Numero: 41
Data: 1273
Luogo: Sado
Destinatario: Gijo-bo

Lettera a Gijo-bo

Ho letto attentamente la tua domanda riguardo agli insegnamenti buddisti. Il beneficio del Sutra del Loto è uno stato vitale che può essere compreso solo dai Budda: è un’illuminazione interiore a cui giunge a stento persino la saggezza delle emanazioni di Shakyamuni nelle dieci direzioni. Per questo motivo, come ben sai, il Gran Maestro T’ien-t’ai disse che il carattere myo significa mistico, e mistico significa al di là della normale comprensione1. Questo sutra espone una gran varietà di pratiche, ma si tratta di insegnamenti che solo T’ien-t’ai, Miao-lo e Dengyo compresero davvero. Fra costoro, il Gran Maestro Dengyo, benché fosse la reincarnazione di T’ien-t’ai, inviò varie volte messaggeri in Cina per poter risolvere i dubbi della gente. La cosa più importante è che l’essenza di questo sutra consiste nella dottrina del mutuo possesso dei Dieci mondi, dei cento mondi, dei mille fattori e dei tremila regni in un singolo istante di vita, esposta nell’opera che si chiama Grande concentrazione e visione profonda.

Proseguendo, ciò su cui io, Nichiren, mi baso è la dottrina del capitolo “Durata della vita”. T’ien-t’ai, Dengyo e altri maestri la conoscevano in linea generale, ma non la espressero mai a parole né la esposero pubblicamente e così anche Nagarjuna e Vasubandhu. La parte in versi del capitolo dice: «Desiderano con un’unica mente vedere il Budda anche a costo della vita»2. Grazie a questa frase io, Nichiren, ho rivelato la Buddità nella mia vita perché questo passo del sutra mi ha permesso di incarnare le tre grandi Leggi segrete, o la realtà dei tremila regni in un singolo istante di vita3 del capitolo “Durata della vita”. Ma questo tienilo segreto, tienilo segreto!

Il Gran Maestro del Monte Hiei [Dengyo] si recò in Cina e gli fu trasmesso il significato profondo di questa frase: “unica” di «unica mente» indica l’unica pura via4, “mente” indica tutti i fenomeni. Per questo il Gran Maestro T’ien-t’ai spiega così il carattere cinese che significa mente: «Una luna e tre stelle; la mente dell’effetto della Buddità è pura e limpida»5. Io, Nichiren, affermo che “unica” sta per myo, o mistico, “mente” sta per ho, o legge, “desiderano” sta per ren, o loto, “vedere” sta per ge, o fiore e “Budda” sta per kyo, o sutra. Nella propagazione di questi cinque caratteri i praticanti dovrebbero «non esitare anche se ciò dovesse costargli la vita».

«Con un’unica mente desiderano vedere il Budda» può essere letto così: osservare il Budda con un’unica mente, concentrare la propria mente sul vedere il Budda e quando si guarda la propria mente, percepire che essa è il Budda. Avendo ottenuto il frutto della Buddità, cioè i tre corpi eternamente inerenti6, potrei essere superiore persino a T’ien-t’ai e a Dengyo, e superare anche Nagarjuna e Mahakashyapa. Il Budda scrisse che si deve diventare maestri della propria mente7 e non lasciare che la mente sia la propria maestra. Per questo ti ho sempre esortato a essere disposto a dare anche il tuo stesso corpo e a non risparmiare mai la tua vita per il Sutra del Loto. Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo.

Nichiren

Il ventottesimo giorno del quinto mese del decimo anno di Bun’ei (1273)

Cenni Storici

Questa lettera fu scritta da Ichinosawa, nell’isola di Sado, nel quinto mese del 1273, a Gijo-bo che era stato il superiore del Daishonin al tempio Seicho, nella provincia di Awa. Quasi un mese prima, Nichiren Daishonin aveva composto L’oggetto di culto per l’osservazione della mente, in cui spiegava l’oggetto di culto dal punto di vista della Legge e la pratica corretta per ottenere l’illuminazione nell’Ultimo giorno. Questa lettera ribadisce, in breve, i profondi contenuti di quel trattato.

Nichiren Daishonin afferma che, tra tutti i capitoli del Sutra del Loto, il capitolo “Durata della vita” riveste per lui un particolare significato, e cita il passo: «Con un’unica mente desiderano vedere il Budda…», commentando: «Grazie a questa frase io, Nichiren, ho rivelato la Buddità nella mia vita». Afferma, inoltre, che come Budda dell’Ultimo giorno della Legge, egli ha realizzato e incarnato Nam-myoho-renge-kyo delle tre grandi Leggi segrete, implicito nella profondità del capitolo “Durata della vita”. Questo è uno dei suoi primi riferimenti alle tre grandi Leggi segrete: l’invocazione (Nam-myoho-renge-kyo), l’oggetto di culto (il Gohonzon), e il luogo di culto (il santuario).


Note
1. Questa asserzione si trova nell’introduzione a Il significato profondo del Sutra del Loto.
2. Il Sutra del Loto, cap. 16, p. 317.
3. Realtà dei tremila regni in un singolo istante di vita (giap. ji no ichinen sanzen): “tremila regni in un singolo istante di vita” (ichinen sanzen) si può distinguere in: “tremila regni potenziali in un singolo istante di vita” (ri no ichinen sanzen) e “tremila regni effettivi in un singolo istante di vita” (ji no ichinen sanzen). Per un approfondimento di questo concetto vedi Dizionario del Buddismo, IBISG, Firenze, 2018, p. 707.
4. Unica pura via: è il vero aspetto inerente a tutti i fenomeni.
5. Fonte sconosciuta. Il carattere shin (o kokoro) che significa cuore-mente è composto da quattro tratti che rappresentano la luna e tre stelle. Ciò che probabilmente si intende è che un corpo (la luna) è uguale a tre corpi (le stelle); una metafora per indicare che la condizione vitale del Tathagata del tempo senza inizio, cioè la natura di Budda innata nella persona comune, è la causa che produce come effetto simultaneo i tre corpi eternamente inerenti (vedi nota 6); in altre parole, la mente originaria delle persone comuni che manifestano la condizione vitale della Buddità è pura e limpida, come la luna e le stelle che brillano.
6. Tre corpi eternamente inerenti (giap. musa sanjin): musa = non creato, cioè naturale o eterno; sanjin = tre corpi (vedi Glossario).
7. Questa frase si trova sia nel Sutra del Nirvana sia nel Sutra delle Sei paramita. Qui “mente” è kokoro che significa cuore-mente.