Ho ricevuto i tuoi doni: le tre stuoie per sedersi e un cesto di alghe wakame fresche.
La tua visita, dal primo al quarto giorno del terzo mese, mi è stata di grande conforto. La malattia che mi ha reso così magro sembrava scomparsa e mi sentivo così forte da poter andare a caccia di tigri. E grazie alle wakame che mi hai donato penso che potrei persino cavalcare un leone.
I beni che si possiedono assumono un valore diverso a seconda del luogo e della persona che li usa. Qui sul monte Minobu c’è abbondanza di rocce, ma nessun dolce di riso; il muschio non manca, ma non ci sono stuoie per sedersi, così strappiamo la corteccia degli alberi e usiamo quella. Perciò le stuoie che hai inviato in dono non potrebbero essere più gradite.
Si dice che a un ricco chiamato padron Shronakotivimsha1 crescessero i peli sotto i piedi. Così non solo a casa, ma ovunque andava, era come se camminasse su un tappeto di cotone spesso quattro pollici. E, se ti chiedi come mai, era perché nelle esistenze precedenti aveva disteso un tappeto di pelle d’orso per un monaco di eminente rango.
È veramente motivo di gioia che, in questo paese del Giappone, una terra remota a più di qualche centinaio di migliaia di miglia dall’India, oltretutto un’isola abitata da barbari che comprendono ben poco il principio di causa ed effetto, e per di più nell’Ultimo giorno della Legge, in questo paese che sembra credere negli insegnamenti del Budda, ma in realtà li offende, tu, non solo ti sia conquistato una buona reputazione per come onori il Sutra del Loto, ma abbia anche donato al sutra queste stuoie per sedersi!
Cenni Storici
La parte finale di questa lettera è andata persa, pertanto la data di stesura e il destinatario non sono noti. Poiché Nichiren accenna a una visita da parte del destinatario «dal primo al quarto giorno del terzo mese» e alla sua guarigione da una malattia, si ritiene che sia stata scritta a Minobu nel corso del terzo mese del 1282. Altri scritti indicano che il Daishonin era stato ammalato fino a quella data.
Il Daishonin ringrazia per le alghe ricevute in offerta, affermando di sentirsi talmente in salute da poter cavalcare un leone.
Il valore dei beni varia secondo le necessità, egli afferma. Poiché lui e i suoi discepoli, in mancanza d’altro, utilizzavano della corteccia d’albero per sedersi, le stuoie ricevute sono un dono particolarmente prezioso. Per spiegare i benefici di tale offerta, egli racconta la storia, tratta da una scrittura buddista, di un uomo che nacque con una peluria sotto i piedi, simile a un tappeto. Questo accadde perché in un’esistenza passata aveva steso una stuoia di pelle d’orso per un monaco eminente.
Questo frammento di lettera termina con il Daishonin che loda il destinatario per essersi distinto onorando il Sutra del Loto in Giappone, dove abbondano le persone che offendono il Buddismo.
Note
1.
↑ Riferimento a un monaco buddista che ottenne lo stato di arhat al tempo di Shakyamuni, descritto nel Sutra Agama misto e nel
Trattato sulla grande perfezione della saggezza. “Padron” nelle scritture buddiste indica in generale i maschi laici che praticano il Buddismo e in particolare i ricchi padroni della classe Vaishya. Qui si riferisce a un ricco padrone della classe Vaishya, ciò che era Shronakotivimsha prima di lasciare la famiglia per diventare monaco.