Numero: 156
Data: 1280
Luogo: Minobu
Destinatario: Nichigen-nyo

Il Grande Bodhisattva Hachiman

Ho ricevuto la veste bianca imbottita e i dieci ryo di cotone che sei stato così gentile da inviarmi. L’anno sta volgendo al termine e qui, sulle montagne dove vivo, il vento soffia violento e la mia piccola dimora è piena di buchi come una cesta di vimini. Il pavimento è rivestito di foglie e i miei abiti sono fatti di carta1, così il mio corpo diventa freddo come la pietra e le cose che mangio sembrano ghiaccio. Quando ho ricevuto la veste imbottita pensavo di indossarla immediatamente per scaldarmi, ma tu hai scritto che era per il Capodanno dell’anno prossimo. Mi chiedo se il Venerabile Mahakashyapa, che sul monte Kukkutapada deve attendere la venuta dell’Onorato Compassionevole2 per 5.670 milioni di anni, si senta impaziente quanto me.

Ma parliamo d’altro. Shiiji Shiro mi ha detto che hai discusso degli insegnamenti buddisti in presenza del tuo signore e ciò mi rende infinitamente felice. Per ricompensarti, adesso ti scriverò a proposito di una dottrina di estrema importanza.

La maggior parte della gente, sia i sapienti sia gli ignoranti, ti diranno che il Grande Bodhisattva Hachiman è una manifestazione del Budda Amida e questa affermazione non è immotivata. Infatti, in alcuni documenti di media antichità e negli oracoli dello stesso Hachiman, c’è qualche caso in cui viene identificato con il Budda Amida3. Ciò si è verificato perché tutti in cuor loro sono diventati credenti Nembutsu e perciò sono come chi scambia una pietra rossa per una pepita d’oro o chi guarda un ceppo in un campo e vede una lepre4.

La verità è che Hachiman è una manifestazione del Budda Shakyamuni. Dico questo perché nella provincia di Osumi c’è una lapide con un’iscrizione che lo conferma5. Ora la lapide è spezzata in due: su una parte sono scritti i due caratteri che formano il nome Hachiman, l’altra parte reca l’iscrizione: «Molto tempo fa, sul Picco dell’Aquila egli predicò il Sutra del Loto della Legge meravigliosa. Ora si è manifestato come il Grande Bodhisattva che risiede nel santuario principale». Questa è la prima prova che Hachiman è il Budda Shakyamuni.

Ma c’è una prova ancor più decisiva. Il padre del Grande Bodhisattva Hachiman fu l’imperatore Chuai, il quattordicesimo sovrano umano del Giappone, e sua madre l’imperatrice Jingu, la quindicesima sovrana. [Il loro figlio], imperatore Ojin, il sedicesimo sovrano, fu quello che ora chiamiamo il Grande Bodhisattva Hachiman.

Suo padre, l’imperatore Chuai, per ordine della Dea del Sole, si accingeva ad attraversare il mare per invadere il regno di Silla. Ma il re di Silla scagliò una maledizione su di lui e l’imperatore Chuai morì a Hakata6. A quel tempo la sua consorte, l’imperatrice Jingu, era già incinta del principe, ma, per vendicare il defunto imperatore, radunò un esercito di diverse decine di migliaia di cavalieri e s’imbarcò diretta al regno di Silla.

Mentre la nave era ancora in mare, ella sentì che era giunta l’ora di dare alla luce il bambino. Allora l’imperatrice Jingu si rivolse così al figlio che portava in grembo: «Sei un principe o una femminuccia? Se sei un principe, ascolta bene quello che ti dico: mi sto recando a Silla per attaccare il nemico di tuo padre, imperatore Chuai. Dato che sono solo una donna, voglio che tu sia il mio comandante in capo. Se sei destinato a essere il sovrano del Giappone, non devi nascere adesso, ma rimanere nel mio ventre per la durata della battaglia e da lì agire da comandante supremo delle mie decine di migliaia di cavalieri e condurre l’attacco al nemico di tuo padre. Se non presterai ascolto alle mie parole e insisterai nel voler nascere subito, ti getterò in mare. Non me ne devi volere per questo!».

