Numero: 227
Data: 1272
Luogo: Sado
Destinatario: Sammi-bo

Analisi della scuola della Vera parola

Domanda: Quando dici che la dottrina della Vera parola sarà la rovina del paese, che passi dei sutra o dei trattati puoi esibire come prova?

Risposta: Dico così perché la dottrina della Vera parola offende il Sutra del Loto e contraddice l’insegnamento corretto.

Domanda: Ma, se non citi alcun passo per provare che la dottrina della Vera parola condurrà alla rovina del paese, com’è possibile che qualcuno ti creda?

Risposta: Concordi che la dottrina della Vera parola è un’offesa alla Legge? Se ammetti che essa offende la Legge, è impossibile che non conduca alla rovina del paese, e che coloro che la sostengono non cadano nell’inferno.

In generale, offendere la Legge significa offendere il Budda e l’ordine, perché i tre tesori, il Budda, la Legge e l’ordine, costituiscono un’unica entità. Il Sutra del Nirvana spiega chiaramente tutto ciò.

Questo intende il Sutra del Loto quando dice: «[Chi non riesce ad avere fede e invece offende questo sutra] distruggerà immediatamente tutti i semi per divenire Budda in questo mondo»1. Una persona simile si chiama icchantika, o miscredente incorreggibile. Questa faccenda è discussa dettagliatamente nel primo, nel decimo e nell’undicesimo volume del Sutra del Nirvana.2

Le colpe differiscono per gravità e dunque alcuni colpevoli cadranno più profondamente nell’inferno di altri. Coloro che uccidono, rubano, o commettono altri crimini, e perfino coloro che cercassero di uccidere o ferire tutti gli esseri viventi del sistema maggiore di mondi sono destinati a cadere solo nell’inferno in cui si rinasce ripetutamente per essere torturati, nell’inferno delle corde nere o in qualcun altro dei primi sette degli otto grandi inferni. Ma non cadranno mai nell’ottavo inferno, l’inferno di incessante sofferenza.

Le colpe per le quali si è condannati a questo inferno, l’inferno Avichi, elencate nei sutra e nei trattati, sono: i cinque peccati capitali, i sette peccati capitali, il peccato di negare la Legge di causa ed effetto, e l’offesa alla Legge.

Tuttavia, chi commette uno solo dei cinque peccati capitali cadrà nell’inferno di incessante sofferenza, ma, dopo che sarà trascorso un kalpa medio, la sua pena sarà finita ed egli riemergerà dall’inferno. Invece, chi non ha mai violato nemmeno un precetto e ha mantenuto salda la propria aspirazione alla via, sperando che ciò gli porti fortuna nella prossima esistenza, se volta le spalle al Sutra del Loto, cadrà, come il sutra stesso afferma, nell’inferno di incessante sofferenza, e continuerà a rinascervi per innumerevoli kalpa.

Vediamo così che la colpa di offendere la Legge è più grave di quella di commettere innumerevoli volte i cinque peccati capitali. Come potrebbero le persone [che commettono una colpa del genere] portare pace e stabilità al mondo offrendo le loro preghiere a nome dello stato?

Tutto si valuta meglio alla luce degli avvenimenti attuali. All’epoca del tumulto che ebbe luogo nell’era Jokyu3, anche se i capi del Kanto4 non presero misure del genere, il sovrano del paese, l’ex imperatore Gotoba, sperando di reprimere le forze avversarie convocò quarantun preti famosi e fece loro eseguire quindici cerimonie segrete. Fra queste, nel palazzo Shishin-den furono eseguiti rituali basati sul Sutra della Protezione e, per la prima volta, a condurli fu il prelato di Omuro [il secondo figlio dell’ex imperatore]. Ma sette giorni più tardi, quando i rituali furono conclusi, le forze schierate a difesa della capitale furono sconfitte. Non è forse una prova concreta che gli insegnamenti della Vera parola conducono alla rovina dello stato?

Questo è soltanto un episodio di minore importanza, accaduto nell’epoca attuale. Eppure com’è deplorevole che, a causa della fiducia che ripongono negli insegnamenti provvisori o nelle dottrine errate, le persone debbano cadere nei cattivi sentieri dell’esistenza!

Domanda: Quali passi delle scritture puoi esibire come prova che la scuola della Vera parola è un “insegnamento provvisorio” o una “dottrina errata”?

I rituali esoterici descritti da Mahavairochana, il Re dell’Illuminazione dell’insegnamento della Vera parola, sono un forziere di profonde dottrine con le quali si può conseguire la Buddità nella propria forma presente. Per questo tutte le persone, di alto o di basso rango, hanno fiducia in questo credo e il mondo intero lo considera la grande Legge. Se regna la pace all’interno dei quattro mari e l’ordine nel mondo, è unicamente grazie al potere di queste dottrine della Vera parola. Cosa intendi quando le chiami “insegnamenti provvisori” o “dottrine errate”?

Risposta: Le dottrine della Vera parola sono definite insegnamenti provvisori perché comprendono tutti i quattro insegnamenti, tre dei quali furono esposti a titolo di espediente, come il sutra spiega perfettamente. Dunque, sono uguali agli insegnamenti che corrispondono ai primi quattro dei cinque gusti. Tali insegnamenti celano il fatto che il Budda ottenne l’illuminazione in un passato infinitamente lontano e negano che le persone dei due veicoli possano conseguire la Buddità. Inoltre essi dichiarano che i benefici che derivano dall’osservanza dei precetti finiscono con la vita dell’individuo, e quindi appartengono senza dubbio alla categoria dello Hinayana, all’interno degli insegnamenti provvisori.

Perciò, quando il prete giapponese Encho inviò le due domande sulla dottrina ai preti cinesi Kuang-hsiu del tempio Ch’an-lin e Wei-chüan del tempio Kuo-ch’ing5, nella loro risposta essi specificarono che i sutra della Vera parola appartengono alla categoria dei sutra Corretti ed equi.

Obiezione: Lascerò da parte per il momento la questione dell’appartenenza del sutra [di Mahavairochana] agli insegnamenti provvisori. Ma, per quanto riguarda la risposta dei preti cinesi, il suo contenuto è stato refutato dall’eminente capo della scuola Tendai, il Gran Maestro Enchin. In I fondamenti del Sutra di Mahavairochana egli afferma: «Il Sutra del Loto non può competere [con il Sutra di Mahavairochana], tanto meno le altre dottrine». Tale questione dunque è stata già risolta dal patriarca dei tempi antichi. Chi può azzardarsi a contraddire la sua opinione?

[Risposta]: La risposta dei preti cinesi dice: «La verità è già stata decisa», intendendo con ciò che ci si dovrebbe affidare alla Legge e non alle persone. Tuttavia, non è certo se I fondamenti del Sutra di Mahavairochana, che tu citi, sia davvero un’opera di Chisho, il Gran Maestro Enchin, oppure no.

Dico questo perché, nel secondo volume della sua Raccolta degli insegnamenti orali, Chisho afferma: «Paragonate agli insegnamenti esposti nei sutra del Loto, della Ghirlanda di fiori e del Nirvana, queste [dottrine della Vera parola] vanno intese come una introduzione a quegli insegnamenti superiori». Nella sua confutazione dei preti cinesi Kuang-hsiu e Wei-chüan, Chisho scrive che persino il Sutra del Loto non può competere con il Sutra di Mahavairochana, ma nella sua Raccolta degli insegnamenti orali egli cataloga il Sutra di Mahavairochana come una semplice “introduzione”. Queste due affermazioni si contraddicono. Dunque se I fondamenti del Sutra di Mahavairochana è di Chisho, non può esserlo Raccolta degli insegnamenti orali; oppure, se Raccolta degli insegnamenti orali è veramente di Chisho, I fondamenti del Sutra di Mahavairochana non può essere opera sua.

