Mi ha profondamente addolorato la notizia riguardante la monaca, moglie del prete laico di Ko1. Dille che penso a lei con grande affetto.
Ho ricevuto i tuoi vari doni, un kan e cinquecento mon di monete, alghe nori e wakame, riso seccato, e ho riferito rispettosamente tutto questo al cospetto del Sutra del Loto.
Il Sutra del Loto dice: «Fra coloro che ascoltano la Legge, nemmeno uno mancherà di conseguire la Buddità»2. Questo passo è composto di soli dieci caratteri, ma leggere anche una sola frase del Sutra del Loto equivale a leggere senza alcuna omissione tutti gli insegnamenti predicati dal Tathagata Shakyamuni durante la sua vita. Perciò il Gran Maestro Miao-lo dice: «Nella propagazione del Sutra del Loto, se uno dovesse interpretare anche una sola delle sue dottrine, dovrebbe prendere in considerazione tutti gli insegnamenti predicati dal Budda nel corso della sua vita e conoscerli dall’inizio alla fine»3.
Per “inizio” egli intende il Sutra della Ghirlanda di fiori e per “fine” il Sutra del Nirvana. Il Sutra della Ghirlanda di fiori fu predicato quando il Budda raggiunse per la prima volta la via e i grandi bodhisattva Saggezza del Dharma, Foresta di Meriti e altri predicarono davanti al Budda, su richiesta del Bodhisattva Luna dell’Emancipazione. Non so in quale forma questo sutra esista in India, nel palazzo del re drago4 o nel cielo Tushita, ma in Giappone furono introdotte le versioni in sessanta volumi, in ottanta volumi e in quaranta volumi5. Anche per l’ultimo, il Sutra del Nirvana, non so in India o nel palazzo del re drago, ma nel nostro paese esistono le versioni in quaranta volumi, in trentasei volumi, in sei volumi e in due volumi6.
Oltre a questi, vi sono i sutra Agama, i sutra Corretti ed equi e i sutra della Saggezza che comprendono da cinquemila a settemila volumi. Ma, anche senza vedere o ascoltare tutti questi vari sutra, se leggiamo una sola parola o una sola frase del Sutra del Loto è come se leggessimo quei sutra senza omettere una sola parola.
È come per i due caratteri che compongono il nome dell’India, Gasshi7, o del Giappone, Nihon: i due caratteri che compongono il nome Gasshi includono le cinque regioni dell’India, i sedici grandi stati, i cinquecento stati medi e i diecimila piccoli stati, e gli innumerevoli staterelli disseminati come chicchi di miglio, con le loro grandi terre, le alte montagne, le piante e gli alberi, gli uomini e gli animali. O come uno specchio che può misurare appena uno, due, tre, quattro o cinque pollici, ma riflette l’immagine di una persona alta uno o cinque piedi, o di una montagna alta dieci, venti, cento o mille piedi.
Perciò, leggendo questo passo del Sutra del Loto, sappiamo che tutti coloro che ascoltano questo sutra, nessuno escluso, conseguiranno la Buddità.
Tutti gli esseri dei nove mondi e dei sei sentieri differiscono l’uno dall’altro per la loro mente. È come il caso di due, tre, cento o mille persone: benché tutti abbiano facce larghe un piede, non c’è una uguale all’altra. Le loro menti sono diverse e perciò anche le facce differiscono. Quanto maggiore sarà la differenza della mente di due persone, di dieci persone e di tutti gli esseri viventi nei sei sentieri e nei nove mondi! Alcuni amano i ciliegi in fiore, altri la luna, alcuni preferiscono le cose agre, altri le amare, ad alcuni piacciono le cose piccole ad altri quelle grandi. I gusti variano e vi sono vari tipi di persone: alcuni amano il bene, altri il male.
