Ho ricevuto il kan di monete, una veste bianca di spesso cotone imbottito, dieci pennelli da scrittura e cinque bastoncini d’inchiostro.
Come tu sai, qui sul Monte Minobu d’inverno tirano forti raffiche di vento e la neve accumulata non si scioglie mai. Il freddo intenso rende difficile e doloroso svolgere la pratica buddista giorno e notte quando non si dispone di vestiti adeguati. Ma, con questa veste imbottita, so che non dovrò più temere il freddo.
Shanavasa, il terzo dei successori del Budda Shakyamuni, era un santo. Riguardo alle sue azioni passate il Budda disse: «Tanto tempo fa, egli donò una veste a un monaco malato e, come effetto, vita dopo vita, esistenza dopo esistenza, ricevette sempre una meravigliosa veste, perfetta per la sua taglia»1.
E adesso, donandomi questa veste, tu sei come Shanavasa. Io non conosco esattamente i meriti che acquisirai con questa azione, lascio queste cose al Budda Shakyamuni.
Secondo la tua lettera, il prete laico Kyoshin2, basandosi sul passo di L’oggetto di culto per l’osservazione della mente nel quale dico che l’insegnamento transitorio non conduce all’illuminazione, si chiede se non dovremmo cessare del tutto di leggere l’insegnamento transitorio. Ma questa è una visione errata, che io non ho mai predicato. Durante l’era Bun’ei ti scrissi dettagliatamente spiegando come interpretare correttamente questo trattato, L’oggetto di culto per l’osservazione della mente, e perciò dovresti insegnargli esattamente come ti ho scritto.
A dire il vero, in molte occasioni e in molti punti ho scritto che l’insegnamento transitorio dovrebbe essere abbandonato. Ma, con ciò, non intendevo la porzione dell’insegnamento transitorio del Sutra del Loto che leggiamo adesso3, bensì mi riferivo all’insegnamento transitorio insegnato nei tempi passati dalla scuola Tendai del Monte Hiei.
Anche se si potrebbe praticare l’insegnamento del sutra così come hanno insegnato T’ien-t’ai e Dengyo, adesso che siamo entrati nell’Ultimo giorno della Legge sarebbe inutile come il calendario dell’anno scorso. A maggior ragione se consideriamo che, a cominciare da Jikaku, le dottrine [sostenute dal Monte Hiei] hanno fatto confusione riguardo alla distinzione fra insegnamenti mahayana e insegnamenti hinayana, fra insegnamenti provvisori e insegnamenti veri, e sono paragonabili a una grave offesa alla Legge. Tali dottrine non avrebbero avuto valore neanche nel Medio giorno della Legge, e tantomeno adesso, nell’Ultimo giorno!
Dici anche che un maestro di Kitakata4 mi ha criticato dicendo: «Anche se Nichiren esorta a metter da parte i sutra predicati prima del Sutra del Loto in quanto rappresentativi di un periodo in cui il Budda “non aveva ancora rivelato la verità”5, nel suo Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese egli cita a sostegno delle sue argomentazioni vari sutra precedenti a quello del Loto, contraddicendo così il suo stesso ragionamento». Ho già commentato varie volte tale questione in passato.
In generale, i sacri insegnamenti della vita del Budda si possono dividere in due grandi categorie: quelli che svolgono la funzione di corda principale della rete e quelli che rappresentano le maglie più sottili.
Per prima viene la corda principale, che è l’insegnamento che conduce al conseguimento della Buddità e al raggiungimento della via. Questo insegnamento per il conseguimento della Buddità è il Sutra del Loto.
Dopo vengono le maglie più sottili, che sono i sutra predicati prima di quello del Loto. Questi sutra contengono insegnamenti che non conducono al conseguimento della Buddità. Anche quando affermano di poter condurre al conseguimento della Buddità e al raggiungimento della via, in realtà si tratta solo di parole. Il vero conseguimento si trova solo grazie al Sutra del Loto.
Come afferma il Gran Maestro Dengyo nel suo Trattato che definisce il provvisorio e il vero: «Gli scritti che contengono la saggezza provvisoria rappresentano un conseguimento della Buddità che esiste solo di nome e non di fatto». Ma le dottrine diverse da quelle che riguardano il conseguimento della Buddità e il raggiungimento della via, esposte negli insegnamenti provvisori, non sono solo discorsi vuoti, perché svolgono la funzione di maglie sottili per il Sutra del loto.
Di fatto possiamo dire che la corda principale della rete, quella che tratta del conseguimento della Buddità, è esposta nel Sutra del Loto, mentre le maglie più sottili della rete sono spiegate nei vari altri testi canonici. Essi svolgono la funzione di maglie sottili per il Sutra del Loto e perciò è del tutto corretto citarle come prove a sostegno della validità di quest’ultimo. Inoltre, siccome il reale conseguimento della Buddità si trova solo nel Sutra del Loto, e il conseguimento esposto nei sutra precedenti esiste solo di nome, è chiaro che questi sutra furono predicati unicamente a beneficio del Sutra del Loto stesso e, in tal senso, servono da prove della validità del Sutra del Loto.
Domanda: Che prova esiste che il Sutra del Loto sia la corda principale?
Risposta: T’ien-t’ai dice: «Sappiate che questo sutra [il Loto] espone solo la corda principale degli insegnamenti del Tathagata e non si addentra nei dettagli che riguardano le maglie più sottili»6.
Domanda: Che prova c’è che i sutra prima del Loto rappresentino le maglie più sottili?
Risposta: Miao-lo afferma: «La pelle, la carnagione, i capelli, la colorazione: questi elementi sono esposti negli altri testi canonici»7.
Domanda: Che prova puoi esibire che il conseguimento della Buddità sia limitato al Sutra del Loto?
Risposta: Il Sutra del Loto afferma: «Esiste solo la Legge dell’unico veicolo, non ce ne sono due, non ce ne sono tre»8.
Domanda: Che prova puoi offrire che i sutra predicati prima di quello del Loto furono predicati a beneficio del Sutra del Loto?
Risposta: Il Sutra del Loto afferma: «Sebbene [i Budda] indichino vari sentieri differenti, in verità lo fanno solo in nome del veicolo del Budda»9.
Vorrei trattare più dettagliatamente tali questioni, ma al momento non mi sento bene, per cui concluderò qui.
Con profondo rispetto,
Nichiren
Il ventitreesimo giorno dell’undicesimo mese
Risposta a Toki
Sotsu10 mi ha detto che a Shimosa c’è una magnolia. Mi piacerebbe che tu ne estraessi una radice e ne ricavassi venti pezzi, cauterizzandoli con un ferro caldo a entrambe le estremità e poi avvolgendoli in abbondante carta per proteggerli dall’aria; quando Tayu Jiro11 verrà nuovamente qui, per favore digli di portarli con sé.