Numero: 101
Data: 1277
Luogo: Luogo sconosciuto
Destinatario: Nichinyo

Il reale aspetto del Gohonzon

Ho ricevuto le tue offerte al Gohonzon di cinque kan di monete, un carico di riso bianco e frutta. Tanto per cominciare, questo Gohonzon fu rivelato negli ultimi otto dei cinquant’anni in cui il Budda predicò in questo mondo e, in questi otto anni, negli otto capitoli [del Sutra del Loto] che vanno dal capitolo “Emergere dalla Terra” al capitolo “Affidamento”. Ora, durante i tre periodi successivi alla morte del Budda, nei duemila anni del Primo e del Medio giorno della Legge, non esisteva nemmeno il termine “oggetto di culto dell’insegnamento originale”. Come avrebbe potuto dunque essere rivelato l’oggetto di culto? Inoltre non vi era nessuno che fosse in grado di esprimerlo. T’ien-t’ai, Miao-lo e Dengyo lo percepirono nei loro cuori, ma per qualche ragione non lo resero mai in parole, proprio come Yen Yüan1 comprese il vero significato dell’insegnamento di Confucio, ma non lo espresse. Tuttavia il sutra stesso, così come i commentari di T’ien-t’ai e di Miao-lo, affermano esplicitamente che il Gohonzon apparirà nei primi cinquecento anni dell’Ultimo giorno della Legge, duemila anni dopo la morte del Budda.

Com’è straordinario che, oltre duecento anni dopo l’inizio dell’Ultimo giorno della Legge, Nichiren sia stato il primo a iscrivere questo grande mandala come il vessillo della propagazione del Sutra del Loto, mentre anche grandi maestri come Nagarjuna, Vasubandhu, T’ien-t’ai e Miao-lo non furono in grado di farlo! Questo mandala non è in alcun modo una mia invenzione. È l’oggetto di culto che raffigura il Budda Shakyamuni, l’Onorato dal Mondo, seduto nella torre preziosa del Budda Molti Tesori, e gli altri Budda che erano emanazioni di Shakyamuni, fedelmente come la stampa riproduce la matrice. I cinque caratteri del titolo del Sutra del Loto sono sospesi al centro della torre preziosa, mentre i quattro re celesti sono seduti ai quattro angoli. Shakyamuni, Molti Tesori e le quattro guide dei Bodhisattva della Terra, sono allineati in alto. Seduti sotto di loro sono i bodhisattva, fra cui Virtù Universale e Manjushri e gli ascoltatori della voce, fra cui Shariputra e Maudgalyayana. [A fianco di questi] stanno gli dèi del sole e della luna, il re demone del sesto cielo, il re drago e un asura. In più i re di saggezza Inamovibile e Ardente di Desideri si collocano rispettivamente a sud e a nord. Il perfido traditore Devadatta e l’ignorante figlia del re drago formano un unico gruppo. Non solo la Madre dei Fanciulli Demoni e le dieci fanciulle demoni, che succhiano la vita delle persone in tutto il sistema maggiore di mondi, ma anche le divinità guardiane del Giappone, cioè la Dea del Sole e il Grande Bodhisattva Hachiman, i sette regni di dèi celesti e i cinque regni di dèi terreni, e tutti i vari dèi maggiori e minori sono tutti allineati in fila. Queste sono le divinità permanenti. Come avrebbero potuto essere escluse le restanti divinità che ne sono le manifestazioni temporanee2? Il capitolo “Torre preziosa” afferma: «[Il Budda Shakyamuni usò i suoi poteri sovrannaturali per] sollevare nell’aria tutti i membri della grande assemblea»3.

Nel Gohonzon dimorano, senza eccezione alcuna, tutti i Budda, i bodhisattva e grandi saggi, tutti i vari esseri dei due mondi e degli otto gruppi4 che appaiono nel capitolo “Introduzione” del Sutra del Loto. Illuminati dalla luce dei cinque caratteri della Legge mistica, rivelano i nobili attributi che possiedono intrinsecamente. Questo è l’oggetto di culto.

È quello che indica il sutra con l’espressione «il vero aspetto di tutti i fenomeni»5. Miao-lo afferma: «Il vero aspetto si manifesta invariabilmente in tutti i fenomeni e tutti i fenomeni si manifestano invariabilmente nei dieci fattori. I dieci fattori si manifestano invariabilmente nei Dieci mondi e i Dieci mondi si manifestano invariabilmente in “corpo e terra”»6. Si afferma anche che il profondo principio del vero aspetto è la Legge originariamente inerente di Myoho-renge-kyo7. Il Gran Maestro Dengyo scrisse: «Un singolo istante di vita che comprende i tremila regni è il Budda di gioia illimitata8e questo Budda non assume augusti attributi»9. Di conseguenza, questo Gohonzon deve essere chiamato il grande mandala mai conosciuto prima, poiché non è mai apparso nei duemiladuecentoventi anni dopo la morte del Budda.