Ma, benché vi siano tutte queste differenze, quando entrano nel Sutra del Loto diventano come una singola persona nel corpo e una singola persona nella mente. Sono come una miriade di fiumi differenti che, entrando nel grande mare, assumono tutti lo stesso sapore salato, o come i vari uccelli che avvicinandosi al monte Sumeru assumono tutti lo stesso colore [dorato]. Così Devadatta, che commise i tre peccati capitali, e Rahula, che osservò i duecentocinquanta precetti, divennero entrambi Budda. Sia il re Ornamento Meraviglioso, che aveva opinioni errate, sia Shariputra, che aveva opinioni corrette, ricevettero entrambi la stessa predizione [che sarebbero diventati Budda]. Questo a causa delle parole «nemmeno uno mancherà di conseguire la Buddità».
Nel Sutra di Amida e negli altri, predicati nei quarant’anni e più di vita di predicazione del Budda, si dice che Shariputra avesse acquistato grandi meriti recitando il nome di Amida un milione di volte in sette giorni8, ma, dopo che [tali insegnamenti] furono ripudiati con le parole «Non ho ancora rivelato la verità»9, ciò equivale a far bollire dell’acqua sette giorni per poi gettarla nel grande mare.
La signora Vaidehi10 leggendo il Sutra della Meditazione raggiunse lo stadio chiamato comprensione della non nascita e della non estinzione di tutti i fenomeni, ma, dopo che il Budda ebbe messo da parte questo sutra con le parole «mettendo da parte onestamente gli espedienti»11, se non avesse preso fede nel Sutra del Loto, sarebbe ritornata allo stadio precedente di donna comune.
Non si può contare su grandi azioni meritorie; se non si incontra il Sutra del Loto, non servono. Non bisogna neanche lamentarsi di aver commesso grandi azioni malvagie; chi pratica l’unico veicolo, segue le orme di Devadatta [e conseguirà la Buddità]. Tutto questo è a causa del passo del sutra che dice: «Nemmeno uno mancherà di conseguire la Buddità».
Qualcuno si può chiedere dove si trovi ora lo spirito del defunto Abutsu-bo. Usando il chiaro specchio del Sutra del Loto, io, Nichiren, posso vederlo nell’assemblea sul Picco dell’Aquila, seduto nella torre preziosa del Budda Molti Tesori, rivolto a est12.
Se ciò che dico non è vero, non è un errore di Nichiren. Piuttosto, la lingua del Tathagata Shakyamuni che disse: «L’Onorato dal Mondo ha esposto a lungo le sue dottrine e adesso deve rivelare la verità»13, la lingua del Budda Molti Tesori che affermò: «Il Sutra del Loto della Legge meravigliosa, […] tutto quello che hai esposto [Shakyamuni] è la verità!»14 come pure la lingua di tutti i vari Budda, i Tathagata, nei quattrocentomila milioni di nayuta15 di terre, numerosi come piante di canapa o riso, come stelle o canne di bambù, allineati uno accanto all’altra senza alcuno spazio intermedio e che, senza eccezione alcuna, estesero le loro lunghe e larghe lingue fino al palazzo del grande re celeste Brahma, tutte queste lingue marciranno in un momento come marcisce una balena morta o come marcisce un mucchio di sardine. Tutti i Budda, i Tathagata dei mondi nelle dieci direzioni sarebbero colpevoli di aver detto una grande menzogna: il suolo fatto d’oro e smeraldi della pura terra della Luce Tranquilla si spaccherà e, come Devadatta, essi precipiteranno nella grande fortezza della sofferenza incessante o, come accadde alla monaca Fragranza del Dharma del Loto16, fiamme usciranno dal loro corpo a causa della grande menzogna e il giardino di fiori del Mondo del Tesoro del Loto, una Terra della Ricompensa Effettiva, si ridurrà in un istante in una terra di cenere. Ma com’è possibile che possano accadere queste cose?
Se solo il defunto Abutsu-bo non fosse ammesso nella pura terra della Luce Tranquilla, tutti questi Budda cadrebbero in un regno di grande sofferenza. Lascia da parte tutto il resto e guarda la questione in questa luce: in questo modo puoi giudicare la verità o falsità delle parole del Budda.
L’uomo è come un pilastro, la donna come la trave; l’uomo è come le gambe, la donna come il tronco; l’uomo è come le ali, la donna come il corpo: se le ali sono separate dal corpo, come può volare l’uccello? Se il pilastro crolla, la trave cade al suolo.
