Il quarto volume del Sutra del Loto afferma: «E poiché odio e gelosia [nei confronti di questo sutra] abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo, quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?»1. Il quinto volume dice: «Nel mondo dovrà fronteggiare molta ostilità e sarà difficile credervi»2. Il trentottesimo volume del Sutra del Nirvana afferma: «A quel tempo c’erano innumerevoli non buddisti […] dai loro cuori scaturivano collera e risentimento». Dice anche: «A quel tempo, innumerevoli non buddisti, tutti d’accordo, si recarono da Ajatashatru, re del Magadha e gli dissero: “Esiste attualmente un uomo di incomparabile malvagità, un monaco chiamato Gautama. Oh re, voi non lo avete mai interrogato e noi abbiamo molta paura. Intorno a lui si è raccolta ogni sorta di persone malvagie che, sperando di trarne profitto ed elemosine, sono diventate suoi seguaci. [Essi non praticano il bene, ma usano il potere degli incantesimi e della magia per attirare uomini come] Mahakashyapa, Shariputra e Maudgalyayana”». Questi esempi illustrano perfettamente il significato della frase: «E poiché odio e gelosia [nei confronti di questo sutra] abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo».
Il Grande Virtuoso Tokuitsu oltraggiò il Gran Maestro T’ien-t’ai Chih-che, dicendogli: «Ehi, Chih-i, che razza di discepolo sei? Con una lingua lunga meno di tre pollici tu offendi gli insegnamenti che provengono da una lingua tanto grande da coprire il volto!»3. Tokuitsu disse anche: «Sicuramente [T’ien-t’ai] dev’essere completamente pazzo!». Più di trecento preti, inclusi gli alti prelati dei sette maggiori templi di Nara, come il Supervisore del clero Gomyo e il Maestro dei precetti Keishin4, ingiuriarono il Gran Maestro Dengyo, con queste parole: «Così come in una terra a ovest della Cina c’era un brahmano chiamato Eloquenza Demoniaca, ora, in questo reame orientale del Giappone, c’è un monaco dalla testa rasata che vomita astute parole. Gli spiriti maligni convocano segretamente persone come loro per ingannare e fuorviare il mondo»5.
Tuttavia, Dengyo afferma nel suo Gli eminenti princìpi del Sutra del Loto: «Shakyamuni insegnò che il superficiale è facile, ma il profondo è difficile. Il cuore di un coraggioso lascia il superficiale e cerca il profondo6. Il Gran Maestro T’ien-t’ai credette e obbedì a Shakyamuni e si adoperò per sostenere la scuola del Loto diffondendone gli insegnamenti in tutta la Cina. Noi del Monte Hiei, che abbiamo ereditato la dottrina da T’ien-t’ai, ci adoperiamo per sostenere la scuola del Loto e ne diffondiamo gli insegnamenti in tutto il Giappone».
Durante la vita del Budda, come pure nei duemila anni del Primo e Medio giorno della Legge che seguirono alla sua morte, ci furono soltanto tre devoti del Sutra del Loto. Essi furono: il Budda Shakyamuni, T’ien-t’ai e Dengyo. Al contrario, Shan-wu-wei e Pu-k’ung della scuola della Vera parola, Tu-shun e Chih-yen della scuola della Ghirlanda di fiori e i maestri delle scuole dei Tre trattati e delle Caratteristiche dei dharma interpretarono le frasi del sutra del vero insegnamento in maniera che concordassero col significato dei sutra provvisori. Studiosi come Nagarjuna e Vasubandhu compresero dentro di sé il [significato del] Sutra del Loto, ma non ne parlarono apertamente. Nel propagare il Sutra del Loto proprio come il sutra stesso insegna, neanche i quattro ordini di saggi7 del Primo giorno della Legge sono paragonabili a T’ien-t’ai e Dengyo.
Se la profezia del Budda è vera, deve esistere un devoto del Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge e le grandi difficoltà che dovrà affrontare supereranno quelle che si verificarono durante la vita del Budda. Il Budda subì nove grandi prove: fu calunniato da Sundari; gli fu offerta una fetida brodaglia di riso; fu costretto a mangiare la biada dei cavalli; il re Virudhaka massacrò gran parte del clan Shakya; andò a chiedere l’elemosina, ma la sua ciotola rimase vuota; fu calunniato da Chincha, la figlia del brahmano; Devadatta fece cadere un masso dalla cima di una collina [nel tentativo di ucciderlo]; il vento gelido lo costrinse a cercare indumenti per proteggersi8. In più, fu denunciato da tutti i non buddisti, come ho già detto in precedenza. Se dobbiamo seguire la profezia del sutra [secondo la quale odio e gelosia saranno molto peggiori dopo la morte del Budda], allora T’ien-t’ai e Dengyo non hanno adempiuto la profezia del Budda. Alla luce di ciò, un devoto del Sutra del Loto dovrà apparire all’inizio dell’Ultimo giorno della Legge, proprio come predetto dal Budda.
