Numero: 44
Data: 1273
Luogo: Sado
Destinatario: Hakiri Saburo

Risposta a Hakiri Saburo

A Kamakura si trovano gli umili preti di nome Chikugo-bo, Acharya Ben e Acharya Daishin1. Faresti bene a invitarli, accoglierli con il dovuto rispetto e discutere con loro. Io ti spiegherò in sintesi i miei importanti insegnamenti, ma essi conoscono abbastanza bene la grande Legge che finora non è mai stata propagata in Giappone, e perciò dovresti studiare sotto di loro.

Nella tua lettera scrivi: «Non appena ho ricevuto la tua lettera, i miei dubbi sono stati spazzati via, come un forte vento spazza via gli strati di nuvole lasciando scorgere la luna che brilla. Tuttavia, per la gente dell’epoca presente, di alta o bassa condizione, è difficile credere nella tua dottrina. Il motivo è che il Sutra del Loto promette che coloro che praticano gli insegnamenti del Budda “godranno di pace e sicurezza nell’esistenza presente e nasceranno in circostanze favorevoli nelle successive”2. Ma allora, come mai il prete Nichiren, benché si dichiari devoto del Sutra del Loto, incontra tante persecuzioni? La gente dice che dev’essere perché egli non rispetta la volontà del Budda».

Riguardo a queste ingiuste critiche, le mie persecuzioni sono dovute al karma formato nelle passate esistenze3. Non c’è ragione che tu ora ti stupisca perché sono incorso nell’ira delle autorità.

Per spiegare, se tu esamini il testo del Sutra del Loto, troverai scritto che, nel­l’Ultimo giorno della Legge, quando una persona pratica come il sutra insegna, è destinata a incontrare molte persecuzioni. Il testo del sutra è chiarissimo, chiunque abbia occhi può leggere quello che dice.

Il quarto volume del Sutra del Loto, per esempio, dice: «E poiché odio e gelosia nei confronti di questo sutra abbondano perfino mentre il Tathagata è nel mondo, quanto peggio sarà dopo la sua scomparsa?»4 e nel quinto volume si legge: «Nel mondo dovrà fronteggiare molta ostilità e sarà difficile credervi»5. Dice anche: «Ci saranno molte persone ignoranti che ci malediranno e parleranno male di noi; ci attaccheranno con spade e bastoni, con con tegole o pietre»6. E continua: «In quell’epoca malvagia ci saranno monaci [di saggezza perversa] […]. Oppure vi saranno monaci che vivono nelle foreste, eremiti vestiti di stracci rattoppati […] predicheranno la Legge ai laici vestiti di abiti bianchi e saranno rispettati e riveriti dal mondo quasi fossero arhat in possesso dei sei poteri sovrannaturali. Cercando costantemente di diffamarci nelle grandi assemblee, si rivolgeranno ai sovrani, agli alti dignitari, ai brahmani e ai capifamiglia, come pure agli altri monaci, calunniandoci e parlando male di noi […]. Demoni malvagi si impossesseranno di altre persone per farci maledire, ingiuriare, coprire di disonore. […] saremo esiliati più e più volte»7.

Il Sutra del Nirvana dice: «Gli icchantika, o persone di incorreggibile miscredenza, si fanno passare per arhat, vivono in luoghi deserti e offendono i sutra corretti ed equi del grande veicolo. Vedendoli, la gente ordinaria pensa che siano dei veri arhat, dei grandi bodhisattva». Dice ancora: «Terminato il Primo giorno della Legge ed entrati nel Medio giorno, vi saranno monaci che daranno l’impressione di osservare i precetti della disciplina monastica, ma raramente leggeranno e reciteranno i sutra, saranno invece avidi di cibo e bevande per ingrassare i loro corpi […]. Indosseranno le vesti dei monaci e tuttavia, simili a cacciatori, si avvicineranno di soppiatto con passo felpato alle loro prede, aguzzando lo sguardo, come il gatto che si aggira in cerca del topo».

E il Sutra del Parinirvana afferma: «Ci sono anche icchantika che sembrano arhat [ma che commettono azioni malvagie]».