Il figlio obbedì e rimase nel ventre della madre. L’imperatrice indossò un cinto di pietre per raffreddare l’utero e proseguì il viaggio sino a Silla dove riuscì a sottomettere il regno. Al ritorno in Giappone, si recò presso il santuario di Usa, nella provincia di Buzen e lì diede alla luce il figlio. Era rimasto nell’utero per tre anni, sei mesi e tre giorni e nacque l’ottavo giorno del quarto mese di un anno contrassegnato dal segno ciclico kinoe-tora. Questo era il bambino che più tardi fu conosciuto come imperatore Ojin. Morì all’età di ottant’anni il quindicesimo giorno del secondo mese di un anno contraddistinto dal segno mizunoe-saru. Egli è il sovrano del monte Otokoyama, la divinità protettrice della dinastia che governa il nostro paese. La sua immagine non ha niente di particolare, tuttavia è riverita per i suoi misteriosi poteri. Egli è la divinità che ora chiamiamo Grande Bodhisattva Hachiman.

Ora, il Tathagata Shakyamuni nacque nel nono periodo di diminuzione del kalpa della continuità, quando la durata della vita umana era di cento anni. Suo padre era il re Shuddhodana e sua madre la regina Maya. Nacque nello stato di Kapilavastu, nell’India centrale, in un luogo chiamato Giardini di Lumbini, l’ottavo giorno del quarto mese di un anno contrassegnato dal segno kinoe-tora. Dopo aver vissuto per ottant’anni, morì sulle rive del fiume Ajitavati a Kushinagara, nell’India orientale, il quindicesimo giorno del secondo mese di un anno contraddistinto dal segno ciclico mizunoe-saru. È così anche per l’attuale Grande Bodhisattva Hachiman. Uno nacque in India e l’altro in Giappone e i loro genitori erano differenti, tuttavia entrambi nacquero l’ottavo giorno del quarto mese di un anno con il segno kinoe-tora e morirono il quindicesimo giorno del secondo mese di un anno con il segno mizunoe-saru.

Durante i 2.220 anni e più dalla morte del Budda, tutti i santi e i saggi nati in India, Cina, Giappone o in altri luoghi del continente di Jambudvipa sono stati definiti manifestazioni del Tathagata Shakyamuni, ma non si è mai sentito parlare di una tale straordinaria coincidenza.

In aggiunta a questa strana coincidenza, c’è la questione del voto del Grande Bodhisattva Hachiman. Quando egli predicò il Sutra del Loto [come Budda Shakyamuni] in India affermò: «Mettendo da parte onestamente gli espedienti»7 e in Giappone giurò che avrebbe dimorato sulla testa delle persone oneste. Nonostante ciò, il quattordicesimo giorno del mese scorso, l’undicesimo mese, nell’ora del topo (dalle ventitré all’una), egli diede fuoco al suo sacro santuario8 e ascese al cielo. Se ne analizziamo il motivo, capiremo che, benché avesse fatto voto di risiedere sulla testa delle persone oneste, ormai non c’era più alcuna persona onesta sulla cui testa potesse abitare. Così, essendo rimasto privo di dimora, egli ascese al cielo.

Ma la cosa più strana del Giappone è che i suoi abitanti, nonostante siano nati in un paese che ha relazione con il Tathagata Shakyamuni, hanno messo da parte questo Budda e sono diventati tutti seguaci del Budda Amida. Hanno abbandonato Shakyamuni, con cui avevano un profondo legame, e riveriscono il Budda Amida con cui non hanno alcuna relazione9.

Inoltre, hanno attribuito il giorno della morte del Budda Shakyamuni, loro padre, al Budda Amida e il giorno della sua nascita al [Budda] Maestro della Medicina. E, sebbene sembrino riverire il Grande Bodhisattva Hachiman, sostengono che il Budda Amida è la sua vera identità. Non solo hanno rinnegato la vera identità e la manifestazione transitoria10, ma trattano come un nemico chiunque provi a far notare il loro errore. Senza dubbio è questa la ragione per cui questa divinità, Hachiman, essendo impotente a correggere la situazione, è ascesa al cielo.

La luna proietta la sua immagine sull’acqua, ma il suo riflesso non appare nell’acqua fangosa. Poiché essa si rispecchia persino nelle gocce di rugiada sugli alberi e sui fili d’erba, se la rugiada è chiara e pura, allo stesso modo Hachiman eleggerà senza dubbio la sua residenza sulla testa di una persona onesta, anche se questa non è il governante del paese.

Hachiman fece voto di risiedere sulla testa di cento sovrani11. Eppure non dimorò sulla testa di cinque sovrani, e precisamente, l’ottantunesimo, l’imperatore Antoku; l’ottantaduesimo, l’ex imperatore di Oki; l’ottantatreesimo, l’ex imperatore di Awa; l’ottantaquattresimo, l’ex imperatore di Sado e l’ottantacinquesimo, l’imperatore di Higashi Ichijo12, perché erano teste di persone false e disoneste. Invece stabilì la sua residenza sulle teste di Yoritomo e Yoshitoki, benché fossero semplici sudditi, perché erano uomini onesti.