Per decidere quale sia la verità sull’argomento, basti osservare che tutti conoscono Raccolta degli insegnamenti orali e sanno che l’ha scritta Chisho, tanto che compare citata nei diari dei nobili di corte. D’altro canto, pochi conoscono I fondamenti del Sutra di Mahavairochana che non viene mai citata nei documenti dei nobili di corte. Da ciò si può supporre che quest’ultima opera fu scritta da un’altra persona in un’epoca successiva e semplicemente attribuita a Chisho. È una questione che andrebbe esaminata con attenzione. Per quanto riguarda Raccolta degli insegnamenti orali esiste un manoscritto di Chisho scritto di suo pugno.

La scuola di Buddismo esoterico parla di quattro frasi6 e cinque depositi, espone i dieci stadi della mente, cita dai trattati e asserisce che i suoi insegnamenti sono stati trasmessi in tutti i tre paesi di India, Cina e Giappone. E per cercare di dare prestigio alla propria scuola asserisce anche di essere citata in numerosi diari di famiglia, ma tutti questi discorsi e pretese sono parole vuote e fallaci, inventate per conferire maggiore dignità alle proprie dottrine.

Il fatto è che essa afferma che il Sutra del Loto va collocato due posti sotto il Sutra di Mahavairochana7 perché non è altro che una teoria puerile, e asserisce che il Budda Shakyamuni era ancora intrappolato nella regione dell’oscurità. Vediamo dunque se nei sutra, che contengono le vere auree parole del Tathagata, ci sono dei passi a sostegno di queste affermazioni. Ma, se tali passi non esistono, qualsiasi cosa possano affermare gli esponenti di tali insegnamenti, come potranno sfuggire alla colpa di offendere il Sutra del Loto? Questa è l’essenza stessa degli insegnamenti della nostra scuola e non vi ammonirò mai abbastanza di non dimenticarla mai!

Tutte le altre scuole buddiste sono colpevoli in qualche misura di offendere la Legge. Quando dibatti con loro dovresti concentrarti in particolare su questo punto.

Per quanto diverse possano essere le opinioni delle varie scuole riguardo agli insegnamenti buddisti, le persone che li praticano, che siano membri del clero oppure laici, che siano di condizione sociale elevata oppure umile, lo fanno fondamentalmente perché desiderano sfuggire alla sofferenza e ottenere la felicità in questa vita e in quelle future. Ma, se a causa dell’offesa alla Legge, ottengono invece come risultato di cadere nei cattivi sentieri dell’esistenza, allora tutta la saggezza di Manjushri o tutta l’eloquenza di Purna non potranno essere loro di alcun aiuto. Così, se si fanno offrire preghiere per la sicurezza del paese a persone che aderiscono a una dottrina errata che le porta a cadere nell’inferno di incessante sofferenza, quali speranze di successo possono esserci?

Non cercherò di discutere qui i commentari che pretendono di definire il valore relativo degli insegnamenti essoterici ed esoterici. Ma ti chiederei di considerare molto attentamente l’affermazione che il Sutra del Loto sia inferiore al Sutra della Ghirlanda di fiori.

Nel volume dodici del Sutra della Ghirlanda di fiori (in quaranta volumi8) si legge: «Di tutti i benefici acquisiti dal clero o dai laici con la loro pratica religiosa, una parte su sei ogni volta andrà al sovrano. […] E allo stesso modo, del karma malvagio che deriva dalle cattive azioni che impediscono la pratica religiosa e la buona condotta, una porzione su sei sarà attribuita al sovrano».

Il volume sei del Sutra delle Sei paramita afferma: «Se all’interno del dominio del sovrano ci saranno persone che commettono la colpa di uccisione, un sesto della colpa toccherà al sovrano. E lo stesso vale in caso di furto, cattiva condotta o menzogna. Perché? Perché le norme di comportamento lecito e illecito sono fondamentalmente responsabilità del sovrano. Perciò, che si tratti di colpa o di fortuna, una parte su sei toccherà sempre in ogni caso al sovrano».

Il Sutra dei Sovrani dice: «Dato che gli uomini malvagi sono rispettati e prediletti mentre gli uomini buoni sono sottoposti a punizioni, giungeranno saccheggiatori da altre regioni e la popolazione andrà incontro a disordini e morte»9.

Nel Sutra della Grande raccolta leggiamo: «Potranno esserci dei re della classe Kshatriya che agiscono contro la Legge e tormentano gli ascoltatori della voce, discepoli dell’Onorato dal Mondo, che li insultano, li colpiscono con spade e bastoni, li privano delle vesti, della ciotola da mendicante e delle altre cose di cui hanno bisogno, o imprigionano e perseguitano quelli che fanno loro l’elemosina. Se dovessero esserci persone che agiscono così, noi faremo in modo che sorgano spontaneamente e all’improvviso dei nemici in terre straniere; susciteremo anche rivolte all’interno dei loro stati, provocheremo pestilenza e carestia, venti e piogge fuori stagione, discordie, conflitti [e calunnie]. E ci assicureremo che quei sovrani non durino a lungo e che i loro paesi vengano annientati».

I princìpi del triplice mondo10 afferma: «In quel tempo la gente si riunì e scelse dal gruppo una persona di particolare virtù alla quale fu conferito il titolo di Maestro del Campo. Poi, ogni persona prese un sesto del proprio raccolto e lo offrì come tributo al Maestro del Campo; in cambio questa persona avrebbe svolto la funzione di loro capo, amministrando per loro le leggi di governo. Col tempo questo condusse all’istituzione della classe Kshatriya, i cui membri furono onorati e riveriti dalle masse e la cui opera benefica si estese a tutto il regno. Il primo di questi sovrani fu il re Mahasammata»11. (Questo passo è tratto da Il tesoro dell’Abhidharma).

Riguardo ai termini “essoterico” ed “esoterico”, il capitolo “Dieci benefici” del Sutra degli Innumerevoli significati (nel passo che tratta del quarto beneficio) afferma: «Entrerà profondamente nella segreta Legge dei Budda e sarà in grado di esporla senza errori o omissioni».

Ora, i tre sutra12 attribuiti a Mahavairochana sono chiamati insegnamenti segreti o esoterici, mentre il Sutra del Loto è chiamato insegnamento essoterico, ma non so su quali delle auree parole del Budda si basi una definizione simile. Il punto è questo: quando la gente dice che le dottrine della Vera parola sono “segrete”, significa che sono “segrete” nel senso che c’è qualcosa [di errato] che viene occultato, o sono “segrete” nel senso che c’è qualcosa [di prezioso] che viene tenuto celato?

Possiamo dire che qualcosa è “segreto” in due sensi. Quando nascondiamo l’oro o l’argento in un forziere stiamo celandolo alla vista. Ma quando nascondiamo che qualcosa è fallace o difettoso stiamo compiendo un atto di occultamento.

Perciò, quando diciamo che le dottrine della Vera parola sono “segrete”, deve volere dire che c’è un occultamento di qualche tipo. E dico così perché esse affermano che il Budda ottenne per la prima volta l’illuminazione a Buddhagaya, occultando il fatto che in realtà la ottenne nel remoto passato; e parlano con disprezzo delle persone dei due veicoli, senza rivelare che infine conseguiranno la Buddità.

Queste due rivelazioni, che il Budda ottenne l’illuminazione in un remoto passato e che le persone dei due veicoli possono conseguire la Buddità, costituiscono il cuore e il midollo degli insegnamenti del Budda, le ossa e i tendini del loro significato. Il “segreto” accuratamente celato [in opposizione a “occultato”] è quello contenuto nel Sutra del Loto.

