Opera di Miao-lo (711-782) mirata a spiegare la supremazia degli insegnamenti di T’ien-t’ai e riaffermare la validità della scuola T’ien-t’ai, refutando le dottrine delle scuole della Ghirlanda di fiori, delle Caratteristiche dei dharma e Zen, che prosperarono in Cina dopo T’ien-t’ai. Il titolo deriva da un passo del capitolo “Natura del Tathagata” della versione cinese del Sutra del Mahaparinirvana, che si riferisce a una lama di diamante usata come bisturi da un abile medico per curare gli occhi delle persone cieche. In questo contesto il titolo “La lama di diamante” si riferisce all’atto di rimuovere le illusioni che rendono le persone cieche alla verità. In questo trattato, sotto forma di domanda e risposta, Miao-lo abbraccia la dottrina secondo la quale gli esseri insenzienti possiedono la natura di Budda e nega la posizione contraria sostenuta dalla Ghirlanda di fiori. Egli refuta anche la dottrina delle Caratteristiche dei dharma, secondo la quale certe categorie di persone erano per loro natura incapaci di conseguire la Buddità, e cita l’insegnamento del Sutra del Loto per il quale la Buddità è accessibile a tutti.