I miei auguri di Capodanno sono un po’ in ritardo. Anche se conoscevo da poco il defunto Nanjo, mi era diventato assai caro in virtù delle varie occasioni che ci avevano riunito. Ne avevo quindi una grande stima, ma egli è scomparso, ancora nel fiore degli anni. Addolorato da questa separazione, ho percorso tutta la strada da Kamakura per far visita alla sua tomba. Da allora pensavo che mi sarei fermato nuovamente nel mio viaggio successivo a Suruga, ma questa volta, poiché sono giunto qui senza che nessuno lo sapesse, ho evitato di informare anche il prete laico di Nishiyama1, e mi accora pensare di non aver potuto far altro che limitarmi a proseguire.
Per adempiere il mio desiderio ho inviato il mio discepolo, con l’intento che venga a visitarti nel primo mese per recitare sulla sua tomba la parte in versi del capitolo “Durata della vita” in un unico rotolo. Mi rincresce di non possedere nemmeno un ricordo di tuo padre, ma mi conforta che egli abbia lasciato te. Il tuo defunto padre riposa sotto l’erba, all’ombra degli alberi, dove non passa nemmeno un’anima, e non può nemmeno udire l’insegnamento del Budda. Come deve sentirsi solo! Pensando a questo non riesco a trattenere le lacrime. Come sarà felice quando andrai insieme al praticante del Sutra del Loto a visitare la sua tomba. Come sarà felice!