Se esaminiamo l’insegnamento originale e quello transitorio del Sutra del Loto, vediamo che quest’ultimo continua a sostenere, come [gli insegnamenti che sono venuti] prima, che il Budda ottenne per la prima volta l’illuminazione nella sua vita presente; perciò è un insegnamento ancora ingombro di ostacoli. L’insegnamento originale è libero da tali ostacoli, tuttavia, paragonato ai cinque caratteri del daimoku, è una dottrina non adatta alla capacità delle persone nell’Ultimo giorno della Legge. Il mezzo meraviglioso per porre veramente fine agli ostacoli fisici e spirituali di tutti gli esseri viventi non è altro che Nam-myoho-renge-kyo.
Nichiren
Risposta a Shijo Kingo
Cenni Storici
Non si conosce la data di questa lettera, indirizzata a Shijo Kingo, che probabilmente è da collocare intorno al terzo anno di Kenji (1277).
In essa il Daishonin spiega che, poiché l’insegnamento transitorio (prima metà) del Sutra del Loto non rivela l’eternità della Buddità, la visione della vita che esso offre è superficiale e non ha il potere di aiutare le persone a superare gli ostacoli e gli impedimenti che derivano dall’oscurità fondamentale della vita. D’altra parte, afferma il Daishonin, l’insegnamento originale (seconda metà) del Sutra del Loto supera queste limitazioni perché rivela che il Budda Shakyamuni ottenne l’illuminazione in un tempo lontano tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi, ma non è comunque in grado di salvare le persone dell’Ultimo giorno della Legge che non hanno la capacità di trarre beneficio da esso. Solo i cinque caratteri di Nam-myoho-renge-kyo, conclude il Daishonin, possono condurle alla Buddità.
Note