Perciò il capitolo “Maestro della Legge”, nel quarto volume del Sutra del Loto, dice: «Re della Medicina, questo sutra racchiude il segreto tesoro dei Budda»13. Il capitolo “Pratiche pacifiche”, nel quinto volume, afferma: «Manjushri, questo Sutra del Loto è il tesoro segreto dei Budda, dei Tathagata. Fra tutti i sutra gli spetta il posto più alto»14. E il capitolo “Durata della vita” parla del «segreto e i poteri sovrannaturali del Tathagata»15, mentre il capitolo “Poteri sovrannaturali” si riferisce a «tutti i segreti tesori fondamentali del Tathagata»16.

Inoltre, il Bodhisattva Nagarjuna, il padre fondatore della dottrina della Vera parola, afferma nel suo commentario che il Sutra del Loto deve essere definito “segreto” perché insegna che le persone dei due veicoli possono conseguire la Buddità. Se ciò significa che le opere che non rivelano che le persone dei due veicoli possono conseguire la Buddità non possono essere considerate insegnamenti segreti, ne consegue che la Vera parola non è un insegnamento segreto.

Perché è così? Perché il Sutra di Mahavairochana afferma: «Il Budda espone [ai bodhisattva] l’insondabile Legge delle forme e della via della Vera parola. Essa non va fatta conoscere a nessuno degli ascoltatori della voce e dei risvegliati all’origine dipendente. L’Onorato dal Mondo non fa questo per il bene di tutti gli esseri viventi nel loro complesso».

Nel negare la possibilità di conseguire la Buddità alle persone dei due veicoli, esso concorda con gli insegnamenti che corrispondono ai primi quattro dei cinque gusti. Perciò la risposta dei preti cinesi precisava che il Sutra di Mahavairochana andava classificato fra i sutra Corretti ed equi, in quanto questo sutra comprende tutti i quattro insegnamenti.

Il volume cento del Trattato sulla grande perfezione della saggezza (il commentario al diciannovesimo capitolo dell’Ampio Sutra della Saggezza17) afferma: «Domanda: Esiste una dottrina profondissima e superiore a quelle dei sutra della Saggezza, tale per cui mentre i sutra della Saggezza sono affidati ad Ananda, questi altri sutra sono affidati ai bodhisattva? Risposta: Gli insegnamenti della prajna-paramita dei sutra della Saggezza non sono una dottrina segreta. Ma gli altri sutra, come quello del Loto, contengono profezie che riguardano il futuro conseguimento della Buddità da parte degli arhat. Perciò i grandi bodhisattva sono i più qualificati a ricevere questi sutra e a farne uso. Questi sutra sono come un grande medico in grado di trasformare il veleno in medicina».

Nel volume sei di Il significato profondo del Sutra del Loto si legge: «Si può paragonare a un abile medico che può trasformare il veleno in medicina. Gli organi di senso delle persone dei due veicoli sono diventati difettosi e non potranno mai tornare a funzionare correttamente, perciò si dice che queste persone sono state avvelenate. Ma quando il Sutra del Loto predice che infine esse conseguiranno la Buddità, il veleno si trasforma in medicina. Perciò il trattato18 dice che gli altri sutra non sono insegnamenti segreti, mentre il Sutra del Loto è segreto. Inoltre, il Sutra del Loto rivela lo stato originale del Budda, qualcosa che non viene rivelato negli altri sutra. Ma questo punto sarà spiegato più dettagliatamente in seguito».

Il volume sei di Annotazioni su “Il significato profondo del sutra del Loto” afferma: «“Il trattato” che è citato come prova del quarto punto discusso [in Significato profondo] è Grande perfezione della saggezza. La parola “segreto”, nel passo citato da questo trattato, non si riferisce all’“insegnamento segreto” che costituisce uno dei cosiddetti otto insegnamenti. Vuol dire solo che, prima che il Sutra del Loto fosse predicato, tali questioni erano tenute segrete. Dopo che esse sono state aperte e rivelate, non rimane più nulla da rivelare; questo è ciò che si definisce “segreto”».

Il volume otto di Parole e frasi del Sutra del Loto dice: «Anche se i sutra Corretti ed equi e i sutra della Saggezza sono depositi della dottrina che espongono il vero aspetto, essi non rivelano che le persone dei cinque veicoli [degli esseri umani, esseri celesti, ascoltatori della voce, risvegliati all’origine dipendente e bodhisattva] sono tutte capaci di conseguire la Buddità. Essi non hanno ancora abbandonato il transitorio e rivelato il vero. I sutra che trattano dell’insegnamento immediato e di quello graduale in tutti i casi non hanno ancora raggiunto una completa fusione con la verità e una piena comprensione di essa. Perciò [gli insegnamenti in essi contenuti che rimangono ancora da rivelare] vengono chiamati segreti».

Il volume otto di Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto” afferma: «Grande perfezione della saggezza chiama il Sutra del Loto un insegnamento segreto e dice che è stato affidato ai bodhisattva. Come vediamo nell’ultima parte del sutra, i bodhisattva che emergono dalla terra19 vengono convocati. Il Budda stava aspettando loro, i suoi discepoli originali [ai quali poi affidò il sutra]. Questa è la prova che gli altri bodhisattva non erano in grado di assumersi questo compito».

Il terzo volume di Eminenti princìpi del Sutra del Loto, commentando il modo in cui la figlia del re drago conseguì la Buddità, lo chiama «un segreto del corpo e della bocca».

Questi vari passi dei sutra, dei trattati e dei commentari chiariscono perfettamente che il Sutra del Loto è il supremo fra i sermoni pronunciati dal Budda e che merita di essere chiamato insegnamento segreto ed esoterico.

Dire una sfilza di bugie belle e buone sostenendo, senza nemmeno una prova documentaria, che il Sutra del Loto è un insegnamento essoterico, da relegare in una posizione inferiore, non è forse un atto di offesa, una grande offesa alla Legge?

In Cina, Shan-wu-wei e Chin-kang-chih scrissero commentari nei quali si affermava che, quando il Sutra del Loto e il Sutra di Mahavairochana vengono messi a confronto, si scopre che sono uguali nei princìpi, ma che il secondo è superiore nella pratica. Ma stavano decidendo quale dei due fosse superiore sulla base dei testi dei sutra disponibili sia in India sia in Cina?

Si dice che in India il Sutra del Loto riempisse un deposito dalla circonferenza di sedici ri e quindi doveva comprendere innumerevoli passi che riguardavano la pratica. Ma la strada che collega l’India alla Cina è lunga qualcosa come cinquantottomila o persino centomila ri, irta di difficoltà e pericoli come le dune mobili del deserto e le catene montuose del Pamir, e in previsione di un viaggio tanto lungo e difficoltoso le parti meno importanti del sutra furono omesse.

Inoltre, vanno considerati i gusti e le intenzioni dei traduttori. Alcuni amavano dilungarsi nei dettagli e disapprovavano la concisione, mentre altri preferivano traduzioni concise e disdegnavano l’abbondanza di dettagli. Per esempio, Hsüang-tsang amava le analisi dettagliate e così, quando tradusse in cinese il Sutra della Saggezza, che nell’originale era in quaranta volumi, la sua traduzione raggiunse i seicento volumi. Il Maestro del Tripitaka Kumarajiva, invece, preferiva la sintesi, e così quando tradusse Grande perfezione della saggezza, i mille volumi dell’originale furono ridotti a cento. Dunque, è assai difficile decidere quale sutra, tra il Loto e quello di Mahavairochana, sia superiore semplicemente in base al fatto che descriva mudra e mantra.