Quando prendo il chiaro specchio [delle parole dei sutra] e lo rivolgo verso il Giappone, tutto vi si riflette senza la minima oscurità. Chi sono i «monaci che vivono nelle foreste, eremiti vestiti di stracci rattoppati»? Chi sono gli individui «rispettati e riveriti dal mondo quasi fossero arhat in possesso dei sei poteri sovrannaturali»? A chi si riferisce la frase «vedendoli la gente ordinaria pensa che siano dei veri arhat, dei grandi bodhisattva»? Chi sono quelli che «daranno l’impressione di osservare i precetti di disciplina monastica, ma raramente leggeranno e reciteranno i sutra»?

Come si vede da questi passi, Shakyamuni con il suo occhio di Budda aveva previsto la situazione all’inizio dell’Ultimo giorno della Legge. Se, giunti in questa epoca, non esistessero tali persone, l’Onorato dal Mondo avrebbe mentito, e in tal caso chi crederebbe nell’insegnamento transitorio e originale del Sutra del Loto e nella dottrina dell’eterna esistenza della natura di Budda, predicata nel boschetto di alberi di sal8?

Ora Nichiren, per dimostrare la verità delle parole del Budda, interpreta questi passi dei sutra applicandoli al Giappone. I «monaci che vivono nelle foreste» e «in luoghi deserti» sono i preti dei templi Kencho, Jufuku, Gokuraku, Kennin, Tofuku e degli altri templi delle scuole giapponesi Zen, dei Precetti e Nembutsu. Questi templi demoniaci sono sorti per distruggere i templi buddisti della scuola del Loto o Tendai, sul monte Hiei e in altri luoghi.

Quelli «vestiti di stracci rattoppati» che «daranno l’impressione di osservare i precetti di disciplina monastica» sono gli attuali monaci osservanti dei precetti con le loro tonache fatte di cinque, sette o nove pezzi di stoffa9. Quelli «rispettati e riveriti dal mondo» e considerati «grandi bodhisattva» sono uomini come Doryu, Ryokan e Shoichi. Il «mondo» che li considera così sono i governanti e le autorità del nostro tempo, le «persone ignoranti» e la «gente ordinaria» sono tutta la popolazione del Giappone, di alto e basso rango.

Io, Nichiren, sono una persona ordinaria e non posso, perciò, aver fede nell’insegnamento del Budda, ma, riguardo a quanto sto dicendo, riconosco la situazione chiaramente come una persona riconosce il fuoco e l’acqua quando li tocca con mano.

Il sutra dice10 che se apparirà un devoto del Sutra del Loto, sarà maledetto, insultato, attaccato con spade e bastoni e bandito. Ma se applichiamo queste parole del sutra al mondo d’oggi, non troviamo nessuno a cui si adattino. Chi dunque può essere considerato il devoto del Sutra del Loto?

Può essere che i nemici del sutra siano apparsi, ma che non vi sia nessuno che sostiene il sutra? Sarebbe come dire che esiste l’est ma non l’ovest, che esiste il cielo ma non la terra! In tal caso, le parole del Budda non sarebbero che menzogne.

Può sembrare che io stia elogiando me stesso, ma, dopo averci riflettuto, io credo nelle parole del Budda: il prete Nichiren è il devoto a cui le scritture si riferiscono.

Inoltre il Budda, citando nel capitolo “Mai Sprezzante” gli eventi del suo passato, dice: «A quel tempo vi era un bodhisattva, il monaco chiamato Mai Sprezzante. […] parlavano male di lui e lo insultavano […] alcuni del gruppo afferravano dei bastoni, delle tegole o delle pietre per colpirlo e percuoterlo»11. Shakyamuni citò la pratica dello stadio della causa12 per incoraggiare [i devoti del Sutra del Loto] all’inizio dell’Ultimo giorno della Legge.

Nel passato il Bodhisattva Mai Sprezzante fu colpito con bastoni per il Sutra del Loto e poté conseguire immediatamente lo stadio supremo della perfetta illuminazione. Io, Nichiren, a causa dello stesso sutra, sono stato attaccato nel mio corpo attuale con spade e bastoni e sono stato esiliato due volte in luoghi lontani. Può esserci alcun dubbio che nel futuro otterrò il frutto meraviglioso [della Buddità]?

