Numero: 153
Data: 1280
Luogo: Minobu
Destinatario: Shijo Kingo

Il luogo del cumulo di benefici

Ho ricevuto il riso che mi hai inviato da Tono’oka1. L’ho usato come offerta per la cerimonia degli antenati defunti2 nel settimo mese di quest’anno. I preti che vi hanno partecipato, l’assemblea riunita sul Picco dell’Aquila3, il Budda e gli dèi hanno sicuramente accettato la tua offerta con gioia. Non esistono parole per esprimere il mio apprezzamento per la tua costante e sincera dedizione e per le tue frequenti visite.

In ogni caso, non può esserci dubbio riguardo alla tua illuminazione nella prossima vita. In particolare ricordo che, nell’ottavo anno dell’era Bun’ei (1271), quando incorsi nell’ira delle autorità e stavo per essere decapitato a Tatsunokuchi nella provincia di Sagami, tu mi accompagnasti a piedi nudi, tenendo le redini del mio cavallo e piangendo di dolore, pronto a dare la tua vita se mi avessero davvero giustiziato. Come potrei mai dimenticarlo?

E questo non è tutto. Esiliato sull’isola di Sado, sepolto com’ero sotto le nevi del mare del nord ed esposto ai venti che soffiavano dai picchi del settentrione, sembrava poco probabile che potessi sopravvivere. Abbandonato persino dai compagni di più lunga data, pensavo che non avrei potuto fare ritorno alla mia terra natale più di quanto un masso sul fondo del grande mare, così pesante da richiedere mille uomini per sollevarlo, avrebbe potuto affiorare in superficie. Essendo una persona comune era naturale che avessi nostalgia della gente del mio villaggio nativo.

È veramente una cosa rara che un laico come te, sempre impegnato nel servizio al suo signore, abbia fede nel Sutra del Loto. La tua sincera decisione di venire a farmi visita da tanto lontano, superando montagne e fiumi e attraversando il mare azzurro, non è inferiore a quella di colui che si spezzò le ossa nella Città delle Fragranze4 o di chi gettò via il suo corpo sulle Montagne Nevose5.

Quanto a me, benché ci fossero così poche probabilità di ritornare nel mondo, per qualche ragione, nella primavera dell’undicesimo anno di Bun’ei, sono stato graziato e ho potuto fare ritorno a Kamakura.

Riflettendo sul significato di questi fatti, credo di essermi ormai liberato dal karma delle mie colpe passate: una volta mi hanno quasi tolto la vita, nell’era Kocho sono stato esiliato nella provincia di Izu e nell’era Bun’ei sull’isola di Sado. A causa delle mie ripetute rimostranze presso le autorità, ho subìto una persecuzione dopo l’altra, ma sono sicuramente sfuggito all’imputazione di “tradire l’insegnamento del Budda”6.

Tuttavia, quando volli lasciare il mondo e cercare la via in questa foresta di montagna, la gente espresse varie opinioni, ma, avendo accuratamente riflettuto sui motivi della mia scelta, sono venuto su questa montagna, in questa provincia, dove ho già trascorso sette primavere e sette autunni.

Lasciando da parte per ora la questione della mia saggezza, ritengo che per le avversità che ho sopportato e le ferite che ho subìto in quanto alleato del Sutra del Loto, ho sorpassato persino il Gran Maestro T’ien-t’ai della Cina e sono stato superiore addirittura al Gran Maestro Dengyo del Giappone. Questo è accaduto perché il tempo ha decretato così. Se io sono davvero il devoto del Sutra del Loto, allora Shakyamuni, il signore degli insegnamenti del Picco dell’Aquila, il Tathagata Molti Tesori del Mondo della Purezza Preziosa, i Budda delle dieci direzioni che sono emanazioni di Shakyamuni, i grandi bodhisattva dell’insegnamento originale, i grandi bodhisattva dell’insegnamento transitorio, Brahma, Shakra, le divinità drago e le dieci fanciulle demoni devono essere tutti presenti in questo luogo. Dove c’è acqua dimorano i pesci e dove ci sono boschi si radunano gli uccelli. La montuosa isola di P’eng-lai è colma di pietre preziose, sul monte Malaya crescono gli alberi di sandalo e l’oro si può trovare sui monti dai quali sgorga il fiume Lishui7. Così è per questo luogo. È il luogo del “cumulo di benefici”8 dove dimorano Budda e bodhisattva.

