Numero: 4
Data: 1261
Luogo: Izu Ito
Destinatario: Funamori Yasaburo

L’esilio di Izu

Ho ricevuto i dolci di riso avvolti in foglie di bambù, il sakè, il riso essiccato, il pepe, la carta e le altre cose dal messaggero che ti sei preso il disturbo di inviarmi. Questi mi ha anche riferito la tua raccomandazione di tenere la cosa segreta. Capisco.

Il dodicesimo giorno del quinto mese, dopo essere stato esiliato, giunsi a quella spiaggia di cui non avevo mai sentito parlare prima e, mentre stavo ancora male, dopo essere sceso dalla barca, ti sei gentilmente preso cura di me. Quale karma ci ha uniti? Sei stato un devoto del Sutra del Loto nel passato e adesso, nell’Ultimo giorno della Legge, sei rinato come Funamori no Yasaburo per avere compassione di me? Per te che sei un uomo può essere naturale, ma il fatto che anche tua moglie mi abbia trattato premurosamente, mi abbia dato da mangiare e portato l’acqua per lavarmi le mani e i piedi, è una cosa che non posso definire se non come misteriosa.

Per quale motivo tu hai creduto nel Sutra del Loto e mi hai fatto offerte durante quei trenta giorni e più? Io ero odiato e disprezzato dall’amministratore e dalla popolazione del luogo più di quanto lo fossi a Kamakura. Chi mi vedeva mi lanciava sguardi minacciosi, chi sentiva il mio nome si colmava di rancore. Eppure, benché fossi giunto proprio nel quinto mese quando il riso scarseggia, tu mi hai segretamente nutrito. I miei genitori sono forse rinati a Kawana presso Ito nella provincia di Izu?

Nel quarto volume del Sutra del Loto si legge: «[Invierò] uomini e donne dalla fede pura, a fare offerte ai maestri della Legge»1. Questa frase significa che gli dèi celesti e le divinità benevolenti assumeranno la forma di uomini e donne, e porteranno offerte per aiutare coloro che praticano il Sutra del Loto. Non v’è alcun dubbio che ciò si riferisca a te e tua moglie, che siete nati come uomo e donna e fate offerte a Nichiren, il maestro della Legge.

Dato che ho scritto dettagliatamente in precedenza2, ora non mi dilungherò, ma in particolare vorrei ricordare che, quando l’amministratore di questo distretto mi mandò la richiesta di pregare affinché guarisse dalla sua malattia, mi chiesi se dovevo accontentarlo. Ma, poiché dimostrava un minimo di fede in me, decisi di ricorrere al Sutra del Loto. In tale circostanza, pensai, come potevano le dieci fanciulle demoni non unire le loro forze per aiutarmi? Invocai allora il Sutra del Loto, Shakyamuni, Molti Tesori e gli altri Budda delle dieci direzioni, la Dea del Sole, Hachiman e tutte le divinità maggiori e minori, sicuro che avrebbero preso in considerazione la mia preghiera e che sarebbe apparso un risultato. Certamente non mi avrebbero abbandonato, ma avrebbero risposto con la stessa naturalezza con cui una persona massaggia un punto dolente o gratta un punto che prude. E infatti alla fine l’amministratore guarì e, in segno di gratitudine, mi inviò una statua del Budda pescata dal mare in una retata di pesci. Lo fece perché finalmente era guarito dalla sua malattia che, ne sono certo, gli era stata inflitta dalle dieci fanciulle demoni. Anche questo beneficio diventerà sicuramente un beneficio per te e tua moglie.