Dopo la scomparsa del Tathagata Shakyamuni, i quattro ordini di bodhisattva apparvero nel Primo e Medio giorno della Legge e propagarono il Sutra del Loto, ma anche allora incontrarono numerose persecuzioni: fra i successori di Shakyamuni, il ventesimo, il Bodhisattva Aryadeva, fu ucciso, il venticinquesimo, il Venerabile Aryasimha, fu decapitato. L’ottavo, Buddhamitra, e il tredicesimo, il Bodhisattva Nagarjuna, stettero davanti al palazzo del re con una bandiera rossa [per attirare la sua attenzione], il primo per dodici anni, il secondo per sette anni.

Chu Tao-sheng fu esiliato sulle montagne del Su-chou, il prete Fa-tsu fu assassinato, il Maestro del Tripitaka Fa-tao fu marchiato sul volto e il Maestro del Dharma Hui-yüan fu denunciato. Il Gran Maestro T’ien-t’ai affrontò in dibattito i capi delle dieci scuole del nord e del sud [della Cina], e il Gran Maestro Dengyo confutò le vedute erronee delle sei scuole di Nara.

Le idee di tutti questi uomini vennero accettate o rifiutate a seconda che avessero incontrato un governante saggio o stupido, ma in nessun caso erano contrarie alla volontà del Budda. Se anche nel Primo e Medio giorno della Legge essi incontrarono difficoltà, quanto è più probabile che ciò accada nell’Ultimo giorno! Per il Sutra del Loto ho già attirato su di me l’ira delle autorità, ma la considero la più grande fortuna; è come scambiare cocci e detriti con oro e argento.

Eppure ciò che mi angustia sono le parole del Sutra dei Re benevolenti: «Quando i santi se ne vanno, arrivano sicuramente i sette disastri». Fra i sette disastri sono incluse le gravi siccità e le grandi rivolte.

Il Sutra dei Sovrani afferma: «Dato che gli uomini malvagi sono rispettati e prediletti mentre gli uomini buoni sono sottoposti a punizioni, le stelle e le costellazioni, i venti e le piogge non si presentano nelle stagioni giuste». Chi sono i “malvagi rispettati e prediletti”? Sono tutti gli uomini che ho nominato prima. E a chi corrispondono “gli uomini buoni sottoposti a punizioni”? Sono quelli che sono «esiliati più e più volte», come ho detto prima. Le «stelle e le costellazioni» si riferiscono agli strani fenomeni che hanno avuto luogo nel cielo e sulla terra negli ultimi vent’anni.

Se il sutra dice il vero, allora l’esilio di Nichiren è un segno che preannuncia la rovina del paese. Anche prima di incorrere nell’ira delle autorità, io l’avevo previsto e ne esposi le ragioni in Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese. Chi ne può dubitare? Questo è il motivo per cui mi angustio.

Sono passati duemiladuecentoventidue anni dalla scomparsa del Budda. Durante i mille anni del Primo giorno della Legge, Nagarjuna, Vasubandhu e altri propagarono i suoi insegnamenti come inviati del Budda; essi però propagarono solo i due insegnamenti dello Hinayana e del Mahayana provvisorio, non propagarono ancora il vero Mahayana.

Cinquecento anni dopo l’inizio del Medio giorno della Legge, il Gran Maestro T’ien-t’ai apparve in Cina, refutò le idee erronee delle scuole del sud e del nord e stabilì l’insegnamento corretto: dal punto di vista dottrinale formulò la teoria dei cinque periodi e, nell’ambito delle pratiche meditative13, espose il concetto dei tremila regni in un singolo istante di vita. Tutta la Cina lo lodò con l’appellativo di Piccolo Shakyamuni. Tuttavia, pur avendo esposto la perfetta meditazione e la perfetta saggezza14, non diffuse i perfetti precetti.

Milleottocento anni dopo la scomparsa del Budda, apparve in Giappone il Gran Maestro Dengyo, il quale confutò le dottrine errate sostenute dalle sei scuole per più di duecento anni dal tempo dell’imperatore Kimmei. Oltre a ciò, egli propose i precetti della perfetta e immediata illuminazione che T’ien-t’ai non aveva ancora propagato. Questi sono i grandi precetti della perfetta e immediata illuminazione conferiti nel centro per l’ordinazione sul monte Hiei.

