Numero: 272
Data: Data sconosciuta
Luogo: Luogo sconosciuto
Destinatario: Toki Jonin

Gli dèi proteggono il luogo della pratica

Ho ricevuto intatti i cinque kan di monete che mi hai inviato.

Come sai, al momento vivo nelle profondità delle montagne, lontano da ogni villaggio, e cibo e vestiario scarseggiano. [Se non fosse per le offerte come quelle che mi hai inviato], mi sarebbe difficile continuare a recitare il sutra e tantomeno proseguire nella discussione delle dottrine.

Queste istruzioni divine che ti hanno ispirato le dieci fanciulle demoni devono far parte del loro piano per aiutarti ad acquisire meriti come seguace laico degli insegnamenti.

L’ottavo volume di Grande concentrazione e visione profonda afferma: «Così come i demoni minori porteranno rispetto ed eviteranno di entrare nel palazzo del dio Shakra, se gli dèi che proteggono il luogo della pratica buddista sono potenti, le forze malvagie non avranno modo di fare irruzione e causare scompiglio. Allo stesso modo, se il sovrano di una città fortificata non si piega, anche gli uomini a guardia della città rimarranno saldi, ma se il sovrano è un codardo, anche le guardie si faranno prendere dalla paura. La mente è il sovrano del corpo. Le divinità Stessa Nascita e Stesso Nome proteggono le persone. Se la nostra mente è forte, la loro protezione è grande. E se questo è vero degli dèi che dimorano sul nostro corpo, sarà ancor più vero degli dèi che proteggono il luogo della pratica!».

Il volume otto di Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda” dice: «Anche se essi proteggono le persone in ogni momento, se la nostra mente è forte, anche la protezione degli déi sicuramente sarà salda». E dice anche: «Gli dèi che dimorano sulle nostre spalle ci proteggeranno in ogni momento. E ciò è ancor più vero degli dèi che proteggono il luogo della pratica!».

Sin da quando si nasce, due dèi ci proteggono. Si tratta degli dèi Stessa Nascita e Stesso Nome, che, come afferma il Sutra della Ghirlanda di fiori, accompagnano una persona sin dalla nascita.

Il volume quattro di Parole e frasi del Sutra del Loto afferma: «Semplicemente recitando le parole “Namu Budda” ovvero “Salve Budda”, il ladro riuscì a ottenere la testa della statua della divinità. E se un sapiente recita queste parole, sarà ancor più certo che gli dèi venerabili delle dieci direzioni non lo trascureranno mai! Dovremmo soltanto essere assidui e non lasciare spazio alla pigrizia».

Il significato di questo passo del commentario è il seguente. In India c’era un paese che venerava gli dèi e non prestava ascolto al Budda. Quando le persone costruirono un tempio, lo dedicarono al re demone del sesto cielo e la testa della divinità era d’oro.

Per molti anni un ladro aveva desiderato impadronirsi della testa della divinità, ma non vi era mai riuscito. Una volta si recò nel luogo dove si trovava il Budda, nella speranza di rubare qualcosa, e lo sentì predicare la Legge. Il Budda disse: «Namu significa stupirsi e risvegliarsi». Udendo ciò il ladro pronunciò le parole “Namu Budda!” e così riuscì a rubare la testa della divinità. Quando più tardi vennero svolte le indagini, si scoprì che il ladro c’era riuscito così. Allora tutta la gente di quel paese abbandonò il culto degli dèi e si convertì all’insegnamento del Budda.

Se riflettiamo su questa storia e l’applichiamo al presente, possiamo comprendere che, anche se una persona ha commesso varie colpe, se ha fede nei tre tesori del Buddismo riuscirà a evitare gravi difficoltà. E da qualche tempo so cosa intendevano le istruzioni divine di cui mi hai scritto. A pensarci bene, credo che siano sicuramente un segno che le difficoltà possono essere evitate e la fortuna sta per arrivare.

Riguardo alla parola myo di Myoho-renge-kyo, il Bodhisattva Nagarjuna commenta nel Trattato sulla grande perfezione della saggezza che essa “può trasformare il veleno in medicina”. E il Gran Maestro T’ien-t’ai dice: «Ma quando il Sutra del Loto predice che queste persone [dei due veicoli] alla fine conseguiranno la Buddità, il veleno si trasforma in medicina»1.

Anche se si verificassero calamità, si possono trasformare in fortuna. E ciò è ancor più vero quando le fanciulle demoni hanno previsto la situazione!

Questo intende [Grande concentrazione e visione profonda] quando afferma che un ceppo fa bruciare più intensamente il fuoco e il vento fa gonfiare il corpo dell’insetto kalakula.

È difficile mettere sulla carta tutto ciò che vorrei dire; devi usare la tua mente per farti un’idea di ciò che intendo.

Con profondo rispetto,

Nichiren

Il tredicesimo giorno del dodicesimo mese

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Cenni Storici

Nichiren Daishonin scrisse questa lettera il tredicesimo giorno del dodicesimo mese di quello che si ritiene fosse il 1276. Si pensa che questa lettera sia una risposta a Toki Jonin, il quale a quanto pare gli aveva scritto di un suo sogno in cui le dieci fanciulle demoni gli rivelavano che il Daishonin e i suoi seguaci erano in pericolo.

Dopo avere ringraziato Toki per la sua offerta, il Daishonin fa riferimento al principio buddista secondo cui se la mente di una persona è forte, anche la protezione delle divinità Stesso Nome e Stessa Nascita che sono sempre con lei sarà forte. E ciò sarà ancor più vero, egli afferma, per gli dèi che proteggono il luogo della pratica.

Egli incoraggia Toki con un racconto tratto da Parole e frasi del Sutra del Loto, nel quale si narra di un ladro che era riuscito a impossessarsi della testa d’oro della statua di una divinità semplicemente recitando «Namu Budda», ovvero «Salve Budda». Il Daishonin sottolinea che, alla luce di questo racconto, anche se una persona può avere qualche colpa, dedicandosi ai tre tesori del Buddismo può evitare grandi difficoltà.

Inoltre, egli afferma che dal suo punto di vista le istruzioni divine delle dieci fanciulle demoni sono un segno che le difficoltà possono essere evitate e che la buona fortuna è alle porte. Nella parte finale, il Daishonin ribadisce che, grazie al Sutra del Loto, è possibile trasformare il veleno in medicina e le difficoltà in fortuna.


Note
1. Il significato profondo del Sutra del Loto.