Da questo possiamo capire che le persone che credono nel Sutra del Loto, poiché seguono una dottrina onesta, saranno protette dal Budda Shakyamuni. Come potrebbero non essere protette dal Grande Bodhisattva Hachiman, che è la sua manifestazione?

L’acqua può essere pura ma, se diventa torbida, la luna non vi risplenderà. Ma, anche se l’acqua del pozzo nero è sudicia, quando diventa limpida la luna non mancherà di riflettersi. L’acqua torbida può avere una natura pura e tuttavia la luna non vi brillerà. Ma il pozzo nero, anche se di natura è impuro, rifletterà i raggi della luna quando diventa limpido.

L’acqua torbida è paragonabile ai preti eruditi e agli eminenti studiosi che osservano i precetti, ma voltano le spalle al Sutra del Loto. Il pozzo nero è paragonabile alla gente ignorante e senza precetti, profondamente avida e piena di collera, che però crede senza riserve unicamente nel Sutra del Loto.

Il Sutra del Nirvana elenca gli esseri che possono raggiungere la via attraverso il Sutra del Loto e la lista include creature ripugnanti come gli scarabei stercorari, le vipere e gli scorpioni. Per esprimere il meraviglioso potere del Sutra del Loto, il Bodhisattva Nagarjuna afferma che esso permette di conseguire la Buddità addirittura a creature come gli scarabei stercorari13.

Il Sutra del Nirvana, elencando coloro che non possono diventare Budda nemmeno attraverso il Sutra del Loto, li chiama icchantika, o persone d’incorreggibile miscredenza, che sembrano arhat o grandi bodhisattva. Sono come l’acqua torbida che, sebbene in origine sia pura, non rifletterà la luce della luna. Così il Grande Bodhisattva Hachiman, che odia la disonestà, è asceso al cielo. Ma quando vedrà i devoti del Sutra del Loto come potrà astenersi dal proiettare la sua luce su di loro?

I miei discepoli devono credere fermamente nella verità di tutto questo. Il Grande Bodhisattva Hachiman dimora qui con noi. Non dubitate di questo! Non dubitate!

Con profondo rispetto,

Nichiren

Il sedicesimo giorno del dodicesimo mese

Risposta alla moglie di Shijo Kingo

Cenni Storici

Questa lettera, scritta a Minobu nel dodicesimo mese del terzo anno di Koan (1280), è indirizzata a Nichigen-nyo, moglie di Shijo Kingo, ma il contenuto fa pensare che si rivolga a entrambi i coniugi.

La lettera tratta di Hachiman, una delle principali divinità della mitologia giapponese, insieme alla Dea del Sole. Si ritiene che l’identificazione di Hachiman con l’imperatore Ojin risalga ai periodi Nara (710-794) e Heian (794-1185). In seguito, Hachiman fu particolarmente venerato dalla casta militare, e Minamoto no Yoritomo, fondatore dello shogunato di Kamakura, fece costruire un grande santuario in suo onore.

Hachiman rappresenta uno dei primi esempi di fusione di elementi buddisti e shintoisti. Con la diffusione del Buddismo in Giappone, infatti, le divinità della tradizione preesistente vennero considerate manifestazioni locali dei Budda e dei bodhisattva e, all’inizio del periodo Heian, la corte imperiale conferì a Hachiman il titolo di Grande Bodhisattva.

Nel periodo Kamakura (1185-1333), con la crescente popolarità delle dottrine della Pura terra, il Grande Bodhisattva Hachiman cominciava a essere visto come una manifestazione del Budda Amida. Nella lettera Nichiren Daishonin critica severamente quest’idea, affermando che Hachiman è una manifestazione del Budda Shakyamuni, e fornisce due prove a sostegno della sua tesi: un’iscrizione su una pietra nella provincia di Osumi, e il fatto che le date di nascita e morte del Budda Shakyamuni e dell’imperatore Ojin, identificato con Hachiman, coincidono. La sua descrizione della nascita di Ojin differisce per alcuni dettagli dal resoconto che si trova in Cronache del Giappone e in Cronache degli antichi avvenimenti poiché, probabilmente, all’epoca, circolavano diverse versioni e tradizioni.