Tuttavia, nei duemila anni e più dalla scomparsa del Budda, si costruirono decine di migliaia di templi nei tre paesi [India, Cina e Giappone], ma nessun tempio e nessuna pagoda furono dedicati al signore dell’insegnamento originale, né furono propagati i cinque ideogrammi di Myoho-renge-kyo, affidati specificatamente ai bodhisattva che emersero dalla terra numerosi come i granelli di polvere di mille mondi. Benché vi siano passi delle scritture che affermano che devono essere propagati, non lo furono in nessun paese. È perché il tempo e la capacità della gente non erano ancora maturi?

Il Budda disse parlando del futuro: «Dopo la mia estinzione, nell’ultimo periodo di cinquecento anni, dovrai diffonderlo [questo Sutra del Loto] in tutto Jambudvipa e non permettere mai che la sua diffusione sia interrotta»15. Il Gran Maestro T’ien-t’ai predisse: «Nell’ultimo periodo di cinquecento anni la mistica via si diffonderà e porterà benefici al genere umano per un lungo tempo futuro»16. Il Gran Maestro Dengyo scrisse: «Il Primo e Medio giorno sono quasi trascorsi e l’Ultimo giorno si avvicina. Adesso è veramente il tempo in cui l’unico veicolo del Sutra del Loto si dimostrerà perfettamente adatto alle capacità di tutte le persone»17. Queste frasi del sutra e dei commentari indicano l’inizio dell’Ultimo giorno della Legge.

Un non buddista [indiano] disse: «Cento anni dopo la mia morte, il Budda apparirà in questo mondo»18. Uno studioso confuciano predisse: «Fra mille anni il Buddismo sarà trasmesso in Cina»19. Se anche queste predizioni di uomini ordinari combaciano con la verità, ancora più veritiere saranno quelle di T’ien-t’ai e di Dengyo, per non parlare delle chiare predizioni che provengono dalle auree bocche dei Budda Shakyamuni e Molti Tesori!

Devi convincerti che è venuto il tempo in cui deve fare il suo avvento il signore dell’insegnamento originale, mai apparso prima, e in cui i cinque caratteri di Myoho-renge-kyo, mai propagati prima, si diffonderanno in tutto Jambudvipa. Chi può dubitarne?

Ci sono persone che hanno spesso sentito parlare di queste cose dal prete Nichiren, eppure, dopo che sono stato colpito da queste gravi avversità, hanno abbandonato la fede. Tu hai ascoltato i miei insegnamenti una o due volte e soltanto per un’ora o due, eppure ho saputo che, invece di abbandonare la tua fede, la mantieni. Ciò non può essere dovuto interamente a cause formate nella presente esistenza. Il Gran Maestro Miao-lo dice: «Perciò sappiamo che se qualcuno, nell’ultima epoca, è in grado di ascoltare la Legge anche per breve tempo e, dopo averla ascoltata, prende fede in essa, è a causa dei semi piantati in esistenze precedenti»20. Dice anche: «Essendo nato alla fine del Medio giorno della Legge, ho potuto contemplare queste parole di verità del sutra. Se non si è piantata la mistica causa [in una precedente esistenza], sono veramente difficili da incontrare»21.

Il Sutra del Loto dice che le persone che nel passato hanno fatto offerte a centomila milioni di Budda rinasceranno nel regno umano e crederanno in questo sutra22. E il Sutra del Nirvana dice che le persone che offrono l’elemosina a tanti Budda quanti sono i granelli di sabbia dei fiumi Hiranyavati e Gange rinasceranno in una successiva epoca malvagia e prenderanno fede in questo sutra.

Il re Ajatashatru era un uomo malvagio che uccise il padre e imprigionò la madre. Tuttavia, quando si recò dove il Budda stava predicando il Sutra del Nirvana e ascoltò gli insegnamenti del Sutra del Loto23, non solo guarì dalle piaghe maligne che lo affliggevano nella presente esistenza, ma prolungò la sua vita di quarant’anni, e in ultimo, benché non possedesse inizialmente le radici della fede, raggiunse il primo stadio di sicurezza ottenendo da Shakyamuni la predizione della Buddità.