Gli esseri viventi come noi hanno dimorato nel mare delle sofferenze di nascita e morte sin dal tempo senza inizio. Ma, quando diventano devoti del Sutra del Loto, comprendono che i loro corpi e le loro menti, che esistono sin dal tempo senza inizio, sono intrinsecamente dotati della natura eternamente immutabile, si risvegliano alla mistica realtà grazie alla loro mistica saggezza, e ottengono il corpo di Budda indistruttibile come il diamante. Come potrebbero essere diversi da quel Budda? Il Budda Shakyamuni, il signore degli insegnamenti, che in un tempo remoto tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi dichiarò: «Io sono l’unica persona [che può salvarli e proteggerli]»3, non è altro che ognuno di noi esseri viventi. Questo è l’insegnamento dei tremila regni in un singolo istante di vita del Sutra del Loto, il comportamento di «Sono sempre qui a predicare la Legge»4. Le persone comuni sono inconsapevoli dell’esistenza del prezioso Sutra del Loto e del Budda Shakyamuni. Questo è il significato del passo del capitolo “Durata della vita”: «Faccio in modo che gli esseri viventi obnubilati non mi vedano, neanche quando sono vicino»5. La differenza fra illusione e illuminazione è simile alle quattro differenti visioni del boschetto di alberi di sal6. “Budda dei tremila regni in un singolo istante di vita” significa che l’intero regno dei fenomeni consegue la Buddità.

Il demone che comparve davanti al ragazzo delle Montagne Nevose era Shakra camuffato. La colomba che si rifugiò presso il re Shibi era il dio Vishvakarman. Il re Splendore Universale che fece ritorno al castello del re Piedi Maculati era il Budda Shakyamuni, signore degli insegnamenti. Gli occhi delle persone comuni non vedono queste cose, ma l’occhio del Budda le vede. Il sutra afferma che nel cielo e nel mare esistono sentieri su cui viaggiano gli uccelli e i pesci. Una statua di legno [del Budda] è di per sé un aureo Budda, e un aureo Budda è una statua di legno7; l’oro di Aniruddha8 si trasformò in una lepre e poi in un cadavere; nel palmo di Mahanama anche la sabbia diventò oro9. Queste cose sono al di là della comprensione umana. Una persona comune è un Budda e un Budda è una persona comune. È esattamente questo il significato dei tremila regni in un singolo istante di vita e delle parole: «[Io] ho realmente conseguito la Buddità»10.

In tal caso forse l’Onorato dal Mondo di Grande Illuminazione, il signore degli insegnamenti, è rinato in te e tua moglie per aiutarmi. Benché la distanza fra Ito e Kawana sia breve, i nostri cuori sono lontani11. Ho scritto questa lettera per il futuro. Riflettici senza discuterne con altri. Se qualcuno ne venisse a conoscenza, sarebbe un guaio per te. Conserva questo nel profondo del cuore e non parlarne mai.

Con profondo rispetto,

Nam-myoho-renge-kyo

Nichiren

Il ventisettesimo giorno del sesto mese del primo anno di Kocho (1261)

Inviato a Funamori Yasaburo

Cenni Storici

Nell’ottavo mese del 1260, la dimora di Nichiren Daishonin a Nagoe, presso Kamakura, fu attaccata da alcuni seguaci della Pura terra, furibondi per il suo recente trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese che confutava senza mezzi termini le dottrine della loro scuola.

Sfuggito a stento all’attentato, il Daishonin trovò rifugio presso il suo fedele discepolo Toki Jonin, nella provincia di Shimosa, dove si trattenne fino alla primavera del 1261, per fare poi ritorno a Kamakura e riprendere le attività di propagazione.

Nel dodicesimo giorno del quinto mese del 1261, senza alcuna inchiesta formale, il governo condannò il Daishonin all’esilio nella penisola di Izu, all’epoca una roccaforte della scuola della Pura terra.

Appena sbarcato sulla spiaggia di Kawana, un piccolo villaggio sulla costa della penisola, il Daishonin fu soccorso da un pescatore, Funamori Yasaburo, e da sua moglie, che gli offrirono rifugio e lo nutrirono segretamente divenendo suoi fedeli seguaci.

Il mese successivo il signore del distretto di Ito a Izu, Ito Sukemitsu, convocò il Daishonin nella sua residenza affinché offrisse preghiere per la sua guarigione da una grave malattia. Sukemitsu recuperò effettivamente la salute, e pare che si fosse convertito agli insegnamenti del Daishonin.