Il Daishonin offre poi la sua interpretazione della distruzione del santuario di Hachiman a Kamakura, avvenuta nel mese precedente a causa di un incendio che potrebbe avergli suggerito l’argomento della lettera. Hachiman, sostiene il Daishonin, aveva fatto voto di dimorare «sulla testa delle persone oneste», ma, avendo l’intero paese abbandonato «la dottrina onesta» del Sutra del Loto, il bodhisattva aveva deciso di abbandonare il santuario a lui dedicato per salire al cielo. Tuttavia, conclude il Daishonin, i devoti del Sutra del Loto sono le «persone oneste» che Hachiman continuerà sicuramente a proteggere.


Note
1. Un tipo di indumento che veniva fabbricato incollando insieme fogli di spessa carta giapponese, che poi venivano ammorbiditi stropicciandoli con le mani e quindi trattati con tintura di cachi.
2. Onorato Compassionevole: Bodhisattva Maitreya. Secondo alcune cronache fu un personaggio realmente esistito, morto prima di Shakyamuni. Si diceva che fosse rinato nel cielo Tushita dove predicava. Secondo la profezia riapparirà in questo mondo 5.670 milioni di anni dopo la morte di Shakyamuni per salvare l’umanità in sua vece.
3. Media antichità: indica qui i periodi Nara (710-794) e Heian (794-1185). Il Daishonin probabilmente si riferisce a qualche documento di quell’epoca. Secondo la Raccolta di biografie di eminenti preti dell’era Genko, un prete del nono secolo di nome Gyokyo pregò presso il santuario di Hachiman a Usa per poter vedere la forma originale del dio e davanti a lui apparve il Budda Amida con il suo seguito.
4. Riferimento a una novella popolare cinese. Un contadino vide una lepre sbattere contro un ceppo e rompersi il collo. Allora si mise di guardia nei pressi del ceppo sperando di catturare altre lepri nello stesso modo. Ma la sua strategia non ebbe successo e tutti lo presero in giro.
5. Si dice che questa lapide sorgesse nel recinto del santuario di Hachiman, nella provincia di Osumi, area dell’attuale Kagoshima, nella parte meridionale del Kyushu. La pietra non esiste più, ma l’iscrizione viene citata in un’opera del monaco Zen Nampo Gensho (1555-1620).
6. Hakata: regione nella parte settentrionale del Kyushu, un tempo importante centro per il commercio con l’estero e per la difesa del paese.
7. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 90. La frase completa è: «Mettendo da parte onestamente gli espedienti, esporrò unicamente la via suprema».
8. Il suo sacro santuario: il santuario di Hachiman a Kamakura, che bruciò il quattordicesimo giorno dell’undicesimo mese del 1280.
9. Nel Sutra del Loto Shakyamuni proclama: «Da allora ho sempre dimorato qui nel mondo di saha, predicando la Legge, istruendo e convertendo» (Il Sutra del Loto, cap. 16, p. 312). Dunque le persone che vivono in questo mondo hanno un profondo legame con Shakyamuni. I Budda Amida e Maestro della Medicina invece dimorano in altre regioni dell’universo, rispettivamente nella Pura terra di Perfetta Beatitudine a occidente e nella Pura terra del Mondo di Smeraldo a oriente.
10. Vera identità e manifestazione transitoria: giap. hon = vero, originale; ji = identità; sui = manifestazione, jaku (shaku) = transitorio. Le divinità indigene giapponesi vennero considerate manifestazioni locali dei Budda e dei bodhisattva, che ne costituivano la vera identità. La frase: «Hanno rinnegato la vera identità e la manifestazione transitoria» significa che la gente, rinnegando il Budda Shakyamuni che è la vera identità di Hachiman, ha rinnegato anche Hachiman.
11. Si riferisce a un oracolo ricevuto durante il regno del cinquantunesimo imperatore Heizei (774-824), in cui Hachiman dichiarava che avrebbe protetto il paese sino al regno del centesimo sovrano.
12. Ex imperatore di Oki: imperatore Gotoba. Ex imperatore di Awa: imperatore Tsuchimikado. Ex imperatore di Sado: imperatore Juntoku. Imperatore di Higashi Ichijo: imperatore Chukyo. In diversi suoi scritti il Daishonin attribuisce alla loro fede nei rituali della Vera parola sia la sconfitta del clan Heike sia il fallimento del tentativo dell’imperatore Gotoba di spodestare il regime di Kamakura.
13. Quest’affermazione si trova nel Trattato sulla grande perfezione della saggezza.