Numero: 71
Data: Data sconosciuta
Luogo: Luogo sconosciuto
Destinatario: Destinatario sconosciuto

Diversi corpi, stessa mente

Ho ricevuto per mano di Hoki-bo1 l’abito bianco invernale, quello pesante trapuntato e un kan di monete. Hoki-bo, Sado-bo e i credenti di Atsuhara, hanno dimostrato la forza della loro determinazione2.

Quando fra le persone prevale lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, esse realizzeranno tutti i loro scopi, mentre se hanno uno “stesso corpo e diverse menti” non possono ottenere niente di notevole. I più di tremila volumi della letteratura confuciana e taoista sono pieni di esempi. Il re Chou di Yin guidò in battaglia settecentomila soldati contro il re Wu di Chou con i suoi ottocento uomini3. Tuttavia l’esercito del re Chou, a causa della disunità, fu sconfitto dagli uomini del re Wu grazie alla loro perfetta unità.

Perfino una sola persona, se ha scopi contrastanti4, finirà sicuramente per fallire. Ma cento o mille persone possono senza dubbio realizzare il loro scopo se hanno un’unica mente. Benché numerose, le persone del Giappone difficilmente realizzeranno qualunque cosa, poiché hanno uno stesso corpo, ma diversa mente. Al contrario, sebbene Nichiren e i suoi discepoli siano pochi di numero, poiché hanno lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, realizzeranno sicuramente la loro grande missione di propagare ampiamente il Sutra del Loto. Un solo scroscio di pioggia spegne molti fuochi ruggenti e una singola verità dissolve molte forze malvagie5. Questo principio vale anche per Nichiren e i suoi seguaci. Tu hai servito il Sutra del Loto con devozione per molti anni e inoltre hai dimostrato una notevole determinazione6 durante i recenti avvenimenti [di Atsuhara]. Molti me ne hanno parlato, inclusi Hoki-bo e Sado-bo. Ho ascoltato attentamente e ho riferito tutto al dio del sole e alla Dea del Sole.

Avrei dovuto risponderti prima, ma non c’era nessuno che poteva portarti questa lettera. Acharya Ben7 è partito così in fretta che non ho avuto tempo di finire di scrivere prima della sua partenza.

Tutti vi sarete chiesti se realmente i mongoli attaccheranno di nuovo. Io credo che l’invasione sia imminente. Un’invasione sarebbe drammatica, significherebbe la rovina del nostro paese, ma se non dovesse avvenire, il popolo del Giappone offenderebbe il Sutra del Loto più che mai e cadrebbe nell’inferno d’incessante sofferenza. Il paese potrà essere devastato dalla forza superiore dei mongoli, ma l’offesa all’insegnamento corretto cesserà quasi del tutto. Una sconfitta sarà come la moxa che cura le malattie, o come l’agopuntura che allevia il dolore. Entrambe sono dolorose sul momento, ma in seguito portano felicità.

Io, Nichiren, sono l’inviato del Sutra del Loto, mentre i giapponesi sono come il re Mihirakula che eliminò il Buddismo in tutto Jambudvipa. L’impero mongolo può essere come il re Himatala, un messaggero del cielo mandato per punire le persone ostili al devoto del Sutra del Loto. Se i giapponesi si pentiranno in questa esistenza, saranno come il re Ajatashatru che divenne un seguace del Budda guarendo così dalla lebbra bianca e prolungando la sua vita di quarant’anni; sebbene fosse privo delle radici della fede raggiunse il primo stadio della sicurezza e nella vita presente giunse a comprendere che i fenomeni non nascono né muoiono.

Con profondo rispetto,

Nichiren

Il sesto giorno dell’ottavo mese

Cenni Storici

Si ritiene che questa lettera fosse destinata al prete laico Takahashi, la cui moglie era la zia di Hoki-bo, più noto come Nikko Shonin, che guidava la propagazione degli insegnamenti del Daishonin nel distretto di Fuji, nella provincia di Suruga. Takahashi era una figura di spicco tra i credenti laici, e la sua casa costituiva un centro di riferimento per le attività della zona. Quando il numero dei convertiti iniziò ad aumentare in modo considerevole, si inasprirono le persecuzioni contro i discepoli, che culminarono con l’arresto dei contadini del villaggio di Atsuhara, nello stesso distretto.

La lettera è datata il sesto giorno dell’ottavo mese, ma non riporta l’anno, probabilmente tra il 1275, data d’inizio della persecuzione di Atsuhara, e il 1280, anno precedente alla seconda invasione mongola, quando la persecuzione giunse al termine.

Questa lettera sottolinea l’importanza dell’unità per fronteggiare la repressione in atto contro i seguaci del Daishonin, e fa riferimento all’imminenza di una seconda invasione mongola che avrebbe contribuito a estirpare definitivamente l’offesa nei confronti del corretto insegnamento del Buddismo.


Note
1. Hoki-bo (1246-1333): nome buddista che assunse Nikko Shonin, quando divenne discepolo di Nichiren Daishonin nel 1258. Sado-bo (1253-1314): altro nome di Niko, uno dei sei discepoli più vicini al Daishonin, conosciuti come i “sei preti anziani”.
2. Determinazione: qui corrisponde all’espressione giapponese kokorozashi, che letteralmente significa “direzione del cuore”, e quindi, per estensione, cuore che crede, cuore orientato nella direzione corretta, determinazione, volontà, sincerità, premura, sincera intenzione; sta a indicare anche la sincerità dell’offerta e l’offerta stessa. Nichiren Daishonin usa spesso questa espressione come sinonimo di “fede”.
3. Storia narrata in Cronache dello storico.
4. «Scopi contrastanti»: lett. «due cuori».
5. Lett.: «I mali sono tanti, ma non riusciranno mai a vincere un bene, così come basta un getto d’acqua a spegnere un gruppo di numerosi fuochi».
6. Vedi nota 2.
7. Acharya Ben: Ben è un altro nome per Nissho (1221-1323), uno dei sei preti anziani.