Devadatta era un uomo di incorreggibile miscredenza, il peggiore di tutto Jambudvipa, ma, benché fosse stato escluso in tutti i primi sutra predicati da Shakyamuni, nel Sutra del Loto ottenne la predizione che sarebbe diventato il Tathagata Re del Cielo.

Da questi esempi possiamo concludere che, per le persone malvagie dell’ultima epoca, il conseguimento della Buddità non dipende dalla gravità o dalla leggerezza delle loro colpe, ma soltanto dal fatto che abbiano o non abbiano fede in questo sutra.

Tu sei membro di una famiglia di guerrieri, un uomo malvagio che giorno e notte ha a che fare con uccisioni. Dato che non hai lasciato la famiglia [per farti prete], ma sei rimasto samurai fino a ora, in che modo puoi evitare i tre cattivi sentieri? Devi riflettere molto attentamente.

Il cuore del Sutra del Loto è la rivelazione che si può ottenere la suprema illuminazione nella propria forma presente senza alterare la propria condizione di persona comune24: senza gettar via gli impedimenti karmici si può entrare nella via del Budda. T’ien-t’ai afferma: «Gli altri sutra predicono la Buddità ai buoni, ma non ai cattivi […] solo questo sutra [del Loto] predice la Buddità a tutti»25. E Miao-lo dice: «Il significato del perfetto insegnamento consiste unicamente nel fatto che coloro che vi si oppongono possono essere salvati quanto coloro che lo seguono. Negli altri tre insegnamenti26 il destino di questi due tipi di persone è immutabile»27.

Dovrei scrivere sulla questione se si può raggiungere la via del Budda a diversi livelli con i vari sutra predicati prima del Sutra del Loto, ma è una cosa da discutere con persone che conoscono bene i termini buddisti. Tuttavia, ci sono dei discepoli ai quali ho insegnato i punti essenziali; invitali e ascolta da loro il succo della questione. Allora ti scriverò ancora.

Con profondo rispetto,

Nichiren

Il terzo giorno dell’ottavo mese del decimo anno di Bun’ei (1273), segno ciclico mizunoto-tori

Risposta a Nambu Rokuro Saburo della provincia di Kai

Cenni Storici

Questa lettera venne scritta nell’ottavo mese del 1273, da Ichinosawa, nell’isola di Sado, per rispondere ai dubbi di Hakiri Rokuro Saburo, noto anche come Nambu Rokuro Saburo, che sembra fosse figlio di Hakiri Sanenaga, l’amministratore di Minobu, dove il Daishonin trascorse i suoi ultimi anni di vita.

Saburo aveva domandato come mai il Daishonin, che si definiva un devoto del Sutra del Loto, dovesse affrontare tante difficoltà, invece di godere di pace e sicurezza come promesso nel Sutra del Loto. Numerosi altri discepoli erano rimasti assai turbati dalla persecuzione di Tatsunokuchi e dall’esilio di Sado. Saburo aveva inoltre chiesto se fosse possibile conseguire la Buddità attraverso gli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto. Il Daishonin risponde alla prima domanda citando alcuni passi tratti dal Sutra del Loto e del Nirvana che predicono la difficoltà di propagare il corretto insegnamento. Cita, inoltre, esempi storici di persone che incontrarono persecuzioni a causa della loro fede nel Buddismo. Il Budda stesso aveva predetto che i devoti del Sutra del Loto avrebbero incontrato opposizione e ostilità. Il Daishonin dichiara che le difficoltà da lui affrontate dimostrano che egli è il vero devoto del Sutra del Loto nell’Ultimo giorno della Legge. Descrive poi sinteticamente l’ordine di propagazione degli insegnamenti buddisti nel Primo, Medio e Ultimo giorno della Legge, dichiarando che è giunto il tempo di propagare in tutto il mondo Nam-myoho-renge-kyo, la Legge suprema implicita nel cuore dell’insegnamento originale del Sutra del Loto.

Riguardo alla seconda domanda, afferma che è necessaria la conoscenza di vari termini e princìpi buddisti, e incoraggia Saburo a rivolgersi ai preti suoi discepoli perché lo aiutino a risolvere i suoi dubbi.


