Il dodicesimo giorno del nono mese sono incorso nell’ira delle autorità e il decimo giorno del decimo mese di quest’anno devo partire per la provincia di Sado.
Sin dall’inizio ho studiato per approfondire l’insegnamento del Budda e conseguire la Buddità e anche per salvare le persone con le quali ho un debito di gratitudine. Sulla strada per la Buddità sembrerebbe che si possa diventare un Budda sempre e soltanto quando si è incontrato qualcosa di simile al rischiare la propria vita. Penso che sia incontrando difficoltà come quelle esposte dal sutra − esser maledetto e insultato, attaccato con spade e bastoni, cocci e detriti, ed esiliato ripetutamente – che si legge il Sutra del Loto con la propria vita. La mia fede cresce sempre più e ho fiducia nella prossima esistenza. Se dovessi morire, salverò sicuramente ognuno di voi.
In India il Venerabile Aryasimha fu decapitato dal re Dammira e il Bodhisattva Aryadeva fu ucciso da un non buddista. In Cina un uomo chiamato Chu Tao-shengfu esiliato sulla montagna, in un luogo chiamato Su-chou e il Maestro del Tripitaka Fa-tao fu marchiato sul volto ed esiliato a sud del fiume Yangtze. Tutte queste persecuzioni avvennero a causa della virtù del Sutra del Loto e a causa degli insegnamenti buddisti.
Io, Nichiren, sono il figlio di una famiglia chandala che viveva vicino al mare, a Tojo nella provincia di Awa, nelle remote campagne della parte orientale del Giappone. Sacrificare il mio corpo, che altrimenti decadrebbe invano, per amore del Sutra del Loto sarà come scambiare pietre con oro. Nessuno di voi deve affliggersi per me. Riferite quanto ho detto anche al Reverendo Dozen-bo. Ho pensato di scrivere alla moglie del signore del feudo1, ma, data la mia attuale situazione, forse ella non desidera più ricordarsi di me. Se vi capita l’occasione, raccontatele quanto ho detto.
Nichiren
Il decimo mese