Una donna che fa offerte a questo Gohonzon attira la felicità in questa vita, e nella prossima il Gohonzon sarà con lei e la proteggerà da ogni lato, a destra e a sinistra, davanti e dietro. Come una lanterna nell’oscurità, come un forte braccio che ti sostiene lungo un sentiero infido, il Gohonzon ti circonderà e ti proteggerà, signora Nichinyo, dovunque tu vada. Perciò devi essere pronta a respingere coloro che offendono la Legge così come impediresti a una cortigiana di entrare nella tua casa. Questo è il significato di «allontana i cattivi amici e cerca la compagnia di buoni amici»10.

Non cercare mai questo Gohonzon al di fuori di te. Il Gohonzon esiste solo nella carne di noi persone comuni che abbracciamo il Sutra del Loto e recitiamo Nam-myoho-renge-kyo. Il corpo è il palazzo della nona coscienza11, l’immutabile realtà che regna su tutte le funzioni della vita. Essere “dotato dei Dieci mondi” significa che tutti i Dieci mondi senza eccezione esistono in un singolo mondo. È per questo motivo che il Gohonzon è chiamato mandala. Mandala è una parola sanscrita che significa “perfettamente dotato” o “cumulo di benefici”. Il Gohonzon inoltre si trova solo nei due caratteri che significano fede. Questo intende il sutra quando afferma che si può «accedervi solo grazie alla fede»12.

I discepoli di Nichiren, sia preti sia laici, credono unicamente nel Sutra del Loto, mettendo da parte onestamente gli espedienti13 e non accettando un solo verso degli altri sutra14; è per questo che possono entrare nella torre preziosa del Gohonzon. Com’è rassicurante! Com’è rassicurante! Fai ogni possibile sforzo in previsione della tua prossima vita. La cosa più importante è che, recitando soltanto Nam-myoho-renge-kyo, puoi conseguire la Buddità. Tutto dipenderà indubbiamente dalla forza della tua fede. Avere fede è la base del Buddismo. Per questo il quarto volume di Grande concentrazione e visione profonda afferma: «Il Buddismo è come un mare in cui si può entrare solo con la fede». Il quarto volume di Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda” spiega: «Riguardo alla frase “Il Buddismo è come un mare in cui si può entrare solo con la fede”, perfino Confucio insegna che la fede è la prima e la più importante delle cose. Ciò è ancora più vero per le profonde dottrine del Buddismo. Com’è possibile accedervi senza la fede? È per questo che il Sutra della Ghirlanda di fiori definisce la fede come la base della via e la madre dei benefici». Il primo volume di Grande concentrazione e visione profonda afferma inoltre: «Come può uno ascoltare, credere e praticare il perfetto insegnamento in modo da ottenere la perfetta illuminazione?». Il primo volume di Su “Grande concentrazione e visione profonda” dice: «Credere nel perfetto insegnamento significa risvegliare la fede attraverso la dottrina e fare della fede la base della pratica».

Un testo non buddista narra la storia dell’imperatore di Han15. Egli credette in modo così assoluto in quello che gli riferì il suo aiutante, che il fiume gelò all’istante. Un altro documento descrive come Li Kuang, bramoso di vendicare suo padre, conficcò fino alle piume la sua freccia in una pietra nascosta nell’erba. I commentari di T’ien-t’ai e di Miao-lo rendono assolutamente chiaro che la fede è il punto cruciale. Poiché l’imperatore di Han credette senza alcun dubbio nelle parole del suo servitore, il fiume gelò. Li Kuang fu in grado di trafiggere la pietra perché pienamente convinto che fosse la tigre che aveva ucciso suo padre. Questo è ancor più vero nel mondo del Buddismo!

Abbracciare il Sutra del Loto e recitare Nam-myoho-renge-kyo comprende tutte le cinque pratiche. Fu questa meravigliosa pratica, che comprende l’immediato completamento delle cinque pratiche, che il Gran Maestro Dengyo ereditò dal Reverendo Tao-sui durante il suo viaggio nella Cina T’ang. Nessun altro insegnamento è più importante per i discepoli e i sostenitori laici di Nichiren. Ne tratta il capitolo “Poteri sovrannaturali”16. Ti scriverò più dettagliatamente nel futuro.

