Numero: 133
Data: 1279
Luogo: Luogo sconosciuto
Destinatario: Nishiyama, prete laico

Gli impareggiabili benefici della Legge

Ho ricevuto un centinaio di germogli di bambù e in seguito altri venti.

Nel settimo volume del Sutra del Loto della Legge meravigliosa si legge: «Se anche una persona offrisse al Budda, ai grandi bodhisattva, ai pratyekabuddha e agli arhat migliaia di milioni di mondi colmi di sette tesori, i meriti che otterrebbe non potrebbero eguagliare quelli che si ottengono accettando e sostenendo questo Sutra del Loto, anche se soltanto una strofa di quattro versi! Quest’ultima cosa è la fonte massima di benefici»1. Il decimo volume di Parole e frasi del Sutra del Loto afferma: «L’affermazione che offrire i sette tesori ai quattro santi2 non può uguagliare il sostenere un verso del Sutra del Loto indica che la Legge è il maestro di questi santi. Non c’è niente che superi la capacità della Legge di far nascere, far crescere, far maturare e far prosperare. Perciò la persona è insignificante mentre la Legge è suprema». Il decimo volume di Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto” commenta: «È simile al caso dei genitori che immancabilmente proteggono i loro figli attraverso queste quattro funzioni. Concepire il desiderio di ricercare la via attraverso il potere della Legge equivale a nascere. Seguire la Legge dall’inizio alla fine equivale a essere allevato. Raccogliere il supremo frutto della Buddità equivale a raggiungere la maturazione. Apparire in diverse forme nel mondo fenomenico per la salvezza degli altri equivale a prosperare. Sebbene questi quattro stadi differiscano l’uno dall’altro, si basano tutti sulla Legge».

Ciò che intendono dire sia il Sutra del Loto sia T’ien-t’ai e Miao-lo è che accettare e sostenere, o proteggere e abbracciare, un singolo verso del Sutra del Loto è un’azione più meritoria del fare offerte a tutti gli esseri viventi, del fare offerte agli arhat o addirittura di colmare dei sette tipi di tesori un intero sistema maggiore di mondi e farne offerta a tutti i Budda.

Nel sutra si legge: «[I meriti che otterrebbe] non possono uguagliare quelli che si ottengono accettando e sostenendo questo Sutra del Loto, anche se soltanto una strofa di quattro versi! Quest’ultima cosa è la fonte massima di benefici». T’ien-t’ai afferma: «La persona è insignificante mentre la Legge è suprema»3. Miao-lo dice: «Sebbene questi quattro stadi differiscano l’uno dall’altro, si basano tutti sulla Legge». Se paragoniamo tutti gli esseri viventi dei nove mondi al Budda, la fortuna di tutti gli esseri viventi è leggera come un capello mentre la fortuna del Budda è pesante come un’enorme montagna. E la fortuna di tutti i Budda è leggera come la veste di tre shu4 di Brahma mentre la fortuna di un singolo carattere del Sutra del Loto è pesante come la terra. La persona della frase “la persona è insignificante” indica il Budda; la Legge della frase “la Legge è suprema” è il Sutra del Loto.

Tutti i sutra che precedono il Sutra del Loto e tutti i trattati lodano i benefici elargiti dal Budda e così sono simili al Budda stesso. Il Sutra del Loto celebra i benefici elargiti dal sutra e perciò è come il padre e la madre del Budda. L’inferiorità dei sutra della Ghirlanda di fiori, di Mahavairochana e degli altri sutra rispetto al Sutra del Loto è come la differenza di peso tra un capello e un’enorme montagna o tra una veste di tre shu e la terra. Se paragoniamo il più infimo devoto del Sutra del Loto ai più eminenti sacerdoti delle scuole della Ghirlanda di fiori e della Vera parola, la superiorità del primo è paragonabile a quella di Shakra rispetto a una scimmia o di un leone rispetto a una lepre.

Quando un suddito dichiara di essere il re, perde immancabilmente la vita. Quando i praticanti degli altri sutra affermano di essere superiori al devoto del Sutra del Loto, il paese andrà certamente in rovina e queste persone cadranno sicuramente nell’inferno. Una persona che non ha di fronte nemici è libera di mentire e di agire in maniera sconsiderata. Per spiegare, si dice che, prima dell’apparizione di Sadamori e Yoriyoshi5, Masakado e Sadato potevano governare le loro terre e le mogli e i figli erano al sicuro. La rugiada evapora nel cielo e la pioggia cade sulla terra, se non vi è una forza contrastante6 [che impedisca loro di farlo]. Ma un forte vento ricaccerà la pioggia in cielo e il sorgere del sole riporterà la rugiada sulla terra. Allo stesso modo, prima dell’apparizione di Dengyo, le sei scuole, compresa la scuola della Ghirlanda di fiori, erano come la rugiada [che sale al cielo]. Lo stesso vale per la scuola della Vera parola; perciò dovresti capire che una volta apparso un forte nemico che attacca energicamente quella scuola con il Sutra del Loto, il capo dei preti del Monte Hiei e i preti del To-ji e di Omuro saranno come la rugiada di fronte al sole.