La traduzione del Sutra del Loto a opera di Kumarajiva non attribuisce un’importanza primaria a mudra e mantra [e quindi non li menziona]. Ma Regole dei rituali basati sul Sutra del Loto, tradotto dal Maestro del Tripitaka Pu-k’ung, comprende una discussione delle mudra e dei mantra. La traduzione di Kumarajiva del Sutra dei Re benevolenti non fa menzione delle mudra e dei mantra, ma la traduzione di Pu-k’ung dello stesso sutra aggiunge una discussione di questi argomenti. Vediamo così che queste differenze sono dovute ai gusti e all’intenzione del traduttore.

Inoltre, nel Sutra del Loto il Budda dice: «E per loro insegno l’emblema [in] della realtà delle cose»20, in cui la parola “emblema” indica il mudra [in] delle mani giunte. E il capitolo “Parabola e similitudine” afferma: «Predico questo mio sigillo del Dharma [in] per arrecare beneficio al mondo»21. Che dire di questi passi? Anche se un sutra può essere più particolareggiato e un altro più sintetico, il loro contenuto non è completamente diverso.

Inoltre, quando il Budda parla con la sua lunga e larga lingua, tutte le sue emissioni vocali sono mantra, o “vere parole”. Nel Sutra del Loto si afferma: «Nessuna cosa che riguardi la vita o il lavoro contrasta in alcun modo con la vera realtà»22, e anche «i loro pensieri, le loro valutazioni, le loro supposizioni e le parole che pronunciano, […] non si discosterà mai dalla verità e si conformerà a ciò che era stato predicato nei sutra dei Budda precedenti»23. Cos’hai da dire riguardo a questi passi?

Piuttosto è la dottrina della Vera parola che ha “vere parole” che esistono solo di nome e non di fatto. Perché è un insegnamento provvisorio nel quale la completa verità non è ancora stata rivelata e perciò non dà alcun indizio di come le persone possano concretamente conseguire la Buddità e raggiungere la via. Parla come se il Budda avesse conseguito la Buddità per la prima volta a Buddhagaya e non menziona il fatto che in realtà la conseguì nel remoto passato; così facendo manca di chiarire che la natura di Budda è una parte vitale della natura innata di tutti gli esseri.

Secondo tale dottrina, quando persone appartenenti ai tre veicoli [degli ascoltatori della voce, dei risvegliati all’origine dipendente e dei bodhisattva] rispondono all’apparizione del Budda nel mondo, due di questi tre tipi di persone vengono scartati; a venti persone su trenta viene negato il conseguimento della Buddità. Se è così, allora il Budda non potrà mai realizzare il suo voto originale di “far entrare tutti gli esseri viventi nella via del Budda”24. Questa dottrina non prende in considerazione il mutuo possesso dei dieci mondi; come può dunque spiegare che persino gli esseri insenzienti possiedono, materialmente e spiritualmente, la causa e l’effetto [della Buddità]?

Al tempo delle dinastie Ch’en e Sui in Cina, il Gran Maestro T’ien-t’ai spiegò il significato del Sutra del Loto nei suoi commentari. In seguito Shan-wu-wei rubò la dottrina di T’ien-t’ai del mutuo possesso dei Dieci mondi, dei cento mondi e dei mille fattori, e dei tremila regni in un singolo istante di vita, una dottrina che T’ien-t’ai collocava al di sopra delle mudra, e ne fece il cuore e il nucleo degli insegnamenti della scuola della Vera parola.

Questo Maestro del Tripitaka Shan-wu-wei giunse in Cina dall’India nel quarto anno dell’era K’ai-yüan [716], durante il regno dell’imperatore Hsüan-tsung, il settimo sovrano della dinastia T’ang. Questo accadde 1664 anni dopo che il Tathagata fu entrato nel nirvana e più di 120 anni dopo il diciassettesimo anno dell’era K’ai-huang [597] [quando il Gran Maestro T’ien-t’ai morì]. Così egli rubò questa dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita, che T’ien-t’ai aveva esposto oltre centoventi anni prima, e disse che era sua.

Ma il Sutra di Mahavairochana, sul quale Shan-wu-wei basava i propri insegnamenti, discrimina certi tipi di persone sulla base delle loro capacità, concordando sotto questo aspetto con gli altri sutra, i cui insegnamenti sono paragonabili ai primi quattro dei cinque gusti. Esso nega che le persone dei due veicoli possano mai conseguire la Buddità e naturalmente non concepisce nemmeno l’idea che lo possano fare le piante e gli alberi. Così, se qualcuno parla del principio [dei tremila regni in un singolo istante di vita che sta alla base del Sutra di Mahavairochana], quella persona è un ladro.

Inoltre le mudra e i mantra, per i quali si dice che eccella il Sutra di Mahavairochana, si trovano anche in molti altri sutra. Perciò perché scegliere proprio il Sutra di Mahavairochana e lodarlo in maniera particolare perché parla delle mudra e dei mantra? Tuttavia è solo il Sutra del Loto che rivela che le persone dei due veicoli possono conseguire la Buddità, mentre negli altri sutra predicati durante la vita del Budda tale possibilità è negata. Così le persone di questi due veicoli possono eseguire le mudra e i mantra dei milleduecento e più onorati25[della scuola della Vera parola] per innumerevoli, infiniti kalpa, ma se non fosse per il Sutra del Loto non potrebbero mai conseguire la Buddità!

Le mudra sono azioni compiute con le mani e i mantra sono azioni compiute con la bocca. Ma se il proprietario delle mani e della bocca non può conseguire la Buddità, difficilmente potranno farlo le mani e la bocca da sole, non è vero?

Ciò che rende possibile alle persone dei due veicoli il conseguimento della Buddità è l’insegnamento del Sutra del Loto che sorpassa tutti gli altri sutra predicati durante la vita del Budda ed è superiore ai sutra delle tre categorie di predicazione26. Trascurare questo fatto per tributare invece i massimi onori a qualche altro sutra solo perché contiene mudra e mantra significa vedere ciò che è inferiore e chiamarlo superiore, un punto di vista che è tutto meno che buddista!

Il Sutra degli Innumerevoli significati, nel capitolo “La predicazione della Legge”, afferma: «In questi quarant’anni e più non ho ancora rivelato la verità».

E nel primo volume del Sutra del Loto si legge: «L’Onorato dal Mondo ha esposto a lungo le sue dottrine e adesso deve rivelare la verità»27. E nello stesso capitolo si afferma: «I Budda, gli Onorati dal Mondo, appaiono nel mondo per un’unica grande ragione»28.

Nel quarto volume troviamo questo passo: «Re della Medicina, questo ora ti dico, ho predicato diversi sutra, e fra questi il Sutra del Loto è il supremo!»29 e anche «Tra quelli che ho predicato, che ora predico e che predicherò, questo Sutra del Loto…»30.

Il capitolo “Torre preziosa” afferma: «Per amore della via del Budda in un numero infinito di terre dal principio fino a questo momento ho predicato ampiamente molti sutra, ma, fra tutti, questo sutra è il supremo»31. Il capitolo “Pratiche pacifiche” dice: «Questo Sutra del Loto è il supremo tra tutti quelli che sono stati predicati dai Tathagata. Tra tutti quelli che sono stati predicati è il più profondo»32 e anche «Questo Sutra del Loto è il tesoro segreto dei Budda, dei Tathagata. Fra tutti i sutra gli spetta il posto più alto»33.