Rispettosamente,

Nichiren

Il ventitreesimo giorno dell’ottavo mese del terzo anno di Kenji (1277)

Cenni Storici

In questa lettera di risposta a Nichinyo, Nichiren Daishonin esprime gratitudine per le sue offerte al Gohonzon e spiega il significato dell’oggetto di culto. L’identità di Nichinyo non è chiara. Si ritiene che fosse la moglie di Ikegami Munenaka, il maggiore dei fratelli Ikegami, o una figlia del prete laico Matsuno Rokuro Saemon, un fervido credente della provincia di Suruga. A giudicare dalle due lettere inviatele dal Daishonin, sembra che godesse di una buona istruzione e di notevole ricchezza materiale. Inoltre, dal momento che ricevette un Gohonzon, doveva essere una sincera credente. Questa lettera contiene una descrizione dettagliata del Gohonzon, con la spiegazione del significato dei singoli caratteri.

Nella prima parte Nichiren sottolinea la rarità e l’importanza del Gohonzon e cita il Sutra del Loto e altri scritti per dimostrare che esso è la materializzazione del “vero aspetto di tutti i fenomeni” e dei “tremila regni in un singolo istante di vita”.

Nella seconda metà il Daishonin descrive il grande beneficio che deriva dall’avere fede nel Gohonzon, e ammonisce: «Non cercare mai questo Gohonzon al di fuori di te», aggiungendo che il Gohonzon si trova solo nella fede. Cita infine due esempi della tradizione secolare per rammentare a Nichinyo che la fede è in assoluto l’elemento più importante per manifestare il potere del Gohonzon nella propria vita e conclude affermando che la recitazione di Nam-myoho-renge-kyo basata sulla fede è la forma più completa di pratica buddista.


Note
1. Yen Yüan (514-483 a.C.), chiamato anche Yen Hui, era uno dei più fedeli discepoli di Confucio.
2. Divinità permanenti: lett. divinità dell’“entità” (giap. tai), cioè ciò che è sempre presente e non muta nel tempo, contrapposto alle “manifestazioni” (giap. yu) che sono le funzioni di cui l’entità è dotata e che, volta per volta, manifesta.
3. Il Sutra del Loto, cap. 11, p. 249.
4. Esseri dei due mondi e degli otto gruppi: esseri presenti alla cerimonia in cui fu predicato il Sutra del Loto. I due mondi, il mondo del desiderio e il mondo della forma, sono due divisioni del triplice mondo. Gli “otto gruppi” sono: gli dèi del mondo del desiderio, gli dèi del mondo della forma, i re draghi e il loro seguito, i re kimnara e il loro seguito, i re gandharva e il loro seguito, i re asura e il loro seguito, i re garuda e il loro seguito e i re del mondo umano (Ajatashatru) con il loro seguito.
5. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 66.
6. La lama di diamante. Il “corpo” è il corpo delle persone e la “terra” è il luogo in cui esistono queste persone. Corrispondono a shoho e eho, l’essere vivente e il suo ambiente.
7. Questa frase è attribuita a T’ien’t’ai, ma non se ne conosce la fonte.
8. Budda di gioia illimitata: traduzione semplificata di ji ju yushin che indica il corpo ricevuto dal Budda in virtù delle pratiche precedenti in grado di godere pienamente della vita senza alcuna limitazione.
9. Si ritiene che la citazione derivi dal Trattato sugli insegnamenti segreti e sacri.
10. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 130.
11. Nona coscienza o coscienza amala: la natura di Budda, la forza purificatrice fondamentale libera da ogni impedimento karmico. Qui il Daishonin la identifica con Nam-myoho-renge-kyo.
12. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 125.
13. Vedi Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 90.
14. Vedi ibidem, cap. 3, p. 131.
15. Imperatore di Han: imperatore Kuang-wu, (6 a.C.-57 d.C.) fondatore della tarda dinastia Han. Prima di diventare imperatore una volta fu sconfitto in battaglia e, mentre si stava ritirando, rimase bloccato con il suo esercito davanti a un ampio fiume. Quando il suo fido aiutante Wang Pa gli riferì la falsa notizia che il fiume era gelato e avrebbero potuto attraversarlo, il futuro imperatore gli credette e trovò il fiume realmente gelato.
16. Probabile riferimento al passo: «Dopo la mia estinzione dovrebbe abbracciare e sostenere questo sutra. Tale persona sicuramente, senza alcun dubbio, conseguirà la via del Budda». (Il Sutra del Loto, cap. 21, p. 378).