Una casa senza un uomo è come una persona senza anima. Con chi puoi discutere questioni d’affari e, anche se hai cose buone da mangiare, con chi puoi dividerle? Essere separata dal marito per un giorno o due è già causa di disagio. Tu sei stata separata da lui il ventunesimo giorno del terzo mese dello scorso anno e hai passato il resto dell’anno senza vederlo tornare. Ora siamo già al settimo mese di quest’anno. Anche se lui non ritorna, perché non manda sue notizie?
Anche i fiori di ciliegio, un tempo dispersi al vento, sbocciano di nuovo, e i frutti, un tempo caduti, si riformano sugli alberi. Le brezze primaverili non sono cambiate e il paesaggio autunnale è come quello dello scorso anno. Come mai solo questa cosa è cambiata e non torna come era prima?
La luna tramonta e sorge di nuovo, le nuvole si disperdono e si riformano. Persino il cielo si risente e la terra si lamenta perché quest’uomo se n’è andato e non tornerà più. Anche tu devi provare gli stessi sentimenti. Affidati al Sutra del Loto come nutrimento per il tuo viaggio e molto presto potrai incontrarlo andando nella pura terra del Picco dell’Aquila.
C’è un passo di un sutra in cui si dice che i figli sono i nostri nemici: «Gli uomini in questo mondo commettono molti peccati a causa dei loro figli»17. Nel caso delle aquile e delle aquile crestate, i genitori allevano i piccoli con grande compassione, ma i figli si rivoltano e li mangiano. I gufi, appena nati, invariabilmente divorano la madre. Questo avviene fra gli animali.
Ma anche fra gli esseri umani, il re Virudhaka odiava il padre e lo detronizzò; il re Ajatashatru uccise il proprio padre; An Lu-shan18 uccise la matrigna e An Ch’ing-hsü uccise il padre An Lu-shan; An Ch’ing-hsü fu ucciso da Shih Shih-ming [che era come un figlio per lui] e Shih Shih-ming fu a sua volta ucciso dal proprio figlio Shih Ch’ao-i. C’è una buona ragione per cui si dice che i figli sono nemici. Il monaco Sunakshatra era un figlio del signore Shakyamuni, ma cospirò con un seguace di quell’insegnamento non buddista che veniva chiamato Ottenuto Dolorosamente e tentò ripetutamente di uccidere il Budda suo padre.
Un altro passo dice che i figli sono un tesoro: «Per la fortuna ottenuta grazie alla pratica dei loro figli e figlie, appare una grande luce splendente che illumina l’inferno e permette ai genitori di risvegliare la fede dentro di sé»19. Ma anche se il Budda non l’avesse insegnato, possiamo vederne la prova davanti ai nostri occhi.
In India c’era una volta un gran re, il re di Parthia20. Egli aveva una passione smodata per i cavalli e per il loro allevamento; col tempo divenne tanto esperto nell’allevamento dei cavalli che non solo sapeva trasformare un cavallo senza valore in un magnifico cavallo, ma poteva anche trasformare un bue in cavallo. Infine riuscì a trasformare persino degli uomini in cavalli e a cavalcarli. Ma i cittadini del suo stato se ne lamentavano a tal punto che egli decise di trasformare in cavalli solo uomini di altri paesi e, quando arrivò un mercante da un paese straniero, gli fece bere una pozione che lo fece diventare un cavallo e lo legò nelle stalle reali.
Anche in circostanze ordinarie, il mercante aveva una grande nostalgia del suo paese e in modo particolare della moglie e del figlio. Perciò la situazione gli era intollerabile, ma non poteva tornare a casa perché il re non glielo permetteva. Inoltre, anche se fosse potuto tornare a casa, cosa avrebbe potuto fare nella sua forma presente? Non gli rimaneva che lamentarsi giorno e notte.
L’uomo aveva un figlio che, quando il padre non fece ritorno nel tempo previsto, cominciò a chiedersi se fosse stato ucciso da qualcuno o se si fosse ammalato. Sentendo che era suo dovere di figlio scoprire cosa gli era successo, si mise in viaggio. La madre piangendo protestò che già il marito non era tornato da un paese straniero e che, se ora anche l’unico figlio se ne fosse andato abbandonandola, non sapeva come avrebbe potuto vivere. Ma il figlio era talmente preoccupato per il padre che partì per la Parthia alla sua ricerca.