Nel capitolo “Re della Medicina” si afferma: «Così è per questo Sutra del Loto. È il supremo fra tutti i sutra» e «Così questo sutra è degno del massimo onore rispetto ai molti altri» e «Similmente questo sutra è il re di tutti i sutra»34 e «Così questo sutra è il sommo fra tutti gli insegnamenti dei sutra predicati da tutti i Tathagata, predicati da tutti i bodhisattva o predicati da tutti gli ascoltatori della voce»35.

Il decimo volume di Significato profondo dice: «“Tra quelli che ho predicato, che ora predico e che predicherò, questo Sutra del Loto è il più difficile da credere e il più difficile da comprendere”. Le parole “che ho predicato” si riferiscono ai sutra predicati prima del Sutra del Loto».

Nel terzo volume di Eminenti princìpi si afferma: «Si dovrebbe tenere particolarmente presente che, nella prima parte in versi del capitolo “Maestro della Legge” del Sutra del Loto, il Budda dice: “Re della Medicina, questo ora ti dico, ho predicato diversi sutra, e fra questi il Sutra del Loto è il supremo!”» E la stessa opera afferma: «Si dovrebbe comprendere che tutti i sutra dei primi quattro periodi36 predicati nel passato [sono facili da credere e facili da comprendere]».

Il volume otto di Parole e frasi dice: «Quando il Sutra del Loto espone la Legge […] [Poiché l’insegnamento transitorio e l’insegnamento originale del sutra contraddicono tutti i sutra precedenti, essi sono estremamente difficili da credere e difficili da comprendere, non meno difficili di affrontare un nemico armato di lancia]». E il volume otto di Su “Parole e frasi” osserva: «Riguardo alle parole “non meno difficili di affrontare un nemico armato di lancia”, [il Sutra del Loto, che viene prima, è difficile da accettare come lo è sconfiggere l’esercito principale del nemico, mentre il Sutra del Nirvana, che viene dopo, non è difficile da accettare, è come sconfiggere i superstiti]».

Il terzo volume di Eminenti princìpi afferma: «Si dovrebbe comprendere che nessuno dei sutra sui quali le altre scuole basano i loro insegnamenti è il re dei re»37.

Shakyamuni, Molti Tesori e i Budda delle dieci direzioni, T’ien-t’ai, Miao-lo e Dengyo consideravano il Sutra del Loto la verità e il Sutra della Ghirlanda di fiori un mero espediente. Il Budda disse: «Non ho ancora rivelato la verità», «Mettendo da parte onestamente gli espedienti»38 e «Non accettando un solo verso degli altri sutra»39. E disse anche: «Chi non riesce ad avere fede e invece offende questo sutra, […] Allorché la sua vita giungerà al termine egli cadrà nell’inferno Avichi»40.

Il Gran Maestro Kobo ha dichiarato che il Sutra del Loto è una teoria puerile e che il Sutra della Ghirlanda di fiori è la verità. Su quale opinione dovremmo basarci?

Nel suo La chiave preziosa della volta segreta, Kobo scrive: «Ogni veicolo esposto pretende di essere il veicolo della Buddità, ma, esaminati alla luce dello stadio successivo, tutti risultano essere teorie puerili». E dice anche: «Offendere le persone o la Legge causerà senza dubbio la caduta nell’inferno Avichi».

Il volume cinque di Su “Parole e frasi” afferma: «Perciò gli insegnamenti diversi dal vero aspetto di tutti i fenomeni sono da considerare teorie frivole o puerili»41.

Un commentario42 al Sutra della Rete di Brahma afferma: «Il decimo precetto43 è quello che proibisce di offendere i tre tesori ed è chiamato anche il precetto contro l’offesa dei bodhisattva. È noto anche come quello che riguarda le vedute errate. “Offendere” significa rifiutare. In tutti i casi in cui la comprensione discorda dai princìpi corretti, le parole non corrispondono alla verità, e la persona sta esponendo un’interpretazione diversa, ciò va definito un atto di offesa».

Il volume tre di Significato profondo dice: «Tutte le affermazioni che mancano di prova documentaria devono essere considerate false; sono uguali alle idee dei non buddisti»44.

Il volume dieci di Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda” afferma: «Al giorno d’oggi la gente ripone fede nei passi dei sutra e dei trattati citati da altri, ritenendoli degni di fiducia. Poiché manca di esaminare le origini della scuola alla quale appartengono queste persone, cade gravemente in errore!».

Nella parte centrale del primo volume del Saggio sulla protezione del paese leggiamo: «Se si citano passi dei sutra e dei trattati a titolo di prova documentaria, bisognerebbe specificare se le citazioni sono tratte dagli insegnamenti provvisori o dal vero insegnamento, dalle opere mahayana o da quelle hinayana, dagli insegnamenti parziali o dall’insegnamento perfetto, da rivelazioni parziali o dalla rivelazione completa»45.

E il volume tre di Significato profondo dice: «Essi fanno largo uso delle citazioni tratte da sutra e trattati allo scopo di ornare e abbellire le proprie dottrine».

Kobo dice che il Sutra del Loto sta al terzo posto dopo gli insegnamenti della Vera parola [e il Sutra della Ghirlanda di fiori], e che è un’opera dalla teoria puerile inferiore persino al Sutra della Ghirlanda di fiori46. Il Sutra di Mahavairochana consiste di sei volumi, oppure sette se si aggiunge il volume sulle offerte, suddivisi in trentuno o trentasei capitoli47. Ma in quale capitolo, in quale volume, si trova un’affermazione del genere? Inoltre, nei trentaquattro capitoli del Sutra Susiddhikara e nei tre volumi e tre capitoli o nell’unico volume48 del Sutra della Corona di diamanti, una simile affermazione non compare mai.

Inoltre in quale volume o in quale capitolo del Sutra di Mahavairochana o degli altri due sutra che formano i tre sutra dell’insegnamento esoterico si trova la dottrina del mutuo possesso dei Dieci mondi? Essa non è in nessuna di queste opere.

Il Sutra del Loto contiene sia la teoria sia la pratica. L’ottenimento dell’illuminazione da parte del Budda nel remoto passato è un esempio di argomento che riguarda la pratica. E la capacità di conseguire la Buddità da parte delle persone dei due veicoli è una questione di princìpi. L’affermazione assurda di Shan-wu-wei e degli altri che il Sutra del Loto e quello di Mahavairochana sono uguali nei princìpi, ma il secondo è superiore nelle questioni di pratica, è del tutto inaffidabile!

L’insegnamento della Vera parola contiene molti errori, fra i quali:

1. Il Trattato sui dieci stadi della mente colloca il Sutra del Loto all’ottavo stadio, il Sutra della Ghirlanda di fiori al nono e l’insegnamento della Vera parola al decimo stadio, quello supremo. Su quale sutra o trattato è basato quest’ordine?

2. È evidente che le quattro frasi di Shan-wu-wei e i dieci stadi della mente di Kobo si contraddicono a vicenda. Perché mai le dottrine del maestro e del discepolo dovrebbero contraddirsi in maniera così netta?

3. Quando i sostenitori dell’insegnamento della Vera parola parlano dei cinque depositi, o divisioni, delle scritture buddiste, perché affermano che la divisione delle dharani descritta nel Sutra delle Sei paramita si riferisce ai mantra o “vere parole” della loro scuola?49

4. Kobo afferma che «i maestri buddisti della Cina fecero a gara per rubare il ghee [delle dharani della Vera parola]»50. Ma [se si sta riferendo al Gran Maestro T’ien-t’ai] le date non sono forse tutte sbagliate? Dico questo perché dal tempo [in cui T’ien-t’ai morì] nel diciassettesimo anno dell’era K’ai-huang [597] al quarto anno dell’era Chen-yüan [788], durante il regno dell’imperatore dei T’ang Te-tsung, anno con segno ciclico mou-ch’en, intercorrono 192 anni. Se il Sutra delle Sei paramita non fu introdotto in Cina fino a 192 anni dopo la morte di T’ien-t’ai, come si può accusare quest’ultimo di aver “rubato il ghee” delle dharani descritte in quel sutra? Facendo una simile affermazione Kobo si condanna da solo, secondo quanto egli stesso ha dichiarato: «Offendere le persone o la Legge causerà sicuramente la caduta nell’inferno Avichi».

