I testi dei sutra e dei trattati buddisti tradotti in cinese precedentemente a quelli di Hsüan-tsang (602-664), che insieme ai testi dei traduttori successivi vengono definiti“nuove traduzioni”. In generale si riteneva che le vecchie traduzioni fossero poco letterali, ma facilmente comprensibili, e le nuove traduzioni più letterali, ma meno accessibili. Studi più recenti hanno però dimostrato che la qualità di ogni singola traduzione dipende principalmente dalle capacità e dalla profondità di comprensione del suo traduttore, più che dall’appartenenza all’una o all’altra di queste due categorie.