Nei duemiladuecento anni e più dalla morte del Budda, nessuno è ancora riuscito a spiegare perfettamente e a diffondere il Sutra del Loto esattamente come il sutra insegna. Non intendo dire che T’ien-t’ai e Dengyo non avessero compreso la verità del sutra, ma, poiché il tempo adatto non era ancora arrivato e la capacità delle persone non era adeguata, essi morirono senza averla messa totalmente per iscritto. Tuttavia, chi diventa discepolo di Nichiren può comprenderla senza difficoltà.

In tutto il paese di Jambudvipa non vi è mai stata in precedenza una sala o una pagoda in cui fosse esposta l’immagine del Budda Shakyamuni del capitolo “Durata della vita”7 del Sutra del Loto. Come poteva una simile immagine non apparire adesso? Sarebbe troppo lungo da spiegare, così mi fermerò qui.

Tu mi hai inviato centoventi germogli di bambù e il Sutra del Loto è apparso dopo più di duemila anni. Ho voluto parlare di questo argomento perché, anche se il tuo dono può sembrare insignificante, la tua sincerità8 è davvero profonda. Inoltre, al momento presente, per via dei lavori agricoli e della costruzione del santuario, le persone non hanno tempo libero. Ma poiché, nonostante questo, il tuo spirito di ricerca è così forte, sono certo che la Legge ti si è manifestata.

Con profondo rispetto,

Nichiren

L’undicesimo giorno del quinto mese

Risposta a Nishiyama

Cenni Storici

Nichiren Daishonin scrisse questa lettera nel quinto mese del secondo anno di Koan (1279), in risposta a un dono di germogli di bambù offerto dal suo seguace Nishiyama, un prete laico che viveva nel villaggio di Nishiyama, nel distretto di Fuji della provincia di Suruga. Sembrerebbe che Nishiyama facesse visita di tanto in tanto al Daishonin recando con sé varie offerte. Si conservano in tutto sei lettere del Daishonin a lui indirizzate, tra cui Tre maestri del Tripitaka pregano per la pioggia e Gli inviati mongoli. È opinione diffusa che Nishiyama fosse Ouchi Tasaburo Taira no Yasukiyo, l’amministratore del villaggio di Nishiyama, ma, secondo un’altra ipotesi, potrebbe essere stato un suo parente.

Pur essendo molto breve, questa lettera contiene degli insegnamenti importanti. Anzitutto il Daishonin vi dichiara che i benefici che si ottengono abbracciando anche un solo verso del Sutra del Loto sono superiori a quelli che si acquisiscono offrendo al Budda sette tipi di tesori in quantità sufficiente a riempire un intero sistema maggiore di mondi. Conclude poi sottolineando che la Legge suprema che Nichiren sta ora propagando non è mai stata divulgata da nessuno.


Note
1. Il Sutra del Loto, cap. 23, p. 391.
2. Quattro santi: il Budda, i bodhisattva, i pratyekabuddha e gli arhat.
3. Lett.: «La persona è leggera, la Legge è pesante».
4. Veste di tre shu: è un’espressione che appare spesso nelle scritture buddiste per indicare il vestito di un essere celeste. Shu è un’unità di peso e tre shu equivalgono circa a tre grammi; sta quindi a significare un peso estremamente leggero.
5. Taira no Sadamori (d.s.) uccise il cugino Taira no Masakado (m. 940) quando quest’ultimo si ribellò contro la corte imperiale. Minamoto no Yoriyoshi (d.s.), uno dei comandanti dell’esercito imperiale, sconfisse Abe no Sadato (1019-1062) quando questi minacciò l’imperatore.
6. «Forza contrastante»: lett. nemico.
7. Budda Shakyamuni del capitolo “Durata della vita”: qui indica Nam-myoho-renge-kyo o la Legge contenuta implicitamente nella profondità del capitolo “Durata della vita”.
8. Sincerità: giap. kokorozashi, che letteralmente significa “direzione del cuore”, e quindi, per estensione, cuore che crede, cuore orientato nella direzione corretta, determinazione, volontà, sincerità, premura, sincera intenzione; sta a indicare anche la sincerità dell’offerta e l’offerta stessa. Nichiren Daishonin usa spesso questa espressione come sinonimo di “fede”.