Insieme con la “via facile da praticare” una delle due vie della pratica buddista di cui Nagarjuna fa menzione nel suo Commentario al Sutra dei Dieci stadi. Il termine “via difficile da praticare” si riferisce allo sforzo di praticare le austerità per numerosi kalpa, con l’obiettivo di ottenere l’illuminazione. Nel capitolo “Pratica facile” di questo commentario si dice che è possibile ottenere la salvezza grazie al potere dei Budda, invocando il loro nome per rinascere in una pura terra. La scuola della Pura terra interpreta la via difficile da praticare come la pratica di qualunque sutra al di fuori dei tre fondamentali della scuola e la via facile da praticare come l’invocazione del nome del Budda Amida, affidandosi esclusivamente al potere salvifico di questo Budda per ottenere l’illuminazione.