Note
1. Chikugo-bo (1245-1320): altro nome di Nichiro, uno dei sei discepoli anziani del Daishonin. Acharya Ben: altro nome di Nissho (1221-1323), un altro dei sei discepoli anziani, il primo prete a essersi convertito. Acharya Daishin: prete discepolo del Daishonin.
2. Il Sutra del Loto, cap. 5, p. 155.
3. Un’altra copia del manoscritto riporta: «Comunque, riguardo a queste critiche infondate, io ero preparato a esse fin dal principio». La differenza di significato sorge dalla diversità di due caratteri cinesi in una frase di quattro caratteri.
4. Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 235.
5. Ibidem, cap. 14, p. 287.
6. Ibidem, cap. 13, p. 270. In realtà, le parole “con tegole o pietre” non compaiono in questo capitolo, ma nel capitolo “Bodhisattva Mai Sprezzante” (Il Sutra del Loto, cap. 20, p. 365).
7. Il Sutra del Loto, cap. 13, pp. 270-272.
8. Riferimento al Sutra del Nirvana che si dice fosse stato predicato da Shakyamuni in un boschetto di alberi di sal, poco prima della sua entrata nel nirvana.
9. Tonache fatte di cinque, sette o nove pezzi di stoffa: è un altro modo di indicare le “tre vesti”, fra le poche cose che a un prete era permesso possedere.
10. Vedi Il Sutra del Loto, cap. 13. È una parafrasi dei versi a p. 270: «Ci saranno molte persone ignoranti che ci malediranno e parleranno male di noi; ci attaccheranno con spade e bastoni», e a p. 272: «Saremo esiliati più e più volte».
11. Il Sutra del Loto, cap. 20, pp. 364-365.
12. Stadio della causa (giap. in’i, in = causa, i = stadio): è il livello della pratica per ottenere il frutto della Buddità; nel Sutra del Loto indica la pratica di bodhisattva svolta da Shakyamuni in un passato lontano tanti kalpa quanti i granelli di polvere di innumerevoli sistemi maggiori di mondi, che lo portò all’illuminazione.
13. Pratiche meditative: osservazione della mente, una forma di meditazione sviluppata da T’ien-t’ai, nella quale ci si concentra sulla vera natura della mente invece che su un oggetto esterno. In Grande concentrazione e visione profonda T’ien-t’ai insegnò una meditazione per percepire il principio dell’unificazione delle tre verità in un’unica mente e dei tremila regni in un singolo istante di vita.
14. Perfetta meditazione: una meditazione per percepire i tremila regni in un singolo istante di vita. Perfetta saggezza: la saggezza che si ottiene dalla comprensione dei tremila regni in un singolo istante di vita.
15. Il Sutra del Loto, cap. 23, p. 394.
16. Parole e frasi del Sutra del Loto.
17. Saggio sulla protezione del paese.
18. Fonte sconosciuta.
19. Secondo Cronache del lignaggio del Budda e dei patriarchi che cita un brano tratto da I prodigi del libro di Chou, nell’ottavo giorno del quarto mese del ventiquattresimo anno (tradizionalmente il 1029 a.C.) del regno di Chao, quarto sovrano della dinastia Chou, raggi luminosi di cinque colori apparvero nel cielo, la terra tremò e l’acqua di tutti i fiumi, laghi e pozzi traboccò. Il grande storico Su Yu disse: «Un santo è nato nella regione occidentale. Fra mille anni le parole di questo santo giungeranno nel nostro paese». Secondo la tradizione, 1.015 anni dopo la morte del Budda, sotto il regno dell’imperatore Ming, nel decimo anno dell’era Yung-p’ing (67 d.C.), il Buddismo fu introdotto in Cina.
20. Annotazioni su “Parole e frasi del Sutra del Loto”.
21. Annotazioni su “Grande concentrazione e visione profonda”.
22. Parafrasi di un passo del capitolo “Maestro della Legge”. Vedi Il Sutra del Loto, cap. 10, p. 232.
23. Il Sutra del Nirvana riafferma i princìpi essenziali del Sutra del Loto come la natura di Budda eternamente inerente.
24. Lett.: «Senza cambiare lo stato originale».
25. Parole e frasi.
26. Altri tre insegnamenti: insegnamento del Tripitaka, insegnamento di condivisione e insegnamento specifico. Sono tutti gli insegnamenti precedenti al Sutra del Loto.
27. Su “Parole e frasi”.