5. Kobo in La chiave segreta del Sutra del Cuore inserisce il Sutra del Loto nella [seconda delle] cinque sezioni del Sutra del Cuore. Si dovrebbero accuratamente indagare i motivi per i quali pensa di poter fare una cosa del genere.

Sette gravi critiche alla Vera parola

Primo, essi affermano che l’insegnamento della Vera parola fu esposto dal Tathagata Mahavairochana, che è differente dal Budda Shakyamuni che espose il Sutra del Loto. Se è così, allora questo Mahavairochana è apparso nel mondo e ha raggiunto la via, ha esposto la Legge e recato beneficio agli esseri viventi, prima dell’epoca di Shakyamuni o dopo?

Se era un Budda che espose la Legge in accordo con le capacità delle persone, deve aver attraversato le otto fasi dell’esistenza di un Budda. Chi erano dunque i suoi genitori? Quali erano i loro nomi?

Essi affermano che era un Budda che apparve in questo nostro mondo di saha? Ma non possono esserci due Budda in un unico mondo, così come non possono esserci due sovrani in un unico paese; questo è un principio stabilito dai sacri insegnamenti del Budda. Per rendersene conto basta semplicemente consultare il trentacinquesimo volume del Sutra del Nirvana51.

Oppure affermano che egli è un Budda di un altro mondo? Se è così, allora perché dovremmo disprezzare Shakyamuni, che è il nostro sovrano, maestro e genitore, per onorare invece un Budda che appartiene a un altro luogo e col quale abbiamo solo una relazione lontana? Questo non è forse un comportamento sleale, privo di pietà filiale, simile a quello dei membri della scuola Anti-Lokayata52?

E se dicono che Shakyamuni e Mahavairochana corrispondono a uno stesso corpo, allora perché dicono che quest’ultimo è un “Budda differente”? E se quest’ultimo è davvero un “Budda differente”, allora perché abbandonano il nostro Budda, nei confronti del quale abbiamo un enorme debito di gratitudine, per servire l’altro Budda? Il re saggio Yao di T’ang continuò a onorare sua madre anche quando era vecchia e invalida, e il re saggio Shun di Yü trattò suo padre con rispetto, per quanto questi fosse ottuso e cocciuto53. (Questa è la prima critica).

Il Sutra delle Sei paramita afferma: «Gli insegnamenti corretti esposti dai Budda del passato, gli Onorati dal Mondo, innumerevoli come le sabbie del Gange, ora io li esporrò così come loro fecero. Essi sono gli ottantaquattromila insegnamenti meravigliosi riuniti insieme. […] Inoltre, Ananda e i miei altri maggiori discepoli, dopo averli uditi, dovranno ricordarli tutti e tenerli a mente».

Kobo afferma che la sezione delle dharani contenuta in questo sutra rappresenta i mantra o “vere parole” della sua scuola. Intende dire cioè che questa sezione delle dharani non fu predicata da Shakyamuni? In tal caso allora sta contraddicendo ciò che dice il sutra. (Questa è la seconda critica).

Il Budda dice che, fra le innumerevoli migliaia, decine di migliaia, milioni di sutra che egli ha predicato, che ora predica e che predicherà, questo Sutra del Loto è il supremo. Fra tutti i sutra predicati dai Budda o predicati dai bodhisattva o predicati dagli ascoltatori della voce, questo sutra è al primo posto. Ma allora Mahavairochana non è compreso fra “questi Budda”? Però, quando nel predicare il Sutra del Loto Shakyamuni disse che avrebbe “onestamente messo da parte” gli espedienti e predicato “la via suprema”54, Mahavairochana e gli altri Budda estesero le loro lunghe lingue fino al cielo di Brahma in segno di testimonianza della veridicità delle sue parole55. (Questa è la terza critica).

Il Sutra sulla Forma del mandala del Loto afferma: «Le sue sembianze fisiche [del Tathagata Molti Tesori] hanno un colore dorato; egli appare sempre circondato dalla luna piena e forma con le sue mani le mudra che rappresentano la meditazione e la saggezza, per testimoniare la verità del Sutra del Loto»56. E i Budda della sezione che riguarda le cinque categorie dei Budda [nel secondo capitolo del Sutra del Loto] dimostrano allo stesso modo che il Sutra del Loto è il supremo. (Questa è la quarta critica).

[Il capitolo “Poteri sovrannaturali” del Sutra del Loto afferma]: «Per spiegare in breve, tutte le dottrine possedute dal Tathagata, […] tutto questo è dichiarato, rivelato e chiaramente spiegato in questo sutra»57.

Questi passi dei sutra provano non solo che il Sutra del Loto è il supremo fra i sutra predicati da Shakyamuni, ma che è il supremo fra tutti i sutra predicati dai Budda delle tre esistenze di passato, presente e futuro. Chiunque dica diversamente, pretendendo che fra i sutra predicati da uno o due Budda ce ne sia uno superiore al Sutra del Loto, non deve essere ascoltato. Perché nel passato, nel presente o nel futuro, il Sutra del Loto non sarà mai spodestato. (Questa è la quinta critica).

Inoltre non vi è alcun passo nel Sutra di Mahavairochana o negli altri sutra che dichiari che quel sutra è superiore a quello del Loto. (Questa è la sesta critica).

Dopo l’entrata di Shakyamuni nel nirvana, fra i ventiquattro eruditi dell’India che in seguito ereditarono il lignaggio dei suoi insegnamenti58, o fra le altre grandi incarnazioni di Budda o bodhisattva che apparvero nel mondo per diffondervi la dottrina, o tra i maestri della Cina, quelli delle sette scuole del nord e delle tre scuole del sud, o tra i fondatori della scuola dei Tre trattati e della scuola delle Caratteristiche dei dharma, soltanto i sostenitori della scuola T’ien-t’ai insegnarono la dottrina del mutuo possesso dei Dieci mondi, dei cento mondi e dei mille fattori e dei tremila regni in un singolo istante di vita.

Se la dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita non viene esposta, allora non c’è modo di giustificare il principio del male inerente alla natura del Budda. E se non si accetta il principio del male inerente, allora i Budda e i bodhisattva che universalmente si manifestano con corpi materiali, così come i cinquecento e i settecento onorati raffigurati nei mandala dei due regni dell’insegnamento della Vera parola, sono esseri temporanei che esistono solo nel presente, e il loro stato originale è sconosciuto59. Si tratta della stessa visione che espongono i maestri non buddisti.

I seguaci della scuola della Vera parola possono parlare del mutuo possesso dei Dieci mondi, dei cento mondi e dei mille fattori, ma in quale dei tre sutra sui quali si fonda la loro scuola è affermato che gli esseri di tutti i Dieci mondi sono capaci di conseguire la Buddità? Fu solo dopo aver appreso il perfetto insegnamento dalla scuola T’ien-t’ai che essi rubarono questa dottrina e astutamente la utilizzarono per abbellire i propri insegnamenti.

Non si dovrebbe dar credito a chi sfrutta la propria arte e il proprio ingegno per blaterare una sfilza di parole prive di senso. Si dovrebbero esaminare i passi corretti dei sutra e le auree parole del Budda per determinare la verità. (Questa è la settima critica).

