Numero: 259
Data: 1275
Luogo: Minobu
Destinatario: Destinatario sconosciuto

Il tessuto per una veste e la veste sfoderata

Ho ricevuto il tessuto per una veste e la veste sfoderata che mi hai inviato. Una donna chiamata monaca Bianco Splendente1 nacque con indosso una veste. E mentre cresceva, anche la veste diventava sempre più grande, finché, quando ella fu ordinata monaca, diventò una veste da monaca. Infine, all’assemblea in cui fu predicato il Sutra del Loto Bianco Splendente ricevette la profezia che, in una futura esistenza, sarebbe diventata un Budda di nome Tathagata Gioia per gli Occhi di Tutti gli Esseri2.

Anche coloro che espongono il Sutra del Loto possiedono immancabilmente una veste, chiamata la veste della gentilezza e della pazienza3.

Anche un solo seme, quando viene piantato si moltiplica. Il drago trasforma un poco d’acqua in una grande pioggia e gli esseri umani da poche scintille creano un grande falò. Anche se questa veste sfoderata è solo una, offrirla al Sutra del Loto equivale ad averla offerta a tutti i 69.384 caratteri del sutra, ognuno dei quali è un Budda. Il cuore di questi Budda è il ritorno in vita dei semi bruciati4, la vita di questi Budda è la rivelazione dell’illuminazione originale e dell’incommensurabile durata della vita5, la loro gola è la natura di Budda eterna e immutabile, e i loro occhi sono la meravigliosa pratica dell’unico veicolo.

Le forme temporanee in cui il Budda si manifesta per rispondere alle capacità delle persone non sono il vero Budda. Il vero Budda non è il Budda dotato delle trentadue caratteristiche maggiori e degli ottanta segni minori; piuttosto, sono i caratteri del Sutra del Loto i veri Budda. Così, durante la vita del Budda, ci furono persone che credevano in lui, ma non diventarono mai a loro volta dei Budda. Ma, dopo la morte del Budda, di coloro che credono nel Sutra del Loto «nemmeno uno mancherà di conseguire la Buddità»6. Queste sono le auree parole del Tathagata.

Farò confezionare una veste con il tuo tessuto, indosserò anche la veste sfoderata, e reciterò il Sutra del Loto. E quando lo farò, anche se sono un monaco senza precetti, poiché il Sutra del Loto è un’opera dalle oneste, rette e auree parole, sarà come se un serpente velenoso sputasse una gemma o gli alberi di sandalo crescessero fra l’eranda7.

Con profondo rispetto,

Nichiren

Il ventottesimo giorno del nono mese

La mia risposta a te

Cenni Storici

Nichiren Daishonin scrisse questa lettera da Minobu il ventottesimo giorno del nono mese del 1275. Si ritiene che fosse destinata a Toki Jonin e a sua moglie, e in particolare a quest’ultima, nella provincia di Shimosa. Nel descrivere i benefici per l’offerta di un tessuto per una veste e di una veste sfoderata che la moglie di Toki gli aveva mandato, il Daishonin le assicura che ella conseguirà sicuramente la Buddità, e cita la storia della monaca Bianco Splendente che ricevette la predizione della Buddità nel Sutra del Loto. È proprio il Sutra del Loto, sottolinea il Daishonin, che garantisce la Buddità a tutti coloro che credono in esso.


Note
1. Figlia di un uomo ricco di Kapilavastu, che in seguito diventò discepola del Budda Shakyamuni.
2. Secondo il capitolo “Esortazione alla devozione” del Sutra del Loto, Gioia per gli Occhi di Tutti gli Esseri è il nome che Mahaprajapati, madre adottiva di Shakyamuni, avrebbe assunto quando fosse diventata Budda. Dunque, in questa lettera la monaca Bianco Splendente sembra identificata con Mahaprajapati.
3. La veste della gentilezza e della pazienza è descritta nel capitolo “Maestro della Legge” del Sutra del Loto, in cui si dice che coloro che desiderano esporre il Sutra del Loto dopo l’estinzione del Tathagata dovrebbero «entrare nella stanza del Tathagata, indossare la veste del Tathagata, sedere sul seggio del Tathagata…» (Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 237). Secondo questo capitolo la veste del Tathagata «è una mente gentile e paziente» (Ibidem, p. 238). Con una mente gentile e paziente si può sostenere la Legge, sopportando gli insulti con benevolenza ed equanimità. Il sutra dice anche: «Gentilezza e pazienza sono la veste» (Ibidem, p. 239).
4. Il “ritorno in vita dei semi bruciati” si riferisce al conseguimento della Buddità da parte delle persone dei due veicoli, una dottrina spiegata nel Sutra del Loto.
5. Riferimento alla rivelazione, nel capitolo del Sutra del Loto “Durata della vita”, che Shakyamuni conseguì la Buddità in un passato inconcepibilmente remoto e che la durata della sua vita come Budda è incommensurabile.
6. Il Sutra del Loto, cap. 2, p. 85.
7. Secondo le scritture buddiste, l’eranda è una pianta dall’odore nauseabondo che viene spesso citata in contrasto con il profumato legno di sandalo.