Numero: 380
Data: Data sconosciuta
Luogo: Luogo sconosciuto
Destinatario: Destinatario sconosciuto

Il dominio di Shakyamuni

«Tuttavia questo triplice mondo costituisce il mio dominio e gli esseri che ci vivono sono tutti miei figli».1 Se prestiamo ascolto a questo passo del sutra, tutto il triplice mondo è il regno del Tathagata Shakyamuni.

E nel capitolo “Durata della vita” egli afferma: «Da allora ho sempre dimorato qui nel mondo di saha»2. Ciò significa che da un tempo remoto tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi di mondi fino a ora, questo mondo di saha è sempre stato una terra in cui regna il Bodhisattva Shakyamuni.

Inoltre, centinaia di anni dopo l’entrata del Budda nel nirvana, ci fu un sovrano di nome Ashoka il Grande che affidò per tre volte ai monaci buddisti questo continente meridionale di Jambudvipa.

E nel grande paese del Giappone, che si trova nel continente meridionale di Jambudvipa, il prete cinese chiamato Gran Maestro Nan-yüeh rinacque come principe Jogu [Shotoku], il principe ereditario di questo paese del Giappone, che col tempo ne diventò il sovrano.3

Sappiamo dunque che tutti i sovrani del Giappone dal tempo del principe Shotoku sono stati eredi del Gran Maestro Nan-yüeh, e tutti i sovrani a partire dall’imperatore Kammu, come pure il Re della Montagna4

Cenni Storici

Si tratta del frammento di una lettera di cui non si conoscono né la data né il destinatario. Nichiren Daishonin cita il terzo capitolo del Sutra del Loto, “Parabola e similitudine”, per chiarire che il triplice mondo è il dominio del Budda Shakyamuni. In seguito cita il sedicesimo capitolo del Sutra del Loto, “Durata della vita del Tathagata”, nel quale il Budda afferma che, dal tempo in cui ha ottenuto originariamente l’illuminazione, infiniti kalpa addietro, egli ha sempre dimorato in questo mondo di saha predicando la Legge e convertendo gli esseri viventi. Egli afferma che, dopo la morte del Budda, il re Ashoka affidò il continente di Jambudvipa ai monaci buddisti. Infine, fa riferimento al principe Shotoku come reincarnazione del Gran Maestro cinese Nan-yüeh, e associa gli imperatori giapponesi agli eredi di Nan-yüeh. Il Re della Montagna è la divinità patrona del Monte Hiei, sede della scuola Tendai.

In pratica, il Daishonin sostiene che il mondo di saha è il dominio del Budda Shakyamuni e mette in luce la relazione tradizionale e spirituale che esiste tra la terra del Giappone e il Sutra del Loto. Si direbbe che in questo modo stia confutando la scuola della Pura terra che cercava la salvezza nel Budda Amida, un Budda che dimorava in una terra lontana.


Note
1. Il Sutra del Loto, cap. 3, p. 120.
2. Ibidem, cap. 16, p. 312.
3. Il principe Shotoku non ascese mai al trono imperiale; fu nominato reggente dall’imperatrice Suiko (r. 593-628) che gli delegò tutti i poteri di governo.
4. L’imperatore Kammu (r. 781-806) è il cinquantesimo sovrano e, durante il suo regno, Dengyo dichiarò esplicitamente la supremazia del Sutra del Loto. Re della Montagna è il nome della divinità principale del santuario, riverita come divinità guardiana del Monte Hiei e della scuola Tendai.