Nel frattempo Yasaburo e sua moglie, preoccupati per l’incolumità del Daishonin, avevano inviato alla residenza di Sukemitsu un messaggero con varie offerte. Questa lettera è la risposta di Nichiren Daishonin alle loro premure.

L’esilio a Izu terminò il ventiduesimo giorno del secondo mese del 1263, quando il Daishonin fece ritorno a Kamakura.


Note
1. Il Sutra del Lo9to, cap. 10, p.9 239
2. Si hanno scarse notizie della lettera a cui si fa riferimento; a noi è pervenuta soltanto L’esilio di Izu.
3. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 120.
4. Ibidem, cap. 16, p. 317.
5. Ibidem.
6. Il boschetto di alberi di sal: luogo dove Shakyamuni espose il suo ultimo insegnamento, il Sutra del Nirvana, e poi morì. Il Sutra sulla Risoluzione dei dubbi riguardanti il Medio giorno della Legge descrive il boschetto di alberi di sal in quattro modi diversi: 1) come un boschetto fatto di terra, alberi, piante e muri di pietra; 2) come un luogo adorno dei sette tipi di gemme, compresi oro e argento; 3) come il luogo in cui tutti i Budda praticano il Buddismo; 4) come l’eterna e illuminata terra del Budda. Le quattro visioni dipendono dalle capacità e dallo stato vitale delle persone.
7. Lett.: «Una statua di legno è di colore dorato e una statua di colore dorato è di legno» dove “è” corrisponde al carattere soku, il quale assume vari significati che variano nelle dottrine delle varie scuole; nella dottrina di T’ien-t’ai a cui qui Nichiren si riferisce soku ha tre significati: inscindibilità di due entità separate, due facce della stessa medaglia, quintessenza di qualcosa.
8. Aniruddha: uno dei dieci maggiori discepoli di Shakyamuni, noto come “il primo per intuito divino”. Questa storia è narrata in Parole e frasi del Sutra del Loto. Tempo fa un pratyekabuddha di nome Rida stava svolgendo la pratica di chiedere l’elemosina, ma nessuno gli faceva offerte. Vedendo questo un povero gli offrì del miglio e quando in seguito andò a cercarne dell’altro una lepre gli balzò sulla schiena e si trasformò in cadavere. Spaventato l’uomo cercò di scuoterlo via senza riuscirvi, ma, appena fu tornato a casa, il cadavere cadde al suolo e si trasformò in oro. Quando alcuni malviventi ne vennero a conoscenza andarono dall’uomo per derubarlo, ma non videro altro che un cadavere. Invece agli occhi del povero si trattava di oro autentico ed egli divenne ricco. Novantun kalpa dopo rinacque come Aniruddha.
9. Mahanama: uno dei cinque monaci che per ordine del padre di Shakyamuni accompagnarono quest’ultimo quando decise di abbandonare il mondo secolare e abbracciare la vita religiosa. Essi praticarono l’ascetismo insieme a Shakyamuni, ma lo abbandonarono quando questi rinunciò a quel cammino. Poco dopo Shakyamuni ottenne l’illuminazione e quando tenne il suo primo sermone al Parco dei Cervi divennero i suoi primi discepoli. Secondo il Sutra Agama in ordine numerico crescente, Mahanama era dotato di poteri occulti. La storia della “sabbia che si trasforma in oro nel palmo della sua mano” è narrata nel Supplemento alle tre opere maggiori di T’ien-t’ai di Ts’ung-i.
10. Il Sutra del Loto, cap. 16, p. 312. Riguardo a questa frase, Nichiren Daishonin afferma nella Raccolta degli insegnamenti orali che “Io” indica tutte le persone in ognuno dei Dieci mondi e significa che le persone dei Dieci mondi sono tutte Budda eternamente dotati dei tre corpi.
11. I nostri cuori sono lontani: significa che non potevano comunicare apertamente come avrebbero desiderato.