Comunque, il settimo giorno del dodicesimo mese del decimo anno di Bun’ei (1273), una lettera dell’ex governatore di Musashi9 è giunta nella provincia di Sado. La lettera, che portava il suo sigillo, diceva:
Abbiamo udito voci che Nichiren, il prete esiliato nella provincia di Sado, sta istruendo i suoi discepoli e altri per tramare qualche azione malvagia. Il suo piano è estremamente oltraggioso. D’ora in poi, chi segue quel prete sarà punito severamente. Se, nonostante questo, dovessero ancora esserci persone che trasgrediscono questo divieto, dovete riferirne i nomi. Questo è un ordine ufficiale.
Prete Kan’e10
Il settimo giorno del dodicesimo mese del decimo anno di Bun’ei
A Echi-no Rokuro Saemon-no-jo11
Questa lettera dice che io sto “tramando qualche azione malvagia”. I non buddisti calunniarono il Budda dicendo che Gautama era un uomo malvagio. Io, Nichiren, ho sopportato in prima persona ognuna delle nove grandi prove. Fra queste, il massacro del clan Shakya da parte di Virudhaka, chiedere l’elemosina ma essere lasciato con la ciotola vuota ed essere costretto a cercare indumenti per proteggersi dal vento gelido hanno avuto proporzioni ben maggiori di quelle verificatesi durante la vita del Budda12. Queste sono difficoltà che T’ien-t’ai e Dengyo non hanno mai incontrato. In verità sappiate che, aggiungendo Nichiren agli altri tre, c’è ora un quarto devoto del Sutra del Loto, apparso nell’Ultimo giorno della Legge. Come sono lieto di adempiere le parole della profezia del Budda: «Quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?». Quanto mi rattrista che tutti gli abitanti di questo paese debbano cadere nell’inferno Avichi! Non voglio scendere nei particolari o questa lettera diventerebbe troppo complicata. Dovete rifletterci seriamente da soli.
Nichiren
Il quattordicesimo giorno del primo mese dell’undicesimo anno di Bun’ei (1274), segno ciclico kinoe-inu
Tutti i miei discepoli e seguaci dovrebbero leggere e ascoltare questa lettera. Coloro che hanno una sincera determinazione13 dovrebbero discuterne insieme.
Poscritto14: Nagarjuna e Vasubandhu erano entrambi studiosi dalle mille opere, eppure esposero solo gli insegnamenti mahayana provvisori. Essi avevano compreso in cuor loro il [significato del] Sutra del Loto, ma non lo espressero verbalmente. (Esiste una tradizione orale a questo riguardo)15. T’ien-t’ai e Dengyo lo esposero, ma non rivelarono l’oggetto di culto dell’insegnamento originale, i quattro bodhisattva16, il santuario e i cinque caratteri di Nam-myoho-renge-kyo. Le due ragioni erano che il Budda non aveva affidato a loro questi insegnamenti e che né il tempo né la capacità delle persone erano maturi. Ora il tempo è giunto e i quattro bodhisattva appariranno sicuramente. Io, Nichiren, sono stato il primo ad averlo compreso. Si dice che il volo dell’uccello azzurro annunci l’apparizione della Regina Madre dell’Ovest e che il canto di una gazza predìca l’arrivo di un ospite17. [Allo stesso modo ci sono presagi che annunciano l’avvento dei quattro bodhisattva]. Tutti coloro che si considerano miei discepoli sappiano che questo è il tempo giusto per l’apparizione dei quattro bodhisattva. Perciò, non abbandonate mai la fede, anche a costo della vita.
Toki, Saburo Saemon-no-jo, Kawanobe, Acharya Yamato e il resto di voi, gentiluomini e preti, dovete leggere fra di voi questa lettera e prestare ascolto. In questa epoca impura, dovete sempre parlare fra di voi e non smettere mai di pregare per la prossima vita.
A Kawanobe e ai suoi,
ad Acharya Yamato e agli altri18
a tutti i miei discepoli e seguaci
a Saburo Saemon-no-jo
Nichiren
Rispettosamente inviata a Toki.