Quando si fermò per la notte in una piccola locanda, il proprietario gli disse: «Che tristezza! Tu sei così giovane e dal tuo viso e dal tuo portamento si capisce che sei una persona distinta. Io avevo un figlio, ma è partito per un paese straniero e non so che fine ha fatto, forse è morto laggiù. Pensando a mio figlio, mi è quasi insopportabile guardarti. Dico questo perché nel nostro paese vi è molto dolore. Il nostro re va pazzo per i cavalli e fa uso di strane erbe: somministrando a un uomo un’erba dalle foglie strette, lo trasforma in cavallo, somministrando un’erba dalle foglie larghe, un cavallo si trasforma in uomo. Recentemente ha dato quest’erba a un mercante venuto da un paese straniero, lo ha trasformato in cavallo e lo tiene confinato segretamente nella prima delle stalle reali».
Sentendo questo, il figlio pensò che forse suo padre era stato trasformato in cavallo e chiese: «Di che colore è il manto di questo cavallo?».
Il padrone della locanda rispose: «È di color nocciola con chiazze bianche sulle spalle».
Sapute tutte queste cose, fece in modo di avvicinarsi al palazzo reale e di rubare l’erba dalle foglie larghe. Quando la fece mangiare al padre trasformato in cavallo, il padre ritornò al suo stato umano.
Il re, meravigliato da quanto era successo, restituì il padre al figlio che aveva dimostrato tanto amore filiale, e da allora in poi, smise di trasformare gli uomini in cavalli.
Chi se non un figlio poteva arrivare tanto lontano per cercare il padre? Il Venerabile Maudgalyayana salvò la madre dalle sofferenze del mondo degli spiriti affamati, e Puro Forziere e Puro Occhio persuasero il padre ad abbandonare le sue idee errate. Questo è il motivo per cui si dice che un buon figlio è il tesoro di un genitore.
Ora il defunto Abutsu-bo era un abitante di un’isola selvaggia e remota nel mare settentrionale del Giappone. Non di meno, preoccupato per la sua futura esistenza, prese gli ordini religiosi e pregò per la felicità nella prossima vita. Incontrando Nichiren, quest’uomo abbracciò il Sutra del Loto e nella primavera dello scorso anno divenne un Budda. Quando la volpe del monte Shita incontrò l’insegnamento del Budda, insoddisfatta della sua vita, desiderò la morte e rinacque come dio Shakra21. Allo stesso modo, l’Onorevole Abutsu, disgustato della vita in questo mondo impuro, è divenuto un Budda.
Suo figlio, Tokuro Moritsuna, ne ha seguito le orme ed è diventato un sincero devoto del Sutra del Loto. L’anno scorso, il secondo giorno del settimo mese, è venuto sul monte Minobu a Hakiri nella provincia di Kai, dopo aver viaggiato mille ri22 per mari e monti con le ceneri del padre appese al collo, e le ha depositate nel luogo della pratica del Sutra del Loto. Quest’anno, il primo giorno del settimo mese, è tornato a Minobu per visitare la tomba del padre. Non c’è tesoro più grande di un figlio, non c’è tesoro più grande di un figlio! Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo
Nichiren
Il secondo giorno del settimo mese
Risposta alla moglie del defunto Abutsu-bo
Poscritto23: ti spedisco una stola di seta colorata; per favore informane Bungo-bo24. Gli insegnamenti del Sutra del Loto si stanno già diffondendo in tutto il Giappone e Bungo-bo dovrebbe propagarli nella regione dell’Hokuriku25, ma non potrà farlo senza studio. Digli di affrettarsi a venire qui, non più tardi del quindicesimo giorno del nono mese.
Mandami al più presto i vari testi sacri per mezzo di Tamba-bo26, come hai fatto con il diario. Fai venire da me Yamabushi-bo27, come già disposto. Mi ha fatto piacere sapere che sei stata tanto buona con lui.