Numero: 248
Data: 1275
Luogo: Luogo sconosciuto
Destinatario: Nanjo Tokimitsu

L’origine della fortuna di Aniruddha

Il secondo giorno del quinto mese ho ricevuto il carico di tari, così ben essiccati da sembrare pietre, che hai inviato qui, sul Monte Minobu, da Ueno presso Fuji.

Fra i dieci maggiori discepoli del Budda ve n’era uno di nome Aniruddha, famoso per essere il primo nell’intuizione divina. Era sempre fianco a fianco con Mahakashyapa, Shariputra, Maudgalyayana e Ananda. Indagando sulle sue origini si scopre che era un figlio del re Dronodana, secondo figlio del re Simhahanu, e quindi era un cugino del Tathagata Shakyamuni. Egli aveva tre nomi, ciascuno dei quali era legato a un evento prodigioso: il primo era Libero dalla Povertà, il secondo era A Volontà e il terzo era Senza Bisogno di Cacciare.

In una passata epoca di carestia viveva un onorevole pratyekabuddha chiamato Venerabile Rida. Durante quel periodo di carestia Rida rimase senza mangiare per sette giorni. Infine, in un villaggio di montagna, incontrò un cacciatore che gli diede in elemosina il pasto di miglio che aveva nella ciotola. Grazie a questo, il cacciatore in quella stessa vita diventò un uomo ricco. Poi, per novantuno kalpa, provò le gioie del mondo celeste e di quello umano e infine rinacque come un figlio del re Dronodana. Nelle sue auree stoviglie non mancava mai il cibo e infine egli diventò un arhat. Egli eccelleva per la capacità di penetrare in un solo istante con la sua vista il vasto sistema maggiore di mondi. Nel quarto volume del Sutra del Loto ricevette dal Budda la predizione che sarebbe diventato il Tathagata Splendore Universale. Il Gran Maestro Miao-lo commenta a proposito: «Una ciotola di miglio è ben poca cosa, ma poiché aveva dato tutto ciò che possedeva e poiché l’aveva offerto a un essere superiore, ottenne una magnifica ricompensa»1. Il significato di questo commento è che, anche se si trattava di un misero piatto di miglio, il donatore rinacque come una persona dotata di fortuna straordinaria, perché aveva offerto tutto ciò che aveva per salvare una persona virtuosa che stava morendo di fame.

Questa valle di Minobu è piena di sassi e quindi non c’è niente di simile a quello che tu mi hai mandato. Fra l’altro è estate, le persone lavorano senza sosta e inoltre sono tutte impegnate nei lavori di costruzione. Ciò nonostante ti sei preso il disturbo di pensare a come potevo stare in questo villaggio di montagna e mi hai inviato offerte. Forse, profondamente addolorato per la perdita di tuo padre, hai voluto fare queste offerte al Budda Shakyamuni e al Sutra del Loto per il suo bene? Senza dubbio sei stato spinto dalla determinazione di compiere devotamente fino in fondo i tuoi doveri filiali.

Senza questa determinazione il re Brahma, il signore Shakra, gli dèi del sole e della luna e i quattro re celesti non sarebbero in grado di adempiere il loro voto di dimorare nella casa di chi abbraccia l’insegnamento corretto. Persino una persona di poco conto si sforza di mantenere le proprie promesse. Come potrebbero questi dèi venir meno alla promessa che hanno fatto al Budda?

E se questo è vero, quando le persone che tu ritieni importanti cercano di impedirti di mantenere la fede o quando ti trovi di fronte grandi ostacoli, devi essere convinto che il re Brahma e gli altri adempieranno senza alcun dubbio il loro voto, e rafforzare la tua fede più che mai.

In quel caso il tuo defunto padre conseguirà sicuramente la Buddità e, quando ciò accadrà, egli verrà a preservarti da qualsiasi danno. Allora le cose andranno esattamente come tu desideri. Se qualcuno cerca di ostacolare la tua fede, in cuor tuo ne dovresti gioire. Ti ripeto di esserne felice!

Con profondo rispetto,

Nichiren

Il terzo giorno del quinto mese

Risposta a Ueno

Cenni Storici

Nichiren Daishonin scrisse questa lettera il terzo giorno del quinto mese del 1275 a Nanjo Tokimitsu per ringraziarlo dell’offerta di un carico di tari. Il Daishonin fa riferimento ad Aniruddha, uno dei dieci principali discepoli del Budda, e spiega che la sua straordinaria fortuna derivava dalle azioni compiute in una vita passata, quando salvò una persona virtuosa che stava morendo di fame, offrendogli il proprio pasto. Il Daishonin paragona l’offerta di Tokimitsu a quel gesto e loda la fermezza della sua determinazione, affermando che essa riflette anche l’attenzione ai suoi doveri filiali nei confronti del padre defunto. La forza della sua determinazione attirerà la protezione degli dèi benevolenti e allo stesso tempo farà emergere gli ostacoli. La soluzione, lo esorta il Daishonin, è continuare a rafforzare la fede e provare gioia.


Note
1. Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”.