Il volume trentacinque del Sutra del Nirvana afferma: «Ho spiegato ciò in vari sutra. Quando un Budda fa la sua apparizione nel mondo egli reca beneficio a molte persone. Ma non è mai accaduto da nessuna parte che in un unico paese esistano due re che mettono in moto la ruota o che due Budda appaiano in un unico mondo».

Il volume nove di Grande perfezione della saggezza dice: «I sistemi maggiori di mondi delle dieci direzioni, numerosi come le sabbie del Gange, compongono quello che è chiamato il mondo di un singolo Budda. Là non ci sono altri Budda. Esso è davvero il mondo di un solo Budda, il Budda Shakyamuni».

Nel volume uno di Su “Parole e frasi” leggiamo: «Non ci sono due Budda nel mondo, non ci sono due re in un paese. Nel regno di un unico Budda non vi sono due Venerabili».

E il Trattato sul mantenimento dello stadio60 afferma: «In un unico mondo non ci sono due Budda, in un unico paese non ci sono due sovrani. All’interno del regno degli insegnamenti di un singolo Budda, non ci sono due Venerabili».

Settimo mese

Nichiren

Cenni Storici

Nichiren Daishonin scrisse questa lettera mentre si trovava in esilio a Sado, il settimo mese del 1272, indirizzandola a Sammi-bo Nichigyo, un prete che all’epoca studiava la dottrina buddista a Kyoto. Il Daishonin, citando varie prove documentarie tratte dalle scritture, fa chiarezza sui princìpi buddisti ed elenca una serie di fatti per dimostrare che la scuola della Vera parola è un insegnamento che crea sofferenza alle persone e che finirà col condurre il paese alla rovina.

Il Daishonin comincia spiegando perché la scuola della Vera parola può condurre il paese alla rovina. Poi refuta l’affermazione della Vera parola secondo cui il Sutra del Loto è un «insegnamento essoterico» e pertanto inferiore ai sutra della Vera parola che sono invece considerati «esoterici» o segreti. Infine elenca cinque errori nelle affermazioni dei maestri della Vera parola e muove sette critiche sostanziali alle loro dottrine.

In quanto ai motivi per cui la scuola della Vera parola conduce alla distruzione del paese, il Daishonin evidenzia l’offesa al Sutra del Loto contenuta nel suo insegnamento. Il fatto che il governo conti sulle preghiere dei preti di questa scuola per la protezione del paese è il motivo per cui il paese sta cadendo in rovina. Il Daishonin cita il tumulto di Jokyu, del 1221, durante il quale l’ex imperatore Gotoba tentò di rovesciare lo shogunato di Kamakura. Gotoba chiese ai preti della scuola della Vera parola di pregare per la sconfitta dei nemici, ma il suo esercito fu rapidamente annientato ed egli fu esiliato. Questa, afferma il Daishonin, è una prova che l’insegnamento della Vera parola condurrà alla distruzione del paese. E, citando vari sutra e commentari, egli sostiene che il sovrano è responsabile del destino del proprio paese.

Riguardo all’affermazione della scuola della Vera parola secondo cui il Sutra del Loto non è un insegnamento esoterico o segreto, ma un insegnamento essoterico e quindi inferiore, il Daishonin controbatte affermando che ci sono due modi di interpretare la parola «segreto». Il primo è quello di celare con cura qualcosa di prezioso, l’altro è l’atto di occultare qualcosa per coprirne un difetto. Il Sutra del Loto rappresenta il primo caso, mentre i sutra della Vera parola il secondo. Questo perché mentre il Sutra del Loto rivela ciò che il Budda ha per lungo tempo tenuto segreto – ovvero il fatto di avere ottenuto l’illuminazione in un remoto passato e che le persone dei due veicoli possono conseguire la Buddità – i sutra della Vera parola occultano queste verità affermando che il Budda ottenne l’illuminazione per la prima volta a Buddhagaya e disprezzando le persone dei due veicoli.

La scuola della Vera parola sostiene inoltre che il Sutra del Loto è inferiore anche in termini di pratica, poiché in esso non vi è alcuna descrizione di mudra o mantra. A questo il Daishonin risponde affermando che in origine il Sutra del Loto conteneva tali descrizioni, ma Kumarajiva, che tradusse il Sutra del Loto in cinese, le tralasciò ritenendole poco importanti. Il fatto che esse compaiano nel sutra di Mahavairochana e nei sutra della scuola della Vera parola dipende dalle scelte personali dei traduttori di tali sutra.

Il Daishonin afferma che T’ien-t’ai stabilì il principio dei tremila regni in un singolo istante di vita, che rappresenta la sua interpretazione del Sutra del Loto. Egli ritenne che questo principio fosse più importante della questione delle mudra e dei mantra. In seguito Shan-wu-wei rubò quel principio e lo inserì nel Sutra di Mahavairochana, sostenendo che quel sutra era uguale al Sutra del Loto.

Dopo aver messo in luce cinque brevi esempi di incongruenza logica e documentaria della posizione dottrinale di Kobo, il Daishonin elenca sette critiche fondamentali alla dottrina della Vera parola. Egli mette in dubbio l’identità del Budda Mahavairochana, riverito dalla scuola della Vera parola, sollevando dubbi sulla stessa esistenza di quel Budda. Dopo aver messo in luce svariate affermazioni contraddittorie di Kobo, il Daishonin cita alcuni passi delle scritture che fanno riferimento alla posizione di superiorità del Sutra del Loto tra gli altri insegnamenti del Budda. Infine, egli ribadisce che gli insegnamenti della Vera parola non contengono il principio dei tremila regni in un singolo istante di vita, sottolineando che questo spiega il motivo per cui nei sutra della Vera parola non viene affermato che tutte le persone sono in grado di conseguire la Buddità.