I benefici del Sutra del Loto che recito da tanto tempo devono essere più vasti del cielo. Quindi, poiché tu sei venuto spesso qui, anno dopo anno, è certo che estinguerai in questa vita gli impedimenti karmici accumulati sin dal passato senza inizio. Devi sforzarti sempre più.

Nichiren

L’ottavo giorno del decimo mese

Risposta a Shijo Nakatsukasa Saburo Saemon

Cenni Storici

Nichiren Daishonin scrisse questa lettera a Shijo Nakatsukasa Saburo Saemon, detto anche Shijo Kingo, nel decimo mese del terzo anno di Koan (1280), per ringraziarlo della sua offerta di riso. Nichiren loda la straordinaria devozione del discepolo e gli esprime la sua gratitudine, non soltanto per lo spirito indomito dimostrato al tempo della persecuzione di Tatsunokuchi, quando il Daishonin stava per essere giustiziato, ma anche per i suoi costanti sforzi nel fargli visita e inviargli ciò di cui poteva aver bisogno, sia durante l’esilio a Sado sia durante il ritiro sul monte Minobu.

Nella parte conclusiva della lettera il Daishonin dichiara la propria convinzione di essersi liberato dal karma derivante dalle passate offese alla Legge, in virtù delle numerose difficoltà affrontate per il Sutra del Loto. Nel sopportare tali persecuzioni per amore della Legge egli ha superato perfino i grandi maestri del passato, T’ien-t’ai e Dengyo, dimostrando di essere il devoto del Sutra del Loto nell’Ultimo giorno. Esprime, quindi, la propria illuminazione di persona la cui vita è divenuta una sola cosa con la Legge mistica, descrivendo il suo eremo a Minobu come «il luogo del cumulo di benefici», dove tutti i Budda, i bodhi­sattva e le divinità si radunano.


Note
1. Tono’oka: regione nei pressi del villaggio di Igara, distretto di Shimoina, provincia di Shinano (attuale prefettura di Nagano), feudo di Shijo ­Kingo.
2. Cerimonia degli antenati defunti (giap. urabon; sans. ullambana): celebrazione buddista nella quale si fanno offerte per il riposo dei defunti, tenuta di solito il quindicesimo giorno del settimo mese.
3. Assemblea riunita sul Picco dell’Aquila: tutti coloro che presenziarono all’assemblea in cui fu predicato il Sutra del Loto.
4. Riferimento al Bodhisattva Sempre Dolente che si tagliò la carne e si spezzò le ossa per dare il suo sangue e il midollo a un brahmano (in realtà il dio Shakra camuffato) che sosteneva di volerli per fare un sacrificio. Così facendo, Sempre Dolente sperava di fare un’offerta al Bodhisattva Dhar­modgata, che viveva nella Città delle Fragranze e di udire il suo insegnamento sulla perfezione della saggezza.
5. Si tratta del ragazzo delle Montagne Nevose che offrì il suo corpo a un demone per udire un insegnamento buddista.
6. “Tradire l’insegnamento del Budda”: il Daishonin si riferisce a un passo del Sutra del Nirvana: «Se un buon monaco vede qualcuno distruggere l’insegnamento e non se ne cura, non lo rimprovera, lo espelle o lo punisce per la sua offesa, quel monaco sta tradendo l’insegnamento del Budda».
7. Probabilmente si tratta del fiume Lishui nell’attuale provincia cinese del Chekiang.
8. “Cumulo di benefici”: espressione usata per tradurre il termine sanscrito “mandala”. Ne Il reale aspetto del Gohonzon (p. 738) Nichiren Daishonin ne fa uso anche riferendosi al Gohonzon.