoro dello Spazio Vuoto non dimenticherà mai questo fatto e quindi tutti i monaci che non rispettano e non credono in Nichiren non potranno evitare di essere abbandonati dagli dèi celesti. Gli stolti diranno che con queste parole io sto scagliando una maledizione su di loro, ma non è così. Li sto avvisando soltanto perché mi dispiacerebbe vederli cadere nell’inferno di incessante sofferenza nella prossima vita.

Lasciatemi dire qualche parola a proposito della monaca laica, la moglie del signore del feudo: essendo una donna, e anche stupida, quando è stata minacciata da altri deve aver pensato che dicessero il vero. Mi fa pena perché, avendo dimenticato il suo debito di gratitudine, nella prossima vita cadrà nei cattivi sentieri. Nonostante questo, siccome aveva dimostrato gentilezza nei confronti dei miei genitori, sto pregando di poterla in qualche modo salvare.

Il Sutra del Loto non è altro che la scrittura in cui Shakyamuni afferma di aver conseguito l’illuminazione in un passato lontano tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi e predice che Shariputra e altri discepoli diventeranno Budda nel futuro. Chi non crede nel sutra cadrà nell’inferno di incessante sofferenza. Non solo Shakyamuni affermò tutto questo, ma anche il Budda Molti Tesori dichiarò che era la verità e tutti i Budda delle dieci direzioni lo confermarono estendendo la lingua. Inoltre, il Sutra del Loto insegna che il devoto di questo sutra riceverà la protezione dei bodhisattva che emersero dalla terra, in numero pari ai granelli di polvere di mille mondi, dei bodhisattva Manjushri e Percettore dei Suoni del Mondo, di Brahma e Shakra, degli dèi del sole e della luna, dei quattro re celesti e delle dieci fanciulle demoni. Non esiste quindi altro modo di conseguire la Buddità. È nel vero Sutra del Loto che vengono previsti correttamente gli eventi del passato e del futuro.

Io non ho mai visto la provincia di Tsukushi, né so niente dei barbari [dell’ovest], tuttavia la mia predizione [di invasione straniera] formulata alla luce dell’intero corpo dei sutra, si è già verificata. Perciò, possono essere false le mie parole quando dico che, se vi mostrate ingrati, tutti voi cadrete nell’inferno di incessante sofferenza? Al momento potete anche essere al sicuro, ma aspettate e vedrete cosa accadrà in seguito. Il Giappone sarà ridotto nelle stesse pietose condizioni in cui attualmente si trovano le isole di Iki e Tsushima. Quando un gran numero di orde mongole calerà sulla provincia di Awa, quelli che fra voi preti sono attaccati alle proprie idee preconcette si faranno piccoli per la paura e diranno: «Adesso capisco che il prete Nichiren aveva ragione!» e cadranno nell’inferno di sofferenza incessante. Che peccato! È un vero peccato!

Nichiren

L’undicesimo giorno del primo mese

Ai preti del Seicho-ji della provinciadi Awa

Questa lettera deve esser letta ad alta voce dai preti Sado e Acharya Suke10 davanti alla statua del Bodhisattva Tesoro dello Spazio Vuoto, così che tutti i preti del Seicho-ji possano ascoltare.

Cenni Storici

Nichiren Daishonin scrisse questa lettera nel primo mese del secondo anno di Kenji (1276), quando viveva a Minobu. Come indicato dal titolo, era indirizzata ai preti del Seicho-ji, il tempio sul monte Kiyosumi nel quale era stato mandato a studiare da bambino.

Fondato nel 771 da un prete di nome Fushigi, il Seicho-ji aveva come oggetto di culto un’immagine del Bodhisattva Tesoro dello Spazio Vuoto intagliata in un tronco di quercia. Si riteneva che questo bodhisattva possedesse saggezza e fortuna grandi come l’universo. Il tempio Seicho, che apparteneva alla scuola Tendai, fu inizialmente un centro per lo studio del Sutra del Loto, ma poi cadde sotto l’influenza della scuola della Vera parola che promuoveva rituali esoterici, e infine adottò gli insegnamenti della scuola della Pura terra, che riponeva la sua fede nel Budda Amida.

In questa lettera il Daishonin dichiara di aver ottenuto “un grande gioiello”, intendendo che ottenne la saggezza del Budda. Dopo essere stato ordinato prete, all’età di sedici anni, Nichiren Daishonin lasciò il Seicho-ji e iniziò a visitare i principali templi delle varie scuole dell’epoca per approfondire lo studio della tradizione buddista e perfezionare la comprensione dei diversi sutra. Nel 1253, infine, vent’anni dopo essere entrato al Seicho-ji, proclamò per la prima volta l’insegnamento di Nam-myoho-renge-kyo.


Note
1. Pratica dei diciotto sentieri: riferimento ai due mandala della scuola della Vera parola, il mandala del regno del Grembo e il mandala del regno di Diamante, ciascuno dei quali contiene nove oggetti di culto primari. I seguaci di tale scuola meditano su questi diciotto oggetti di culto atteggiando le mani in diciotto modi diversi.
2. Pentimento: questo termine indica sia la confessione dei peccati per ottenere perdono che la pratica del pentimento (giap. sange) che si compie attraverso la recitazione del Sutra del Loto; in questo caso si riferisce al secondo significato.
3. Apertura degli occhi: cerimonia per infondere proprietà spirituali in una nuova immagine del Budda, rendendola un oggetto di culto. L’Onorato dal Mondo Occhio del Budda, descritto nelle dottrine esoteriche della Vera parola, rappresenta le virtù dei cinque tipi di visione (vedi Glossario).
4. Grandi maestri (giap. dai shi): titolo onorifico attribuito a preti eminenti che guidano le persone, come ad esempio il Gran Maestro T’ien-t’ai.
5. Riferimento al grande terremoto che colpì Kamakura nel 1257 e alla cometa che apparve nel 1264.
6. Si riferisce a Hojo Yoshitoki (1163-1224), secondo reggente del governo di Kamakura che sconfisse l’esercito imperiale nel tumulto di Jokyu (1221), assicurando così alla reggenza il controllo sulla parte occidentale del Giappone. La “lotta intestina” si riferisce alla sollevazione del secondo mese del 1272, in cui Hojo Tokisuke, fratellastro del reggente Hojo Tokimune, tentò di impadronirsi del potere, ma fu sconfitto.
7. Riferimento all’impero mongolo.
8. Il “signore del feudo” è Hoji Tomotoki, fratello minore di Hojo Yasutoki, terzo reggente del governo di Kamakura. Sua moglie, la monaca laica di Nagoe, detta anche Oama (monaca anziana) divenne seguace del Daishonin, ma in seguito abbandonò la fede.
9. Templi situati nel villaggio di Tojo provincia di Awa. Pare che Kyosumi fosse un altro nome per il Seicho-ji mentre si sa ben poco di Futama.
10. Sado (1253-1314): altro nome di Niko, uno dei sei discepoli anziani del Daishonin. Acharya Suke: secondo alcuni era un seguace del Daishonin, confidente del signore di Tojo, mentre, secondo altri, era un prete del Seicho-ji.