Note
1. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 125.
2. In questi volumi il termine “icchantika” indica coloro che hanno distrutto il seme della Buddità inerente alle loro vite.
3. Vedi Jokyu, tumulto di nel Glossario.
4. “Kanto” qui indica il governo di Kamakura.
5. Kuang-hsiu (771-843) era un eminente prete della scuola cinese T’ien-t’ai, discepolo di Tao-sui, uno dei maestri di Dengyo. Wei-chüan (d.s.) era un discepolo di Kuang-hsiu. Sia il Ch’an-lin-ssu che il Kuo-ch’ing-ssu sono templi sul monte Tien-t’ai.
6. Le quattro frasi sono esposte nel Commentario sul significato del Sutra di Mahavairochana di Shan-wu-wei, che descrive: la realtà delle cinque componenti della vita e la negazione dell’io; la non sostanzialità sia della mente sia degli oggetti materiali; la percezione della propria mente per com’è veramente, e la non esistenza della natura individuale o natura del sé. Kobo, fondatore della scuola della Vera parola in Giappone, identificò queste quattro caratteristiche rappresentate dalle quattro fasi con: gli insegnamenti hinayana, la scuola dei Tre trattati, la scuola Tendai, e la scuola della Ghirlanda di fiori. Egli affermava che le quattro fasi rappresentavano gli insegnamenti del Budda Shakyamuni e che, poiché l’insegnamento della Vera parola fu esposto dal Budda Mahavairochana, esso è superiore agli insegnamenti di tutte le altre scuole.
7. Nel suo Trattato sui dieci stadi della mente, Kobo assegna il Sutra del Loto all’ottavo stadio, il Sutra della Ghirlanda di fiori al nono stadio, e il Sutra di Mahavairochana al decimo stadio, quello supremo. Egli colloca quindi il Sutra del Loto al di sotto del Sutra della Ghirlanda di fiori e due posti sotto il Sutra di Mahavairochana.
8. Una delle tre traduzioni in cinese del Sutra della Ghirlanda di fiori, a opera di Prajna (n. 734). Le altre due sono la versione in sessanta volumi di Buddhabhadra (359-429) e la versione in ottanta volumi di Shikshananda (652-710). La traduzione di Prajna consiste soltanto del capitolo “Entrare nel regno del Dharma”.
9. Riassunto di un passo del Sutra dei Sovrani.
10. Opera di Genshin (942-1017), eminente prete della scuola giapponese Tendai. L’opera spiega il triplice mondo, cioè il mondo del desiderio, il mondo della forma e quello della non forma.
11. Sovrano leggendario che, secondo vari sutra, fu il primo re del mondo, imparziale nei confronti di tutte le persone. Si dice che il clan Shakya, a cui apparteneva Shakyamuni, discendesse da lui.
12. I sutra di Mahavairochana, della Corona di diamanti e Susiddhikara, considerati i tre sutra della Vera parola.
13. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 235.
14. Ibidem, cap. 14, p. 288.
15. Ibidem, cap. 16, p. 311.
16. Ibidem, cap. 21, p. 375.
17. Questo capitolo, l’ultimo del sutra, si intitola “Affidamento”. Il Trattato sulla grande perfezione della saggezza consiste di cento volumi e novanta sezioni. La novantesima e ultima sezione del trattato si chiama anch’essa capitolo “Affidamento”.
18. Grande perfezione della saggezza.
19. I Bodhisattva della Terra che emergono da sottoterra e ai quali il Budda Shakyamuni affida la propagazione della Legge nell’Ultimo giorno della Legge. Sono descritti nel quindicesimo capitolo del Sutra del Loto “Emergere dalla terra”.
20. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 80.
21. Ibidem, cap. 3, p. 124.
22. Questa frase si trova in Il significato profondo del Sutra del Loto di T’ien-t’ai come annotazione al seguente passo del capitolo diciannovesimo del Sutra del Loto “I benefici del maestro della Legge”: «Le dottrine che essi predicheranno saranno conformi al significato dei princìpi e mai contrarie alla vera realtà. Se capitasse loro di esporre qualche testo del mondo secolare o di parlare di questioni di governo o legate al sostentamento della vita, saranno sempre in accordo con la Legge corretta» (Il Sutra del Loto, cap. 19, p. 358).
23. Ibidem, pp. 358-359.
24. Vedi Ibidem, cap. 2, p. 80.
25. I Budda, i bodhisattva e le divinità raffigurate negli oggetti di culto della scuola della Vera parola, cioè i mandala del regno del Grembo e del regno di Diamante.
26. “Tre categorie di predicazione”: sono «i sutra che [io, Shakyamuni] ho predicato, che ora predico e che predicherò», menzionati nel decimo capitolo del Sutra del Loto, “Maestro della Legge”.
27. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 68.
28. Ibidem, p. 74. L’unica grande ragione per l’apparizione dei Budda nel mondo è permettere a ogni persona di ottenere la loro stessa illuminazione. Riguardo a questa “unica grande ragione” il sutra prosegue dicendo che i Budda appaiono nel mondo per “aprire la porta della saggezza del Budda a tutti gli esseri viventi”, “per mostrare la saggezza del Budda agli esseri viventi”, per “risvegliare gli esseri viventi alla saggezza del Budda” e “indurre gli esseri viventi a imboccare il sentiero della saggezza del Budda”.
29. Ibidem, cap. 10, p. 235.
30. Ibidem.
31. Ibidem, cap. 11, p. 254.
32. Ibidem, cap. 14, p. 288.
33. Ibidem.
34. Ibidem, cap. 23, p. 391.
35. Ibidem, p. 392.
36. Tutti i sutra predicati prima del Sutra del Loto. Vedi cinque periodi nel Glossario.
37. Riassunto di un passo di Gli eminenti princìpi del Sutra del Loto.
38. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 90.
39. Ibidem, cap. 3, p. 131.
40. Ibidem, cap. 3, pp. 125-126.
41. Questo passo si trova nel sesto volume dell’edizione ancora esistente di Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”.
42. Un’opera di T’ien-t’ai dal titolo Commentario sul significato di “Precetti del bodhisattva”. “Precetti del bodhisattva” è una parte del Sutra della Rete di Brahma.
43. Il decimo dei dieci precetti maggiori, le più importanti delle cinquantotto regole di disciplina dei bodhisattva mahayana esposte nel Sutra della Rete di Brahma.
44. Questo passo si trova nel secondo volume dell’edizione ancora esistente di Significato profondo.
45. “Rivelazioni parziali” sono gli insegnamenti esposti a titolo di espedienti per accrescere le capacità delle persone e condurle alla Buddità. La “rivelazione completa” è l’insegnamento dell’unico veicolo della Buddità, ovvero l’insegnamento che conduce direttamente le persone alla Buddità.
46. Vedi nota 7.
47. Il Sutra di Mahavairochana consiste di sette volumi e trentasei capitoli. I primi sei volumi consistono di trentuno capitoli e riguardano le dottrine essenziali e le pratiche del Buddismo esoterico. Il settimo e ultimo volume consiste di cinque capitoli e riguarda le offerte e i rituali relativi a esse.
48. “Unico volume” si riferisce alla versione abbreviata del sutra.
49. Riferimento al fatto che la scuola della Vera parola considera la categoria degli insegnamenti essoterici, nella quale è compreso il Sutra delle Sei paramita, inferiore a quella degli insegnamenti esoterici, e tuttavia attribuisce particolare valore alla classificazione dottrinale esposta nello stesso Sutra delle Sei paramita.
50. Comparazione tra il Buddismo essoterico ed esoterico.
51. Riferimento a un passo del Sutra del Nirvana, citato in seguito, in cui si recita: «Ho spiegato ciò in vari sutra. Quando un Budda fa la sua apparizione nel mondo egli reca beneficio a molte persone. Ma non è mai accaduto da nessuna parte che in un unico paese esistano due re che mettono in moto la ruota o che due Budda appaiano in un unico mondo». Nell’edizione ancora esistente del Sutra del Nirvana questo passo si trova nel trentaquattresimo volume.
52. La scuola Anti-Lokayata fu una scuola non buddista dell’antica India probabilmente sorta all’interno della scuola Lokayata e che si contrapponeva a essa. In seguito gli “Anti-Lokayata” furono spesso citati come esempio di traditori dei loro maestri.
53. Yao e Shun sono due dei Cinque imperatori. Vedi Yao, Shun e Cinque imperatori nel Glossario.
54. Nel capitolo “Espedienti” del Sutra del Loto Shakyamuni afferma: «Mettendo da parte onestamente gli espedienti, esporrò unicamente la via suprema» (Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 90).
55. Questa scena è descritta nel ventunesimo capitolo del Sutra del Loto.
56. Un riassunto di questo sutra.
57. Il Sutra del Loto, cap. 21, p. 375.
58. Vedi ventiquattro successori nel Glossario.
59. Il “male”, ovvero i nove mondi, inerente alle vite dei Budda e dei bodhisattva, permette loro di manifestarsi con corpi materiali allo scopo di salvare gli esseri viventi. Ciò che rende possibile la loro apparizione nel mondo è questo “male inerente”.
60. Il Trattato sul mantenimento dello stadio corrisponde al Sutra sul mantenimento dello stadio di bodhisattva tradotto in cinese da Dharmaraksha (385-433), monaco e traduttore dell’India centrale. Tale sutra corrisponde alla parte sullo stadio di bodhisattva che va dal trentacinquesimo al cinquantesimo volume del Trattato sugli stadi della pratica dello Yoga. La citazione nel testo è il riassunto di un passo di questo sutra.